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Autore: memoryofachild    29/06/2013    8 recensioni
Lei. Intelligente, bella, un po' ingenua.
Lui. Intelligente, bello, per niente ingenuo.
Lei. Julia Evans. Gentile e semplice.
Lui. Matt Turner. Arrogante e popolare.
Due ragazzi che si conoscono da una vita e che da tutta una vita non riescono a scambiare due parole civilmente. Due mondi diversi che saranno costretti ad unirsi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 5

Erano, ormai, le quattro e la mia mente stava formulando gli stessi pensieri da più di due ore: Turner, macchina, casa;
Mi ero scoperta essere molto più che agitata per quell'incontro pomeridiano, forse per il fatto di dover condividere uno spazio ristretto con quell'essere, e la cosa non mi aveva certo aiutata a concentrarmi sul lavoro.
I bambini correvano per la stanza come piccole furie scatenate ed io ero troppo provata, sia fisicamente che mentalmente, per fermarli.
Quel giorno la maggior parte delle classi erano andate in gita e nella scuola erano rimaste, forse, due insegnanti che, troppo prese dai loro, di alunni , non ci avevano pensato due volte prima di lasciarmi completamente sola con quella classe di scalmanati.
Mi accasciai, stancamente, sulla grande sedia nera posta dietro la cattedra e mi sentii, per un attimo, potente. Immaginai di essere una sadica professoressa che, dall'alto della sua esperienza, entrava in classe e, dopo aver seminato paura, interrogava Gonzalez, che si prendeva un impreparato. Esultai nella mia testa, conscia delle cavolate che stavo pensando, ma anche soddisfatta per quella vena sadica che avevo scoperto di avere nei confronti del mio professore.
Tornai alla realtà, scossa da un forte rumore, proveniente dal fondo dell'aula. Notai dei libri, prima posti sulla libreria arancione, ora sparpagliati a terra. Con sguardo torvo e anche abbastanza scocciato, mi alzai e andai a sistemare il disastro.
Mi guardai un po' intorno per individuare il colpevole e vidi Zac Martin, una peste, bisbigliare con un compagno e lanciarmi, ogni tanto, qualche sguardo spaurito.
Compresi la sua colpevolezza ma scossi la testa, rassegnata, lasciando correre l'accaduto. 'Ti è andata bene Martin, oggi ho altre pesti a cui pensare' dissi tra me e me, lanciando, inevitabilmente, un pensiero a Matt.
Tornai alla sedia, tirando fuori dalla borsa il cellulare e controllando i messaggi. Sperai in qualche urgenza che facesse desistere Turner dal vedermi questo pomeriggio.
Un'altra Turner mi si avvicinò,in quel momento, ma lei era, sicuramente, ben accetta dalla sottoscritta.
Con un sorriso la feci accoccolare sulle mie gambe e lei si sistemò volentieri su di me. Sarah non era una di quelle bambine sempre in movimento, agitate, capricciose. Lei era molto calma, tranquilla e...dolce; non perchè dicesse chissà cosa, ma perchè, quegli occhi, quando ti fissavano, esprimevano una dolcezza infinita. Mi chiesi come fosse possibile una parentela tra Turner idiota, da quel che ricordavo un ragazzino sovreccitato ed esibizionista, e Sarah.

" Non ti va di giocare con i tuoi compagni?" Le dissi, portandole un braccio intorno alla vita. Lei si abbandonò a me, appoggiando la testa sulla mia spalla.

" Non mi piacciono i loro giochi." Traspariva un po' di disagio.

" Che gioco vorresti fare?" Le portai una mano alla fronte, scostandole una ciocca di capelli.

" Vorrei giocare alla parrucchiera"

" Hai chiesto ad Emily se aveva voglia di giocarci?" Emily era una bambina molto graziosa, biondina, che sembrava aver legato con Sarah. Quest'ultima si imbronciò, non appena pronunciai quella frase.

" Ha detto che preferisce giocare ad 'acchiapparello' con gli altri. Lei non mi vuole bene, vuole più bene agli altri."

" Sono sicura che ti vuole bene, invece. Semplicemente, trova più divertente giocare a rincorrersi che alla parrucchiera. Non te la devi prendere per qualcosa che a te non piace ma a lei si. Non sarebbe giusto, devi rispettare anche i suoi gusti."

