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Autore: Liberty89    28/06/2013    4 recensioni
Storia Incompleta.
Vexen s’inchinò e scomparve in varco oscuro per riapparire nel suo laboratorio. Si avvicinò alla scrivania e prese in mano una fiala di liquido scarlatto.
-Numero XIII… presto sarai mio…- sibilò il Freddo Accademico con un ghigno divertito.
-dal capitolo 2-
Una long-fic sull'arrivo di Roxas nell'Organizzazione e sul suo addestramento, nonché sulla pazza e misteriosa non-vita che conduce con i suoi compagni.
Par: Akuroku, Zemyx, Vekuroku, XemnasxSaix
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Organizzazione XIII
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Non-con | Contesto: KH 358/2 Days, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti! :3 Dai non ci ho messo troppo a tornare, poco più di cinque mesi, sto migliorando! ù.ù
Ciance a parte, cercherò di impegnarmi sempre di più con questa fic, visto che siamo quasi alle battute finali. Non so quanti capitoli ci vorranno ancora, ma non credo che andrò oltre il capitolo 50. Ho cambiato anche le caratteristiche della storia e forse qualcuno (?) avrà notato la voce angst, scrivendo mi sono resa conto che questa fic potrà avere un unico punto di convergenza, spero che non mi odierete per questo çAç Ora direi che ho ciarlato anche troppo, quindi buona lettura!!!



Capitolo 34: La caduta della torre

[Final Fantasy VIII - Junction]

