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Autore: Rosmary    28/06/2013    2 recensioni
Dopoguerra: ogni cosa tenta di tornare alla normalità. La spensieratezza s'insinua nelle vite dei vittoriosi sopravvissuti.
Tutto procede nel migliore dei modi e poi, d'improvviso, un buffo esperimento dei gemelli più scapestrati di Londra scaraventa sette maghi in mondi paralleli. Quello che si prospetta essere un viaggio nei meandri della fantasia, a causa di assurdi effetti collaterali, si rivela essere un gioco che rimescola tutte le carte già estratte dal mazzo, costringendo Hermione a interrogare ancora una volta il proprio cuore. Ed è così che, tra antichi dissapori, ritrovata routine, insospettabili attrazioni e un improbabile scambio di corpi, tutto ciò che è stato narrato potrebbe essere riscritto.
«Ti piace la mia ragazza?»
«No! No! Non gli piaccio! Sarà qualche magia venuta male… oh, Ron, calmati!»
«No che non mi calmo. Io gli spacco la faccia»
«Spaccamela pure, tanto non cambia niente»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo XIII



Accade spesso che la Vita imponga i propri ritmi.
Che metta a nudo i protagonisti dell'intreccio.
C'è chi si ostina a fuggire e chi, coraggioso, cede alle lusinge del destino.


 

 

La sera precedente, con il congedo dei gemelli, Hermione e Ron hanno potuto parlare ai signori Weasley, rivelando la fine della storia. Sia Molly che Arthur sono apparsi alquanto scioccati e, nonostante tutto, hanno prediletto la discrezione, evitando di porre domande imbarazzanti.
Tornata a casa, la ragazza non ha fatto altro che accantonare Ron e concentrarsi sulle parole di George: appartamento, domani, Rita. Ecco, l’ultimo dettaglio ha prodotto un moto di gelosia in lei, che è stato in grado di non farle chiudere occhio, costringendola a trascorrere l’intera giornata successiva in trance, in attesa della sera. E ora, che è finalmente sera, non saprebbe dire da quanto tempo sia immobile ad osservare la scalinata sul retro dei Tiri Vispi, che porta direttamente all’appartamento di Fred e George. Deglutendo, convince se stessa che salire quelle scale sia la scelta migliore, così percorre i gradini con crescente ansia, consapevole di non aver ancora trovato le parole adatte per spiegare a Fred la situazione.
 
«Ti sei decisa» Afferma una voce, che interrompe tutti i pensieri della ragazza, la quale si ritrova con occhi sbarrati e gote arrossate, perché la voce appartiene a Fred, rilassato contro l’uscio del proprio appartamento «Non guardarmi così. Io e George abbiamo dei sistemi per controllare chi bazzica intorno al negozio»
 
«Mi hai spiata per tutto questo tempo?»
 
Abbozza un sorriso lui, invitandola ad entrare «No, direi che ho aspettato educatamente che salissi. Suona meglio, non trovi?!»
 
«Ah, lascia stare» Sbotta lei, portando gli occhi al cielo ed entrando nell’appartamento.
 
«Allora, cognata, cosa ti porta qui?» È sarcasmo piuttosto astioso quello di Fred, è evidente.
 
«Non sono tua cognata, iniziamo con questo»
 
«Sicura? Eppure ieri ti ho vista ad una deliziosa cena di famiglia»
 
«D’accordo, lasciamo perdere»
 
Non è nella natura di Hermione rinunciare, ma la situazione è sin troppo imbarazzante e difficile. È giunta all’appartamento di Fred, nell’orario indicatole da George tra le righe, colma di dubbi e indugi ed ora che è davanti a lui non ha la più pallida idea di cosa dirgli e cosa fare. Ecco perché, con tono arrendevole, si congeda, dando le spalle al ragazzo e guardando la porta, ripetendosi d’essere stata una sciocca a seguire l’istinto e non il raziocinio. Peccato che, al primo passo verso l’uscita, la mano di Fred le afferri prepotente il polso, bloccando la fuga.
 
«Dove credi di andare?»
 
«Lasciami. Sono stata una stupida a venire»
 
«Oh, no, Granger. Venire qui è stata la prima cosa intelligente che tu abbia fatto» Afferma con un tono che, strano ma vero, rasenta la serietà. Uno strattone e l’avvicina a sé, possessivo «Perché sei venuta?»
 
In evidente difficoltà, perché questo non l’ha previsto, la ragazza agisce d’impulso e attacca «Chi è Rita?»
 
