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Autore: mannybimba    29/06/2013    0 recensioni
Lei è fiera di te, nonostante tu le stia andando contro. Sei sua figlia e... i figli non sono di chi li porta in grembo, ma di chi li cresce, chi li fa diventare grandi. Lei è tua madre anche al di fuori del fatto che… ti ha programmato. Tralasciando anche che non ti ha fatta con la persona che ama. Ti ha fatta perché ti amava. Amava solo l’idea di te. Ti amava già prima che nascessi, anche prima di conoscerti. Non le serviva avere accanto una persona che amava. Le bastavi tu.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Malcapitati
Un uomo e una donna sono seduti davanti ad una scrivania, in un ufficio, l’uno accanto all’atro e avranno circa quarant’anni, se non di più. Una voce di un uomo di fronte a loro gli chiede: “Da quanto tempo siete sposati?”. Uomo: “Diciassette anni”. Voce: “E da quanto tempo avete problemi di coppia?”. Donna: “Da sempre”. Voce: “E volete lasciarvi, dico bene?”. Uomo: “Lei vuole il divorzio, io no”. Voce: “Ah… come mai?”. Donna: “In realtà anche lui vorrebbe che noi ci lasciassimo, ma vuole che il nostro matrimonio vada avanti per i nostri figli”. Voce: “E perché vorreste lasciarvi?”. Donna: “Per tante cose”. Voce: “Cioè?”. Donna: “Io per i nostri figli”. Voce: “Quanti figli avete?”. Uomo: “Tre, due femmine e un maschio”. Donna: “E la nostra situazione”. Voce: “La vostra... situazione?”. Uomo: “Già, la nostra situazione”. Donna: “Il nostro matrimonio è sempre stato una situazione”. Voce: “Potreste spiegarvi meglio?”. Uomo: “Ci siamo sposati per uno scopo ben preciso”. Donna: “Non è stato per amore”. Di fronte alla donna e all’uomo c’è un altro uomo, quello con cui parlavano nella scena prima, che gli chiede: “Quanti anni hanno i vostri figli?”. Donna: “La più grande, Hailey, ha diciassette anni, poi c’è Kylie, che ha nove anni e infine c’è Stuart, il più piccolo, che ha sei anni”. L’uomo annuisce e chiede: “Posso sapere nello specifico qual è la vostra situazione?”. Donna: “Ehm…”. Si volta verso l’uomo seduto accanto a lei. Uomo: “Deve venir fuori prima o poi”. Donna: “Ok… allora glielo diciamo. Però, mi scusi, ma dov’è il suo avvocato?”. Uomo: “È un attimo in ritardo, ma tra poco arriva”. Donna: “Ok, allora non se è meglio aspettare anche la sua collega per dire… quello che c’è da dire”. In quel momento, nell’ufficio, entra una donna. Donna: “Eccomi, scusate il ritardo”. Si avvicina ai due. Donna: “Salve, sono Sylvia Trew” dice stringendo la mano ad entrambi. L’altra donna le risponde: “Faith Morner”. Uomo: “Damien Shel”. Sylvia: “Ah, io sono il suo avvocato, giusto?” dice andando a sedersi accatto all’atro avvocato. Damien: “Giusto”. Sylvia: “Ciao Luke”. Luke: “Ciao Sylvia”. Sylvia: “Allora… cosa mi sono persa?”. Luke: “Allori i due signori qui presenti sono sposati da diciassette anni, lei vuole separarsi, mentre lui no, per i figli, che sono tre, adesso stavamo giusto aspettando te per sapere un informazione importante sul loro matrimonio”. Sylvia: “Ok”. Luke: “Prego signora Morner”. Faith: “Sì. Abbiamo detto prima al suo collega, che il nostro matrimonio è stato attuato per una questione ben precisa”. Sylvia aggrotta le sopracciglia: “Solo il fatto che lei dice che il vostro matrimonio è stato attuato… mi preoccupa”. Damien: “Forse fa bene a preoccuparsi”. Faith: “Beh… comunque… il nostro matrimonio…”. Non sa come continuare la frase. Damien: “Siamo entrambi gay… omosessuali”. I due avvocati rimangono sotto shock. Sylvia: “E lo sapevate prima di sposarvi?”. Damien: “È proprio questo il punto”. Faith: “Ci siamo sposati per coprire la nostra omosessualità… e per avere dei figli”. Damien: “Ecco perché il nostro matrimonio è stato attuato”. Luke: “Ok… e i vostri figli lo sanno?”. Damien: “No, no, certo no”. Faith: “Hailey, sì, nostra figlia più grande lo sa”. Sylvia: “Perché vi siete sposati per nascondere la vostra omosessualità?”. Damien: “Perché erano altri tempi, perché un gay all’epoca era come un terrorista”. Faith: “I gay non erano ancora accettati come adesso”. Sylvia: “Sì, ma perché sposarvi?”. Faith: “Perché avremmo avuto tutti i diritti l’uno verso l’altro e i sui nostri figli, a pari merito”. Sylvia: “Quindi volevate sposarvi perché entrambe, per la vostra natura, non avreste potuto avere figli, ma, evidentemente, li volevate e per nascondere i vostri gusti sessuali?”. Faith: “Esatto”. Sylvia: “Ok e vi siete sposati con la consapevolezza di tutte queste cose?”. Damien: “Sì”. Sylvia: “E avete tre figli?”. Faith: “Sì”. Sylvia: “Tre?”. Faith: “Sì”. Damien: “Cos’è che la sconvolge tanto?”. Sylvia: “Se una persona è gay e tecnicamente non potrebbe avere figli, ma li vuole, si accontenta di uno, ma voi ne avete tre! Tre!”. Damien: “Non riesco a capire quale sia il problema della quantità”. Sylvia: “Sono tre persone, che, anche prima della nascita, erano e sono individui programmati e che, senza saperlo, avrebbero e probabilmente hanno dovuto affrontare o dovranno affrontare una vita e una situazione, completamente diversa dalle altre”. Damien: “Ancora non capisco”. Sylvia: “Voi siete gay, quando i vostri figli lo verranno a sapere o quando vostra figlia Hailey è venuta a saperlo avrà quasi certamente provocato uno shock in lei, l’avrà portata a pensare anche di non essere stata voluta!”. Damien: “Non siamo qui per discutere dei nostri figli, comunque, siamo qui per capire come fare in una situazione del genere”. Sylvia: “Direi che la situazione è più di una!”. Luke: “Ok…” dice cercando di fermare la discussione: “… direi che queste questioni non ci riguardano, piuttosto, andiamo al divorzio”. Sylvia: “No, spiegatemi una cosa perché non vi siete fermati al primo, perché non avete pensato alle ripercussioni che la vostra scelta avrebbe portato sui vostri figli?”. Faith: “Quando hai un figlio, scopri quanto è bello essere genitore, così ne vuoi fare un altro e forse anche un altro ancora”. Sylvia: “A casa mia questo si chiama egoismo”. Rimangono in silenzio. Damien: “Le nostre scelte passate non sono affari suoi!”. Sylvia: “Chi l’ha detto a Hailey?” dice rivolgendosi a Faith. Faith: “Io”. Sylvia: “E come l’ha presa?”. Damien: “Come facciamo a saperlo?”. Sylvia: “Non ne ha la più pallida idea?! Ma è sua figlia, cristo santo, è suo dovere sapere cosa le capita e cosa prova!”. Damien si rivolge a Luke: “Possiamo tornare al divorzio?”. Luke: “Sì” dice lanciando un’occhiata a Sylvia, che si calma. Luke: “In queste situazioni si cerca di trovare un accordo…”. Sylvia: “Ed eravate fedeli l’uno all’altro durante il matrimonio oppure avevate relazioni extraconiugali?”. Faith fissa il vuoto. Sylvia: “Perfetto”.
Una ragazzina è seduta su una panchina in un parco, accanto a lei c’è un’altra ragazza. Ragazza: “Hailey?”. La ragazzina si volta: “È?”. Ragazza: “Si può sapere cosa hai?”. Hailey: “Niente”. Ragazza: “Allora ripigliati!” dice scuotendogli la testa. Hailey si alza: “Tess, cazzo! Non hai ancora capito che ci sono momenti in cui mi devi lasciare stare?!”. Tess: “Scusami!”.  Hailey: “No… scusami tu”. Tess: “Cosa è successo?”. Hailey la guarda: “I miei… sono gay”.
Sylvia: “Lo sapete che le violenze psicologiche nelle relazioni famigliari sono reati?”. Damien: “Non è stata fatta alcuna violenza psicologica nella nostra famiglia!”. Sylvia: “Io direi di sì, invece”. Damien: “Quindi ha intenzione di denunciarci? Di andare dalla polizia e dichiarare cose di cui non sa nulla?”. Sylvia: “Potrebbe anche essere e sono un avvocato”. Damien: “Quindi?”. Sylvia: “Potrei benissimo di mia spontanea volontà accusarvi di violenze psicologiche e diventare l’avvocato dei vostri figli”. Damien: “Sì, giusto. Poi mi faccia sapere come è andata!”. Sylvia: “Sono sicura che in qualche modo lo verrà a sapere!”. Damien: “Io me ne vado” dice alzandosi: “Me lo trovo da me un avvocato”.  Damien se ne va. Anche Luke si alza e se ne va. Sylvia: “Senta… io non ce l’ho con voi, però, vorrei chiarire questa questione”. Faith: “Come?”. Sylvia: “Potrei incontrare Hailey?”.
Tess: “Oh cazzo!”. Hailey si risiede: “Già”. Tess: “Te l’hanno detto loro?”. Hailey: “Mia madre. Vuole lasciare mio padre”. Tess: “Cazzo… Kylie e Stuart lo sanno?”. Hailey: “No… o cazzo dovevo andare a prenderli a scuola!” dice alzandosi e cominciando a correre.
Le due arrivano davanti ad una scuola fuori ci sono solo una bambina e un bambino, seduti sulla gradinata di ingresso. Hailey: “O mio dio!”. Kylie: “Dovevi essere qui mezz’ora fa!”. Hailey si avvicina: “Lo so, lo so” dice prendendo il bambino per mano. Hailey: “Tutto bene a scuola?”. Stuart: “Sì”. Hailey: “Bene. Adesso andiamo a casa” dice cominciando a camminare e allontanandosi da Tess, che invece va dalla parte opposta.
I tre arrivano a casa. Seduta in cucina c’è Faith, che appena sente la porta si alza e va incontro a suoi figli. Faith: “Ciao”. Hailey: “Ciao”. I due bambini vanno in salotto e si mettono sul divano. Hailey si toglie la giacca e lo appende. Faith: “Hailey… posso parlarti un attimo?”. Hailey: “Ehm…” guarda i bambini in salotto che si sono messi guardare la TV: “… sì”. Le due vanno in cucina e si siedono al tavolo. Faith: “Stamattina, io e tuo padre siamo andati da degli avvocati…”. Hailey: “Per il divorzio?” interrompe. Faith: “Sì e… abbiamo detto della nostra situazioni. Uno dei due avvocati ha cominciato a chiederci della nostra vita ed è saltato fuori il fatto che tu sai… Ha detto che questo avrebbe potuto provocarti traumi psicologici e la violenza psicologica è… un reato, quindi… questo avvocato vorrebbe parlare con te”. Hailey: “Donna o uomo?”. Faith: “Donna”. Hailey: “Ed è il tuo avvocato?”. Faith: “No, doveva essere quello di tuo padre”. Hailey: “Avrei giurato fosse il tuo”. Le due si guardano. Hailey: “Perché hai detto che doveva essere l’avvocato del papà?”. Faith: “Perché non lo è più”. Hailey: “Perché?”. Faith: “Perché hanno discusso sulla… nostra situazione”. Hailey: “Ah… ok” dice alzandosi. Faith: “Allora va bene per te parlare con l’avvocato?”. Hailey annuisce. Se ne sta andando, ma torna indietro. Faith: “Hailey?!”. Hailey torna indietro. Faith: “Stasera io e papà non ci siamo, puoi tenere Kylie e Stuart?”. Hailey: “Sì… uscite?”. Faith: “Sì”. Hailey: “Insieme?”. Faith fa di no con la testa. Hailey: “No, certo che no, che stupida che sono. Per la cronaca… c’è qualcosa d’altro che dovrei sapere?”. Faith: “Tipo?”. Hailey: “Qualcosa che c’è sempre stato in tutti questi anni, ma che mi avete tenuto nascosto… come la vostra omosessualità. Io qualche idea me la sono già fatta”. Faith: “Sentiamo”. Hailey si risiede: “Tu e papà siete spesso usciti da soli, uno dei due restava a casa con noi, mentre l’altro andava fuori e ho già capito a fare cosa, ma spesso, quando uscivi tu, uscivi con Callie, mentre papà con Ty era una scusa per fingere di uscire con un amico, oppure…”. Faith: “Oppure?”. Hailey: “Hai capito cosa voglio dire”. Faith non risponde. Hailey: “Quando avete iniziato ad avere… altre relazioni?”. Faith: “Sei sicura di voler sapere queste cose?”. Hailey: “Più che sicura”. Faith: “Ok…”. Hailey: “Allora?”. Faith: “Relazioni… stabili?”. Hailey si passa una mano sulla fronte chiudendo gli occhi: “Non lo so… ne avete avute altre che… non lo erano?”. Faith: “Io no, tuo padre sì”. Hailey: “Ormai non è più niente per te, vero?”. Faith: “Di che parli?”. Hailey: “Di papà”. Faith: “È stato troppo per me per tutta la mia vita”. Hailey: “Sembra ti abbia obbligato qualcuno a sposarlo! Comunque… sei stata con Callie e papà con Ty?”. Faith: “Stiamo con loro tuttora”. Hailey: “Quindi il fatto che loro due stessero insieme, che fossero una coppia era tutta una… copertura?!”. Faith: “Sì”. Hailey si guarda intorno pensierosa. Dopo un attimo di silenzio, Hailey chiede: “La ami?”. Faith la guarda, sorride e dice: “Sì”. Hailey: “E a noi vuoi bene? A me, Kylie e Stuart?”. Faith: “Siete la cosa più importante che esista al mondo”. Hailey prende un respiro profondo: “Come faccio a crederti?”. Faith: “Non lo so. Spetta a te questo”. Hailey si alza: “Per oggi, direi che è abbastanza”. Faith: “Mi dispiace, Hailey”. Hailey, che si era avviata verso camera sua, si volta verso Faith e dice: “Lo credo bene. Quand’è che devo incontrare l’avvocato?”. Faith: “Questa settimana, non so che giorno”.  