La sala dei troni era immersa in un teso silenzio, che nemmeno il Tiratore Libero si sognava di rompere con una delle sue risate sguaiate o una battuta di pessimo gusto. Scoccata la terza ora dal ritorno dei numeri IX e VI, il Superiore alzò il viso e il suo sguardo color ambra avrebbe potuto abbattere qualsiasi muro data l’intensità che lo animava. Puntò le mani sui braccioli del proprio scranno e ne arpionò i bordi con le dita inguantate, in quel momento sicuramente sbiancate.
-Xaldin e Luxord.- chiamò, aprendo un varco oscuro al centro della stanza. -Andate in quel mondo e cercate Larxene. Trovatela.- ordinò con voce ferma, che non ammetteva alcuna replica, solo obbedienza. -Seguite ogni traccia.-
I due Senza Cuore annuirono soltanto, prima di sollevare i cappucci e svanire entrambi in una spirale di filamenti bui che li portò di fronte al passaggio. Lo attraversarono e il viscido portale si richiuse senza emettere suono o sibilo, come se avesse timore anch’esso della forza nascosta di quel leader, che quasi si accasciò sul trono, coprendosi gli occhi con una mano.
-Roxas dovrebbe rientrare tra poco, aspettiamo.- sospirò poi, ignorando lo sguardo che il numero VIII gli stava sicuramente gettando addosso.
Un’altra lenta ora trascorse nel mutismo completo, almeno per quanto riguardava lo spazio della sala. Al contrario, le menti dei sette Nessuno seduti sugli scranni macinavano pensieri e riflessioni, come un fiume che si scava la strada facendosi largo tra le rocce di una montagna. Marluxia e Xigbar erano immobili sui loro troni, il primo chiedendosi cosa fosse accaduto alla Ninfa Selvaggia, che era solita rientrare con largo anticipo dalle missioni in cui aveva avuto da lamentarsi prima di partire; il secondo scalciava mentalmente, trattenendosi dal rompere quell’atmosfera tesa e silenziosa che rischiava di farlo impazzire. Il Notturno Melodico e il Soffio di Fiamme Danzanti al suo fianco non si davano pena di nascondere i loro pensieri, manifestandoli ampiamente sui loro volti e mostrando a quella piccola assemblea quanto fossero in ansia per quella situazione. Il numero VIII in special modo, che continuava a domandarsi se fosse accaduto qualcosa alla Chiave del Destino, partita la sera stessa del numero XII.
Imperturbabile fuori e dentro, come un lago di montagna, il Burattinaio Mascherato riuscì a ponderare la peggiore delle ipotesi e per questo, lo sguardo dell’occhio celato dal lungo ciuffo di capelli era puntato con discrezione sulla figura ferma del numero IV, che a braccia conserte e palpebre serrate, attendeva con algida pazienza il ritorno dei loro compagni. Come sempre, era impossibile leggere tra le pieghe inespressive di quel viso scarno e olivastro, circondato dalle lunghe ciocche biondo cenere, tuttavia, Zexion era certo delle sue deduzioni, doveva solo attenderne la sciagurata conferma.
Trattennero tutti il respiro quando al centro della sala si aprì un sibilante varco oscuro, per poi rilassarsi quando ne uscì la minuta figura del numero XIII, che si abbassò il cappuccio e sollevò il viso verso il Superiore, mostrandone la stanchezza.
-Bentornato Roxas.- pronunciò Xemnas, dopo aver deglutito a vuoto. -Com’è andata la missione?-
-Non ho avuto problemi di alcun tipo, per lo più sono rimasto a guardare i due eserciti distruggersi a vicenda.- iniziò il biondo. -Durante le ore notturne sono comparsi dei gruppi di Shadow, così mi sono spinto negli accampamenti per eliminarli e, alla fine, ho trovato loro…- proseguì, per poi interrompersi quando dietro di lui si aprirono quattro voragini circolari e nere, come fameliche fauci di una profonda gola, da cui fuoriuscirono altrettante figure.
Il quartetto di creature dalle sembianze di guerrieri samurai fu capace di gettare un’ondata di gelo in tutta la stanza. Grigi e pallidi, essi parevano dei fantasmi fatti di fumo, poiché in corrispondenza dei bordi degli abiti, della punta dei capelli neri raccolti in una lunga coda, e su quella che fino a poche ore prima doveva essere stata una pelle rosea, sembravano non avere consistenza e apparivano sfilacciati e trasparenti come una nube che andava sbiadendosi. Solo la katana che impugnavano nella mano destra sembrava tangibile e reale, come le gocce di sangue cremisi che ne imbrattavano la lama, lucida come uno specchio. Invece, la wakizashi che portavano davanti al ventre, infilata nella cintura, sembrava sul punto di svanire. I loro volti, sbarbati e giovani, erano celati dal naso in su da inespressive maschere rosse, prive dei fori per gli occhi, mentre i loro corpi, ancora forti e pronti a combattere, erano avvolti in ampi kimono dalla tinta plumbea, che lasciavano scoperte le mani, il collo e parte del petto, ora immobile, come quello dei cadaveri.
-Chi sono questi guerrieri, Roxas?- domandò il numero I, colpito, mentre assottigliava lo sguardo ambrato per scrutare nel profondo di quei gusci ormai privi del cuore ma ancora pieni di un qualcosa di veramente prezioso e insostituibile.