Sarah annuì, facendo segno di aver capito. " Va bene"

" Facciamo così; per oggi sarò io la tua compagna di giochi. Vuoi?" Lei mi guardò come si guarda un uovo di cioccolato e mi abbracciò.

" Ti voglio tanto bene Julia." Io risi di gusto e la abbracciai, facendola scendere dalle mie gambe ed alzandomi in piedi.

" Anche io te ne voglio. Allora, avevo giusto bisogno di andare dalla parrucchiera. E' ancora aperto il suo salone, signorina Sarah?"

Non avevo idea di che aspetto potessi avere dopo quindici minuti di 'seduta', ma era alquanto rilassante sentire le mani si Sarah tra i capelli, tanto che per poco non mi addormentai. Forse non sarebbe stato appropriato fare una visitina a Morfeo mentre una ventina di bambini si trovavano sotto la mia responsabilità.
Dopo un po' Sarah iniziò a fare conversazione ed io mi ripresi dalla momentanea 'trance' in cui ero caduta.
Non avevo seguito del tutto il discorso che stava portando avanti, troppo confusionario, ma, ad un tratto, sentii una frase che catturò tutta la mia attenzione.

" A Matt gli piacerai tantissimo."

" Si dice " A Matt piacerai tantissimo", senza 'gli'." La corressi su quell'errore grammaticale ma nel momento in cui pronunciai io stessa quella frase mi resi conto di ciò che voleva significare. Subito, cercai di rimediare.

" Sarah, non mi interessa affatto piacere a Matt!" Sembrava tanto una giustificazione, una bugia, per quanta enfasi misi nel dirla, ma ero assolutamente sconvolta dal pensiero che quella bambina aveva formulato. O forse ero sconvolta dal fatto che ci sperai. Oddio, ma ero bipolare?

" Si, invece! Voi due vi sposerete e io vivrò con voi in una casetta in mezzo al bosco." Eccone un'altra che parlava di matrimonio. Certo aveva anche parlato di una casetta in mezzo al bosco, quindi magari potevo sorvolare. Risi inconsciamente e Sarah si unì a me. Non ribattei e lei continuò il discorso.

" Anche Matt ogni tanto dice che si deve fare bello per qualcuna ma le amiche di Matt non vogliono mai giocare con me, solo con Matt."

" Perchè Matt ha un gioco più bello." Oddio. Sbarrai gli occhi. Non potevo aver detto seriamente una cosa del genere, non davanti ad una bambina, la sorellina di Matt. Oddio, oddio, oddio. Ma che avevo in testa? Segatura? Mi voltai verso Sarah che non sembrava turbata. Ti prego, piccola, non chiedermi che gioco! Ti prego, ti prego, ti prego!

" Che gioco?" Appunto. E adesso che le rispondevo? Che situazione! Mi grattai la fronte, pensierosa.

" N-non saprei di preciso..ecco io...la mia era una supposizione...cioè se non vogliono giocare con te che sei così tenera vuol dire che Matt ha un gioco più bello dei tuoi...può darsi ecco." Sarah ci pensò un attimo e poi annuì.

" Si sicuramente è così. Magari lo chiedo a lui, così me lo presta. Almeno le amiche di Matt giocheranno anche con me." Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. In che guaio mi ero cacciata? Quella conversazione era assurda e io stavo dando idee malsane ad una bambina, io che ne sapevo poco più di lei. Cercai di abbandonare il discorso con un cenno della testa e ripensai al mio primo bacio, al mio primo ragazzo. Una storiella di qualche mese che oltre il bacio non era andata.
Guardai l'orologio appeso al muro e notai che mancavano solo venti minuti alle cinque.

" Signorina credo che sia ora di pagare." Scherzai. Sarah mi sorrise e fece finta di darmi il conto; io le passai un po' di fogli strappati che erano i nostri soldi e lei mi congedò con un arrivederci.

" Ti va di aiutarmi a sistemare un po' l'aula? Tra venti minuti dobbiamo andare e Matt passa a prenderci." Sarah annuì.

" Anche tu vai a giocare con Matt?" Oddio che persecuzione! Perchè non stavo zitta?

" Neanche per sogno!" Esclamai disgustata. " Io vado a studiare. Purtroppo il nostro professore ci ha messi in coppia e siamo costretti a passare del tempo insieme." Al pensiero feci una smorfia.

" Non sembri molto felice, però. Non ti sta simpatico mio fratello?" Che eufemismo! Dire che Turner non mi stava simpatico era come dire che al Polo Sud faceva un po' freddino.