La sera, Kylie e Stuart sono seduti a tavola. Stanno cenando. Arriva anche Hailey e si siede a mangiare anche lei. Faith è seduta, ma non sta mangiando. Hailey: “A che ora uscite?”. Faith: “Tra poco vado”. Hailey: “Papà torna a casa prima di uscire o no?”. Faith: “Non credo”. Kylie e Stuart hanno finito di mangiare. Stuart: “Possiamo andare a vedere la TV?”. Hailey: “I compiti? Li avete fatti?”. Kylie: “Dobbiamo finirli”. Hailey: “Allora andate a finirli, mettetevi il pigiama e dopo se avrete fatto i compiti bene potrete guardare la TV”. I due si alzano sbuffando. Faith sorride: “Saresti una brava mamma”. Hailey non dice niente. Faith: “Ti piacerebbe avere dei bambini un giorno?”. Hailey: “Non lo so”. Faith guarda l’orologio: “Va beh… io vado”. Hailey: “Ciao”. Faith si alza e va alla porta di casa. Da qui saluta i bambini: “Ciao bambini! Fate i bravi”. I bambini dalla camera rispondo: “Ok…”. Faith se ne va. Hailey finisce di mangiare e dopo lava i piatti. Arrivano Kylie e Stuart. Si sono messi il pigiama. Stuart: “Possiamo guardare la TV, Hailey?”. Hailey: “Avete finito i compiti?”. I due annuiscono. Hailey: “Li avete fatti bene?”. I due annuiscono ancora. Hailey: “Sicuri?”. I due annuiscono di nuovo. Hailey: “Ok, andate a vedere la tele”. I due corrono in salotto.
Dopo poco, Hailey, li raggiunge e si siede sul divano in mezzo a loro, abbracciandoli. Ha portato delle caramelle e i due hanno cominciato a mangiarle, guardando la TV. Stuart: “Hailey…” dice masticando una caramella: “… cosa vuol dire ‘gay’?”. Hailey si volta verso di lui: “Dove l’hai sentita questa parola?”. Stuart: “Da mamma e papà. Stavano parlando tra di loro e a un certo punto il papà l’ha detta”. Hailey: “Parlavano anche con voi o solo tra di loro?”. Stuart: “Solo tra di loro”. Hailey: “E tu perché ascoltavi?”. Stuart alza le spalle. Hailey: “Non devi origliare!”. Stuart: “Sì, lo so… allora cosa vuol dire?”. Hailey: “Gay… non lo so cosa significa la parola gay. In che frase l’ha detta il papà?”. Stuart: “Ha detto alla mamma: ‘Faith! Siamo gay! Questa è la verità’. Così ha detto”. Hailey: “Non saprei” dice rivoltandosi verso la TV. Stuart: “Va beh…”.
Hailey mette a letto Kylie e Stuart. Hailey: “Vi siete lavati i denti?”. Kylie: “Sì”. Hailey gli rimbocca le coperte: “Avete freddo?”. Stuart: “No”. Hailey: “Ok… allora… buonanotte” dice uscendo dalla stanza. I due in coro: “Buonanotte”.
Hailey va a sedersi sul divano e si mette a leggere un libro.
Si sente qualcuno che entra in casa, Hailey si sveglia, perché nel frattempo si era addormentata sul divano. È Faith. Hailey si alza e le va incontro. Faith: “Ciao. Pensavo dormiste tutti”. Hailey: “Stuart mi ha chiesto cosa significa la parola ‘gay’”. Faith si sta togliendo la giacca, ma appena sente quello che Hailey le dice, si blocca per un istante. Faith: “E tu che gli hai detto?”. Hailey: “Che non sapevo cosa significasse”. Faith: “Ah”. Hailey: “Ha sentito papà che ti diceva che eravate gay e che era quella la verità”. Faith: “Ok…” dice andando in salotto a sedersi sul divano. Hailey va in salotto e si appoggia allo stipite della porta: “Torna papà stanotte?”. Faith: “Non credo” dice dopo un attimo di silenzio. Hailey: “Torna a casa?”. Faith: “Non lo so. Ci stiamo separando: forse è più giusto così”. Hailey: “Che non torni?”. Faith: “Sì”. Hailey: “È più giusto per voi due forse, ma non per Kylie e Stuart. O glielo dite o papà torna a casa”. Faith: “Dobbiamo dirglielo”. Hailey: “E per il fatto che vi ha sentito dire ‘gay’?”. Faith: “Non lo so…”. Hailey: “Vorrà saperlo prima o poi”. Faith: “Devo parlarne con tuo padre”. Hailey: “Quando se non torna a casa?”. Faith: “Non lo so, Hailey, non lo so!”. Hailey va frettolosamente a mettersi in piedi di fronte a sua madre. Hailey: “Ma voi pensate che tutto si risolva da sé?! C’è un bambino di sei anni di là che si sta domanda cosa i suoi genitori siano poiché li ha sentiti definirsi con una parola che lui non conosce e quando la conoscerà rimarrà traumatizzato da tutto quello che ha sentito, da tutto quello con cui aveva vissuto! Tu dovresti voler evitare questo! Tu sei sua madre e dovresti voler il suo bene prima del tuo e invece stai lì seduta sul divano a non fare… niente!”. Faith la guarda: “Non vi è mai mancato niente, Hailey, non ti è mai mancato niente!”. Hailey: “No, non mi è mai mancato niente! Allora perché mi sento così sola?! I bambini dovrebbero nascere per amore, non per presunzione!”. Faith la guarda in modo triste. Hailey se ne sta andando in camera sua, ma si ferma sulla porta del salotto e senza voltarsi dice a Faith: “Si sentiranno malcapitati, mamma” rimane in silenzio per un attimo: “Io mi sono sentita così” e se ne va definitivamente in camera sua.
Il giorno dopo, Hailey, esce da scuola e si incammina verso casa, sena notare che fuori da scuola ad attenderla c’è Faith. Questa le corre dietro. Faith: “Hailey!”. Hailey si volta: “Che ci fai qui?”. Faith: “Sono venuta a prenderti e per portarti da quell’avvocato”. Hailey: “Ah… ok”. Vanno alla macchina e salgono.
Entrano nell’ufficio di Sylvia e si siedono nella sala d’aspetto. Dopo poco, dal suo ufficio, esce Sylvia. Sylvia: “Salve signora Morner” dice allungando la mano. Faith si alza e le stringe la mano: “Salve avvocato Trew”. Hailey si alza. Sylvia: “Tu sei Hailey, giusto?”. Hailey: “Sì”. Sylvia: “Ciao, sono Sylvia”. Si stringono la mano. Sylvia: “Sei pronta?”. Hailey: “Sì”. Sylvia: “Bene” dice sorridendo: “Ci vediamo dopo allora signora Morner”. Faith: “Sì, a dopo. Ciao Hailey”. Hailey: “Ciao”. Sylvia e Hailey entrano nell’ufficio di Sylvia. Sylvia: “Siediti pure”. Hailey si siede davanti alla scrivania. Sylvia, invece, alla scrivania. Sylvia: “Allora, Hailey, ho chiamato anche un’altra persona che assista alla nostra conversazione, un psicologa, poiché quello che interessa sapere a me è se tu hai subito danni da quello che ti è stato riferito dai tuoi, ma io non sono abilitata per fare una diagnosi, solo per capire se è il caso di intervenire”. Hailey: “Ok…”. Sylvia: “Perché, non so se lo sai, ma le violenze psicologiche sono diventate reati”. Hailey: “Sì, me lo ha detto mia mamma”. Sylvia: “Bene. Intanto che aspettiamo, posso comunque farti qualche domanda. Allora… i tuoi hanno deciso di divorziare, da quanto tempo lo sai?”. Hailey: “Da quando hanno deciso di farlo”. Sylvia: “Quindi te l’hanno detto subito”. Hailey: “Sì, praticamente”. Sylvia: “I tuoi fratelli più piccoli non lo sanno, giusto?”. Hailey: “Giusto”. Sylvia: “E sai se i tuoi…”. In quel momento entra nell’ufficio una donna. Donna: “Salve”. Hailey si volta. Sylvia: “Ciao Elisa”. Elisa: “Ciao”. Sylvia: “Hailey, questa è la dottoressa Elisa Turper”. Hailey: “Piacere Hailey”. Le due si stringono la mano, poi Elisa si siede accanto a Hailey. Sylvia: “Allora i tuoi fratelli non sanno che i tuoi voglio divorziare e sai quando i tuoi hanno intenzione di dirglielo?”. Hailey: “No”. Sylvia: “Ok, ma non gli hanno neanche accennato niente, magari spiegandogli semplicemente cos’è il divorzio?”. Hailey: “Per quanto mi riguarda, i miei fratelli non sanno nemmeno cos’è un omosessuale… un gay”. Sylvia: “Non lo sanno?!”. Hailey: “No”. Sylvia: “Come fai a esserne così sicura?”. Hailey: “Io non so se parlare con lei, perché lei potrebbe fare qualcosa contro i miei genitori e a parte il fatto della loro omosessualità, sono stati dei bravissimi genitori, quindi non so se dirle quello che ho passato, quello che sto passando, quello che succede e quello che non succede in casa mia”. Sylvia: “Hailey, io non ritengo i tuoi dei cattivi genitori, ma il loro errore non è una cosa così passabile, perché erano consapevoli del loro errore prima di farlo, tanto da averlo programmato”. Hailey: “Sì, ma avendoci cresciuto comunque bene e senza farci mancare nulla, non è abbastanza da lasciare andare questa cosa?”. Sylvia: “No, Hailey, perché… il tuo passato non è più importante, per quanto sia stato bello e giusto, perché il loro errore si ripercuoterà sul tuo futuro”. Hailey la guarda a bocca aperta: “Ok allora…” dice abbassando gli occhi. Sylvia: “Bene. Allora, come fai a essere sicure del fatto che i tuoi fratelli non sanno cos’è un gay o una lesbica?”. Hailey: “Perché, ieri sera, Stuart me lo ha chiesto, mi ha chiesto cos’è un gay, perché una sera stava origliando i miei che parlavano tra di loro e mio papà ha detto a mia madre che erano gay e che quella era la verità”. Sylvia si lascia andare sullo schienale della sedia: “Tu cosa hai risposto?”. Hailey: “Ho detto che non sapevo cosa significasse”. Sylvia: “E come credi che tuo fratello andrà a chiederlo ai tuoi?”. Hailey: “Suppongo di sì”. Sylvia: “Credi che i tuoi gli daranno una risposta?”. Hailey: “Non lo so. Mia madre ne parlerà con mio padre e mi è sembrata… incerta sul da farsi”. Sylvia: “In che senso?”. Hailey: “Nel senso che… non sa cosa fare e io, di certo, non l’ho aiutata: le ho urlato”. Sylvia: “Per quale motivo?”. Hailey: “Le ho chiesto se papà tornava a casa quella notte, dato che entrambi erano usciti, lei mi disse di no e io allora le chiesi se aveva intenzione di tornare a casa… in generale e lei mi ha risposto ancora una volta di no aggiungendo che si stanno separando e che forse era meglio così. Io allora ho cominciato ad urlarle contro dicendole che era più giusto per loro… come coppia, ma di certo non per Kylie e Stuart”. Sylvia: “E… come ti sei sentita, come l’hai presa quando i tuoi ti hanno detto che sono gay?”. Hailey: “Prima… sono scoppiata a ridere, credevo scherzassero, poi… ho capito che non era così e per un attimo non ho sentito più niente”. Sylvia: “Credi di averla superata?”. Hailey: “Credo che non la supererò mai e… non sono una che supera le cose facilmente, anzi non cerco nemmeno di superarle: piuttosto faccio finta di non vederle”. Sylvia: “Perché?”. Hailey non risponde. Sylvia: “Senti, Hailey, ci sono solo due cose che io so di te: la prima, che sei nella fase dell’adolescenza, che è credo il periodo più difficile di tutta la vita in cui… si hanno un sacco di problemi e credo che questo vale anche per te e la seconda, è il fatto dei tuoi genitori e che lo stai affrontando adesso, mentre stai crescendo e mentre sei adolescente. Molto probabilmente, io e te, avremo tanto tempo da passare insieme e io… voglio aiutarti, principalmente per la questione dei tuoi genitori, ma anche nel resto, perché, mettiamo già in chiaro una cosa, se tutto questo andrà in palio, se ci sarà un processo, tu passerai molto poco tempo con i tuoi, quindi non potranno aiutarti nelle tue crisi o problemi personali, però, ci sarò io. E io voglio aiutarti, qualsiasi cosa ti accada, in tutto, perché, purtroppo nella vita non c’è mai un problema solo e io non voglio aiutarti solo per quanto riguarda l’omosessualità dei tuoi, ma voglio sapere anche tutti gli altri problemi che hai, da primo all’ultimo, che siano cinque o trecento, dalla A alla Z, nessuno escluso, ok?”