-Erano dei generali di basso livello che appartenevano ai due schieramenti che si sono affrontati ieri.- spiegò la Chiave del Destino, posando lo sguardo celeste sui quattro, che s’inchinarono in segno di rispetto. -Quando gli Heartless hanno attaccato, si sono precipitati dai loro padroni per difenderli e hanno perso il cuore. Si sono presentati da me quando ormai me ne stavo andando dal secondo accampamento e si sono inginocchiati… non so perché abbiano voluto seguirmi.-
-Sono dei guerrieri valorosi, che hanno visto in te una guida e qualcuno per cui combattere e per questo non ti tradiranno mai e saranno sempre pronti a difenderti.- disse Xemnas. -Hai già un nome per loro?-
Il Senza Cuore osservò uno a uno quei quattro baluardi incrollabili, che nonostante la loro nuova condizione di creature inesistenti, erano riusciti a conservare il loro onore e gran parte dei principi che li avevano mossi nella loro prima esistenza. Quattro creature del Nulla che ora, che erano state spogliate delle loro caratteristiche umane e dotate solamente del loro credo, erano così simili tra loro, più di quanto lo fossero stati in vita.
-Chugi.*- rispose, scatenando un brivido nei samurai, che sembrarono risuonare con il loro nuovo nome.
-Bene Roxas, direi che almeno la tua missione è stata più che proficua.-
-In che senso?- replicò il più giovane, congedando i quattro, che svanirono in silenzio, com’erano giunti.
Il Superiore sospirò. -Larxene non ha fatto ritorno. Ho mandato Luxord e Xaldin a cercarla, ma sono via da parecchio tempo…-
Deglutendo a vuoto, Roxas cercò di mantenere la calma, quindi annuì e attese un cenno del Nessuno fondatore per andare a sedersi al suo posto. Ricevuto il permesso, il biondo svanì in un vortice nero, ricomparendo sul suo trono con il cappuccio calato sul viso, così da nascondere ai compagni i propri occhi dilatati, che guardavano il centro dell’immensa sala senza vederlo realmente.
I suoi pensieri corsero alla sera in cui era partito e alla notte che aveva passato nascosto nel bosco di bambù per controllare i movimenti dei due eserciti, degli Heartless che sarebbero potuti apparire e dei suoi Samurai, che si erano infiltrati negli accampamenti, nascondendosi tra le tende. Durante l’appostamento, però, si era reso conto di avere un buco di un paio d’ore tra i suoi ricordi e non vi aveva dato peso, immaginando di essersi addormentato all’improvviso visto che si era ritrovato nella stessa posizione. Invece, poteva essere l’artefice della morte di un collega.
Guardò con terrore le proprie mani, posate morbidamente sulle gambe grazie al suo autocontrollo, o forse congelate a causa dell’orrore che forse avevano commesso. Alzò lo sguardo, cercando il viso del Soffio di Fiamme Danzanti, trovandolo teso e pallido con gli occhi verdi fissi di fronte a sé, seguendone la direzione, si tuffò a sua volta nell’unica iride visibile del Numero VI, che appariva tranquillo e immobile, come una statua di marmo.
La palpebra batté una volta sola, celando il grigio-blu per poi mostrarlo di nuovo con un’angolazione diversa e Roxas tremò appena, quando si accorse che era puntato su di lui. In una manciata di secondi comprese che il Burattinaio Mascherato aveva già concepito quella stessa teoria, probabilmente molto prima che ci giungesse lui stesso. Zexion sapeva e pareva esserne certo senz’ombra di dubbio.
Fu l’apertura di un varco nel mezzo della stanza a risvegliarlo e a ricordargli di respirare.
Osservò i due compagni uscire dal passaggio, che si richiuse in silenzio mentre si calavano i cappucci, mostrando un’espressione tirata e una smorfia sulle labbra.
-Ebbene?- domandò vanamente Xemnas, conoscendo già la risposta che avrebbe ricevuto.
-Niente.- disse Xaldin, incrociando le braccia. -C’erano Heartless e Simili ovunque, allo sbaraglio. È come se Larxene non fosse mai stata là, oppure per poche ore…- continuò, interrompendosi un istante. -E sono propenso a pensare che sia così.- aggiunse, ottenendo una muta richiesta di spiegazioni per la sua convinzione.
-Abbiamo trovato questo.- intervenne lo Sfidante del Destino, sollevando il pugno sinistro, serrato attorno al sottile manico a tre punte di un kunai dalla lama gialla. -Qualcuno ha eliminato Larxene.- sentenziò con voce dura, mentre faceva svanire l’arma per farla ricomparire sulle gambe del numero I.
Il Superiore puntò i gomiti sui braccioli e nascose il viso dietro le mani giunte, fissando con sguardo indecifrabile ciò che restava della Ninfa Selvaggia. -Qualche idea del responsabile?-
-Nessuna. C’erano ben poche e inutili tracce.- rispose il numero III. -Due paia d’impronte, una di Larxene e le tracce del suo sangue.-
-Capisco.- pronunciò l’albino, chiudendo gli occhi e prendendo un lungo respiro. -Potete andare, la riunione è conclusa.- aggiunse, schiudendo le palpebre e osservando i propri sottoposti svanire uno dietro l’altro, rapidi e silenziosi.