A Fred sfugge una risata divertita «Rita? Non saprei, è un’amica di Ginny?!»
 
«Smettila»
 
«Sei gelosa?»
 
«No»
 
«D’accordo. Allora è la mia ragazza» Afferma col solo intento di provocarla.
 
Le gote di Hermione si imporporano, ma di rabbia e delusione, segno che le intenzioni di Fred abbiano sortito l’effetto sperato «Lasciami. Voglio andarmene» Biascica nervosa, tentando invano di divincolarsi dalla stretta.
 
«No»
 
«Invece sì. Lasciami»
 
«Non questa volta» Un dire che dipinge la perplessità sul volto di Hermione e la determinazione su quello di Fred.
 
Come spesso accade in circostanze simili, basta un nulla, un secondo rubato, una piccola distrazione e delle labbra riescono a impossessarsi di altre. Hermione, questa volta, sembra voler respingere il bacio del ragazzo, al punto da serrare le proprie, di labbra e da poggiare i palmi sul petto di lui, tentando di allontanarlo. Ma è tutto inutile. Dal primo istante che hanno coesistito in quel piccolo ambiente, l’aria è sembrata pulsare di adrenalina, alchimia e irrisolta attrazione. Ogni parola ha alimentato la tensione e la voglia di viversi, fungendo da magnete.
Non è pensabile che la giovane riesca ancora ad opporsi, è così che l’insistenza di Fred ottiene l’assenso. Le mani di lei smettono di respingere e s’aggrappano alla stoffa della camicia altrui, mentre lui avvicina sempre più il corpo della ragazza al proprio.
 
«Non volevi andare via?!» Sibila Fred con malizia.
 
«Scherzavo, Weasley. Vedo che ci sei cascato» Tenta il sarcasmo lei, camuffando l’insieme di sensazioni che l’inebetisce.
 
«Con Ron è finita?»
 
«Sì»
 
«Rita non è la mia ragazza»
 
«Buon per lei»
 
Ghigna lui, cogliendo la sfumatura minacciosa di quelle parole «Non ti facevo tanto gelosa»
 
Lei si lascia sfuggire uno sbuffo stizzito, tacendo per qualche istante. Lo guarda, semplicemente, e lui fa altrettanto, mostrando d’aver intuito il bisogno di lei di parlargli. Ma Hermione sembra non aver raccattato abbastanza coraggio, è dopo una manciata di minuti, infatti, che finalmente riprende parola. Niente sarcasmo questa volta, solo tanta incertezza «C’è una cosa che devo dirti. O lo dico ora o non lo dico più» Lui, cogliendo la difficoltà, non le risponde, invogliandola tacitamente a proseguire. Lei, rossa in viso, imbarazzata, ma determinata, s’impone di non calare lo sguardo «Io… sono innamorata… di te» E un peso scivola via da Hermione, raggiungendo Fred.
 
La morsa in cui lui la stringe sembra indebolirsi all’istante e un’aria persa e spaventata si disegna sul volto di Fred, tanto da spingere Hermione a chinarlo ora, il viso, allontanandosi, convinta d’aver commesso un grosso sbaglio. È quando giunge nuovamente alla porta, che Fred sembra scuotersi. Rapido, serra l’uscita con la magia, intrappolando la strega. Lei è allibita ed immobile, mentre lui sosta alle sue spalle, carezzandole incerto i capelli.
 
«Resta»
 
«Dammi un motivo»
 
«Anch’io» Riesce a sussurrare con voce quasi strozzata.
 
Non è nella sua indole sbandierare sentimenti ed emozioni, tanto da non riuscire a dirle di più. In realtà, non si sarebbe mai aspettato tanto da lei, non in quel frangente, non con ancora il ricordo di Ron a incastrarsi tra loro. L’ha stupito e, in tal modo, sembra averlo conquistato del tutto. E a Hermione quella sintetica espressione sembra bastare. Un sorriso radioso le si increspa sulle labbra e un formicolio le attanaglia lo stomaco. Quando si volta verso Fred, lo trova imbarazzato e incerto ed è lei, per una volta, a pretendere un contatto. Lo sanno entrambi, cosa sta per accadere, al punto da spingere lui a chiederle conferma, timoroso di un passo falso.
 
«Voglio che sia tu» Lei, convinta.
 
«Non c’è fretta» Lui, per la prima volta titubante.
 