. Hailey annuisce. Sylvia: “Bene. Tornando a noi, perché fai finta di non vedere i tuoi problemi?”. Hailey: “Perché…. ho paura che se non ci fossero più in un certo senso non sarei più io e che non riesca più ad essere così come sono, così come voglio essere”. Sylvia: “In che senso?”. Hailey: “Nel senso, che se io decidessi di eliminare dalla mia vita i miei genitori, la mia vita cambierebbe e ho paura… che cambi troppo o in modo irreversibile e che io… non sia più in grado di fare tante cose o le cose che vorrei fare”. Sylvia: “Perché hai paura che soffrendo e affrontando le cose tu diventa… troppo prudente dopo? Troppo prudente da non avere il coraggio di fare delle altre cose?”. Hailey: “Sì, tipo”. Sylvia: “Ti assicuro che è il contrario, Hailey. Affrontando e soffrendo diventerai solo più forte”. Hailey non dice nulla. Sylvia: “Va beh… torniamo ai tuoi genitori. Come stanno affrontando questa… situazione?”. Hailey: “Sinceramente non lo so. Mi sembra che non la stiano affrontando”. Sylvia: “Non la stanno affrontando?”. Hailey: “Non lo so, non lo so”. Sylvia: “Ok… prima hai detto che quando i tuoi ti hanno parlato per un attimo non hai sentito più niente e dopo?”. Hailey: “Dopo… la prima cosa che ho pensato è di essere stata un errore. Sì, insomma, che fosse capitato, pensavo che i miei, per sbaglio, fossero finiti a letto insieme e mia madre per… sfiga fosse rimasta incinta, ma poi loro mi hanno spiegato tutto. Mi hanno spiegato come è andata veramente, che si sono sposati coscienti di quello e l’hanno fatto sia come copertura per la loro vera natura, sia per avere figli e… sono uscita fuori io e i miei fratelli”. Sylvia: “Ma?”. Hailey: “Ma cosa?”. Sylvia: “Sento che c’è un ma”. Hailey la guarda per un istante, rimanendo in silenzio, poi dice: “Ma perché io non riesco a crederci?”. Sylvia: “Perché non riesci a crederci?”. Hailey alza le spalle. Sylvia: “Cosa ti dice la tua mente per non farti credere che quello che dicono i tuoi è la verità?”. Hailey: “Penso… che è folle, che è stato folle se lo hanno fatto veramente, se ne erano coscienti”. Sylvia: “Perché?”. Hailey: “Perché nessun essere umano è in grado di arrivare a tanto. Come si fa a non pensare alle conseguenze? Infondo sapevano che un giorno sarebbe arrivato questo momento!”. Sylvia: “Quale momento?”. Hailey: “Quello della separazione, quello della verità, quello in cui uno dei due si sarebbe stancato di non poter avere una relazione con la persona che ama veramente e dover sempre far tutto di nascosto!”. Sylvia: “Nascosto?”. Hailey: “Sì… hanno sempre avuto relazione… extraconiugali”. Sylvia: “Cosa?!” dice scioccata. Hailey la guarda. Sylvia: “E te l’hanno detto loro anche questo?”. Hailey: “Io ho chiesto se dovevo sapere altro e… poi ho detto a mia madre, perché mio padre non c’era, che nella mia testa girava l’idea che lei avesse una relazione con Callie, una sua amica, mentre papà con Ty, suo amico ed era così, è così, stanno tuttora insieme e Ty e Callie facevano finta di stare insieme anche loro come copertura”. Sylvia si mette una mano sulla fronte: “Cristo!”. Hailey: “Sì, è un bel casino”. Sylvia annuisce. Hailey: “Cosa ha intenzione di fare?”. Sylvia: “Di aiutarti. Anzi aiutarvi”. Hailey: “Vuole denunciarli?”. Sylvia: “Credo proprio di sì”. Hailey la guarda. Sylvia: “Quanto ti ha influenzato questa… novità?”. Hailey: “Che strano modo di definirla. Comunque… è sufficiente dire che ho cominciato a domandarmi se provo attrazione per le mie amiche?”. Sylvia: “Sì… direi proprio di sì”.
Sylvia e Hailey escono dall’ufficio. Faith è ancora seduta ad attenderle. Le due si avvicina e questa si alza. Sylvia: “Arrivederci signora Morner” dice stringendole la mano e tornando nell’ufficio. Faith: “Arrivederci”. Le due escono dall’ufficio e salgono in ascensore. Hailey: “Mi sa che vi rivedrete in tribunale”. Faith la guarda sgranando gli occhi: “Cosa le hai detto?”. Hailey si volta verso di lei: “La verità, mamma. La verità”. Faith: “Vuoi che vi portino via? Via da noi?”. Hailey la guarda esterrefatta: “E io che vi ho anche elogiato!”. Faith: “Come? Ci hai elogiato?”. Hailey: “Sì”. Faith l’abbraccia: “Ma come hai fatto a venire fuori così bene e così bella?”. Hailey, che non risponde all’abbraccio, dice: “Non ci vuole molto per essere belli e… stai pur certa che da due gay, non ne esce una cosa buona”. Faith si stacca e la guarda. L’ascensore si apre e Hailey esce, seguita poco dopo da Faith.
Hailey sta tornando a casa da scuola. Arriva a casa e va in cucina, dove c’è Faith con una donna. Hailey: “Ciao” dice arrivando. Appena vede la donna rimane stupita. Donna: “Ciao”. Faith: “Ciao… cosa ci fai qui a quest’ora?”. Hailey: “Mancava un professore e ci hanno fatto uscire. Ciao… Callie. Disturbo?”. Faith: “No, certo che no!”. Hailey: “Papà?”. Faith: “Cosa?”. Hailey: “Torna? Oppure avete optato per stabilirvi voi qui, mentre lui e Ty da un’altra parte?”. Callie: “Hailey…”. Hailey: “Scusami, ma adesso di parlare con te non ho alcuna voglia! Eri come una seconda mamma per me e adesso non riesco nemmeno a pensarci, perché potresti anche esserlo! Mi hai fatto credere di essere mia amica, di essere amica della mia famiglia e magari lo eri, peccato che intanto ti scopavi mia mamma. Non te ne faccio una colpa, perché quella colpevole qui è mia madre, ma, scusami, perdonami, so che sicuramente è colpa mia, ma… non ho intenzione di parlare con te!”. Callie: “Mi dispiace Hailey”. Hailey: “Non dovreste chiedere così tante volte scusa adesso se aveste pensato a quello che facevate prima di farlo… ma ormai è troppo tardi! Mi riferisco a tutte due!”. Rimangono in silenzio. Faith: “Tuo padre, comunque, non torna a casa. A Kylie e Stuart diremo che in viaggio per lavoro”. Hailey: “Perfetto. Grazie per avermi informato” dice andandosene. Faith: “Hailey!”. Hailey torna indietro mal volentieri. Faith: “Puoi sederti un minuto?”. Hailey: “Posso chiedere perché lei è qui, prima?” dice riferendosi a Callie. Faith: “Perché è la mia fidanzata, Hailey” dice con tono molto serio e anche un po’ seccato. Hailey si siede e ridendo dice: “E dovrei accettarlo?”. Faith: “Vorrei che tu lo facessi”. Hailey: “Io vorrei che tu fossi una mamma normale, ma non lo sei, quindi… nessuna delle due sarà accontentata!”. Callie: “Cos’è la cosa che ti fa più arrabbiare?”. Hailey: “Cosa mi fa arrabbiare?!”. Callie: “No, so che tutto ti fa arrabbiare, ma qual è la cosa che ti fa… incazzare di più?”. Hailey: “Sai, la tua è davvero una bella domanda! Non so… credo che la cosa che mi faccia più incazzare sia il fatto di essere stata programmata o forse il fatto che i miei non sono mai stati fedeli l’uno all’altra nemmeno per cinque minuti! O forse il fatto che hanno deciso di fare non uno, ma tre figli”. Faith: “Te l’ha messa l’avvocato questa idea nella testa?”. Hailey: “Quella che forse avere solo un figlio sarebbe stata una scelta più responsabile sapendo la vostra situazione?”. Faith la guarda senza risponde. Hailey: “Non ci vuole tanto per capire che sarebbe stato più opportuno cercare di diminuire il numero di feriti!”. Faith si siede. Callie: “Saresti stata comunque tu quella ferita”. Hailey: “Che cazzo di ragionamenti! Secondo voi non mi importa nulla di Stuart e Kylie? Dato che prima o poi dovranno venire a saperlo. Oppure pensate che averne uno o averne tre non avrebbe fatto differenza?”. Le due non rispondono. Hailey: “Averne avuti tre… è stata una scelta sbagliata. In questo modo avete influenzato la vita di tre persone!”. Le due sono zittite. Hailey le guarda aspettando una risposta o una controffensiva: “Siete davvero brave a rimanere zitte!”. Faith: “Non so cosa dire, Hailey. Credo di poter solo dire che… mi dispiace, abbiamo sbagliato tante volte”. Hailey: “Posso alzarmi o dovete dirmi ancora qualcosa?”. Callie: “Vorrei… sposare tua madre, Hailey…e volevo chiedere a te prima, volevo sapere se acconsentiresti a questa cosa”. Hailey si volta verso Faith: “Uno, da quand’è che vi serve la mia approvazione? Due, mia madre non è ancora separata da mio padre e voi già parlate di matrimonio! State facendo un errore dietro l’altro!”. Callie: “Ci amiamo”. Hailey: “Vi sembra questo il punto?! Il problema è che dovrò dirlo all’avvocato e… non credo che ne sarà felice”. Rimane in silenzio per qualche secondo, poi continua: “Dovrebbe venire tutto a suo tempo e comunque direi che la vostra idea è davvero… folle, per… quelli che vi stanno accanto e in più credo che ci siano tante cose da stabilire e chiarire prima di… un’eventuale matrimonio! Comunque… nella merda ci finite anche voi, quindi… direi di cominciare a sbattermene le palle di voi, di te e papà! D’ora in poi penserò solo a me, a Kylie e a Stuart” dice alzandosi e andandosene.
Hailey e Faith sono da Sylvia, la quale è seduta alla scrivania di fronte alle altre due. Hailey: “Lei e… Callie si vogliono sposare!”. Sylvia si volta verso Faith, che guarda verso il basso. Sylvia: “Bene!”. Faith: “C’è un modo…” dice alzando lo sguardo: “… per porre fine a questa cosa”. Sylvia: “Quale cosa?”. Faith: “Il processo…”. Hailey: “Cosa?! Adesso che l’hai tirata fuori, vuoi rimangiarti tutto?!”. Sylvia: “Ok, calmati, Hailey!” dice voltandosi verso Hailey. Le due si guardano per un attimo, poi Sylvia si gira verso Faith. Sylvia: “Sì, ci sarebbe un modo!”. Hailey sgrana gli occhi. Faith: “Quale?”. Sylvia: “Niente divorzio”. Hailey, con gli occhi sempre più fuori dalle orbite, si volta verso Faith, la quale guarda Sylvia. Faith: “Cosa?”. Sylvia: “Non divorziate!”. Faith: “Credo che… ci devo pensare”. Sylvia: “Si prenda tutto il tempo di cui a bisogno! Adesso vorrei parlare con Hailey, in privato, se non le dispiace”. Faith: “Oh… no, no, me ne vado”. Sylvia: “Grazie per essere venuta” dice alzandosi. Faith e Sylvia si stringono la mano, poi la prima se ne va. Sylvia si risiede. Hailey: “Da dove è saltata fuori questa?”. Sylvia: “Non diranno mai di sì, ma supponendo che lo facciano, noi non lo accetteremo. Si andrà in tribunale in ogni caso!”.
