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Autore: lamialadradilibri    29/06/2013    6 recensioni
Primo: io andrò in C.
È la classe più disastrata dell’intera scuola.
È terribile.
Lì è pieno di ragazzi e ... Sì, sono fighi in modo assurdo, ma fanno paura.
Secondo – perché non è finita così.
Dovrò aiutare uno di loro in latino, greco, matematica e storia.
Lui è Andrea. Lo conosco già – di “fama”.
E già lo odio.
(...)
Non so qual è la punizione peggiore.
Per lei è la mia anche se – parole sue! – “Andrea è figo”.
Poi però aggiunge una cosa che mi fa turbare. — Però c’è chi dice che non è esattamente normale ...
Le chiedo più spiegazioni, che non mi sa fornire.
Ottimo!
(...)
CRAC!
Sbarro gli occhi, portandomi una mano alle labbra per soffocare l’urlo, che resta imprigionato tra i miei denti.
O
Mio
Dio
Sara ha tirato un destro dall’aria molto potente – troppo potente – in piena mandibola a Amelia, che ha lasciato cadere la testa di lato, senza più muoverla.
Il cuore mi batte a mille.
No, no!
(...)
“Milady, ce la farò da sola.”
“Non ne dubito. Ma dubito che lei (...) sopravvivrà.”
“Non sono un’assassina.”
(...)
Serro i pugni
Deluso.
Amareggiato.
Solo.
Rinchiuso in una prigione
Odio
Amore
Come posso provarli entrambi?
*
L'amore cambia le persone, la vita cambia le persone
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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11.
Be’, dopo che vi ho lasciate con Andrea + Sara, e Caterina + Marco, è ora di vedere cos’accadrà. Caterina sistemerà con Andrea?
Soprattutto: Andrea vuole sistemare?
Leggete e ... scoprite!
 
(Questa volta scriverò di chi è il POV quando cambia, d’accordo?)
 
BUONA LETTURA!
 
Meme1.

 
***


 CATERINA

Sorseggio il caffè, infastidita.
Il prof mi sta osservando, con occhi famelici, da un tempo infinito e più i secondi passano, più io divento indisponente.
Non vorrei essere là. Vorrei invece essere dentro un caldo abbraccio, e so bene di chi.
È che ora come ora, non posso più averlo.
Non so chi è stato l’idiota della situazione. Forse è Andrea, che s’è lasciato ammaliare da Sara – o meglio, dalle sue tette enormi! – o forse lo sono stata io che, prima di pensare che forse avevo capito male, c’era un malinteso, mi sono già data alla vendetta.
Perché forse Andrea, penso – ma forse è solo una mia convinzione, una ricerca spietata della felicità – è uscito con Sara, senza fermarla, perché non voleva che facesse scenate in pubblico.
È probabile visto che, se lei è al corrente della droga, avrebbe potuto urlarlo all’intera scuola – non che i ragazzi di per sé abbiano fatto molto per tenerlo segreto, sia chiaro.
Il fatto è che ora sono qui, con un uomo che non è un uomo qualsiasi, è un mio professore,a bere un caffè. Per scopi personali.
E se passasse qualche mio conoscente? Penserebbe subito male di me, sì, in quelsenso.
Realizzo d’un tratto: non voglio starmene qui a perdere tempo, voglio capire le cose. E bere caffè con un uomo che ha solo quella cosa in testa, e che probabilmente ha come sfondo del telefono un’immagine con su scritto VLF1, non mi aiuterà.
Con un sorriso che di più falso non ce n’è, esclamo: — Grazie del caffè, è stato molto cordiale da parte sua, professor Rossi.
E nel dirlo, lo guardo negli occhi. S’incupiscono, e lui diventa più acido, quando risponde: — Ah sì? Bene, e spero che non ricapiti più... Che lei stia così male. Ma cos’è successo?
Mi sforzo di sorridere ancora. È un prof, è un prof, mi ripeto nella testa, ma non vorrei altro che menarlo2.
— Beh, non sono fatti che la riguardano...
M’interrompe battendo forte le mani sul tavolino fragile, che traballa. M’innervosisco ancora di più, ma non lo do a vedere.
Cazzone.
— In un certo senso sì, mi riguarda! Ti ho offerto il caffè, o sbaglio?! —, sbotta, passando dal “lei” al “tu”.
Io cerco di rimanere educata.
L’educazione prima di tutto – anche se, devo ammetterlo, in questo periodo non è stata così rispettata questa regola.
— Mi scusi per il caffè. Vuole che paghi io?
Gli prende un tic all’occhio. Come a mia madre, realizzo, dev’essere qualcosa che succede più quando si è meno giovani.
M’innervosisce però. Perché è familiare, e niente in quell’uomo dovrebbe esserlo.
IO VOGLIO ANDREA, cazzo, non lui!
— Pago io. Non preoccuparti. E ora va via.
— Grazie del caffè professore. E scusi ancora del disturbo, sarà mia premura che non ricapiti più. Arrivederci.
Ogni mia parola è come una pugnalata al suo petto.
Vedo che, man mano che continuo, stringe di più i pugni, e così mi affretto ad afferrare lo zaino ed andarmene.
Non ci parlerò mai più e, se cercherà di disturbarmi a scuola, ne parlerò con la preside. Lei mi capirà.
Spero.
 
