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Autore: Super Kami Guru 3    29/06/2013    1 recensioni
Dal primo capitolo:
"il ragazzo aveva dei disordinatissimi capelli biondi, con delle strane ciocche nere. Non si riusciva a capire come facessero i capelli a stargli tanto in disordine.
Aveva una felpa bianca, con pantaloni gialli, tenuti in vita da una cintura nera a cui erano attaccate due fasce dello stesso colore che ricadevano sui pantaloni. La cosa che colpì di più la donna furono i suoi occhi dorati, come il Sole a mezzogiorno." (...)
"Sull’Isola, gli abitanti possedevano questo strano potere, da loro chiamato Akili.
Esso consisteva nell’uso della psiche per svariati utilizzi, tra cui materializzare oggetti e illusioni, che però scomparivano quando la concentrazione calava.
Grazie a questo Tozoca, questo era il nome del ragazzo, aveva una forza molto superiore a quella che dimostrava il suo corpo, in sostanza esile."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VegetaHiwatari e Lightning00 in…

Mentis Imperium

Un popolo misterioso

-Mi scusi signora, mi fa passare?-
Un giovane ragazzo, dall’aspetto di un diciassettenne, stava tentando di farsi strada attraverso la folla della principale Via Commerciale del Pianeta.
La signora davanti a lui, girandosi, si stupì per il suo aspetto curioso: infatti il ragazzo aveva dei disordinatissimi capelli biondi, con delle strane ciocche nere. Non si riusciva a capire come facessero i capelli a stargli tanto in disordine.
Aveva una felpa bianca, con pantaloni gialli, tenuti in vita da una cintura nera a cui erano attaccate due fasce dello stesso colore che ricadevano sui pantaloni. Ai piedi aveva delle strane scarpe, che sembravano un misto tra delle scarpe da ginnastica e stivali da combattimento.
La cosa che colpì di più la donna furono i suoi occhi dorati, come il Sole a mezzogiorno.
Gentilmente la signora si scansò, lasciando passare il giovane.
 
“Certo che in questa civiltà sono tutti lenti di comprendonio! Nell’Isola ci capiamo tutti al volo!”
Era solo un po’ di tempo che era lì, in mezzo alla gente normale, e già sentiva la mancanza della sua patria.
Ma era uno scotto accettabile, per fare esperienze di vita.
“In più sento il bisogno di esercitarmi con l’Akili, ma non posso farlo in un luogo affollato, non voglio che scoprano il mio segreto.”
Sull’Isola, infatti, gli abitanti possedevano questo strano potere, da loro chiamato Akili.
Esso consisteva nell’uso della psiche per svariati utilizzi, tra cui materializzare oggetti e illusioni, che però scomparivano quando la concentrazione calava.
Grazie a questo Tozoca, questo era il nome del ragazzo, aveva una forza molto superiore a quella che dimostrava il suo corpo, in sostanza esile.
L’Isola, che si trovava nel bel mezzo dell’Oceano Alcelico, aveva una forma perfettamente circolare, ed era celata ventiquattr’ore su ventiquattro dall’Akili del più anziano abitante dell’Isola, nonché il Capo del Villaggio.
La sua struttura era molto semplice: al centro si trovava l’abitazione del Capo del Villaggio.
Per un raggio di una decina di metri intorno a questa c’era un prato verde. All’estremità del prato si trovavano molte illusioni, che mostravano un uomo fiero e muscoloso. Quello era l’antico aspetto del Capo del Villaggio, che ne andava molto orgoglioso.
Le case iniziavano a comparire ad altri quindici metri più in là e si estendevano per un circa duecento metri.
La gente che ci abitava chiamava il Villaggio con il curioso nome di Tavlin, e chiamavano sé stessi Tavlini.
Il bosco che circondava le case era la dimostrazione che questo popolo fosse in piena armonia con la natura.
 
Tozoca arrivò finalmente alla sua destinazione, una stazione di treni.
Una voce meccanica avvertiva che un treno che passava per il deserto stava per partire.
Il Tavlino, non avendo una meta precisa, decise di approfittarne e di andare nel deserto ad esercitarsi con l’Akili.
Arrivato nel deserto, Tozoca si concentrò, e fece comparire due indistinte figure rosse. Poi, sempre senza muovere un muscolo, diede alle due figure una forma umana.
Gli diede una volontà propria, e queste lo attaccarono, come aveva previsto.
Usando nuovamente l’Akili, il Tavlino si creò un paio di spigolose ali rosse.
Grazie ad esse, si sollevò in volo ed evitò l’attacco dei suoi avversari.
Poi, arrivato dietro ad uno di essi, gli tirò un calcio sul volto. La figura colpita volò per un paio di metri, ma Tozoca non poté compiacersi del bel colpo, perché la seconda figura lo colpì allo stomaco.
Il creatore delle due figure perse per un attimo la concentrazione, e sia i suoi avversari sia le sue ali scomparvero. Poi si riprese e le due incorporee entità riapparvero al loro posto, insieme alle ali.
Il Tavlino prese quindi tra le mani la testa di colui che l’aveva colpito, e lo sbatté a terra. Poi parò un colpo di quello che aveva colpito prima, e lo stese con facilità.
Quindi si rilassò, felice del risultato ottenuto, e tutto ciò che aveva creato scomparve.
Di certo aveva ancora molto da migliorare, ma si poteva ritenere soddisfatto dei suoi ultimi allenamenti.
 
