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Autore: Mad_Blood    28/06/2013    12 recensioni
E se vi dicessi che sono pazzo, vi basterebbe?
Genere: Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Odiavo ‘Bob’.
Non solo per il suo nome estremamente originale.
Quel locale era così triste, e trasandato; ma l’unico in cui avrei potuto parlare in pace con Nate.
Entrammo, notando che non era cambiato nulla dall’ultima volta in cui ci sono stato, risalente a circa cinque mesi fa. Difficile da dimenticare.
Bob se la doveva passare proprio bene.
Ma cos’altro potevo aspettarmi da uno che per disperazione vendeva superalcolici ai dodicenni?
Un buco di quaranta metri quadri.
Il solito bancone rosso, illuminato da una delle quattro luci al neon color blu elettrico.
Se non si era capito, le altre erano bruciate. Inutile dire che sia stata colpa mia.
Dettagli, dettagli.
E come sempre, il solito Bob vestito da sfattone appostato dietro di esso, col viso di uno che si era fatto qualche canna prima di iniziare a lavorare.
Se quello si poteva considerare lavoro. E sapevo di aver ragione.
Mini tavoli sparsi qua e là, decisamente a caso, ed infine una porta di legno rovinata che portava nella stanza del poker. Ma tutti noi sapevamo a che serviva veramente.
Avevo già detto che odiavo quel posto?
Non potei non essere sorpreso dalla quantità di persone che si dimenava nel locale. Ovunque; anche in posti di cui non ero a conoscenza.
Ma andiamo.
Proprio oggi? Di giovedì sera non si va da Bob. Se è per questo nemmeno gli altri giorni della settimana.
È una regola non scritta. Regola che avevo inventato in quell’istante.
Fatta eccezione per chi era venuto con l’intento di estorcere informazioni su una strana ragazza incontrata in un manicomio a qualcun’altro. Eccezione che avevo inventato in quell’istante.
Fanculo.

«Non ho intenzione di assistere ad un film porno tra cani in calore» dissi urlando in modo che mi sentissero, rivolto ad una “coppia” che si stava letteralmente mangiando.
Un minimo di pudore, insomma.
La ragazza mi sentii, e si fermò di colpo, causando lo stupore e l’irritamento di lui.
Giusto per informazione, ero irritato anch’io.
«Bella mossa Styles, si sta avvicinando» mi fece notare Niall prima di mischiarsi nella folla.
La ragazza si stava dirigendo verso di me, e feci finta di niente e lei deviò. Non ero in vena quella sera.
L’altro uscì dal locale, visibilmente incazzato.
Nemmeno un pugno?
Una pacca sulla spalla che sarebbe diventata una rissa?
Dov’erano andati a finire i giovani d’oggi? Chiedevo tanto?
Proprio oggi che ero in forma. Si prospettava una serata noiosa.
Mi avvicinai al bancone, ordinando la specialità della casa: acqua zuccherata.
No, scherzavo. Si trattava solo di un cocktail dal nome così strano ed originale il quale non riuscivo mai a ricordarmelo.
Oh, ricordo.
Si chiamava Bob’s.
«Harry Styles, ma che piacere»
Mi voltai verso la voce, chiedendomi di chi si tratti. La squadrai dall’alto al basso, soffermandomi specialmente in basso.
Niente male. Mora, alta, occhi marroni, belle gambe, faccia da vicina di casa, vestita per modo di dire.
No, mai vista.
«Ci conosciamo?» chiesi disinteressato.
«Sono io» rispose con ovvietà.
«Non è una risposta»
«Veramente non ti ricordi di me? Sei ubriaco Harry?»
«Sobrio, e non mi sto sforzando di ricordarti, perciò non ti conosco»
«Sforzati allora»
«Se mi conoscessi dovresti sapere che non mi sforzo mai per ricordarmi di qualcuno»
«Non sei cambiato di una virgola. A parte il fatto che sei diventato un gran bel pezzo di ragazzo. Dio, Styles» sorrise divertita.
«Chi sei?» dissi scandendo bene le parole. Forse era ritardata.
«Chloe, la tua ex vicina di casa»
Rimasi a pensarci seriamente.
E in quel momento ricordai.
Ricordai le mie continue lacrime isteriche a dodici anni, quando la mia migliore amica se ne era andata via da me, per vivere in California.
Mi ripromisi di non perdonarla mai.
Stronza.
«Come hai fatto a riconoscermi?»
«I ricci e quegli occhi verdi fanno saltare la tua copertura. Indimenticabili»
Rise, seguita a ruota dal sottoscritto.
«Nostalgia di New York?»