***

[Ryuichi Sakamoto - Solitude]

Se n’era andato senza rivolgere nemmeno un cenno al Nessuno che lo fissava dall’altro lato della sala e che molto probabilmente lo avrebbe raggiunto in pochi secondi insieme ai due compagni. Roxas, però, avvertiva il bisogno di isolarsi e nascondersi da tutto e da tutti, persino da se stesso. Per quanto potesse essere una creatura priva di cuore e sentimenti, la Chiave del Destino aveva paura. Aveva paura della piega che stava prendendo quella situazione e il terrore di quello che sarebbe potuto accadere da quel momento in avanti.
Ricomparso nella propria stanza, il biondo si chiuse nel bagno e si accucciò nell’angolo della doccia, portandosi le ginocchia al petto e posandovi sopra la fronte. Cominciò a prendere ampi respiri, che rimbombarono appena tra le pareti del box, e cercò di imporsi la calma, poiché sapeva che agitandosi non sarebbe arrivato da nessuna parte.
In quegli ultimi giorni stavano capitando davvero troppe cose.
Nei suoi sogni, il fantasma di una vita che non era sua ma che allo stesso tempo lo era stata lo tormentava, sussurrandogli nell’animo e tentandolo come una sirena dalla voce dolce e ammaliante, supplicandolo di raggiungere quei luoghi, di tornarvi ancora una volta. Quando, invece, era sveglio il suo corpo veniva comandato da qualcun altro e compiva azioni orribili e irreparabili.
Se prima del ritorno dei numeri III e X la sua era solo una terrificante ipotesi, ora ne aveva la certezza. Larxene era morta, scomparsa nell’Oscurità che l’aveva generata, e lui ne era stato il carnefice. E di tutto questo, lui non aveva conservato nessun ricordo. Quante altre atrocità avrebbe compiuto, prima che il traditore venisse fermato? Chi sarebbe stata la vittima seguente sulla lista di quel folle?
Sussultò con un singhiozzo quando un lieve colpo di nocche risuonò sulla porta e si chiuse ancora di più su se stesso, desiderando di scomparire in quell’istante.
-Roxas?- chiamò il numero VIII dall’esterno con tono calmo. -Posso entrare?- chiese, non ottenendo risposta e abbassando la maniglia, che assecondò il movimento impostogli e causò l’apertura della soglia, che non era stata assicurata con un giro di chiave.
Gli occhi tinti di smeraldo si mossero rapidamente nel locale, finché non trovarono la figura piccola e appallottolata del custode, che tremava come una foglia scossa dalla tempesta.
-Ehi, Roxas.- chiamò ancora, accucciandosi al suo fianco e posandogli una mano inguantata tra i capelli biondi. -Dai, alzati. Vieni di là.- disse, prendendolo da sotto le ascelle per sollevarlo.
-Lasciami stare.- sputò il giovane Nessuno, irrigidendosi.
-Ma non puoi…-
-Axel, ci penso io.- intervenne la pacata voce del Burattinaio Mascherato, che fece trasalire il numero XIII. -Per favore, aspetta di là con Demyx.-
Restio ad abbandonare il compagno, il rosso annuì appena, accarezzando un’ultima volta le sbarazzine ciocche bionde per poi tornare in piedi e uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Assicuratosi che il Soffio di Fiamme Danzanti si fosse allontanato, Zexion sospirò e si appoggiò al muro.
-Normalmente sono un tipo paziente, ma ora la mia dose di pazienza è agli sgoccioli, sappilo Roxas.- sentenziò, puntando l’iride scoperta sul corpo tremante dell’altro, che dopo qualche istante sollevò il capo, mostrando due occhi gonfi e sgranati.
-Io… non…- balbettò, prima di deglutire. -Sono stato io, Zexion. Lo so che sono stato io.- mormorò, confessando il proprio peccato.
-Hai qualche ricordo?- indagò il ceruleo, incrociando le braccia.
-No, però, so che è così.- rispose, stringendo i pugni sul soprabito. -E lo sai anche tu.-
-Hai ragione, ne sono convinto anch’io, ma non ti attribuisco alcuna colpa.-
A quelle parole, il biondo scattò in piedi, le iridi dilatate, pronto a urlare la sua frustrazione, invece, si trattenne ancora una volta, liberando solo un flebile sussurro, come se stesse rivelando un segreto maledetto. -Come puoi dire questo? Ho eliminato Larxene con queste mani! È colpa mia!-
-Non lo è.- replicò il fondatore. -Il vero colpevole è il traditore che continua a prendere il controllo del tuo corpo ed è venuto il momento che sia smascherato. Ormai non ho più dubbi sulla sua identità.-
-Davvero?-
Il Senza Cuore più anziano annuì. -Parlerò con Xemnas quanto prima. Piuttosto, tu quando parlerai con Axel?- domandò, puntando il proprio sguardo in quello dell’altro.
-A che proposito?-
-I sogni, Roxas. Dei sogni che fai e dell’isola che vuoi raggiungere.- rispose atono, mentre l’altro tornava a guardare il pavimento.
-Non è necessario che lo sappia.- asserì con tono grave. -Ci sono altri problemi da risolvere e poi mi passerà. Ne sono certo.-
Zexion inarcò un sopracciglio, ben poco convinto. -Ah sì? E cosa ti dà tanta sicurezza?-
-È questa la mia casa. Se anche andassi laggiù, non troverei nulla ad aspettarmi.- spiegò duro, frenando finalmente il tremore che lo scuoteva. -Non hai motivo di preoccuparti e non è il caso di dare altri pensieri ad Axel.-
-D’accordo.- concesse il numero VI con un sospiro. -Ti avverto, però, se conclusa questa storia dovesse ripresentarsi questa faccenda, dovrò comunicarlo anche a Xemnas, cosa che avresti dovuto fare tu fin dal principio.- aggiunse voltandosi verso la porta. -Immagino che ti abbia detto di andare da lui se avessi iniziato a percepire un contatto anche flebile con il cuore del custode del keyblade.- concluse, uscendo dal bagno senza guardarsi indietro.
Roxas sospirò. Aveva perfettamente capito la frase non detta di Zexion: se avesse continuato così e lui se ne fosse accorto, il Superiore l’avrebbe saputo immediatamente.
Preso un ultimo respiro, il numero XIII si mosse e seguì il collega nella stanza adiacente, dove trovò i tre compagni in silente attesa del suo arrivo. Per il numero VIII, tuttavia, quel silenzio era durato anche troppo, quindi non appena lo vide, si alzò dal letto e lo raggiunse, donandogli un sorriso ampio e luminoso.
-Bentornato a casa.- esordì. -Ancora non te l’avevo detto.-
Il biondo sorrise con aperta sincerità. -Grazie.-
-Ehi Roxas!- esclamò invece il Notturno Melodico, pieno di euforia. -I tuoi nuovi Nessuno sono una forza!-
-Non li ho ancora visti combattere, quindi non saprei…- si difese lui, mettendo le mani avanti.
-Ma si capisce anche solo guardandoli che sono dei portenti!- replicò l’altro. -Voglio esserci quando li manderai in battaglia! M’ispirano delle note perfette!-
La Chiave del Destino rise. -D’accordo, d’accordo. A me, però, inquietano un po’… forse perché sono una sorta di stadio intermedio tra noi e i Nessuno di basso livello.-
-In effetti sono delle creature molto particolari.- s’intromise Zexion, appoggiandosi al muro. -Hanno perso il loro cuore, ma sono stati abbastanza forti da conservare i loro principi e i loro ideali, per questo la penso come Xemnas: non ti tradiranno mai, sono certo che preferirebbero sparire piuttosto che farti del male.-
-Questo mi rassicura. La prima volta che me li sono trovati davanti, vi confesso, mi hanno spaventato.- rivelò il keyblader.