 
*
 
 
 
ANDREA
Sara mi stringe di più a sé.
Non so come comportarmi.
Ho paura che riveli tutto a tutti.
Forse, è meglio chiudere i rapporti con Caterina.
È più sicuro, sia per me che per lei.
La ragazza, seduta sul divano a casa mia, mi afferra le spalle. È disgustosa.
— Amore, ho visto che da un po’ giri con quella sfigata, Caterina no?
Mi limito a emettere un gemito. Che decida lei cosa significa.
Lo prende come un sì, a quanto pare: — Beh, devi smetterla! —, sibila con voce più tagliente che mai, ed io in tutta risposta le sorrido: — Okay. Senti, ho un po’ di roba a casa... Vuoi? — rischio tutto.
Lei sorride, ma ora non è divertita.
Con finto sguardo colpevole, sussurra: — Pochi giorni fa l’ho trovata, e l’ho rubata. Ma... Scusa. — e non sono vere scuse. È un “sì, devi scusarmi, capito?”.
Emetto un rantolo.
Come farò?
Cosa farò?
Le sorrido, così capirà che è perdonata.
Devo trovare il modo di lasciarla, cazzo. E’ una cozza, mi sta sempre attaccata.
Non posso nascondere il groppo che ho in gola, mentre ripenso a ciò che, per salvarmi, sto perdendo: Caterina.
Ma poi Caterina cos’è che Sara non è?
Sara è un corpo, è soldi, è sesso, Sara è feste, è sorrisi falsi, è nuove conoscenze.
Caterina è carattere, è sorrisi veri, è felicità, è stare a casa a suonare, a baciarsi, Caterina è ridere, è sorridere, è imparare cos’è il latino e quanto può essere bella la storia.
Caterina èuna storia.
E io, cazzone, che faccio?
L’allontano.
Seppure, lo so fin troppo bene, mi farà molto, molto male.
Sara tenta d’avvicinarsi alla mia bocca, per un bacio che non ha nulla d’amore. Ma no, non le darò mai più un bacio, non le darò mai più me stesso.
Così, le stringo i polsi e l’allontano da me.
Pronta, troia? Ora sentirai la verità.
Tuttala verità, ladra di merda!
 
 
*
 
CATERINA
Subito dopo aver lasciato il professore, m’incammino a piedi verso la casa di Andrea.
Spero che sia là, anche perché dopo ciò che mi ha confidato riguardo suo padre, non vorrei mai avere l’onored’incontrarlo.
Non sola, almeno.
Il cellulare, nella tasca dei miei jeans, vibra un po’ ed emette un suono soffocato dal tessuto, quello che annuncia un messaggio; l’afferro, ipotizzando già che sia Nel, e accendo il display, tremendo appena sopra ad esso.
È lei, infatti.
No, non ho un sesto senso – come quello del ragazzino del film3, magari! – è solo la forza dell’abitudine.
Ehi, come va? Ma cos’è successo?
Decido di risponderle. È che lei sa così poco, e non va bene – è la mia migliore amica, dovrebbe sapere tutto!
1, non so, 2, posso venire da te?
Non ho più voglia d’andare da Andrea.
È con Sara? Bene, buon per lui!
Mi ha già dimenticata? Devo essere noiosa, allora, peccato però: non sembrava quando mi baciava!
Stringo i pugni, cambiando strada ed avviandomi verso la casa di Nel. Faccio uno squillo ai miei per avvisarli, senza chiedere il permesso.
Certo!! Vieni che mi spieghi, e decidiamo come farlo fuori! Ma si può essere più cretini? Ha perso TE per la TROIA!!!
Cammino con un groppo il gola.
È vero: mi ha perso.
La domanda è: io lo voglio?
Voglio lui, Andrea?
Voglio che mi perda?
O combatterò?
Non do più ascolto a me stessa, e raggiungo Nel.
’Fanculo, mondo!
 
