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Autore: Bubala_    28/06/2013    1 recensioni
"Puoi iniziare quando vuoi" concluse sorridendo per poi mettersi comodo sulla sedia girevole.
Il mio battito cardiaco, posso giurarlo, non era mai stato così accelerato, ma quando partì la base sfoderai tutta l'energia che avevo in corpo. Feci finta di essere nel garage di Harry a provare come facevamo tutti i giorni da quando avevamo 13 anni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Pronta?' mi chiese il riccio.
'Dimmi che andrà tutto bene' lo implorai chiudendo gli occhi.
'Andrà tutto bene, ne sono certo' mi rassicurò lui. In quei secondi in cui l'ansia e il panico scorrevano nelle mie vene come una dose di droga appena iniettata ad una festa di metà estate, tutti i momenti che avevo vissuto per arrivare lì, dove mi trovavo, iniziarono a riempire la mia mente.


"Tieni Ashley, questo è il tuo regalo" disse mia mamma ponendomi un pacchetto incartato con cura con della carta rossa che aveva estratto dalla base dell'abete natalizio posizionato nel salotto. Ricordo ancora come mi ero divertita ad andare a sceglierlo nella serra con papà qualche settimana prima. Con forza scartai il regalo e senza troppa cura gettai la carta concentrandomi sulla scatola che tenevo tra le mani.
"E' bellissimo" avevo urlato di gioia non appena estrassi il karaoke dal cartone.
"Almeno potrò esercitarmi cantando giorno e notte" esclamai ancora con tutta felicità che un esile corpo di soli nove anni potesse contenere.
"Facciamo solo giorno, la notte preferirei dormire" esordì mio fratello alle prese col suo nuovo pallone da calcio.
Tutti scoppiammo in una fragorosa risata.

Il filmino del Natale del 2004 era decisamente il mio preferito, tanto che i miei genitori dovettero farne una copia 'quella originale si romperà a forza di rivederla' ripeteva sempre mio padre. Adoravo guardarlo non solo perchè avevo ricevuto il mio primo karaoke, ma anche perchè quello fu l'ultimo Natale che passai con mio padre, prima che si trasferisse a Los Angeles per lavoro. O almeno questo era quello che mia madre disse a me e a mio fratello mentre stava palesemente cercando di trattenere le lacrime. In realtá venimmo a scoprire qualche anno dopo che papà si era risposato e si era fatto una nuova famiglia. Quel giorno il mondo mi crollò addosso: mio padre, l'uomo che amavo piú al mondo, ci aveva abbandonati per un'altra famiglia, era come se avesse lasciato il suo vecchio paio di scarpe per passare ad uno nuovo e migliore. La cosa peggiore era che lui non mi aveva aveva detto nulla, avevo solo dieci anni e non l'avrei accettato comunque, ma almeno avrei saputo la verità, che anche se puó fare male, é meglio di una crudele bugia. L'unica cosa che poteva aiutarmi a stare meglio era il canto. Cantare era d sempre la mia via di fuga dalla realtá, era come quando un ragazzo dopo una settimana di punizione torna ad uscire con gli amici il sabato pomeriggio.


 

"Dai riproviamo" disse il riccio prima di far ripartire la base.
"No Harry, non ce la faccio piú" protestai prima che potesse premere il tasto 'play' sullo stereo.
A quelle parole il ragazzo sorrise leggermente per poi farsi serio.
"Tu non puoi mollare adesso, non dopo quello che hai passato. Sei stata anni a studiare canto, a prendere lezioni private risparmiando i soldi ed evitando di uscire con le amiche solo per il canto. Adesso devi impegnarti piú che mai." ribatté lui.
"Ma diamine Harry é solo una gara del paese, non X Factor" risposi sbuffando.
"Un passo alla volta piccola, questa puó essere un opportunità per mostrare a tutti che sai cantare, che non hai sprecato il tuo tempo per niente. Credi davvero di arrivare ad X Factor semplicemente schioccando le dita?" chiese retorico.
"Non lo penso, infatti mi sto facendo il culo per poter diventare qualcuno, per poter far vedere agli altri quello per cui vivo, di far capire agli altri che so cantare."
Harry mi guardó soddisfatto per qualche secondo, e non appena feci un cenno col capo nella sua direzione fece partire la base.


 

"Devo venire per forza?" protestai.
"Direi di si, mi hai chiesto tu di portarti" controbatté Harry.
"Si, ma speravo rifiutassi"
"Che razza di migliore amico sarei se non ti dessi l'opportunità di fare ció che ti piace?"
"Si ma capiscimi, cantare ad un matrimonio potrebbe essere rischioso". Il riccio mi rivolse uno sguardo confuso.
"Cioé e se poi agli invitatati e agli sposi non piaccio? la musica é una cosa fondamentale nelle festività e se non piacesse la mia voce il matrimonio si rovinerebbe" continuai.