Con un sospiro stanco, Roxas si abbassò il cappuccio e prese a respirare profondamente, beandosi della brezza che soffiava giù dalla collina, che faceva frusciare la foresta di bambù in una sinfonia dolce e rilassante, invitante come una tenera ninna nanna. S’incamminò per tornare al punto che aveva scelto per i suoi appostamenti, ma si bloccò quando avvertì delle presenze alle sue spalle. Si voltò, richiamando immediatamente una coppia di Samurai, che si schierarono al suo fianco ad armi sguainate, pronti a scattare a un suo pensiero. Pochi attimi dopo, quattro varchi oscuri si aprirono di fronte a lui e da essi uscirono altrettanti viaggiatori, uno per ognuno, che si fermarono, divenendo immobili e silenziosi come statue di marmo.
Il loro aspetto esteriore incuriosì il biondo Senza Cuore, ma ciò che percepì al loro interno lo scosse, gettandolo nell’ansia. Quelle creature di forma umana erano vuote quanto i soldati che stavano ai suoi fianchi, ma avevano qualcosa in più, proprio come lui. Eppure, proprio come i Nessuno di bassa lega sembravano non possedere una loro volontà. Erano qualcosa di totalmente diverso da ciò che il numero XIII conosceva e questo non fece altro che preoccuparlo ancora di più. Ai suoi occhi e alla sua anima, apparivano come spiriti erranti, disperati e perduti, alla ricerca di una nuova casa.
All’improvviso, i quattro fantasmi sfoderarono le loro spade e s’inginocchiarono al suo cospetto, porgendo le armi in segno di rispetto e devozione, poiché ormai l’avevano scelto come loro signore e padrone.
Roxas deglutì, keyblade alla mano, non sapendo bene che cosa fare, quindi guardò i due Samurai, che al contrario, avevano rinfoderato le spade, apparendo tranquilli e facendogli capire di non avere di fronte una minaccia.
Li guardò uno a uno, cercando di capire le loro intenzioni attraverso le maschere rosse che celavano sguardi ed espressioni e fu così che percepì il loro desiderio di servirlo. Restii ad abbandonare la via del samurai che avevano seguito durante la loro prima esistenza, perché avevano ancora molto da offrire, soprattutto a lui, che avevano designato come nuovo padrone e che avrebbero servito finché quei loro gusci non fossero stati distrutti.
Colpito e lievemente inquietato da quella devozione inaspettata, Roxas annuì, ricevendo un inchino ancora più umile dai quattro soldati, che toccarono il terreno con la fronte prima di svanire avvolti dalle tenebre.