" Non molto."

" Perchè?"

" Perchè...perchè non parliamo molto civilmente tra di noi...inoltre mi ha fatto uno scherzo che non ho gradito molto, di pessimo gusto"

" Allora devi vendicarti! Anche a me una volta hanno fatto un dispetto e io, a quel Lucas, ho fatto uno sgambetto." Annuì decisa e io le feci l'occhiolino.

" Così si fa ragazza!" Le diedi il cinque. " Comunque non è così facile vendicarsi di tuo fratello, piccola. Può non sembrare, ma è astuto."
Sarah stette in silenzio per qualche minuto, mentre io raccoglievo i pennarelli sparsi per terra e li riponevo nei contenitori.

" Potresti prendere Mr. Kiddy." La guardai dubbiosa, non capendo a cosa si riferisse e la incitai a spiegarsi meglio.

" Mr. Kiddy è il peluche che Matt usava per addormentarsi da piccolo e adesso lo tiene dentro l'armadio. Prima ero gelosa perchè lui ci tiene tanto a quello stupido pupazzo. Non mi ci fa neanche avvicinare." Un'illuminazione. Un angelo. Quella bambina era un angelo! O mio dio! Matt Turner e Mr. Kiddy. Il palestrato Matt Turner, il puttaniere, l'impavido, il capitano della squadra di football, il popolare, il re della scuola, che conservava gelosamente un orsacchiotto di nome Mr. Kiddy.
Scoppiai a ridere e quasi mi vennero le lacrime agli occhi, immaginandomi un ragazzone di un metro e ottanta, e passa, che dormiva abbracciato ad un pupazzo. Chissà se ci dormiva ancora. A quel pensiero una nuova ondata di risate mi percosse nuovamente.
Sarah, anche lei, aveva iniziato a ridere e come delle sceme continuammo a farlo finchè non arrivarono le cinque.
Dopo essermi assicurata di aver lasciato ai genitori ogni bambino, presi per mano Sarah e insieme ci avviammo verso quell' audi nera che ci attendeva dall'altro lato della strada; Sarah con un sorriso a trentadue denti, io con un ghigno che sapeva di vittoria.


"Ciao" Turner mi squadrò con aria di sufficienza e mi fece un cenno con la mano. Stupida io che ancora mi illudevo che avesse una sorta di educazione.
Dopo avermi 'salutata', rivolse la sua attenzione alla sorellina che gli saltò in braccio, non appena vide il fratello allargare le braccia.

" Matt Matt!"

Matt rise e la prese in braccio. "Com'è andata? Divertita?"

" Sii...Io e Julia abbiamo giocato alla parrucchiera e io avevo un salone di bellezza." Turner mi guardò e rise.

" Carina l'acconciatura, in effetti." Acconciatura? Oddio, non mi ero neanche guardata allo specchio. Chissà come mi aveva conciata Sarah. Mi portai una mano alla testa ed inorridii nel sentire tre grossi ciuffi di capelli sparati in aria. Che figura!

" Le ho fatto io i capelli. Ti piacciono Matt?" "Sisi...alternativi." Rideva, l'idiota, ed ha continuato a farlo finchè non siamo saliti in macchina: Turner alla guida, io davanti, lato passeggero, e Sarah sui sedili posteriori.
Il tragitto fino a casa fu caratterizzato dal silenzio, interrotto, ogni tanto, da un intervento di Sarah che descriveva al fratello la sua giornata; gli raccontò del pranzo, che le era piaciuto tantissimo, e dei giochi degli altri bambini, che, invece, non le piacevano. Gli raccontò anche di Emily e di come si era divertita a giocare con me. Mi era anche parso di scorgere uno sguardo di riconoscenza nei miei confronti, da parte del guidatore, durante l'ultima parte del racconto di Sarah, ma non ne ero certa.
Dal canto mio non prestai molta attenzione durante il viaggio, troppo occupata a tenermi ben stretta alla macchina. La guida di Matt era un po' spericolata, anche se, almeno, aveva rispettato tutti i limiti di velocità.
Turner svoltò a destra ed entrò in un viale, lasciandomi ammirare una casa stupenda. Ero senza parole. Una casa elegante, raffinata, ma anche molto ricca di elementi.
Il bianco dominava tra i colori per la facciata esterna e le colonne davano un tocco di antica Grecia, ma il tutto era molto moderno. La vegetazione rigogliosa accompagnava le linee della casa e il cortile anteriore era piastrellato in pietra, adibito a parcheggio per le macchine. Turner parcheggiò accanto ad un grande suv bianco e scese dalla macchina. Io lo imitai e mi feci trascinare da Sarah, che mi aveva preso la mano, davanti al portone.
Matt aprì e io sussurrai un permesso.