Oh andiamo, hai una voce magnifica lo sai, eppoi in veste di menager ti obbligo di cantare a quel matrimonio"
"Manager? andiamo styles, mi procuri qualche base e mi informi sulle gare di canto, come puoi definirti un manager? è un offesa verso le persone che praticano questa professione" scherzai.
"Sei fortunata che ho solo 16 anni e non voglio andare in carcere per omicidio Lesley, altrimenti ti avrei già fatta fuori" ringhió di risposta Harry.

"Per me é no, mi spiace" disse una voce amplificata dal microfono interrompendo i miei pensieri.
"Il tuo sembrava un lamento, non un canto" continuó un'altra.
"Hai appena rovinato una canzone del grandissimo Elvis Presley" si aggiunse un'altra, ma questa volta, al contrario delle prime due, la voce era femminile.
Se qualche attimo prima ero spaventata, adesso ero decisamente terrorizzata. Il corpo inizió a tremare, ma per fortuna le mani di Harry sulle spalle riuscirono ad infondermi un briciolo di sicurezza, anche se non poteva certo vincere contro il mare, anzi l'oceano di paura che bagnava il mio corpo.
Non so nemmeno con quale coraggio sono venuta qui, a Londra, per partecipare ad X Factor.


 

"Ehi ehi ehi" disse Harry entrando nella mia camera da letto attraverso la finestra. Non capivo perchè continuasse a passare di lí, voglio dire mia madre gli avrebbe aperto con piacere la porta e gli avrebbe anche offerto uno di quei biscotti che gli piacciono tanto con cioccolato e mandorle, ma lui si ostinava a salire le scale anti-incendio per poi intrufolarsi dalla finestra. Molte volte mi aveva spaventata, ed una volta mi aveva pure sorpreso in reggiseno. Da quel giorno iniziai a vestirmi in bagno, per evitare scomodi spettacoli ad Harry, che poi sarebbero stati scomodi solo per me, lui li avrebbe trovati piacevoli, anche perché non faceva altro che ripetermi quanto fosse bello il mio corpo. In effetti avevo un bel fisico, nonostante non praticassi sport. Avevo decisamente preso da mia madre, pure lei come me aveva gambe lunghe e magre e pancia piatta. Per quanto riguarda le tette avevo una seconda abbondante, diciamo che non erano enormi ma mi piacevano comunque ed erano in proporzione col resto del corpo. Mi ci volle poco per capire che quella mattina era piú euforico del solito. Normalmente erano due le cose per cui era felice: sesso o videogame. Considerando che non si sentiva con una ragazza da piú di due settimane e che si era comprato un videogame pochi giorni prima finendo i suoi risparmi, dedussi che era qualcosa di diverso.
"Cosa é successo di tanto eclatante stamani? Il gatto ha finalmente imparato a fare i suoi bisogni nel cesso?" chiesi ironicamente.
"No, non ancora almeno" rispose alzando gli occhi al cielo.
"Peccato, perchè sarebbe stato figo, e poi almeno la smetterebbe di pisciare sul tappeto del salotto, sai non ha un buon odore quel tappeto." commentai stendendomi sul letto ricoperto dal piumone rosa con un motivo azzurro a scacchiera.
"Riferiró a mia mamma. Ma non sono venuto qui per parlare di cosa esce dal sedere del mio gatto, bensí per portarti una cosa". Dire che il suo sorriso andava da un orecchio all'altro era riduttivo. Frugó nella sua tracolla nera per qualche secondo, dopodiche mi consegnó dei fogli.
"Cosa sono?" chiesi confusa.
"Leggi"
Iniziai a scrutare quei pezzi di carta nella mie mani. Sul primo fronteggiava in neretto la scritta 'iscrizione provini X Factor'. Il mio cervello ci mise qualche istante per inalare completamente le parole scritte in lettere leggermente piú grandi rispetto alle altre.
"Oh no no no" dissi guardando Harry quasi impaurita.
"Oh si invece. Mia cara Ashley Lesley tu farai quell'audizione." annunció a mò di affermazione, una di quelle che difficilmente avresti potuto cambiare. Infatti non vi riuscii nonostante le mille suppliche, ma arrivammo ad un compromesso: se avessi partecipato, Harry mi avrebbe portato nella città dei miei sogni, New York. Cosa avevo da perdere? assolutamente niente, qualunque fosse stato il responso dei provini io sarei andata nella cittá che non riposa mai, quindi tanto vale farlo.


 

I giorni prima dell'audizione furono devastanti. Avevo provato con Harry giorno e notte un paio di canzoni che avrei cantato, cercando, attraverso i suoi consigli, di migliorarmi sia dal punto di vista vocale, sia da quello tecnico. Lo costrinsi ad accompagnarmi alla ricerca di un completo carino da indossare in fatidico giorno e dopo varie ricerche lo trovammo nel negozio in centro, quello accanto al giornalaio in cui da poccola comprai con mio padre il cappotto che mi piaceva tanto. Era una gonna nera a vita alta morbida sulle cosce e sui fianchi e sopra di essa avevamo abbinato una maglia bianca con una sctitta nera che citava la frase di una canzone che amavo 'let's waste time chasing cars around our heart'. Avevo una specie di fissazione per quella canzone che si chiamava 'chasing cars', e io sono quel tipo di persona che se si fissa con una canzone l'ascolta fino alla morte, per questo Harry da piccolo mi aveva soprannominata 'replay' perchè non facevo altro che riascoltare la stessa canzone per intere giornate.