Hailey torna a casa da scuola. Va in cucina e qui c’è Faith seduta al tavolo, che una tazza di caffè. Hailey: “Ciao mamma”. Faith: “Ciao Hailey”. Hailey si siede di fronte a lei. Faith: “Come è andata a scuola?”. Hailey: “Bene”. Faith: “Vuoi del caffè?”. Hailey: “Sì, grazie”. Faith si alza e gliene versa un po’ in una tazza. Torna al tavolo e da la tazza a Hailey. Hailey: “Grazie”. La prende e ne beve un goccio. Faith si risiede. Faith: “Hailey… io e tuo padre non possiamo rinunciare al divorzio”. Hailey: “Lo immaginavo” dice con tono seccato. Faith: “Hailey, mi dispiace tanto, ma mettiti nei nostri panni!”. Hailey: “Mamma non cercate di fare le vittime perché non lo siete! Non vi ci ha messo nessuno in questa situazione, ci siete saltati dentro da soli!”. Faith: “Lo so che possiamo sembrare insensibili e spregevoli, ma… adesso riteniamo che la nostra preoccupazione maggiore o comunque il nostro obbiettivo più importante è poter amare liberamente e totalmente chi vogliamo”. Hailey: “È buffo come… una persona possa cambiare obbiettivo, così, di punto in bianco, decidendo di fregarsene totalmente di quello che aveva costruito e del suo obbiettivo precedente”. Faith: “Sì, hai ragione… ma credo che tu non possa comprendere fino in fondo”. Hailey: “Che cosa?! Che cosa c’è da capire?!”. Faith: “Hai mai amato qualcuno, Hailey? Ti sei mai innamorata?”. Hailey: “No, mai, ma spesso ho voluto essere amata e pur avendola vissuta, mi dispiace, ma non riesco proprio a capirvi, non riesco proprio a capire come funziona il vostro cervello! Voglio sperare, che, un giorno, non farò i casini che siete riusciti a fare voi!”. Faith: “Mi dispiace… mi dispiace che tu non riesca a comprendere nemmeno una parte di quello che stiamo facendo o di quello che abbiamo fatto”. Hailey: “Una parte di quello che state facendo la capisco, invece, di quello che avete fatto, mi dispiace, ma credo che ci sia poco da capire. Avete fatto una cazzata, questa è la verità!”. Faith la guarda con uno sguardo triste. Hailey: “Papà piuttosto? È ancora in viaggio di lavoro?”. Faith beve un goccio di caffè e non risponde. Hailey: “Non potete far pensare a Kylie e Stuart che papà sarà in viaggio di lavoro tutta la vita!”. Faith: “Torna settimana prossima”. Hailey: “Torna a casa?”. Faith: “Sì, credo di sì”. Hailey annuisce: “Meglio di niente e… quando avete intenzione di spiegare la situazione a Kylie e Stuart?”. Faith: “Non lo so, Hailey”. Hailey: “Direi che dovresti, anzi, dovreste cominciare a chiedervelo” dice alzandosi e andandosene. Va in camera sua. Qui, tira fuori dalla tasca il suo cellulare e compone un numero. Donna: “Pronto?”. Hailey: “Salve sono Hailey Shel, vorrei sapere se potrei venire in studio per parlare con la signorina Trew”. Donna: “Può attendere?”. Hailey: “Sì, certo”. Dopo un po’ di silenzio, si sente di nuovo una voce dall’altra parte del telefono. Sylvia: “Hailey?”. Hailey: “Sì, ciao Sylvia”. Sylvia: “Ciao. Sì, vieni pure quando vuoi”. Hailey: “Ok, grazie. Tra, diciamo… mezzora sono lì, va bene?”. Sylvia: “Perfetto ti aspetto”. Hailey: “Ok, grazie”. Chiude la chiamata.
Hailey entra nello studio di Sylvia. Sylvia: “Ciao!”. Hailey: “Ciao”. Sylvia: “Accomodati”. Hailey entra e si siede di fronte alla scrivania. Sylvia: “Allora… cosa ti ha spinto a venire?” dice andando a sedersi alla scrivania. Hailey: “Mi sono sorte delle domande, che prima non ti avevo mai fatto prima e non so il perché”. Sylvia: “Spara!”. Hailey: “Uno. Ma tu puoi iniziare un processo solo perché sai dei fatti?”. Sylvia: “Speravo che prima o poi mi facessi questa domanda. Dunque… dovrebbe esserci una denuncia”. Hailey: “Ah”. Sylvia: “E questa denuncia… sarebbe meglio se la facessi tu”. Hailey la guarda con un’espressione dubbiosa: “Io?”. Sylvia annuisce: “Però… la potrei fare anche io e se non la farai tu la farò io”. Hailey: “Ok. Quindi non è importante. Due, ma tu essendo un avvocato divorzista, puoi occuparti di questo caso?”. Sylvia: “Ecco, altra cosa che ti dovevo dire. Il tuo avvocato non sarò io, sarà un avvocato che si occupa di violenze sui minori, ma io assisterò a tutti i processi”. Hailey: “Ok”. Sylvia: “Va bene per te?”. Hailey: “Sì”. Sylvia: “Te la senti?”. Hailey non risponde. Sylvia: “Te la senti di andare fino in fondo a questa cosa?”. Hailey: “Ecco, un’altra domanda: vincendo il processo, cosa può succedere?”. Sylvia: “Dipende dalla decisione del giudice”. Hailey: “Quale è… la pena più grave che può dare… il giudice?”. Sylvia: “Può affidarvi ad un’altra famiglia”. Hailey è scioccata. Sylvia: “Ma non ci devi pensare adesso… o meglio, ci devi pensare, però devi anche pensare cos’è più giusto per te e per i tuoi fratelli”. Hailey: “Credo che sia giusto che i miei genitori… vengano puniti per quello che hanno fatto, ma ritengo anche che io, Kylie e Stuart… dobbiamo rimanere con loro, perché… sono il nostro papà e la nostra mamma”. Sylvia: “Sì, è vero, però… ti hanno già traumatizzato e traumatizzeranno anche Kylie e Stuart. Credi che vi faccia bene rimanere con loro? Questo significherebbe, probabilmente, trovarsi con la propria mamma che sta insieme a un’altra persona che però è dello stesso sesso e così anche per il papà? E avere costantemente il pensiero fisso sul come e il perché i vostri genitori abbiano fatto quello che hanno fatto? Insomma, forse, sareste in una brutta situazione”. Hailey: “Non lo so” dice voltandosi da un’altra parte. Rimangono in silenzio. Sylvia: “Hai pianto, Hailey, per questa cosa?”. Hailey si volta e, dopo ancora un attimo di silenzio, fa di no con la testa. Sylvia: “Non ne senti il bisogno?”. Hailey: “Sì, però… devo essere forte per me e… i miei fratelli”. Sylvia: “Non vorresti parlare con la dottoressa Turper”. Hailey: “No… sono io la psicologa di me stessa”. Sylvia: “Non credo ti faccia bene essere così tante cose tutte insieme”. Hailey alza le spalle. Sylvia: “E tuo padre? È tornato?”. Hailey: “Torna a casa settimana prossima”. Sylvia: “E cosa ne pensi?”. Hailey: “Di che cosa? Del fatto che torna?”. Sylvia: “Sì, ma anche… credi che sia una cosa buona?”. Hailey: “Credo che, fino a quando i miei fratelli non sapranno niente, debba essere così. Non sarà facile per mia madre e mio padre, però…”. Sylvia annuisce. Hailey: “Ho paura che combinino qualche casino”. Sylvia: “I tuoi?”. Hailey: “Sì”. Sylvia: “Speriamo di no”.
Damien entra in casa con una valigia in mano. Kylie e Stuart gli corrono in contro gridando: “Papà!”. Damien si abbassa e li abbraccia dicendo: “Ciao!”. Arriva Hailey. Damien: “Come state?”. Stuart: “Bene”. Damien si rialza e vede Hailey: “Ciao Hailey”. Hailey: “Ciao”. Arriva anche Faith. Faith: “Ciao!”. Si avvicina e gli da un bacio. Hailey li guarda esterrefatta. Kylie e Stuart vanno in salotto. Damien: “Come stai Hailey?”. Hailey: “Tutto bene il tuo viaggio di lavoro?”. Damien abbassa lo sguardo e si gira verso Faith.
Squilla il cellulare di Hailey. Risponde andando in camera sua. Hailey: “Pronto?”. Tess: “Ciao”. Hailey: “Ciao Tess…”. Tess: “È tornato?”. Hailey: “Sì” dice sedendosi sul suo letto. Tess: “Stai bene?”. Hailey: “Mi mamma, quando è arrivato, è andata a dargli un bacio. È la prima volta che vorrei che non lo avesse fatto”. Tess: “È normale, Hailey”. Hailey: “Sì, però… non dovrei pensarlo”. Tess: “Non è colpa tua, è colpa loro”. Hailey: “Appunto”.
Una notte, Hailey è in camera sua e sta studiando. Nella sua stanza entra Stuart. Hailey si volta: “Stuart! Cosa ci fai in piedi a quest’ora?” dice a bassa voce per non svegliare gli altri. Stuart: “Non riesco a dormire”. Hailey: “Vai da mamma e papà!”. Stuart: “Sono andato, ma la loro camera è chiusa a chiave”. Hailey: “Cosa?”. Stuart alza le spalle. Hailey: “Aspetta, vado a vedere”. Hailey esce dalla camera e va alla porta di quella di Faith e Damien. Tenta di aprirla, ma è chiusa a chiave. Va in salotto si guarda intorno e sta per tornare in camera, quando si accorge che sul divano c’è Faith, che dorme. Si avvicina per vedere meglio, poi torna in camera sua. Qui trova Stuart e Kylie. Hailey: “E tu cosa ci fai qui?”. Kylie: “Non voglio rimanere di là da sola”. Hailey: “Dai mettetevi nel mio letto”. i due si mettono nel letto di Hailey. Hailey: “E dormite!”. Hailey si risiede alla scrivania e riprende a studiare.  
La mattina dopo, presto, Hailey si sveglia. Si è addormentata sulla scrivania. Si alza e esce in corridoio. Si stira, quando dalla camera da letto di Faith e Damien. Esce un uomo. Hailey nel vederlo sgrana gli occhi. Lui non vede lei e se ne va in bagno. Hailey va in salotto. Qui c’è ancora Faith che dorme. Hailey la sveglia. Hailey: “Mamma!”. Faith emette un suono. Hailey: “Mamma!”. Faith si sveglia: “Sì?”. Hailey: “Ty ha passato la notte qui?”. Faith: “Come?”. Hailey: “Ho visto Ty che usciva dalla camera da letto tua e di papà”. Faith la guarda. Hailey: “Ha passato la notte qui immagino?!”. Faith non risponde. Hailey: “Cazzo! Non avete proprio un limite!”. Va alla porta della camera da letto. Prova ad aprirla, ma è chiusa a chiave. Allora cerca di sfondarla. Poi si allontana e da un calcio fortissimo. La porta si sfonda. Hailey entra. Qui c’è Damien nel letto con Ty. Arriva Faith. Hailey nel vedere i due nel letto insieme sgrana gli occhi. Damien: “Hailey!”. Hailey: “Come ho fatto a venire da dei mostri come voi?”. Damien: “Sei impazzita?! Perché hai sfondato la porta?”. Hailey: “CHE CAZZO CI FA QUI TY?!”.
Dalla camera di Hailey escono Kylie e Stuart sfregandosi gli occhi. Faith li vede e corre da loro. Kylie: “Che succede?”. Faith: “Niente, niente piccoli. Tornate a dormire” dice accompagnandoli a letto.
Damien guarda Hailey, mentre Ty è sceso dal letto e si è rivestito. Hailey: “HO CHIESTO COSA CI FA QUI TY?!”. Damien: “Secondo te?!”. Hailey: “NE HO CONOSCIUTI DI COGLIONI IN VITA MIA, MA TU… VOI LI BATTETE TUTTI! NON AVETE UN LIMITE CAZZO! SAPETE SOLO PENSARE A VOI, ALLE VOSTRE RELAZIONE E A TROVARE UN MODO PER SCOPARE DI NASCOSTO SENZA FARSI VEDERE DA NESSUNO! BEH, COMPLIMENTI, SIETE VERAMENTE PESSIMI NELLO NASCONDERVI!”. Damien: “Non ti puoi rivolgere così a tuo padre!”. Hailey: “NON SEI Più MIO PADRE DA CIRCA UN MINUTO FA!”. Hailey esce dalla stanza, poi ritorna e dice: “E TU…” dice indicando Ty: “…COME TI PERMETTI DI VENIRE IN CASA NOSTRA PER SCOPARTI MIO PADRE, QUANDO IN CASA C’è SUA MOGLIE E I SUOI FIGLI?!”. Ty non dice nulla. Hailey se ne va. Va in camera sua, passando davanti a Faith. Faith la segue, ma Hailey la chiude fuori da camera sua. Qui Kylie e Stuart sono svegli nel suo letto. Hailey: “Kylie, Stuart andate in camera vostra, mettete in una borsa i vestiti che vi servono per oggi e domani, mettetevi le scarpe e poi tornate da me”. Stuart: “Perché?”. Hailey: “Fatelo e basta”. Kylie e Stuart si alzano e se ne vanno. Hailey apre il suo armadio, prende un borsone. Prende dei vestiti e li caccia dentro. Entra Faith. Faith: “Che stai facendo?”. Hailey: “Prova a indovinare”. Faith: “Te ne vuoi andare?”. Hailey: “Già, era questa l’idea”. Faith: “E dove credi di andare con due bambini?”. Hailey: “Non ti preoccupare mamma. Non ti preoccupare, come hai sempre fatto. Non ti preoccupare come non ti sei mai preoccupata in questi diciassette anni, sono sicura che ce la farai benissimo a rimanere calma e ad evitare quello che ti succede intorno!” dice continuando a mettere roba nel borsone. Arrivano Kylie e Stuart, con uno zaino in spalla. Indossano ancora il pigiama con in più una giacca sopra e un paio di scarpe nei piedi. Hailey: “Pronti?” gli chiede. Kylie: “Per cosa?”. Hailey si avvicina: “Salutate la mamma”. Kylie e Stuart in coro: “Ciao mamma”. Faith non risponde. Hailey li prende per mano e si dirige verso la porta di casa. Faith: “Hailey!”. Le corre dietro. Faith: “Cosa pensi di fare?!”. Hailey: “Penso di fare del bene a tutti qui dentro. Quindi, ciao mamma”. Faith la guarda con le lacrime agli occhi. Dalla camera appare Damien. Hailey nel vederlo, esce di casa con i due bambini. Scendono per strada e cominciano a camminare. Hailey: “Statemi vicino”. Kylie: “Ma dove stiamo andando?”. Hailey: “In un bel posto”. Kylie: “E che posto c’è più bello di casa nostra?”. Hailey non risponde: “Avete fame?”. Stuart: “Sì”. Hailey: “Allora andiamo a fare colazione”. 