Il biondo rabbrividì al ricordo. -Meno male che sono dalla nostra parte, non mi piacerebbe affatto averli come avversari.-
-Sono d’accordo.- annuì il Burattinaio Mascherato. -Vista la loro determinazione sarebbero dei nemici ostici.- aggiunse, prima di puntare il proprio sguardo su tutti i presenti nella stanza. -Ora passiamo ad altro.- iniziò, ottenendo l’attenzione di tutti. -Ho intenzione di andare da Xemnas e rivelargli i miei sospetti. Ormai siamo a un punto di non ritorno.- sentenziò grave, lasciando intendere che si riferiva alla scomparsa di Larxene.
-Vuoi che ti accompagniamo?- chiese Axel serio.
Il ceruleo scosse il capo, in segno negativo. -Meglio di no, voi dovete restare con Roxas.-
-Sei sicuro, Zeku?- domandò il numero IX con evidente preoccupazione, ottenendo un altro cenno convinto. -E quando pensi di andarci?-
-Presto, preferisco non rivelare le mie mosse così nel dettaglio. Ho già detto troppo, ma voglio che sappiate le cose necessarie, nel caso dovesse accadermi qualcosa.- spiegò con gelida calma, incrociando lo sguardo terrorizzato di Roxas. -Mi raccomando, state insieme il più possibile, dobbiamo essere cauti e prudenti.-
-Tu piuttosto.- s’intromise il rosso. -Vedi di fare attenzione.-
-Stai tranquillo.- replicò placidamente il numero VI. -Sono sempre un fondatore.- dichiarò, puntando i propri occhi in quelli verdi dell’altro, che tremò al ricordo dell’illusione che era stata usata su di lui.
-Aha, lo so bene.- disse infatti, passandosi una mano sul collo.
-Perfetto.- terminò, mettendosi eretto e aprendo un varco accanto a sé. -Demyx, vieni con me.- aggiunse poi, senza dire altro e svanendo tra le spire vorticanti.
Il musicista guardò gli altri due con un’espressione confusa e alzò le spalle, prima di seguire l’amante nel passaggio, che si richiuse alle sue spalle, lasciando i due amici soli nel silenzio della stanza. Solo allora, il Soffio di Fiamme Danzanti si permise di guardare il suo compagno che fissava il pavimento con sguardo perso, segno di una mente che cavalcava chissà quali pensieri. Si concesse un piccolo sorriso amaro, intuendo quale fosse il punto di partenza delle riflessioni di quella testa bionda, quindi lo abbracciò, posando il mento tra le ciocche sbarazzine dopo averle baciate con leggerezza.
-Non ci pensare, ok?-
-A cosa?- chiese il più piccolo, ricambiando la stretta.
-Non ci succederà niente, te lo prometto.-
-Ma…-
-Nessun ma. Larxene non era preparata, noi sì, e comunque non è assolutamente colpa tua.- replicò il rosso, prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarlo negli occhi. -E, comunque, non ci pensare. Ho una sorpresa per te.-
-Cosa? Una sorpresa?- ripeté la Chiave del Destino, incuriosita, mettendo da parte i pensieri funesti.
-Siediti sul letto, io chiudo bene le tende e ti raggiungo.- con un assenso del capo, Axel spinse il biondo verso il letto e lo fece accomodare, dopodiché scattò alla finestra chiudendola e serrando tutte le tende, gettando il buio quasi completo all’interno della camera, infine, raggiunse l’amante sul materasso e lo invitò a sdraiarsi.
Dubbioso, il numero XIII eseguì, portandosi le mani dietro la testa e buttandosi di peso sulla morbidezza del suo letto, e all’improvviso sentì tutta la stanchezza accumulata in quei due giorni di missione percorrergli le membra, fino a giungere alle palpebre che si socchiusero appena, minacciando però di sigillarsi da un momento all’altro.
-Ah, non dormire!- urlò il numero VIII, ridestandolo di colpo. -Guarda il soffitto!-
Confuso e scombussolato, Roxas eseguì, meravigliandosi l’attimo dopo. L’intera parete superiore era tappezzata di stelle fluorescenti, grandi e piccole, che col buio avevano rivelato la loro muta presenza, proprio come i veri astri del firmamento che non si mostravano finché l’ultimo raggio di sole non fosse svanito oltre l’orizzonte. Le guardo una a una con iridi sognanti, che sprizzavano una gioia indescrivibile.
-Ti piacciono?- sussurrò il maggiore al suo orecchio, cercando di non spezzare l’incanto che era riuscito a creare.
-Sono stupende.- rispose altrettanto piano il biondo, voltandosi per specchiarsi negli smeraldi che lo stavano fissando. -Grazie.-
L’altro sorrise. -Ti avevo detto che ti avrei portato le stelle ed eccole qui! Io mantengo sempre la parola data!- esclamò, dandogli un leggero bacio sul naso, che lo fece ridacchiare.
E fu in quel momento che Roxas lo pensò davvero per la prima volta: perché avrebbe dovuto lasciare la sua casa? Certo, la voglia di visitare le Isole del Destino era tanta e sempre pronta a spingere tra i suoi pensieri ma ora, in quella stanza, aveva tutto ciò che poteva desiderare per la sua non-esistenza. Aveva chi lo amava, aveva degli amici e dei compagni di cui fidarsi, che lo avrebbero protetto e sostenuto, quindi perché andarsene?
Fu la sua anima a rispondergli con un flebile lamento, che, però, passò inascoltato ma che prima o poi sarebbe divenuto un grido impossibile da ignorare.