La mattina del 19 giugno arrivammo a Londra accompagnati da mia mamma, mio fratello e Anne, la madre di Harry. Ormai ero talmente affezionata a lei da chiamarla zia, d'altronde lei e mia madre si conoscevano da ancor prima che io e Harry nascessimo. Il riccio era molto agitato, quasi piú di me, ma cercó di mostrarsi calmo ai miei occhi, per non mettermi più ansia di quella che avevo. Dopo ore di coda eravamo riusciti a fare l'iscrizione e la donna al di lá del bancone, una donna di mezza età molto cordiale, mi aveva consegnato un numero che avrei dovuto attaccare addosso. Non facevo altro che guardarmi intorno per constatare il livello di bravura dei miei rivali. Escludendo due ragazze e un signore sulla quarantina che erano veramente talentuosi, si poteva dire che avrei potuto battere gli altri ad occhi chiusi. Questo mi tranquillizzó per qualche minuto, ma il cuore iniziò ad accelerare come non mai quando una anziana signora mi disse che era giunto il mio momento. Harry mi accompagnò dietro le quinte per darmi sostegno, come faceva sempre. Lo faceva prima di un'interrogazione, prima di un appuntamento e lo aveva fatto pure quando mi operarono di appendicite, ma adesso, adesso era diverso. Quell'audizione avrebbe cambiato la mia vita, mi avrebbe fatto diventare ció che fin da piccola sognavo, mi avrebbe dato la possibilità di fare ció che amo.


 

"Vai, sta a te" mi sussurrò un tecnico che mi si era affiancato.
Prima di salire sul palco lanciai uno sguardo ad Harry che mimó un 'buona fortuna' con le labbra. Puó sembrare strano ma quelle parole e la consapevolezza che lui era lí per sostenermi, mi diede sicurezza.
Non appena mi posizionai difronte ai giudici il pubblico inizió ad applaudire e poi uno di loro parló.
"Ciao, come ti chiami?" mi chiese.
"ciao a tutti, sono Ashley Lesley, vengo da Holmes Chapel e ho 17 anni" dissi tutto d'un fiato.
"Oh cosa ci canti Ashley?" domandó gesticolando con la penna.
"Wonderwall degli Oasis"
"Puoi iniziare quando vuoi" concluse sorridendo per poi mettersi comodo sulla sedia girevole.
Il mio battito cardiaco, posso giurarlo, non era mai stato così accelerato, ma quando partì la base sfoderai tutta l'energia che avevo in corpo. Feci finta di essere nel garage di Harry a provare come facevamo tutti i giorni da quando avevamo 13 anni.

I said maybe
You're gonna be the one who saves me ?
And after all
You're my wonderwall

 

Quando la musica finì una serie di applausi provenivano da tutte le gradinate del pubblico e giudici avevano un sorriso stampato in faccia.
Dalla mia sinistra sentivo arrivare dei fischi, mi voltai e vidi Harry dietro le quinte che esultava come non mai saltando ed applaudendo come un pazzo.

"Wow dei stata grandiosa" inizió uno dei giudici.
"Concordo" aggiunse un'altro.
"Complimenti hai una voce grandiosa" concluse la donna.
"Grazie infinite" dissi cercando di trattenere un paio di lacrime che minacciavano di uscire.
"Per me è si"
"Io dico si"
"Assolutamente si"
"Grazie mille davvero" mugolai prima di uscire dal palco.
Non ci potevo credere: avrei partecipato ad X Factor, il programma che avevo sempre visto dallo schermo della tv da 24 pollici in salotto. Ero piú felice di un bimbo a cui regalano il suo lecca-lecca preferito.
Non appena arrivai dietro le quinte saltai in braccio ad Harry buttandogli le braccia al collo.
"sei stata stupenda" urló.
Lo guardai per qualche istante nelle sue iridi verdi, dopodiché lo baciai. Non so perchè lo feci, forse per l'entusiasmo, forse perchè volevo farlo da sempre. In quel momento non pensai a niente e mi concentrai su quel bacio che il riccio stava ricambiando con piacere. Alla fine di quel magnifico momento ci guardammo negli occhi poi ci abracciammo senza dire nulla, avremmo avuto un intera settimana a New York per chiarire.



Spazio autrice


Ciao a tutti/i bellezze! Questa è la mia prima OS. Beh spero vi sia piaciuta, recensite se volete, mi farebbe moltissimo piacere. Se volete cercarmi su twitter questo è il mio account https://twitter.com/xinhoransarms non abbiate paura di scrivermi per fare amicizia, chiedere qualche consiglio o semplicemente per parlare un po'. GRAZIE MILLE a tutti/e coloro che la leggeranno, grazie infinite. Spero di tornare presto con una nuova OS o FF.

I love youu

Alessia

  
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