I tre sono seduti in un bar. I due bambini stanno mangiando dei pancake. Hailey prende il suo cellulare dalla tasca della sua giacca e compone un numero. Sylvia: “Pronto?”. Hailey: “Ciao…”. Sylvia: “Ciao!”. Hailey: “Ho bisogno… del tuo aiuto”.
Sylvia entra nel bar. Hailey la vede. Sylvia corre dai tre. Sylvia: “Ciao”. Hailey si alza e Sylvia l’abbraccia. Hailey durante l’abbraccio scoppia a piangere, ma si trattiene. Sylvia le accarezza la testa e gliela bacia. I due bambini guardano le due continuando a mangiare. L’abbraccio finisce e Sylvia si volta verso i bambini. Sylvia: “Ciao! Voi siete Kylie e Stuart!”. Stuart: “Sì” dice con la bocca piena. Hailey: “Non si parla con la bocca piena!”. Kylie: “Sì, siamo noi”. Sylvia: “Ciao, io sono Sylvia e sono… un’amica di Hailey. Adesso andiamo tutti a casa mia e resteremo lì per qualche giorno, poi… decideremo il da farsi, ok?”. Stuart: “Sì”.
 Tutti entrano in un appartamento. Sylvia entra per prima: “Eccoci”. I tre entrano e cominciano a guardarsi intorno. Sylvia li guarda. Dopo un attimo di silenzio dice: “Venite, vi faccia vedere la vostra camera”. I tre seguono Sylvia in un corridoio. Sylvia: “Qui c’è il bagno” dice indicando una porta sulla destra. Arrivano in fondo al corridoio ed entrano in una camera. Sylvia: “Ecco… questa è la vostra camera. Mettete pure qui le vostre cose”. Stuart e Kylie entrano dopo Hailey e appoggiano le loro borse, togliendosi poi le giacche. Sylvia li guarda dalla porta della camera. Quando questi si sono tolti la giacca, chiede: “Volete vedere un po’ di TV?” rivolgendosi ai bambini. Stuart e Kylie sgranano gli occhi, poi girandosi per guardarsi a vicenda in segno di complicità e rigirandosi verso Sylvia, sorridono e dicono: “Sì!” in coro. Sylvia: “Venite allora”. I due corrono fuori dalla stanza e Sylvia li accompagna in salotto. Hailey rimane in camera e si siede sul letto. Si guarda intorno. Sylvia torna da lei. Entra nella stanza e si siede accanto a Hailey. Le due guardano davanti a loro. Hanno entrambe lo sguardo fisso e vuoto. Rimangono così per qualche minuto, poi Hailey porta le mani sul viso e scoppia a piangere, lasciandosi camere sulla sua sinistra, appoggiando così una guancia sulle ginocchia di Sylvia. Questa le accarezza il viso: “Hailey, piangi se ne hai bisogno, non tenere tutto dentro!”. Hailey continua a piangere con le mani sul viso. Sylvia si abbassa e da un bacio a Hailey sulla testa. Le accarezza i capelli. Hailey smette di piangere e toglie le mani dal viso. Si sdraia sul letto togliendosi le scarpe e tenendo la testa appoggiata sulle ginocchia di Sylvia. La guarda. Hailey: “Farò io la denuncia”. Sylvia: “Ok. Vuoi raccontarmi che cosa è successo?”. Hailey si schiarisce la gola e dice: “Stanotte Stuart… è arrivato in camera mia dicendomi che non riusciva a dormire. Io stavo studiando e gli dissi di andare da mamma e papà. Lui mi rispose che la porta della camera era chiusa a chiave”. Si ferma per qualche secondo. Hailey: “Decido di andare a controllare e… trovo anche io la porta chiusa a chiave. Vado in salotto per vedere se per caso ci fosse sveglio mio padre, dato che soffre di insonnia, ma non c’era nessuno. Me ne stavo per andare quando vedo che sul divano c’è mia madre, che dorme. Fin lì, non mi era sembrato ci fosse nulla di strano. Ho pensato che non volessero dormire e per questo mia madre era sul divano. Torno in camera e nel frattempo si era svegliata anche Kylie. Metto a dormire lei e Stuart nel mio letto ed io riprendo a studiare. Stamattina, mi sono svegliata presto, credo per il fatto che… mi ero addormentata seduta alla scrivania. Mi alza e vado in corridoio e vedo… uscire dalla camera da letto dei miei… Ty… il tizio che sta con mio padre, che indossa… soltanto le mutande. Lui non mi vede e va in bagno. Vado in salotto e sveglio mia madre e le domando se Ty avesse passato la notte a casa nostra. Lei non risponde, così incazzata nera, vado alla porta della camera e la trovo ancora chiusa a chiave. La sfondo con un calcio, cosa che ho sempre visto fare nei film e che… ho sempre voluto fare. La porta si apre e la prima cosa che vedo è mio padre nel letto… con Ty. E non sento… più niente. Quando riprende coscienza, sento mio padre che mi dice che sono impazzita. Io gli chiedo cosa ci facesse lì Ty e lui mi chiede: ‘Secondo te?’. io gli rispondo che sono dei coglioni e che non hanno limiti, me ne vado poi torno per cazziare anche Ty. Mia madre intanto è andata da Kylie e Stuart che dal casino si sono svegliati e… li ha rimessi a letto. vado in camera via e decido di portarli via. Gli ordino di preparare una borsa con dei vestiti dentro e poi… sono uscita di casa con entrambi i bambini per mano e… poi non mi ricordo più nulla so solo che sei arrivata tu a salvarmi”. Sylvia: “Hai avuto molto coraggio”. Hailey: “No… non potevo permettere che Kylie e Stuart rimanessero lì con quei due pazzi e neanche io sarei riuscita a restare e a proposito grazie. Grazie mille per la tua ospitalità”. Sylvia: “È un piacere. Ti devo dire una cosa, Hailey”. Hailey: “Che cosa?”. Sylvia: “Tra due settimane inizia il processo”. Hailey si tira su: “Cavolo… mi hai preso alla sprovvista”. Sylvia: “Il tuo avvocato vuole incontrarti e ha già convocato i tuoi nonni e tua zia”. Hailey: “Come testimoni?”. Sylvia: “Sì”. Hailey: “Perché? Sapevano la verità?”. Sylvia annuisce. Hailey fa di no con la testa e sbuffa. Va alla finestra della camera. Sylvia: “Ce la faremo”. Hailey: “Sì… lo so”. Sylvia: “E… sei pronta?”. Hailey: “Sì, anche… per un’eventuale affidamento”. Sylvia: “Bene”. Rimangono in silenzio. Hailey: “Mi sa che è arrivato il momento” dice voltandosi verso l’altra. Sylvia: “Sì, temo di sì”.
Hailey e Sylvia sono sedute al tavolo della cucina di Sylvia. Di fronte a loro ci sono Kylie e Stuart. Kylie: “Perché siamo andati via di casa?”. Hailey: “Ecco… volevo… volevamo parlarvi appunto di questo. Siamo venuti via da casa, perché io ho voluto portarvi via da là, perché…”. Abbassa lo sguardo, poi continua: “… è successa una cosa con… mamma e papà che… mi ha fatto arrabbiare”. Rialza lo sguardo. Hailey: “Mamma e papà vogliono divorziare”. Stuart: “Cosa vuol dire?”. Kylie la guarda con gli occhi lucidi. Hailey: “Vuol dire… che vogliono separarsi, che vogliono lasciarsi. Non vogliono più vivere insieme”. Stuart: “Perché?”. Hailey abbassa lo sguardo. Sylvia le mette una mano sulla schiena. Hailey si volta verso di lei. Sylvia: “Ce la fai?”. Hailey chiude gli occhi e annuisce, poi si volta verso Stuart e dice: “Perché… amano delle altre persone”. Kylie: “Quindi non vorranno più essere i nostri genitori?”. Hailey: “No, no! Saranno sempre i nostri signori, però… adesso non vogliono stare più l’uno con l’altra, ma… con altre persone”. Stuart: “E saranno queste persone i nostri nuovi genitori?”. Hailey: “Saranno un po’ come dei secondi genitori, ma non sostituiranno quelli veri”. Kylie: “Le conosciamo queste persone?”. Hailey si volta verso Sylvia. Questa annuisce. Hailey: “Sono Callie e Ty” dice rigirandosi verso Kylie. Kylie: “Ty sta con la mamma?”. Hailey si gira di nuovo verso Sylvia. Questa annuisce ancora. Hailey si volta verso Kylie: “No… la mamma sta con… Callie” dice chiudendo gli occhi. Kylie: “Perché?”. Hailey: “Perché capita che due femmine o due maschi stiano insieme e si… innamorino tra di loro”. Stuart: “E papà si è innamorato di Ty?”. Hailey annuisce prendendo un respiro profondo. Kylie va da Hailey e scoppia a piangere abbracciando Hailey. Questa la prende in braccio e abbracciandola cerca di consolarla. Stuart rimane seduto con lo sguardo fisso verso il basso. Stuart: “E tu chi sei, Sylvia? Sei innamorata di mia sorella di Hailey?”. Hailey sgrana gli occhi. Sylvia: “No, no, Stuart. Sono un avvocato e voglio aiutarvi”. Stuart: “Per cosa?”. Sylvia: “Devo aiutarvi a far capire ai vostri genitori hanno sbagliato”. Stuart annuisce. Hailey continua a cercare di consolare Kylie. Stuart: “Hanno sbagliato tanto?”. Hailey: “Sì”. Kylie smette di piangere, ma rimane ancora avvinghiata a Hailey. Stuart si alza e va anche lui da Hailey e abbraccia sia questa che Kylie.
La sera i bambini sono davanti alla TV, mentre Hailey e Sylvia sono sedute a tavola in cucina. Hanno appena finito di mangiare. Hailey: “Cosa faccio adesso? Cosa faccio con loro?” dice facendo un cenno verso Kylie e Stuart. Sylvia: “Adesso resterete qui. Tu dovrai tornare a casa per prendere i loro vestiti, i tuoi vestiti e tutto quello che vi occorre”. Hailey: “Davvero vuoi tenerci qui?”. Sylvia: “Sì. Mi fa piacere che voi siate qui”. Hailey: “Grazie, Sylvia”. Sylvia sorride: “Tornerai a casa e se ci saranno i tuoi genitori o uno dei due, gli darai la lettera, dove c’è scritto che sono convocati al processo. Se non ci saranno, gliela lascerai in cucina e… sarà l’ultima volta che metterai piede in quella casa”. Ad Hailey gli vengono le lacrime agli occhi: “Mi hai… cambiato la vita e per questo ti sarò eternamente grata”. Sylvia sorride: “Anche tu hai cambiato la mia”.
Più tardi i due bambini sono nel letto, nella camera di Sylvia. Sono tutti e due sotto le coperte. Hailey è seduta accanto a loro. Arriva Sylvia, che apre la porta socchiusa. Sylvia: “State bene?”. Hailey: “Sì”. Sylvia: “Avete freddo? Volete delle altre coperte?”. Hailey: “No, grazie”. Sylvia: “Ok… buonanotte allora”. Kylie: “Buonanotte”. Stuart: “Ciao”. Hailey le sorride. Sylvia se ne va, socchiudendo la porta. Va in salotto e prepara per dormire.
Dopo essersi messa il pigiama e aver preso un barattolo di gelato, si siede e accende la tele. Dopo poco arriva, Hailey, ma Sylvia non se ne accorge. Hailey: “Posso stare qui con te?”. Sylvia si volta: “Certo” dice sorridendo. Hailey si va a sedere accanto a Sylvia. Questa si alza va una attimo in cucina e torna con un cucchiaio in mano. Lo da a Hailey. Hailey sorride: “Grazie”. Sylvia si risiede e cominciano a mangiare il gelato, condividendo il barattolo. Guardano la tele. Dopo un po’. Hailey si alza e dice: “Io vado a dormire”. Sylvia: “Ok… buonanotte”. Hailey: “Notte” dice andandosene. Torna indietro di corsa e da un bacio sulla guancia a Sylvia, rimanendo dietro al divano. Hailey: “Grazie di tutto, Sylvia”. Poi corre via di nuovo. Sylvia sorride.