Si sedette nello sgabello di fianco al mio. Si era stancata di aspettare il mio “siediti pure”.
E anche il mio “ti offro un Cosmopolitan”. Pretendeva troppo per i miei gusti.
«Troppa. E avevo soprattutto nostalgia del mio piccolo Styles»
«Se pensi che ti perdoni, scordatelo»
«Sono passati cinque anni Harr-»
«Non una telefonata, non un messaggio, non  un’e-mail, non una lettera, non un piccione» la interruppi, duro.
«Lo so, lo so. Ma ora sono qui» fece per appoggiare una mano nella mia spalla, ma la fermai in tempo.
«Non ti perdono»
Rivolsi la mia attenzione verso il mio Bob’s cocktail, stranamente incuriosito da cosa ci fosse dentro.
Per quanto lo conoscessi, dentro potevano esserci le ceneri di sua madre. A quel pensiero allontanai bicchiere disgustato.
«Per quanto mi rivolgerai il muso ancora?» non se ne era ancora andata.
Stressante.
«Non sono un cane, mettiamo in chiaro questa cosa che non ti entra proprio in testa.
Vediamo, per quanto starai nei paraggi?»
«Penso che mi trasferirò definitivamente» disse in un sorriso.
«Io non ti conosco. Afferrato il concetto?»
«Harry, non sei divertente»
«Appunto. Io sono serio»
«Ok, ho capito» ignorai il suo tono dispiaciuto e sospirai.

«Siamo qui da solo un’ora, e ti sei fatto fuori venticinque drink. Complimenti Horan»
«Ero in astinenza da troppo tempo, non puoi capire»
«Non prendermi in giro»
«Ivy odia l’alcool»
«Ma che…» sgranai gli occhi, più che stupito, non riuscendo a terminare la frase.
Conoscevo Niall da troppo tempo. Una delle teste di cazzo più grandi che abbia mai avuto l’onore d’incontrare.
Ma non era questo il punto. Per farla breve, in ogni locale in cui entrava, a fine serata il proprietario se ne usciva miliardario.
Lo vidi ordinare altri due bicchieri di Brandy con troppa enfasi.
Non mi sorprenderei se fosse già ubriacato, anche se lo reggeva in modo esorbitante.
«Da quanto?» chiesi curioso.
«L’ho abbordata in un locale. Avevo bevuta una ventina di long drink, credo, ma ero ancora lucido. Abbiamo cominciato a parlare, ed è finita con un’enorme discuss-»
«Ti ho solo chiesto da quanto sei in astinenza» lo interruppi scocciato.
«Diciamo che da due settimane cerco di ubriacarmi con la Coca Cola» disse in tono triste.
Scoppiai in una fragorosa risata, rischiando di cadere dallo sgabello. Un’occhiataccia si fece spazio nel suo volto.
Era rivolta a me? Mi fermai di colpo, tossendo tra le risate.
Lo ignorai, vedendo la figura di Nathaniel entrare. Mi vide.
«Niall, la vedi quella là?» puntai il dito verso una persona a caso con il viso rivolto verso la nostra direzione.
«Chi? La nonna?» disse rivolgendomi una seconda occhiataccia. La voleva finire?
«Non fare così. Avrà al massimo una quarantina d’anni»
«Un fiore, insomma» replicò sarcastico.
«Esattamente»
«Vecchia»
Decisi di passare al piano B. Avevo un piano B?
«Se flirti con lei fino ad avere il suo numero ti offro un Bob’s» improvvisai.
«Sicuramente non avrà il cellulare»
«E quello che in tasca cos’è?»
«Ossa d’uomo. Fa parte di una setta»
«Te ne offro due»
«E se è un uomo?» alzai gli occhi al cielo, esasperato.
«Tre. Ultima offerta»
«Ci sto» e se ne andò trionfante, sistemandosi i capelli.
Finalmente.
«Harry»
«Nate, puntuale»lo salutai sarcastico.
«Perdonami, ma Sarah non la voleva finire di sottopormi ad un terzo grado»
«Non esci spesso» mormorai.
«No, anzi. È solo che di solito la porto con me.
Ma stasera, intuendo il motivo per cui mi hai invitato in questo -si guardò intorno, cercando di trovare l’aggettivo qualificato per descrivere il posto- locale, è rimasta a casa»
Intuendo cosa?
Mi aveva scoperto?
Come aveva fatto?
Leggeva nel pensiero, era l’unica scusante.
«Ehm, insomma, cioè…» farfugliai imbarazzato.