«Lo so»
 
«Tra cinque secondi non sarò più padrone di me stesso, te lo chiedo un’ultima vol…»
 
«Fred, sono sicura»
 
«Andrà tutto bene»
 
«Mi fido di te»
 
Parole che mettono fine agli indugi, che lasciano i due scivolare nel silenzio spezzato solo dai loro respiri. Dolcezza e passione sembrano fondersi, spazzando via ogni dubbio e ogni ripensamento, così da dare il benvenuto alla voglia di viversi.
 

****

 
«Ron, muoviti o facciamo tardi» Sbraita nervoso Harry, incapace di stare fermo.
 
«Eccomi, andiamo»
 
Una manciata di Metropolvere e i due giovani, puntuali come un orologio svizzero, si ritrovano alle nove di mattina nei corridoi del Ministero. Identificandosi, salgono rapidamente al piano del Dipartimento degli Auror, imboccando il corridoio che conduce all’ufficio del Comandante.
 
«Non posso crederci. I colloqui ufficiali! Harry, forse da domani siamo cadetti!»
 
Il sorriso ebete sul volto di Harry dà l’idea di quale sia lo stato d’animo del giovane. Ron, al suo pari, esibisce un’aria felice ed emozionata. La prospettiva di divenire un Auror è, al momento, l’unica nota positiva nel quotidiano del piccolo Weasley, il cui cuore non ha ancora smesso di battere per Hermione. Harry, conscio di questo, si è ripromesso di non accennare alla ragazza in presenza dell’amico.
 
«Però, quanta gente» Afferma Potter, alla vista di una quindicina di ragazzi, più o meno della sua età, in fila per il colloquio.
 
«Buongiorno, ragazzi» Aria professionale, occhialini rettangolari, capelli neri raccolti in uno chignon e schiena dritta «Sono Audrey Burke1, segretaria del Comandante Gamp. Tra dieci minuti iniziamo i colloqui. Vi chiedo di attendere in silenzio il vostro turno e rispondere all’appello che sto per fare. Attenzione, giovani cadetti: mezzo passo falso e siete fuori»
 
«Ora capisco perché Percy non fa che parlare di lei» Sussurra Ron a Harry, facendo ridacchiare il Prescelto.
 
«Problemi?» Chiede Audrey ai due, i quali, imbarazzati, scuotono il capo «Molto bene. Iniziamo: Bones Susan»
 
«Presente»
 
E lo sguardo di Harry e Ron si indirizza immediatamente sulla giovane ex Tassorosso. Poco dopo, l’appello rivela anche la presenza di Michael Corner, Alicia Spinnet, Dean Thomas e Padma Patil.
 
«Vedo che ci siete tutti! Il Comandante ne sarà entusiasta» Parole con cui la professionale segretaria si congeda.
 
«Sapevo di trovarvi qui!» Commenta Dean all’indirizzo di Harry e Ron.
 
«Già, speriamo bene» Farnetica distrattamente Ron, allontanandosi dal gruppetto per avvicinarsi a Susan, rimasta in disparte «Perché te ne stai tutta sola qui?» La franchezza è, sicuramente, tra i pregi del Weasley.
 
Susan, scossa dall’intrusione, volge il proprio sguardo al ragazzo «La compagnia non mi piace»
 
«Ma sei Susan o sei la sua gemella cattiva?!» L’assoluta mancanza di tatto è, invece, tra i difetti del giovane.
 
«E tu sei fastidioso davvero o stai fingendo?»
 
«Ron» L’appella Dean, tirandoselo in disparte «Lasciala stare, ho saputo da Ernie che sta passando un momentaccio»
 
«Cosa le è successo?»
 
«I Mangiamorte le hanno sterminato tutta la famiglia e poi… ricordi Justin?»
 
«Sì, so che sta al San Mungo»
 
«Non ce l’ha fatta» Ammette piatto il ragazzo «Lui e Susan… beh… loro stavano insieme, sai…»
 
Destabilizzato dalle notizie, Ron volge lo sguardo alla silenziosa ragazza proprio nel momento in cui Audrey l’invita a recarsi da Gamp.
 

****

 
«Perché non resti?»
 
«Devo preparare le valige, la settimana prossima torno a scuola»
 
Fred porta gli occhi al cielo, stringendo Hermione a sé, manifestando la voglia di tenerla ancora lì, in quel letto che li ha visti insieme per la prima volta. L’atmosfera nella piccola stanza è quasi surreale. Il mondo, infatti, sembra essere completamente svanito, dando modo a due giovani, che mai s’erano immaginati insieme, di scoprirsi innamorati e incapaci di sottrarsi al volere del fato. Dopotutto, persino Hermione ha dovuto arrendersi ad una dura legge della vita: non tutto segue regole precise, non tutto può essere programmato.
 