" Puoi entrare, non c'è nessuno."

Tirai un sospiro di sollievo, non essendo in vena di incontrare altri due Turner.
Mi guardai intorno e giudicai l'interno anche meglio dell'esterno della casa. Il marmo bianco ricopriva il pavimento e una grande scalinata conduceva al piano superiore. A destra dell'ingresso notai la cucina, anch'essa bellissima ed enorme. Oddio, ad avercela una cucina del genere! Aveva un ripiano di marmo al centro, con quattro alti sgabelli e, a differenza del resto della casa, lì predominava il nero.

" Quando hai finito di sbavare..." Peccato che una casa così bella fosse abitata da un essere del genere. Feci una smorfia e lo seguii di sopra.

"Sarah noi andiamo in camera."

Sarah ci guardò, annuendo, e si diresse verso quello che presumevo essere un salotto.
Terminata la scala Matt mi condusse direttamente alla sua camera che non aveva nulla del resto della casa. Era grande ma...

" Oddio, ma quando ci sei entrato l'ultima volta?" Turner fece una smorfia scocciata e si buttò sul letto, lasciandomi impalata sulla porta.

" L'ospitalità non sai dove sta di casa, tu." Commentai ed entrai nella stanza, facendo attenzione a dove mettevo i piedi per non passare sopra un qualche paio di pantaloni sparsi per terra. Dire che fosse disordinato era fargli un complimento.
Turner si portò un braccio sotto la testa e chiuse gli occhi, ignorandomi palesemente.

"Hai intenzione di studiare sul letto? Perchè, se è così, meglio che cambi idea. Non ho intenzione di avvicinarmi a quel materasso. Chissà quante ne avrà viste!"
Ancora niente. Era morto forse? Oddio magari, un pensiero in meno. No, non potevo augurargli la morte, no.

" Turner!" Urlai. "Non credere di ignorarmi per la prossima ora sai!" Mi avvicinai di gran carriera a lui e lo scossi per una spalla.
Repentinamente Turner mi afferrò un polso e mi trascinò sopra di lui, invertendo, poi, le posizioni. Mi ritrovai sdraiata su
quel letto, con sopra Turner.
Arrossii per l'imbarazzo della posizione e cercai di divincolarmi ma inutilmente.

" Turner spostati subito."

"Oppure che fai?" Si avvicinava sempre di più al mio viso.

" I-io...t-ti..." Perchè non parlavo? Due centimetri dividevano le nostre labbra. Vidi un sorriso malizioso affiorare sulla bocca del nemico e mi venne una dannata voglia di toglierglielo con un bacio.

"Si? Che cosa mi faresti?" Non poteva avere quella voce. Quella voce roca, affascinante. Un bacio. Solo uno. Solo per testare se le voci su Turner erano vere.
Stavo per cedere.
No, non potevo cedere. Quelle labbra erano ingannevoli, sarebbe stata solo un'altra vittoria per lui. Un'altra ragazza attratta da Turner.

" Ti castro Turner, se non ti togli immediatamente da sopra di me." Sembrò rimanere spiazzato da quel cambiamento, ma si scostò e si stese accanto a me, che ancora dovevo recuperare un po' di forze, prima di alzarmi.

"Dio, quanto sei acida."

"Dio, quanto sei stupido."

"Già mi immagino te, tra quarant'anni, zitella, con i gatti che ti girano intorno." Gli lanciai uno sguardo assassino.

"E io mi immagino te, tra quarant'anni, scapolo, con una decina di figli sparsi per il mondo." Questa volta fu lui a lanciarmi uno sguardo assassino.

"Ribadisco che sei acida."

"E io ribadisco che sei stupido." Mi alzai dal letto e mi misi in piedi, con le mai sui fianchi. Mi venne in mente mia madre, in quel momento, e cambiai posa.

"Dobbiamo studiare. Vedi di farlo, perchè se affondi tu, affondo anche io. Hai una scrivania da qualche parte?" Turner si alzò, con un braccio scansò dei vestiti e mi mostrò uno splendido ripiano in vetro che doveva fungere da scrivania. Prese i libri e li posò sopra quest'ultima.