Hailey è seduta a un tavolo in un tribunale. Accanto a lei c’è una donna. Davanti al banco del giudice e sulla destre una giuria. C’è un altro tavolo, dove sono seduti Faith, Damien un uomo e una donna. Entra il giudice tutti si alzano in piedi. Questo va a sedersi alla sua scrivania e dice: “Seduti” a tutti i presenti in aula. Tutti si siedono. Giudice: “Presentiamo il caso. L’accusa può parlare”. La donna accanto a Hailey e Sylvia si alza: “Grazie vostro onore. Sono l’avvocato Lisa Power e rappresento Hailey Shel, figlia di Damien Shel e Faith Morner. La mia cliente ha fatto una denuncia contro i suoi genitori, i quali diciassette anni fa si sono sposati, pur sapendo entrambi di essere omosessuali, con lo scopo di coprire la loro natura e di avere dei figli. Adesso vogliono divorziare. Li accusiamo di violenza psicologica su la mia cliente e i suoi due fratelli, Kylie e Stuart Shel”. Giudice: “Che tipo di violenza psicologica?”. Lisa: “Violenza psicologica provocatrice di traumi e shock”. Giudice: “Grazie avvocato Power. La difesa”. L’uomo accanto a Faith e Damien si alza: “Vostro onore sono l’avvocato Jack Ryan e rappresento Damien Shel”. La Morner donna accanto a lui si alza: “Sono l’avvocato Edith Lee, vostro onore e rappresento Faith Trew”. Jack: “I nostri clienti si ritengono innocenti, perché hanno sempre dato il meglio ai loro figli e non gli hanno mai fatto mancare niente, ma, purtroppo, ritengono il loro matrimonio finito”. Giudice: “Grazie avvocati. Possiamo iniziare a sentire… la storia dal principio”. Lisa: “Sì, signore. A questo proposito io avrei qui una persona che fa al caso nostro. La signorina Sylvia Trew, avvocato divorzista a cui i signori Shel si sono rivolti per la loro separazione”. Giudice: “Facciamo entrare la signorina Trew”. Sylvia entra in tribunale e sale sul banco dei testimoni. Un uomo gli porge la bibbia e dice: “Metta la mano destra sulla Bibbia”. Sylvia fa quello che le è stato detto. Uomo: “Giura di dire la verità, nient’altro che la verità, solo la verità?”. Sylvia: “Lo giuro”. Uomo: “Si sieda”. Sylvia si siede. Giudice: “Avvocato Power, a lei la parola”. Lisa: “Grazie signore”. Lisa si avvicina al banco dei testimoni, ponendosi di fronte alla giuria. Lisa: “Signorina Trew, può dirci come è avvenuto il suo incontro con la signora e il signor Shel?”. Sylvia: “Sì. Io sono un avvocato divorzista e sono in società con un mio amico. I signori Shel si sono rivolti a noi appunto per un divorzio e quando ho chiesto la ragione del loro volere mi hanno detto di essere gay e che si erano sposati per coprire questo fatto e avere figli. Hanno scelto il matrimonio per avere l’uno tutti i diritti sull’altra e anche su gli eventuali figli che sarebbero arrivati”. Lisa: “E poi?”. Sylvia: “Poi ho tentato di farli ragionare su quello che avevano fatto coscientemente, ma… non è servito così ho chiesto se potevo incontrare la figlia più grande, Hailey, che era l’unica dei tre ha sapere sia del divorzio che dell’omosessualità”. Lisa: “Perché ha voluto incontrarla?”. Sylvia: “Perché la violenza psicologica è reato e volevo avere la certezza che Hailey non fosse rimasta traumatizzata da… ciò che le era stato riferito”. Lisa: “E cosa dicevano i signori Shel a proposito della figlia?”. Sylvia: “Non sapevano come l’avesse presa e in più hanno avuto relazioni extraconiugali”. Lisa: “Dopo cosa è successo?”. Sylvia: “Dopo ho incontrato Hailey con una psicologa e dal nostro incontro abbiamo notato sia io che la dottoressa Turper un turbamento nella ragazza”. Lisa: “Dopo?”. Sylvia: “Hailey non poteva sorvolare su questa cosa, così io e lei abbiamo deciso che il processo andava fatto”. Lisa annuisce. Sylvia: “Dopo, Hailey, è tornata da me, con anche sua madre per dirmi che questa aveva deciso di sposarsi con Callie, la sua compagna”. Lisa: “Sono divorziati la signora e il signor Shel?”. Sylvia: “No”. Lisa: “Ah e la signora Shel da quanto tempo aveva questa relazione con la signorina Callie”. Sylvia: “Non so esattamente da quanto tempo, però… da tanto”. Lisa: “Ok”. Sylvia: “In più in quel periodo il signor Shel non viveva con loro e questo aveva fatto molto arrabbiare Hailey, che quando tornò con la madre per dirmi del matrimonio, mi disse anche che suo padre abitava da qualche altra parte e riteneva questo sbagliato per il benessere degli altri due bambini, che non ancora sapevano niente”. Lisa: “Chi disse a Hailey dell’omosessualità dei genitori?”. Sylvia: “Fu sua madre a dirglielo”. Lisa: “E adesso gli altri due bambini sanno del divorzio?”. Sylvia: “Sì”. Lisa: “Delle tendenze sessuali dei genitori?”. Sylvia: “Anche”. Lisa: “E chi gliel’ha riferito?”. Sylvia: “Hailey ed ero presente anche io”. Lisa: “I genitori?”. Sylvia: “No”. Lisa: “Perché?”. Sylvia: “Hailey tornò di nuovo da me per chiedermi delle cose riguardo al processo. Poi il padre tornò a casa e Hailey lo sapeva e aveva paura che potesse combinare qualche altra cosa, infatti, lo face. Una notte Hailey si trovava in camera sua, quando suo fratello Stuart arriva da lei e le dice che non riesce a dormire e che la camera da letto dei genitori è chiusa a chiave. Hailey va a controllare e riceve la conferma di quello che le è stato detto da Stuart. In più vede sua madre in salotto che dorme sul divano. La mattina dopo Hailey si sveglia presto e vede uscire dalla camera dei genitori, Ty, un uomo con cui il signor Shel ha una relazione, così Hailey decide di andare via di casa con i fratelli e… chiama me per chiedermi aiuto. Tutti quanti vengono a casa mia, dove tuttora abitano. Hailey decide che è arrivato il momento di dire la verità anche a Kylie e Stuart”. Lisa: “Come la presero?”. Sylvia: “Kylie pianse e Stuart… Stuart non capì subito, anzi, forse anche adesso non è ancora cosciente completamente di quello che sta succedendo e di quale è la verità”. Lisa: “Perché glielo avete voi? Perché non i genitori?”. Sylvia: “Perché i due non sembravano intenzionati a farlo. Erano troppo presi o da un nuovo matrimonio o a fare sesso”. Lisa: “Ok, grazie signorina Trew. Io ho finito vostro onore”. Giudice: “Avvocato Ryan, a lei la parola”. Jack: “Mi dica, signorina Trew, cosa le disse al vostro primo incontro la signorina Hailey?”. Sylvia: “Mi disse… che riteneva l’errore dei genitori grave, ma che, allo stesso tempo, questi avevano cresciuto lei e gli altri bene”. Jack: “E poi?”. Sylvia: “Poi io gli chiesi quanto l’avesse influenzata la novità e lei mi rispose che aveva cominciato a domandarsi se provava attrazione per le sue compagne di scuola”. Jack annuisce: “Prima ha detto che… Hailey le disse che i suoi genitori l’avevano cresciuta bene. A me sembra una motivazione buona per dichiarare il mio cliente e anche la signora Shel non colpevoli di quelli per cui sono stati accusati”. Sylvia: “A pare proprio il contrario, invece”. Jack: “Perché?”. Sylvia: “Perché hanno fatto una scelta sbagliata e molto grave senza a pensare alle conseguenze. Hanno provocato un trauma nei loro figli che probabilmente li segnerà per tutta la vita!”. Jack: “Sì, ma li hanno cresciuti bene, senza fargli mai mancare niente, non è più importante questo?”. Sylvia: “Ritiene più importante il passato che il futuro dei ragazzi?”. Jack: “Veramente voi state accusando i miei clienti di una cosa che hanno fatto in passato, per cui direi che siete voi a fare questa preferenza”. Sylvia: “No, perché questa scelta passata influirà sul futuro di Hailey e i suoi fratelli”. Jack: “Crede sia importante quando è successo? Cioè diciassette anni fa”. Sylvia: “Non credo sia rilevante”. Jack: “Non è importante che in questi anni i bambini sono cresciuti bene e non hanno avuto nessun tipo di mancanza?”. Sylvia non risponde. Jack: “Comunque… perché lei si è interessata tanto alla motivazione del matrimonio dei signori Shel?”. Sylvia: “Ero io che dovevo rompere la promessa che avevano fatto davanti all’altare. Il perché mi sembrava fondamentale”. Jack: “Ok… facciamo finta di essere la signora e il signor Shel, ok? Siamo entrambi omosessuali e il mondo odia la nostra razza, mi dica lei cosa farebbe?”. Sylvia: “Di certo non mi sposerei con un altro omosessuale per far sì che non ci scoprano”. Jack: “Non cercherebbe di proteggersi?”. Sylvia: “In altri modi. Con altri metodi”. Jack: “E se volesse avere dei figli?”. Sylvia: “Mi farei una ragione del fatto che per quello che sono non posso averli”. Jack la guarda per qualche istante poi dice: “Non ho altre domande vostro onore”. Giudice: “Grazie signorina Trew”. Sylvia si alza ed esce dall’aula. Mentre esce guarda Hailey e le sorride. Hailey la guarda, ma nono ricambia il sorriso. Giudice: “Che altri testimoni abbiamo da sentire?”. Edith si alza: “Il signor Russell Shel, padre di Damien Shel, si è reso disponibile per testimoniare in favore del figlio”. Giudice: “Facciamolo entrare”. In aula entra un uomo va al banco dei testimoni e anche lui fa il giuramento fatto precedentemente da Sylvia. Edith: “Signor Shel…” dice rimanendo seduta al suo posto: “… può raccontarci le vicende precedenti al matrimonio di suo figlio con, una volta, signorina Morner?”. Russell: “Prima del matrimonio, mio figlio non aveva mai fatto parola della sua omosessualità, tant’è che quando portò a casa Faith, a me e mia moglie non  era parso niente di strano quello che stava succedendo. I due arrivarono a casa e ci diedero la bella notizia e ci informarono della verità”. Edith: “E come era suo figlio quando vi diede la notizia? Come vi era parso?”. Russell: “Felice”. Edith: “Cioè?”. Russell: “Sembra voler molto bene a Faith e… convinto di quello che stava facendo, pur sapendo che quella in realtà non era la vita che aveva sempre sognato. O meglio, era diversa per certi aspetti, non per tutti. Diciamo che aveva delle sfumature di grigio”. Edith: “Le dissero perché avevano deciso di farlo?”. Russell: “Ci dissero che… avevano paura di ciò che erano e volevano nasconderlo”. Edith annuisce. Russell: “In più dissero che… avrebbero potuto avere figli e noi ne eravamo contenti. Eravamo eccitati all’idea di avere dei nipoti”. Edith: “Come le è parsa la signorina Morner? Felice anche lei?”. Russell: “Sì”. Edith: “Convinta?”. Russell: “Sì”. Edith: “Crede che l’accusa che è stata fatta a suo figlio e alla signorina Morner sia… adeguata? Che abbia fondamento?”. Lisa si alza: “Obbiezione vostro onore, è una domanda di opinione”. Edith: “Ritiro la domanda. Ritiene che suo figlio insieme a Faith abbia cresciuto bene i suoi nipoti?”. Russell: “Più che bene”. Edith: “Grazie. Ho finito vostro onore”. Giudice: “Grazie avvocato. Avvocato Power…”. Lisa: “Signor Shel, quando Damien e Faith vennero da lei per informarla del matrimonio, ha detto in precedenza, che le erano parsi felici e sembravano volersi bene”. Russell: “Sì”. Lisa: “Lei ha detto che sembravano volersi bene, questo vuol dire che non le erano… innamorati?”. Russell: “Credo che, sapendo le motivazioni di fondo del matrimonio, sia difficile dire se erano innamorati, ma penso… che in un certo senso lo fossero”. Lisa: “Può spiegarmi meglio?”. Russell: “Si amavano, ma il loro amore era diverso da quello che siamo soliti vedere”. Lisa: “E io che pensavo conoscere solo un tipo di amore tra marito e moglie!”. Hailey sorride. Russell: “Si vedeva nei loro occhi che provavano affetto”. Lisa: “Perché dice che si amavano, ma continua a dire che provavano affetto l’uno per l’altra? C’è differenza tra affetto e amore”. Russell: “No, non sempre”. Lisa: “In che senso?”. Russell: “Non si dice ti amo solo a una moglie, ma anche a un figlio”. Lisa: “Sta dicendo che si amavano come un padre e una figlia?”. Russell: “No, sto dicendo che l’amore può avere diverse facce”. Lisa: “Allora, le chiedo di spiegarmi che tipo di amore era quello tra il signor Shel e la signorina Morner, per favore”. Russell: “Non so spiegarglielo meglio di prima. Non so dire altro che io non abbia già detto”. Lisa: “Ok, allora… era d’accordo con la decisione dei due di sposarsi?”. Russell: “Sì”. Lisa: “Anche quella di avere figli?”. Russell: “Sì”. Lisa: “Completamente?”. Russell: “Capivo che era una decisione difficile e anche coraggiosa, però sì, ero d’accordo”. Lisa: “Pur sapendo che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla?”. Russell: “Non pensavo sarebbe successo”. Lisa: “Non ha preso nemmeno in ipotesi che questo potesse accadere?”. Russell: “No, speravo ed ero sicuro che non sarebbe venuto fuori niente”. Lisa: “E adesso crede che avrebbe dovuto pensarci?”. Russell: “No”. Lisa: “Perché?”. Russell: “Credo che mio figlio e sua moglie siano accusati ingiustamente”. Lisa: “Crede che i suoi nipoti non abbiano subito un trauma? Oppure non ritiene suo figlio e la signorina Morner colpevoli del fatto che hanno fatto un errore grave, a mio avviso?”. Russell: “Quale sarebbe l’errore che hanno fatto? Dare alla luce dei figli?”. Lisa: “Dare alla luce dei figli, che avrebbero subito dei traumi da quella che è sempre stata la verità”. Russell: “No, perché mio figlio non ha mai fatto mancare niente ai miei nipoti”. Lisa: “Non capisco più come la gente possa ragionare, quindi… direi che ho finito con le domande. Grazie signor Shel”. Russell esce dall’aula. Giudice: “Tra una settimana sentiremo gli altri testimoni, per oggi la seduta è tolta” dice picchiando il martelletto sulla gilda, poi si alza ed esce dall’aula. Gli avvocati si alzano e se ne vanno. Lisa: “Ci vediamo settimana prossima, Hailey”. Hailey: “Sì, ciao”. Lisa se ne va. Mentre Faith e Damien escono dall’aula, per un attimo, i loro sguardi si incrociano con quello di Hailey, che rimane seduta ancora per qualche minuto. Dopo aver guardato per qualche secondo i genitori, Hailey distoglie lo sguardo. Sylvia arriva da Hailey. Sylvia: “Stai bene?”. Hailey: “Come fanno a mancarmi?”. Sylvia: “I tuoi genitori?”. Hailey non risponde. Sylvia si siede: “È normale, Hailey. Sono pur sempre i tuoi genitori, le persone che ti hanno cresciuto”. Hailey: “Mi mancano, ma li odio”. Sylvia: “Non li odi veramente, li hai già perdonati in realtà, ma sai che è giusto, perché lo è, punirli per quello che hanno. Nonostante tu li abbia perdonati, nonostante il fatto che gli vuoi bene, non puoi far passare questo errore, perché te lo porteresti dietro tutta la vita solo tu, quando anche loro devo sentire lo stesso peso che senti tu sulle tue spalle per quello che loro hanno fatto”. A Hailey vengono le lacrime agli occhi. Sylvia: “Ti senti sola, Hailey?”. Hailey guarda dritto davanti a sé e dice: “Io sono da sola, io sono la sola… io sono sola!”. Sylvia la guarda e le prende una mano. Hailey la stringe e le scende una lacrima. Sylvia: “Ci sono io, Hailey!”. Hailey: “Sì, lo so”. Rimangono in silenzio. Hailey: “Settimana prossima chi c’è di testimone?”. Sylvia: “A nostro favore c’è tua zia, poi…”. Hailey: “Toccherà a mia mamma e a mio padre”. Sylvia: “Almeno sentirai la storia dall’inizio”. Hailey: “Ho proprio voglia di sentirla”. Rimangono di nuovo in silenzio. Hailey: “Dopo toccherà a me, giusto?”. Sylvia: “Sì”. Hailey annuisce. Sylvia: “Dai… andiamo a casa”. Le due escono dall’aula, ormai vuota. Escono dal tribunale e fuori c’è una folla di protestanti, che, non appena vedono Hailey, scoppiano in un applauso.