«Ne parliamo fuori, ok? Ti darò tutte le informazioni che vuoi. Solo perché mi stai simpatico»

«Dall’età di cinque anni vive in quel postaccio, che a forza di abitudine considera ormai come una casa. Sa più di chiunque altro cosa vuol dire veramente vivere lì. Ha imparato a leggere e a scrivere da autodidatta. Mente brillante, che fa gola a tutti. Ma nonostante questo non potrebbe mai allontanarsi da lì, perché non saprebbe dove andare. E non riuscirebbe ad allontanarsi da me. Lo dice spesso, ma non le credo. Secondo me c'è un altro motivo che non mi vuole dire.  Non che non mi fidi, anzi. Il mio mondo gira solo ed esclusivamente attorno a lei. Mi ha raccolto e salvato. So di essere stato l’unico, e per questo le sono grato. Nessuno la desidera quanto me, ne sono certo. Spesso litighiamo, ma finisce sempre con una risata. Io le faccio compagnia sostenendola in qualsiasi cosa, e viceversa. Mi ha cambiato, rendendomi una persona migliore. E quando la vedo triste, il suo sguardo afflitto mi uccide. Vorrei darle una vita migliore, quella che si merita realmente, e sarei disposto a mettere a rischio la mia. Per non parlare della sua bellezza maniacale. Folgorato. È un angelo.
Quando la conosci, lei diventa un’ossessione. Ti sto avvertendo Harry.
Cominci a sognarla, a vederla vagare per la tua casa, per strada, ovunque, chiamando il tuo nome in tono disperato. Costringi i tuoi familiari e tutti quelli che conosci a stringerti come solo lei sa fare. Per fino agli stranieri. E quando ti accorgi che non è lo stesso, cadi una depressione peggiore di quella di chi è affetto di bipolarismo. Ti sentirai costretto da te stesso a venderle la tua anima. Vivi i momenti peggiori della tua vita»
Rimasi appoggiato al muro del locale, nel parcheggio, davanti alla mia macchina. Ero serio e attento, e cercavo di comprendere le parole di Nate, portandomi alla bocca la bottiglia di quello schifo di vino rosso.
Tentai di apparire il più impassibile possibile.
«Ne parli come se fossi un esperto» riuscii a dire.
«Ci ho passato anch’io, anche se per me non è stato così terribile. Sarah non mi ha permesso di raggiungere lo stato terminale, anche se avrei voluto»
«Non ti seguo»
«La situazione si aggrava in base a quanto lei ricambi. Ti farò un esempio concreto. Qualche anno fa, un ragazzo, Zayn Malik se non sbaglio, aveva sorpassato per la seconda volta quella porta blindata, ormai fottuto. Sarah aveva cominciato a provare una sorta di piacere, minore di una cotta lampo, per quel ragazzo, dopo che avevano continuato a vedersi in quel manicomio per circa due mesi, ogni giorno. Lui cominciò a presentare i sintomi da subito. In una giornata piuttosto fredda, lei esclamò di rischiare di raffreddarsi…»
Si fermò, come se indeciso se raccontarmelo o no. Io volevo sapere.
«Continua, Nate»
«Ti racconterò solo questo però» accordò.
Annuii solamente.
Sospirò.
«Ok.
Dato che non avevamo legno da ardere nel camino, si tagliò un braccio e lo fece bruciare» disse tutto d’un fiato.
Impallidii. Aveva veramente detto quello che avevo sentito? No, non era possibile.
La Sarah che ho visto oggi non l'avrebbe mai permesso.
«Credo di aver sentito male» mi vergognai della mia voce flebile e tremante.
Ero sicuro di non aver sentito bene.
«Harry, hai sentito bene»
Era una farsa. Ero sicuro che mi stesse prendendo in giro.
«Nate, smettila. Devo dire che hai veramente una fervida immaginazione. Uno scherzo convincente, ma la storia del braccio nel camino potevi risparmiartela.
A quale film ti sei ispirato?»
«Non sto scherzando» rispose senza scomporsi.
«Che fine ha fatto questo Zayn?»
«3620 Tilden Avenue. Cerimonia semplice, molto intima»
Strabuzzai gli occhi. Suicidio?
«Il cimitero di Holy Cross»
Annuì.
«Sarah non lo avrebbe permesso» dissi deciso.
Si avvicinò a me, tirando su una manica.
Il chiarore della luna mi permisero di vedere dei tagli profondi sul suo braccio.
Cicatrici su cicatrici. Tagli superficiali, e ferite ancora sanguinanti. Ne era pieno.
«Opera sua. Ora mi credi?»
'Scappa finché sei in tempo'
Non ero in grado di proferire parola. Deglutii a vuoto.
«La sadica perfetta» disse.
   
 
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