***

Aveva avuto solo il tempo di uscire dal varco, perché poi il fondatore si era gettato sulle sue labbra, catturandole tra le proprie per farle sue in qualsiasi modo gli venisse in mente. Il Notturno Melodico, nonostante la sua ingenuità, comprese le esigenze del compagno e lo lasciò fare, subendo passivamente la sua forza, la sua rabbia e la sua prepotenza. Si ritrovò presto contro il muro, con i polsi stretti tra le mani piccole ma vigorose dell’altro, che poco dopo passò a succhiargli il collo e infilò un gamba tra le sue, spingendo con urgenza.
-Zexion…- gemette il biondo.
-Scusa.- soffiò il Nessuno anziano, liberandolo dalla sua presa e spingendolo sul materasso. -Di solito non mi faccio prendere dalle emozioni ma ora proprio non riesco.-
-Non importa.- sorrise il numero IX. -Se così posso esserti anche un poco d’aiuto, mi sta bene.-
Il Burattinaio Mascherato annuì, grato di sentire quelle parole. -Demyx, voglio che mi prometti una cosa.- iniziò, ottenendo la piena attenzione dell’altro. -Se dovesse realmente accadermi qualcosa, non devi assolutamente perdere la testa, perché dovrai occuparti di Roxas e Axel, potrebbero fare delle cose più stupide di quanto immagini.-
Perdendosi negli occhi scuri e immobili del compagno, il musicista non poté far altro che annuire, siglando quella promessa. -Ho paura, Zexion.- rivelò tutto d’un fiato.
-Non temere, fermeremo tutto questo.- concluse, riprendendo a baciarlo come se non ci fosse stato un dopo in cui poterlo fare di nuovo.