 
*
 
 
Davanti a una tazza di tè sembra tutto più gestibile, in realtà. Ho raccontato tutto – con difficoltà – a Nella, che se n’è uscita così: — Beh, non è l’unico uomo al mondo no? Neppure è uomo, è bambino! Dimenticalo, è meglio.
E, che devo dire, farò così.
Perché non c’è altra soluzione.
— Ma, — inizia dopo un po’ la mia migliore amica, stringendosi di più nella coperta che ha addosso, stile cavaliere oscuro – versione rossa con cuori blu, eh! Molto spaventosa! — cos’è successo col prof?
Rabbrividisco, e le racconto di quella volta in corridoio e poi, prima che m’interrompa, le dico cos’è successo oggi.
— Ah. Ma è... è un pedofilo, è... Cate, denuncialo!
— Ah!! No, Nel. Non è la soluzione.
— Per me sì!
— Poco cocciuta, eh? No, non lo farò e se vuoi ti dico il perché. Primo, non ha fatto nulla. Si, vero, in corridoio l’ha quasi fatto... Quasi! Perciò, ancora è nulla, sai? Ecco, non posso nemmeno denunciarlo!
Lei aggrotta le sopracciglia. — Per me...
Viene interrotta da una suoneria.
È il mio cellulare.
Lo afferro, è posato sul tavolo, e...
Con voce truce, affermo: — Andrea.
Nel resta in silenzio, aspettando che faccio qualcosa. Ma non faccio nulla: lo lascio suonare e così, dopo qualche squillo, la mia amica prende l’apparecchio e scappa via, rispondendo.
Nemmeno mi muovo, non ne ho la forza.
Tanto, che gli dirà?
“Sei uno stronzo!”.
Sei uno stronzo!—, sento urlare da una stanza.
Ecco, lo dicevo io.
 
 
*
 
 
ANDREA
— No, Nella! Calmati! E passami lei.
È l’ennesima volta che la prego, invano.
— Perché? —. Appunto. — Cosa c’è, che devi dirle?! Cazzone!
— ... Chiederle scusa, deve aver visto oggi, a scuola la scena. Insomma, tu non sai forse... anzi, tu non sai. —. Esito. Cate le avrà detto della droga? Dio, fa di no! — Beh, è un malinteso. L’ho lasciata.
Silenzio.
Chi?
Oh, merda.
— Sara, Sara!! —, m’affretto a dire e lei, dopo un po’ di silenzio, soggiunge: — Okay, va bene, ti credo. Lei non ti risponderà. Vieni qui, è con me.
E mi da un indirizzo, poco distante da casa mia.
Riattacco.
Voglio andare a riprendere ciò che è mio.
Sì, può sembrare un'affermazione egoista, ma io la amo - finalmente so cos'è, l'amore - e non la perderò.
 
 
 
1VLF: Viva La Fi** - l’ho censurato perché magari c’è qualcuno che non vuole leggere queste cose spiacevoli, però ricordo che è una storia non a rating verde, bensì arancione: la prossima volta non lo rifarò u.u
2menarlo, picchiarlo.
3C’è un film che s’intitola Sesto senso. Parla di un ragazzo che vede i morti – solo quelli morti in modo violento – e, aiutato proprio da uno di essi, riesce a capire come aiutarli. Ovviamente non è tutto qui, ma quel film mi terrorizza. È così reale! Ahah :)
 

 
FINE CAPITOLO!
Come vi è sembrato? Caterina, era ora!!, si decide a mandare a quel paese il prof, e lo fa’ con una grazia infinita <3 bella lei. Poi,dice tutto – tranne della droga – all’amica. Era ora!
E Andrea... sì, gli passa per la testa l’idea di pensare solo a sé – segno che lo è, idiota! – ma poi, OVVIO!!, caccia Sara.
Come? E come l’avrà presa lei?
Ho scelto di farvi questa sorpresa... nel prossimo capitolo! <3 :’)

Ringrazio infinitamente chi legge e recenisce la storia, dio, 30 recensioni tutte per me?! Yep!!
Davvero, grazie, non è una cosa detta così per, e poi senza voi non scriverei nulla! grazie<3


Be’, per ora ciao gente !! :3

(Ps: sono  uscita col 9. Col 9 !!! – dalle medie. E ora, liceo classico, arrivo ... yep. .. 9 !!!!!)

CONTINUO A 1 RECENSIONE,
grazie per aver letto questa storia,
se vi può interessare, passate a dare un'occhiata a "In the end", che è sempre mia. 
 :3


Aggiornerò il prima possibile,
bye. :3
  
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