"Ma li hai aperti mai?" Scrollò le spalle e si sedette.

"E io dove dovrei sedermi?" Si fece un po' più indietro con la sedia e mi fece segno di sedermi sulle sue gambe.

" Scordatelo. Adesso tu ti alzi e mi vai a prendere una sedia."

"Non ci cono sedie adatte, in casa. Gli sgabelli della cucina sono troppo alti e le altre sedie della casa troppo basse rispetto alla mia scrivania." In effetti era molto alto come ripiano. Veramente sarei dovuta stare sulle sue gambe?

" Allora...scegli il letto o me?" Si indicò con fare malizioso. Pensa Julia, pensa.

" Scelgo il pavimento. Quindi prendi i libri e mettiti per terra." Sbuffò spazientito.

" Fai sul serio?"

"Serissimo."


Due ore di studio ininterrotto su un duro pavimento che mi regalarono un forte mal di schiena e un forte mal di...

"Mi fa male il culo." Ecco, la finezza aveva parlato.

" Facciamo una pausa?" Proposi. Turner annuì e si alzò da terra.

" Se domani avrò male durante gli allenamenti sarà solo colpa tua"

" Quanto ti lamenti!" Sbuffai e lo seguii fuori dalla camera. Forse aveva fame. Infatti, si diresse in cucina.
Erano le sette e anche io iniziavo ad avere fame. Matt prese il telefono e digitò un numero. Non sentii quello che disse ma dall'espressione che fece non dovevano essere buone notizie quelle che ricevette. Attaccò il telefono e ci raggiunse anche Sarah.

"Quando arrivano mamma e papà?"

"Non vengono Sarah." Il tono che usò Matt fu duro e vidi Sarah rimanerci male.

"No mamma questa mattina me lo ha promesso. Se li aspettiamo vedrai che vengono."

"Sarah non verranno. Devono lavorare, lo sai." Alzò un po' la voce e io mi sentii di troppo in quella scena familiare. Da quello che capii in quel momento, i genitori non dovevano essere molto presenti e mi dispiacque per Matt, ma soprattutto per Sarah.

"Dai Sarah, adesso chiamo la pizzeria e ci facciamo portare una capricciosa enorme, come ieri."

"No, non voglio la pizza. Voglio le lasagne di mamma." Matt indurì i lineamenti e la incitò a non insistere.
Mi avvicinai a Sarah che stava per piangere e la presi in braccio.

"Dai Sarah, non piangere. I tuoi genitori lavorano e non possono esserci sempre." Cercai di essere il più convincente possibile, pur non essendo convinta, io stessa, delle mie parole. Mi ero affezionata a quella bambina e mi dispiaceva vederla in quel modo. Mi vennero in mente le lasagne della domenica, quelle che mamma cucinava sempre.

"Sarah ti andrebbe che cucinassi io le lasagne?" Proposi. Sarah si illuminò e si asciugò una lacrima. Mi abbracciò forte e si mise a saltellare dicendo 'lasagne'.
Io risi e guardai Turner, che se ne stava seduto, svogliatamente, su uno sgabello della cucina.

"Non c'è bisogno che resti a cucinare, davvero." Era incerto nella voce.

"Lo faccio volentieri, per Sarah." Matt rise.

"Allora va bene. La cucina è tutta tua."

Fortunatamente trovai tutti gli ingredienti e in un'ora e mezza cucinai delle ottime lasagne, almeno dall'aspetto.
Sfortunatamente in quell'ora e mezza mi ritrovai costantemente Turner intorno e fui costretta a sopportare le solite battutine.
Un bambino. Turner era assolutamente un bambino che mi aveva intralciato in tutti i modo possibili.
Sarah se ne era stata buona e sorridente a guardare la tv, mentre il fratello aveva cercato più volte di tirarmi svariati ingredienti in faccia.
Tuttavia, riuscii a cucinare e, verso le otto e mezza, ci ritrovammo tutti intorno al bancone della cucina a mangiare.

"Sono buonissime" Disse Sarah con la bocca piena. Io risi e la ringraziai. Guardai Matt e attesi.

"Ehm ehm.." Lui mi squadrò mentre si stava portando la forchetta alla bocca.

"Che c'è?"

"Non devi dirmi niente?" Sbuffò e si girò verso di me.

"Grazie per aver cucinato queste mediocri lasagne." Mediocri! Mediocri!