***

Uscì dal passaggio oscuro e si guardò attorno stupito.
-A quanto pare non è qui.- rifletté, voltandosi per tornare indietro.
-Vai da qualche parte, Vexen?- domandò il numero VI, risalendo le scale che conducevano all’Altare del Niente e congelando il collega sul posto, che gli restituì uno sguardo sorpreso.
-Zexion.- pronunciò lo scienziato, facendo un cenno di saluto col capo. -Cercavo Xemnas, di solito è sempre qui.-
-Che curiosa coincidenza, lo cercavo anch’io.- riferì il sesto fondatore, fermandosi a pochi passi dal collega. -Credo che sia da Saix, le ferite gli impediscono molti movimenti, quindi ha bisogno di aiuto.-
-Capisco. Vorrà dire che lo raggiungerò.-
-Come mai lo cercavi?- chiese ancora il ceruleo, frenando nuovamente il suo avanzare.
-Non credo che siano affari che ti riguardano, numero VI.- ribatté il biondo, chiamandolo con il grado come per ricordargli che era lui quello con maggiore autorità. -Tu, piuttosto, perché lo cercavi?-
-Credo che la cosa non ti riguardi, numero IV.- rispose allo stesso modo, facendogli capire che del grado non gliene importava assolutamente nulla.
-Bada a come ti rivolgi a me, Ienzo.- asserì algido il più anziano, congelando il pavimento sotto i suoi piedi.
Il Burattinaio Mascherato inarcò un sopracciglio, stupito. -Ienzo?- ripeté. -Non dirmi che ti sto innervosendo a tal punto da farti riesumare quel nome… ma se ti piace questo gioco, possiamo farlo in due, Even.-
Infine, il Freddo Accademico si girò, sollevando il braccio sinistro e liberando una scia di ghiaccio, che giunse fino all’ombra dell’altro Nessuno, che però scomparve non appena fu sfiorato dall’attacco.
-Tsk. Un’illusione.- costatò Vexen, guardandosi attentamente in giro, finché non scorse la figura di Zexion dall’altro lato dell’Altare, poggiato al parapetto a braccia conserte. -Scommetto che sei un’altra illusione.-
-Chi può dirlo?- fece il ceruleo, muovendo alcuni passi. -Allora, cosa speri di ottenere sfruttando Roxas per i tuoi scopi?-
L’altro sbuffò, seccato. -Di certo non vengo a raccontarlo proprio a te, che sembri aver fatto comunella con quel piromane e il musicista mancato.-
-Precauzione più che lecita.- acconsentì Zexion. -Ma posso comunque immaginarlo. Sei sempre stato un uomo che preferiva far tutto da sé, che guardava il lavoro degli altri dall’alto in basso, e per quanto tu abbia rispettato Xehanort prima e Xemnas ora, scommetto che questa Organizzazione non ti soddisfa.- ragionò, dando un’occhiata veloce alla luna a forma di cuore. -E scommetto, che nemmeno di Kingdom Hearts ti interessa qualcosa.-
-Chi lo sa?- replicò il numero IV, sfruttando lo stesso metodo del collega. -Ora, però, credo sia ora di darci un taglio, non lo pensi anche tu?- domandò, alzando di scatto il braccio per generare uno spuntone di ghiaccio che trapassò il Burattinaio Mascherato, rivelando che anche questa volta si trattava di un’illusione.
Pochi istanti dopo, un nuovo Zexion comparve accanto alla scalinata, sottobraccio teneva ben saldo il temibile libro con cui creava le sue illusioni.
-Sei sempre stato un ragazzino che non amava esporsi, vero Ienzo?- ghignò il Freddo Accademico.
-Così mi fai sembrare un povero sfruttatore, ti pregherei di non paragonarmi a te.-
-La non-esistenza ti ha affilato la lingua a quanto pare.- osservò Vexen. -Ma è davvero giunto il momento di finirla.- dichiarò nel medesimo istante in cui una lama sottile trafiggeva la schiena del Nessuno dai capelli grigio-azzurri, trapassandolo da parte a parte.
Sgranati gli occhi scuri, Zexion sputò sangue e si voltò, per vedere in faccia chi l’aveva colpito alle spalle e con orrore incrociò l’immobile e muta maschera di un Samurai.
-Non… è…- tentò di dire, prima di crollare a terra, in una piccola pozza del suo stesso sangue, e perdere i sensi, mentre la pacata risata dello scienziato gli riempiva le orecchie.






*Chugi: parola in lingua giapponese che significa fedeltà.



Eccoci in fondo.
Le cose hanno iniziato a muoversi, lentamente questo è vero, ma si stanno muovendo. Morta Larxene, e tolto di mezzo Zexion, il piano di Vexen è avanzato di un altra casella.
Roxas ha trovato dei nuovi servitori, che giocheranno un ruolo abbastanza importante più in là, quindi teneteli a mente ù.ù E, soprattutto, spero che vi siano piaciuti! Questa è l'immagine che mi ha ispirata per la loro creazione.
Per il resto... bo, spero che vi sia piaciuto tutto quanto e che nonostante i tempi biblici continuerete a seguirmi xD Ci vediamo al prossimo capitolo, see ya!



L'angolino dedicato a voi ù.ù

Lady Potter/CantanteMaledetta: Cara, ciao :3 Sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto, spero che anche questo sia di tuo gradimento, nonostante la dipartita di Zexion xD Eh... Axel, ce ne fosse uno in carne ed ossa credo che ci salterebbe addosso un bel po' di gente ù.ù Io no, zomperei addosso a Riku ù.ù Ripeto, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto :3 Chu :3

Lizzie Sora: Gemellina :3 Non pensavo che la morte di Larxene avrebbe lasciato di sasso così tanta gente xD Eh già, Vexen fa paura e potrebbe ordinare a Roxas l'impensabile ù.ù Zexion ha scoperto che era Vexen, ma non ha fatto una bella fine... eh no <.< Gemellina cara, la tua recensione ha spoilerato un po' ovunque, ma mi pare che da qualche parte ne avevamo parlato, quindi perdonami se non mi dilungo xD
Ps: Sephiroth non ha proseguito con il suo spettacolo perché era stanco e doveva tenersi in forma (?) per Cloud ù.ù Non poteva mica fare brutta figura ù.ù
A presto gemellina!!!! :3


Chiudendo il post, ringrazio tutti quelli che seguono, preferiscono, ricordano e che leggono :3 Grazie a tutti! Alla prossima! See ya!
  
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