Le due arrivano a casa. Hailey: “Ma… erano lì per me?”. Sylvia: “La stampa sarà venuta a sapere del tuo processo e la gente ti vuole sostenere, perché sa che è una causa giusta… la tua!”. Hailey: “Solo i miei non lo riescono a capire”. Hailey si siede sul divano. Sylvia intanto va ad appendere la sua giacca all’attaccapanni. Si siede accanto ad Hailey. Hailey: “Vorresti avere figli?”. Sylvia si volta verso l’altra: “Sì… un giorno mi piacerebbe”. Hailey: “Quanti anni hai?”. Sylvia: “Ventisei”. Hailey: “Ventisei… ti piace la tua vita?”. Sylvia: “Sì… direi di sì”. Hailey prende un respiro profondo e le due rimangono in silenzio. Sylvia: “Le cose si aggiusteranno, Hailey. La tua vita andrà bene”. Hailey: “Lo spero”. Sylvia: “Passerà questo periodo. Passerà l’enorme peso che hai sulle spalle di tutte le cose che stanno succedendo adesso”. Hailey non dice niente. Sylvia: “Qual è la cosa che ti spaventa di più? Qual è la cosa più difficile da sopportare?”. Hailey si volta verso Sylvia e appoggiando la testa sullo schienale del divano dice: “I miei fratelli. Ho paura di non essere in grado di essere la sorella maggiore come devo esserlo in questo momento”. Sylvia sorride e dice: “Ne sei in grado e hai dimostrato di esserne capace quando li hai portati via da casa vostra. Quando hai capito che il loro bisogno era anche il tuo. Hai fatto la scelta più giusta e non quella più comoda”. Rimangono in silenzio. Sylvia: "Cosa vorresti fare?". Hailey: "È meglio non sapere quello che vorrei fare". Sylvia: "Perché?". Hailey: "Perché non dovrei volerlo". Sylvia: "Allora... O vuoi uccidere i tuoi genitori, oppure... Vuoi scappare, perché... Non te la senti di fare ed essere quello di cui Kylie e Stuart hanno bisogno". Hailey si volta verso Sylvia: "Stai tirando a indovinare?". Sylvia: "No, capisco che tu possa volere queste cose". Hailey: "Che fine hanno fatto le cose che volevo prima?". Sylvia: "Sono sempre dentro di te, solo... Che sono più nascoste di prima". Hailey: "Io voglio ancora quelle cose. Voglio desiderarle ancora". Sylvia: "Quando tutto sarà sistemato le sognerai di nuovo. Adesso è tutto troppo difficile". Hailey chiude gli occhi. Sylvia: "Cosa pensi di tutta la questione dei tuoi e della loro relazione? Oltre al fatto che è sbagliata". Hailey: "Riesco a capire che... Per la persona che si ama si vuole fare qualsiasi cosa che è in nostro potere, però... Non credo sia abbastanza, non penso che sia una giustificazione per... Abbandonare la vita precedente, lasciandola al suo destino". Sylvia: “Non è detto, Hailey, che la giuria ci metta poco per decidere. Soprattutto in un caso come questo”. Hailey: “Perché quanto può metterci?”. Sylvia: “Il processo può andare avanti anche qualche mese”. Rimangono in silenzio. Hailey: “Cosa faccio dopo?”. Sylvia: “Non ti preoccupare del dopo, adesso”. Hailey: “Non ci riesco! Non riesco a fare a meno di domandarmi che cosa cazzo faccio dopo!”. Sylvia: “Dopo… dopo… ci sarò io… e chi sa chi altro. Avrai una nuova vita”.
Stuart è seduto sul divano, che guarda la TV. Arriva Hailey, che si guarda intorno, come se cercasse qualcosa. Hailey: “Dove è Kylie?”. Stuart: “In bagno”. Hailey va alla porta del bagno e bussa dice: “Kylie… va tutto bene?”. Nessuna risposta. Hailey entra e trova Kylie accovacciata per terra, sotto il lavandino, che piange. Hailey si avvicina e si abbassa: “Kylie! Vieni qua!” dice tirandola a sé. L’abbraccia. Hailey: “Cosa c’è, Kylie? Perché piangi?”. Kylie: “Si amavano la mamma e il papà?”. Hailey non risponde. Kylie: “No… non si amavano, allora, perché siamo nati noi? Perché ci hanno fatto?”. Hailey: “Kylie… non te lo so spiegare questo”. Kylie: “Ma io lo voglio sapere!” dice piangendo più forte. Hailey: “Vuoi chiederlo alla mamma?”. Kylie: “Come?” dice asciugandosi le lacrime. Hailey: “Ti accompagno da lei e… glielo chiedi”. Kylie smette di piangere e quando si è tranquillizzata, dice: “Ok…”.
Le due entrano nella loro casa. Faith dalla cucina: “Damien?”. Hailey: “No…” dice avviandosi verso la cucina con Kylie. Hailey: “Noi”. Faith le guarda esterrefatta e in cucina c’è anche Callie, seduta. Callie: “Ciao”. Le due non rispondo al saluto. Faith: “Siete tornati?”. Hailey: “No… Kylie ti voleva chiedere una cosa. Forse due”. Faith annuisce: “Ok”. Kylie: “Vi amavate tu e papà?”. Faith si siede: “Ehm… vedi amore… non so se sei…”. Kylie: “Devi dirmi la verità!”. Faith: “Ok… no, non ci siamo mai amati. Ci siamo sposati per avere voi. Per avere dei bambini”. Kylie: “Ok…” dice voltandosi per andarsene. Hailey: “Basta? Non hai più niente da chiedere?” chiede voltandosi verso Kylie. Kylie: “No, però, devo andare a prendere una cosa in camera mia”. Hailey: “Ok”. Kylie va in camera sua. Faith: “State dall’avvocato, vero?”. Hailey: “Già, è l’unica che in questo momento sembra capirci davvero”. Faith annuisce. Hailey: “Potreste... baciarvi?”. Faith: “Cosa?”. Hailey: “Potreste darvi un bacio? Ho bisogno di vedervi che vi date un bacio, in modo tale da rendermi conto… completamente”. Faith si volta verso Callie, che la guarda. Si danno un bacio. Ritorna Kylie. Hailey: “Pronta?”. Kylie annuisce. Hailey: “Andiamo”. Kylie: “Grazie” dice a Faith. Si dirigono verso la porta e Hailey la apre. Kylie esce. Faith: “Mi mancate, Hailey!” dice dalla cucina. Hailey esce. Faith scoppia a piangere appoggiando la testa sul tavolo.
Hailey e Kylie entrano in casa di Sylvia. Sylvia si affaccia dalla cucina, dove sta preparando la cena. Sylvia: “Come è andata?”. Hailey non risponde. Kylie: “Bene!”. Sylvia: “Hailey?” dice affacciandosi di nuovo. Kylie: “Stuart?!” dice andando in camera. Hailey va in cucina, camminando velocemente. Sylvia la vede entrare nella stanza con la testa bassa. Sylvia: “Hey!”. Hailey va da lei e l’abbraccia, cominciando a piangere. Sylvia risponde all’abbraccio pur non sapendo quale sia il motivo di quel gesto. Sylvia: “Che è successo?”. Hailey continua a piangere. Sylvia le accarezza la spalla per consolarla. Hailey si calma e smette di piangere. Dopo essersi asciugata le lacrime, dice: “Le ho…”. Contorce la bocca e si stringe gli occhi con le mani per trattenere il pianto. Toglie le mani e le porta ai fianchi. Sul viso ha la scia delle lacrime, che le hanno anche rovinato il trucco. Rimanendo seria e guardando Sylvia negli occhi, ricomincia: “Le ho… viste… le ho viste baciarsi. Gli ho chiesto di baciarsi davanti a me e… loro l’hanno fatto”. Rimane in silenzio, poi: “Si sono baciate e… nel loro bacio… c’era amore”. Si copre la bocca con una mano e gli occhi si riempiono di nuovo di lacrime. Sylvia la tira a sé e l’abbraccia. Hailey: “Avevo… così bisogno di vedere il loro amore…” dice singhiozzando: “… adesso, che l’ho visto, però… avrei voluto non vedere niente… avrei voluto rimanere ignorante di loro due… INSIEME! Che si baciano! Adesso avrò quella scena in mente per…”. Piange più forte. Sylvia con un calcio chiude la porta della cucina: “Dai…”. Si abbassa verso il pavimento, tirando giù con sé Hailey. Si siedono per terra. Sylvia spegne il fornello, poi prende Hailey e la tiene stretta a sé per consolarla.
Hailey si è calmata, ma la mano di Sylvia continua ad accarezzare la spalla della ragazza. Entrambe fissano il vuoto. Sylvia si volta verso Hailey. Hailey: “Mia mamma… ha detto che le manchiamo”. Sylvia: “Non devi dimenticare che sei parte di lei. Anche se lei non è più così importante per te, ricordati chi sei tu per lei. Sei stata la sua prima bambina e… adesso sei una piccola donna che sta facendole capire i suoi errori. Lei è fiera di te, nonostante tu le stia andando contro. Sei sua figlia e... i figli non so di chi li porta in grembo, ma di chi li cresce, chi li fa diventare grandi”. Hailey: “Lo sa di avere sbagliato”. Sylvia: “Sì, lo credo anche io, ma è comunque…”. Hailey: “Interessata solo a Callie”. Sylvia: “Sì” dice a bassa voce: “Lei è tua madre anche al di fuori del fatto che… ti ha programmato. Tralasciando anche che non ti ha fatta con la persona che ama. Ti ha fatta perché ti amava. Amava solo l’idea di te. Ti amava già prima che nascessi, anche prima di conoscerti”. Rimangono in silenzio. Sylvia: “Non le serviva avere accanto una persona che amava. Le bastavi tu. Questa non è comunque una motivazione per fare quello che i tuoi hanno fatto”. Hailey non dice niente. Stuart entra in cucina. Sylvia: “Stuart!”. Stuart: “Cosa state facendo?” dice vedendole per terra. Sylvia: “Niente, tesoro. Va tutto bene?”. Stuart annuisce: “Tra quanto è pronta?”. Sylvia: “Tra poco” dice alzandosi. Dopo di lei si alza anche Hailey. Stuart: “Hai pianto, Hailey?”. Hailey: “No, no… non ti preoccupare”. Stuart: “Ok” dice andandosene. Hailey si siede al tavolo della cucina. Sylvia: “Cosa senti?” dice riprendendo a cucinare. Hailey: “Sento… che non ne usciremo mai. Sento che questa cosa ci influenzerà tanto. Troppo”. Sylvia: “Negativamente quindi?!”. Hailey: “Anche…”. Sylvia continua a cucinare e dopo un attimo di silenzio dice a Hailey: “Dai, apparecchia il tavolo. È quasi pronta”. Hailey si alza e comincia a mettere i piatti in tavola.