«Sei la regina delle secchione, Granger»
 
Lei ride, rabbrividendo quando, per l’ennesima volta, le dita del ragazzo le solleticano la spalla «Dobbiamo dirlo a Ron»
 
«Dobbiamo dirlo a tutti»
 
«Tutti non è la priorità»
 
«Sbagliato, ragazzina. Mentre tu sarai a Hogwarts e io qui, tutti devono starti alla larga»
 
«Non ti facevo tanto geloso» Lo canzona lei «Non apri il negozio?»
 
«Tra poco scendo anch’io, c’è già George»
 
«Ma… ma George… cioè… non ci avrà visti?»
 
«No, no. Già sapeva che saresti stata qui!» E mentre lui ride dell’imbarazzato dubbio di Hermione, lei s’appunta, non senza stranirsi, di essere in debito con il gemello del… proprio fidanzato sembra essere la giusta definizione.
 

****

 
«Complimenti!» Gioisce Ginny, quando Harry e Ron, tornati dal colloquio, annunciano d’essere ufficialmente cadetti del Dipartimento «Sapevo che sareste stati presi! Ho preparato un dolce, guardate!»
 
Allegra, mostra ai due il proprio operato, mentre Harry riesce solo a notare quanto Grimmauld Place sia resa vivibile dalla sola presenza di quel tornado dai capelli rossi. Un flash appanna la vista del Prescelto: Ginny ai fornelli, lui di ritorno dal lavoro e cinque o sei bambini per casa.
 
«Dopo Hogwarts sarà il mio turno! Penso che farò i provini per giocare da professionista!»
 
Ecco come poche parole possono infrangere i sogni di gloria di un qualsiasi ragazzo, costretto a tornare con i piedi per terra.
 
«Siamo solo noi?» Chiede imbarazzato Ron, il quale non ha nessuna voglia di essere il terzo incomodo.
 
«No, no. Ho invitato anche gli altri, così festeggiamo tutti insieme! Dopotutto, Hogwarts è finalmente pronta per riaprire, voi siete stati presi, ci sono tanti motivi per festeggiare!»
 
«Hermione mi ha lasciato» Aggiunge tetro Ron, spezzando l’allegria della sorella.
 
«Un motivo in più per distrarti» Interviene Harry.
 
«Sì, come no. Scommetto che hai invitato anche lei, vero, Ginny?»
 
Un’aria colpevole si dipinge sul volto della ragazza, che annuisce «Non voleva venire, ma ho insistito. È forse l’ultima occasione che abbiamo per stare tutti insieme e festeggiare la fine della guerra. Per favore, Ron…»
 
«D’accordo, non farò stupidaggini»
 
Ma Harry appare titubante, soprattutto perché, se ha ben capito chi sia l’altro, c’è solo da sperare che Hermione non sia già corsa da lui o viceversa. Ginny, d’altro canto, convinta che le situazioni vadano affrontate, spera vivamente che si faccia finalmente chiarezza, ponendo fine all’intricato insieme di sottintesi e malintesi.
Le risposte a tutti i dilemmi giungono qualche ora dopo, quando l’antica dimora Black è popolata da vari ragazzi, tra cui i componenti del C.R.E.D.O, che sembrano intenzionati a risollevare il morale di Ron.
 
«Hermione, sei venuta!»
 
«Ci siamo anche noi, ma tu ignoraci pure!» Scherza George all’indirizzo di Ginny, entrando assieme al gemello e Angelina.
 
«Sei venuta con Fred» Nota la piccola Weasley e Hermione non può evitare d’arrossire.
 
«L’ho convinto a non dire niente, per ora»
 
Ginny le sorride incoraggiante, invitandola ad entrare. È indubbio che all’ingresso in sala di Hermione un certo brusio si diffonda, poiché tutti sono a conoscenza della fine del rapporto tra i due membri del trio e, allo stesso tempo, quasi tutti sanno dell’esistenza di un altro.
 
«Ciao, Ron»
 
«Come mai sola? Pensavo di conoscere il tuo nuovo ragazzo»
 
Harry si spiaccica una mano in pieno volto, lui l’aveva detto, l’aveva previsto, che Ron avrebbe sbottato. Non è la calma fatta persona e il Prescelto lo sa bene, lo sa da anni ormai.










1 Burke non è il reale cognome di Audrey, ma siccome non abbiamo notizie in tal senso, ho preso in prestito il cognome Burke dall'albero genealogico dei Black.

   
 
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