Centro di ricerca. Città di Alax.
 
Una donna stava camminando per il bianco corridoio che portava al laboratorio.
Non era molto alta, probabilmente non arrivava al metro e sessanta, ma era sicuramente una donna di bell’aspetto, con capelli castani e le punte biondo dorato. Aveva degli occhi strani, che incatenavano al suo sguardo chiunque: uno era verde, l’altro blu. Indossava una maglietta aderente a maniche corte di color amaranto con una gonna dello stesso colore, che le arrivava alle caviglie. Al collo aveva una collana dorata con un rubino incastonato, regalatale dal Presidente del Pianeta in persona.
La donna entrò nel laboratorio con grande eleganza.
-Signorina Ludmilla! Cosa ci fa qui!?-
-Sono venuta a controllare i vostri progressi: mi avevano detto che avevate scoperto qualcosa…-
Lo scienziato gonfiò il petto, in segno di orgoglio.
-In effetti abbiamo riscontrato una strana anomalia nell’Oceano Alcelico, ma è durata solo una decina di minuti.-
Ludmilla si interessò.
-Che genere di anomalia?-
Il capo degli scienziati le fece vedere dei dati.
-Che cosa significano, professore?-
-Sembra che sia comparso qualcosa di grosso, all’improvviso, proprio al centro dell’Oceano.-
Ludmilla sbuffò.
-Sarà stata una balena…-
Lo scienziato scosse la testa.
-Non può essere una balena, il suo raggio supera i cento metri e sembra di forma circolare, non esistono balene così! Inoltre non è la prima volta che accade un’anomalia del genere, e la rileviamo sempre nello stesso punto.-
Ludmilla era ancora scettica a tal proposito.
-Fatemi esaminare i dati, voglio controllare di persona.-
Lo scienziato accompagnò la donna a un grande computer, che sembrava essere il punto nevralgico dell’intero sistema.
Armeggiando con i tasti lo scienziato fece comparire sullo schermo un grafico pieno di dati.
Ludmilla si sporse per vedere meglio.
“A quanto pare la risonanza rilevata è simile a quella di una superficie emersa di tipo terro/roccioso… questa lieve differenza potrebbe essere…”
La castana si voltò verso lo scienziato.
-È la prima volta che si manifestano queste “anomalie”?-
Lo scienziato fu colto alla sprovvista.
-E…effettivamente questa è la, per la precisione, la terza volta che succede una cosa del genere…-
In modo trionfante, Ludmilla strinse il pugno davanti a sé e pensò.
“Potrebbe essere quella…”
 
Dall’altra parte del mondo
 
Il Capo del Villaggio Tavlin ebbe un tremito.
-Ho un brutto presentimento…-
 
 
Angolo degli Autori
Vegeta Hiwatari:
Ciao! Qui è Vegeta Hiwatari, approdato nella sezione delle storie originali fantasy! Non sono da solo, ma dopotutto la presenza di Lightning si può ignorare…u.u (Ehi! Come ti permetti, stronzo!? Nd Lightning) ok, ok! Siamo entrambi importanti! O siamo entrambi inutili, dipende dai punti di vista.
Passando alla storia, per ora non vi abbiamo svelato molto, questo primo capitolo è molto semplice. Ma cosa starà cercando Ludmilla? Cosa farà Tozoca? E infine, perché il Capo del Villaggio ha un brutto presentimento? (in realtà pensa di avere la diarrea! Nd Lightning) Lo scoprirete solo continuando a seguirci!
Waka waka!

Lightning00
Ommioddio ce l’abbiamo fatta! Se vi dico che ci abbiamo messo UN ANNO a scrivere il primo capitolo mi credete? Uff…comunque, sono contenta di aver iniziato una storia doppia: fa bene ogni tanto fare nuove esperienze di scrittura! (anche se ci si mette duemilacinquecento anni ad accordarsi per scrivere un nuovo capitolo, ma vabbè…) Comunque, proprio perché io e Vegeta Hiwatari abbiamo, ehm, difficoltà a metterci d’accordo, mi sa che sarà una luuuuuuuuuuuunga storia questa…in ogni caso, a parte scherzi, speriamo di avervi incuriositi e di rivedervi nel secondo capitolo!
Ciàu!
  
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