"Mediocri! Ti uccido brutto cavolo arrostito!" Gli tirai il mio fazzoletto e Turner scoppiò a ridere.

"Ca-cavolo a-arrostito...oddio...ahah" Volevo ucciderlo e quell'essere non smetteva di ridere.

"Sarah attenta a non imparare certe parole, mi raccomando ahahah" E scoppiò un'altra volta a ridere. Sarah si unì a lui e io, in quel momento, avrei voluto fare una strage di Turner.
Entrambi continuarono a prendermi in giro e a fare battutine, soprattutto Matt, ma, tutto sommato, la cena fu piacevole. Non avrei mai pensato di poter passare più del tempo strettamente necessario con Turner, divertendomi anche.
Verso le dieci i genitori non erano ancora rincasati, ma Sarah andò a dormire, mentre io ed il fratello rimanemmo in cucina.

"Sai che adesso mi aiuterai a lavare i piatti vero?" Matt mi fissò scioccato.

"Scordatelo. Neanche mia madre riesce a farmi lavare i piatti."

"Bene." Mi alzai, sotto il sguardo dubbioso, presi in mano la cannella dell'acqua e la sparai addosso ad un Turner sbalordito. Matt, scioccato, nuovamente, rimase un attimo immobile, bagnandosi tutto, poi, scattò e tentò di prendere la cannella dell'acqua.

"Piccola peste, se ti prendo!" Io scoppiai a ridere, come lui, ma, purtroppo, fui battuta dalla sua massa corporea che riuscì a rubarmi l'oggetto del potere e mi bagnò.
Non riuscivamo a smettere di ridere e ci ritrovammo entrambi in prossimità del lavello, completamente bagnati, come il resto della cucina.

"Dobbiamo ripulire." Stranamente tali parole uscirono dalla bocca di Matt e io fui subito d'accordo.
In poco tempo asciugammo tutto e lavammo anche i piatti, continuando a schizzarci con l'acqua ogni tanto.

"Io, devo andare, si è fatto tardi." Era un momento imbarazzante, perchè passare del tempo, senza insultarci, mi era piaciuto.

"Si, va bene. Se vuoi vai in bagno ad asciugarti e prendi una mia maglia." Annuii e mi diressi di sopra. Avevo appena chiamato mio padre, che mi sarebbe venuto a prendere da un momento all'altro. Decisi di prendere realmente in prestito una sua maglietta, così da non ammalarmi e, nell'aprire l'armadio, trovai qualcosa di cui mi ero dimenticata.
Esitai un attimo, ma poi ripensai a tutti gli scherzi e gli insulti ed afferrai Mr. Kiddy.

Quando scesi di sotto, Matt era sdraiato sul divano a guardare la tv. Sentii il cellulare vibrare e, leggendo il messaggio, scoprii che mio padre era arrivato. Salutai velocemente e feci per andarmene.

"Julia" Mi voltai verso la voce che aveva parlato. "Grazie."

"Di niente. Mi sono affezionata a Sarah." Matt annuì.

"Sei comunque acida e rompipalle!" Ghignò.

"E tu sei comunque odioso e idiota!" Ghignai anch'io. Aprii la porta ed uscii.

"Ciao stupido."

"Ciao rospo."

NOTE AUTRICE: Eccomiii...prestissimo anche direi...ahah. Avevo tantissima ispirazione per questo capitolo e volevo farmi perdonare il fatto che, forse, e dico forse, il prossimo capitolo arriverà un po' più in ritardo. Leggermente.
Ovviamente vi invito a recensire...il capitolo scorso ha avuto meno recensioni del solito:( mi avete abituata troppo bene ahahah....daiiiii recensiteeeee recensite recensite recensite ahahaha ok...più di così non so che fare...ahah
Dunque...non molti hanno risposto alla mia domanda sulle foto, quindi non so se tutti gradiranno o no...comunque ho deciso di mettere la foto del nostro Matt...secondo me è bellissimo, ma poi ditemi voi...questo è come me lo immagino io ma ognuno può immaginarlo come preferisce eh...ahaha
Bhe...let me know ahahah Mandatemi un messaggio personale o recensite, come volete...ahah
Vi saluto, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi faccio notare, per ultima cosa, la lunghezzaaa...come ho già detto ero ispirata e mi è venuto leggermente più lungo...mha, speriamo non fosse noioso...ciaoooo...baci...memoryofachild ;)

  
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