Tutti sono seduti a tavola e mangiano. Sylvia: “Come è andata a scuola?” dice rivolgendosi a Stuart e Kylie. Stuart: “È sempre una noia”. Sylvia sorride: “A te, Kylie? Com’è andata la giornata?”. Kylie continua a mangiare e non risponde, poi lascia la forchetta nel piatto e alzando il viso, voltandolo verso Sylvia, dice: “Credo… di essermi innamorata”. Sylvia: “Ah sì?! E chi è il fortunato?” chiede sorridendo. Kylie: “Fortunata” dice accentuando il ‘ta’ finale. Sylvia la guarda. Hailey: “Cosa?”. Kylie: “È una femmina” dice riprendendo a mangiare. Nessuno dice più nulla per alcuni minuti. In questo lasso di tempo, Hailey fissa il vuoto e Sylvia la guarda. A interrompere il silenzio è Stuart. Stuart: “Qualcosa dalla mamma, allora, l’hai preso”. Hailey scoppia a ridere. Stuart e Kylie non ridono, non capendo il perché della risata di Hailey. Questa continua. Sylvia: “Hailey?”. Hailey dopo un po’ smette di ridere, riprendendo a mangiare. Continua, però, a sorridere. Gli altri tre mangiano osservandola. Hailey: “Ci stanno già influenzando!” dice guardando Sylvia e sorridendo.
Finita la cena, Sylvia sta sparecchiando, mentre Hailey è seduta al tavolo, che fissa il vuoto. Sylvia: “Ti senti attratta dalle donne, Hailey?”. Hailey alza il viso: “No…”. Sylvia: “Credi a quello che ha detto Kylie?”. Hailey: “Da una parte sì, dall’altra no”. Sylvia si volta verso di lei. Hailey: “Non credo sia ancora in grado di capire cosa vuol dire essere innamorati o… attratti da qualcuno, quindi non credo che sia veramente innamorata, però penso anche che potrebbe diventare… lesbica. Insomma, è piccola e ha saputo che la sua mamma lo è. Forse lo diventerà perché… questa cosa l’ha traumatizzata talmente tanto da diventare anche lei come coloro che l’hanno ferita, in fondo… non lo so, però, ho il presentimento che ci sia una parte di vero in quello che ha detto. Credo che potrebbe diventare vero”. Sylvia: “E ti spaventa?”. Hailey si morde le labbra: “No”. Sylvia: “Sicura?”. Hailey: “Sì, non mi spaventa il fatto che mia sorella possa diventare gay”. Sylvia: “Sì, beh, hai affrontato cose più difficili, giusto?”. Hailey aggrotta le sopracciglia. Sylvia: “Già…” dice voltandosi e iniziando a lavare i piatti nel lavandino. Hailey si alza e va accanto a lei per aiutarla a lavare i piatti. Tira su le maniche e immerge le mani nell’acqua: “Tu, Sylvia? Sei gay?”. Sylvia: “No”. Hailey: “Bisessuale?”. Sylvia: “No”. Hailey: “Posso dirti che questo mi rassicura un po’?”. Sylvia: “In che senso?”. Hailey: “Mi rassicura il fatto che tu non sia un maschio e che tu non sia gay: di certo non verrò a letto con te e non mi innamorerò di te”. Sylvia fissa il lavandino e sorride. Rimangono in silenzio. Sylvia: “Cosa vorresti fare da grande?”. Hailey: “Ancora non lo so”. Sylvia la osserva: “Di che cos’è che hai bisogno adesso? Quali sono i tuoi problemi adolescenziali?”. Si guardano. Sylvia: “Sono sicura che ne hai altri al di fuori di quelli con i tuoi genitori”. Hailey: “Sento…” abbassa gli occhi verso il basso e nel giro di qualche secondo si riempiono di lacrime: “… sento il bisogno di essere… toccata”. Chiude gli occhi e questi cominciano a perdere grandi lacrime. Hailey: “Avrei bisogno di essere desiderata e toccata da qualcuno. Vorrei che… qualcuno mi amasse”. Sylvia la guarda in modo un po’ malinconico e triste. Hailey riapre gli occhi: “Sento il bisogno di fare l’amore con qualcuno”. Si guardano ancora. Hailey: “E mi sento una merda a volerlo, perché… mi sembra di far diventare il sesso il centro della mia vita, la mia ragione di vita, ma… non è così, forse… non avendolo mai fatto, mai provato, lo desidero più di ogni altra cosa, ma… non posso averlo. Vorrei avere una relazione, ma volendo avere per fare sesso… mi sembra di essere venale, egoista… e insensibile”. Sylvia: “Non lo sei. Vuoi una relazione per fare sesso o anche per sentirti dire ‘ti amo’ da qualcuno?”. Hailey: “Sì…” si asciuga le lacrime: “… credo sia anche per quello”. Sylvia si asciuga le mani e poi abbraccia Hailey. Sylvia: “Tu avrai l’amore, Hailey. Sarai amata e amerai” dice sussurrandolo nell’orecchio alla ragazza: E non sei una merda perché vuoi fare l’amore con qualcuno”. Hailey: “Mi sono resa conto del fatto che… tu conosci tante cose di me, ma io non conosco nulla di te, al di fuori del fatto che sei un avvocato”. Sylvia si stacca dall’altra e riprende a lavare i piatti: “Cosa vuoi sapere?”. Hailey: “Tu sei innamorata?”. Sylvia: “No…”. Hailey: “È un no forse o un no… no?”. Sylvia: “Non credo di aver capito la domanda” dice sorridendo. Hailey ride: “Allora… ehm… c’è qualcuno che ti ama?”. Sylvia si volta verso di lei: “Bella domanda! Ehm… sì, c’è una persona che mi ama”. Hailey: “Ma tu non ami lui?”. Sylvia: “Non ancora… no”. Hailey annuisce: “Wow… sei una tipa moderna”. Sylvia ride.
Hailey è seduta su una panchina in un parco. Legge un libro. Ogni tanto alza lo sguardo e guarda Kylie e Stuart che giocano. A un tratto si guarda intorno e non dietro un albero due ragazze, l’una davanti all’altra che amoreggiano. Hailey le osserva. Arriva Sylvia con due caffè in mano. Uno lo da ad Hailey. Hailey: “Grazie” dice prendendolo e continuando a osservare le due. Sylvia: “Che guardi?” dice sedendosi accanto alla ragazza. Hailey: “Non mi ero mai accorta di quante e quanti ce ne fossero”. Sylvia beve un goccio del suo caffè: “Sono solo i tuoi occhi che sono diventati più abili nel vederli”. Hailey si volta verso Sylvia.
Hailey è in tribunale. Sylvia è tra il pubblico. Sul banco dei testimoni c’è una donna. Lisa: “Signorina Morner, lei sapeva che sua sorella era gay prima che lei si sposasse con il signor Shel?”. Sig.na Morner: “Sì, lo sapevo”. Lisa: “Posso chiamarla Daisy?”. Daisy: “Sì, certo”. Lisa: “Allora, Daisy… come prese la decisione di sua sorella di sposarsi con… un uomo?”. Daisy: “Male. Io sapevo che loro volevano nascondersi e per questo, secondo me, non c’era alcun problema. Era il fatto di voler avere dei figli che… non lo ritenevo corretto”. Lisa: “Non corretto per chi?”. Daisy: “Prima di tutto per i bambini che sarebbero nati, poi anche per loro due, per mia sorella e per Damien, perché… è un andare contro a sé stessi secondo me. Perché l’avere dei figli, cosa che non sarebbe stata possibile per i loro gusti sessuali, era… come un rifiuto di sé stessi, era come un… voler ferire sé stessi e gli altri”. Lisa: “Gli altri intende… i bambini?”. Daisy: “Sì”. Lisa: “Lei provò a far ragionare la signorina Morner e il signor Shel su quello che stavano facendo?”. Daisy: “Sì, tentai di farli ragionare su quello che stavano per fare, ma… non cambiarono idea”. Lisa: “Andò al matrimonio?”. Daisy: “No”. Lisa: “Io ho concluso vostro onore. Grazie Daisy”. Daisy: “Prego”. Jack: “Signorina Morner… Daisy, lei vedeva innamorati il mio cliente e la signorina Morner?”. Daisy: “Innamorati?”. Jack: “Sì, innamorati”. Daisy: “Difficile a dirsi”. Jack: “Sì o no, signorina Daisy?”. Daisy: “Sì, però…”. Jack: “Però cosa?” la interrompe. Daisy: “Però era un amore particolare”. Jack: “A me basta il fatto che fosse amore. Non ho altre domande vostro onore”. Giudice: “Bene. Il prossimo a salire sul banco dei testimoni chi sarà?”. Jack: “Il mio cliente vostro onore”. Giudice: “Prego”. Damien si alza e sale sul banco dei testimoni. Fa anche lui il giramento. Edith: “Signor Shel, lei ha tre figli, Hailey di diciassette anni, Kylie di nove e Stuart di sei, giusto?”. Damien: “Sì”. Edith: “Ritiene di averli mai trattati male o di avergli fatto mancare qualcosa?”. Damien: “No”. Edith: “Li ha sempre amati?”. Damien: “Sì”. Edith: “Siete stati, lei e sua moglie, dei bravi genitori?”. Lisa: “Obiezione vostro onore, la domanda è scontata ed è di opinione”. Giudice: “Accolta”. Edith: “Ok. Come ha reagito sua figlia, Hailey, quando ha saputo della vostra omosessualità?”. Damien: “La sua reazione vera e propria è apparsa solo dopo qualche giorno aver ricevuto la notizia”. Edith: “E come era in quei giorni?”. Damien: “Io non c’ero perché avevamo deciso che per noi come coppia era meglio rimanere separati per qualche tempo, però, so che in quei giorni Hailey era molto nervosa e… arrabbiata”. Edith: “La biasima?”. Damien: “No, però, ritengo che da parte sua non ha fatto niente per venire incontro a noi, ai suoi genitori. Non ha provato a mettersi nei nostri panni. A capirci”. Edith: “E qual era la sua opinione a riguardo della situazione?”. Damien: “Diceva che pensavamo solo a noi stessi e… non ha loro, non al loro bisogno di avere dei genitori”. Edith: “Mentre voi cosa pensavate?”. Damien: “Pensavamo che fosse meglio anche per loro, perché è meglio avere un genitore a casa e un lontano, che due che non riescono più a stare insieme, che forse avrebbero litigato spesso o che comunque avrebbero influito sul benessere della famiglia”. Edith annuisce: “Ok, grazie signor Shel. Ho concluso vostro onore”. Giudice: “A lei la parola avvocato Power”. Lisa: “Signor Shel… perché avete deciso proprio adesso di divorziare? Perché non prima o più avanti?”. Damien: “Perché era arrivato il momento per entrambi di prendere strade diverse, continuando a esserci comunque per i nostri figli”. Lisa: “E perché avete deciso di… tirare fuori la verità sia con i vostri avvocati, che con i vostri figli? Insomma, potevate tenere ancora il segreto e dopo il divorzio l’avreste detto a vostri figli, magari tralasciando il fatto che la vostra omosessualità c’era già prima del matrimonio”. Damien: “Pensavamo che fosse meglio per i nostri figli, ritenevamo meglio dire tutta la verità che soltanto mezza”. Lisa: “Perché?”. Damien: “Perché non volevamo più mentire”. Lisa: “Allora perché a Kylie e Stuart non avete detto nulla? Né del divorzio né delle vostre tendenze omosessuali?”. Damien: “Perché volevamo proteggerli ancora per un po’”. Lisa: “Ah sì? È strano però, perché Hailey mi ha detto che non avevate alcuna idea sul da farsi. Su come e quando dirlo ai due bambini!”. Damien non dice nulla. Lisa: “Io so che lei non viveva più con loro, che per Kylie e Stuart lei era in viaggio di lavoro e che Stuart chiese alla mia cliente cosa volesse dire la parola ‘gay’. Non sapeva nemmeno cosa fosse l’omosessualità, né gli avevate mai accennato a cosa fosse un divorzio”. Damien non dice ancora nulla. Lisa: “Sbaglio?”. Damien: “No, non si sbaglia”. Lisa: “Un’ultima domanda, perché fece la sciocchezza di invitare il suo fidanzato a casa vostra con la presenza di sua moglie e dei suoi figli?”. Damien: “Avevamo bisogno entrambi di vederci, così, siccome dovetti tornare a casa, lo inviati là”. Lisa: “Lo sa che ha fatto una sciocchezza?”. Damien non risponde. Lisa: “Ho finito con le domande vostro onore”. Giudice: “Ok, grazie signor Shel, può tornare al suo posto. Adesso sentiamo la testimonianza della signora Shel o signorina Morner, giusto?”. Edith: “Sì, vostro onore”. Faith sale sul banco dei testimoni e fa il giuramento, si siede. Jack: “Signorina Morner… era innamorata del signor Shel?”. Faith: “In parte sì”. Jack: “Il vostro matrimonio quindi non si è trattato solo di una copertura e un modo per avere una prole, giusto?”. Faith: “Le motivazioni principali del nostro matrimonio erano queste, però, c’era anche una parte di amore e affetto tra noi due”. Jack: “Siete stati, secondo lei, dei bravi genitori?”. Faith: “Sì, abbiamo fatto tutto quello che era in nostro poter per fare avere ai nostri figli una vita sana e agiata”. Jack: “Lei che informò la vostra figlia più grande, Hailey, del divorzio e delle vostre tendenze, ci può dire come reagì?”. Faith: “Prima… rise, credendo scherzassi, poi… non disse più nulla e come ha già detto Damien, la sua reazione saltò fuori i giorni seguenti”. Jack: “E lei biasima la reazione di vostra figlia?”. Faith: “No, ma anche io credo che lei non si sia mai messa nei nostri panni”. Jack: “Cosa significa questo?”. Faith: “Non capì il perché del nostro volere, non capì che non potevamo più vivere così… sotto copertura”. Jack: “E perché secondo lei non capì?”. Faith: “Perché non avendola vissuta non poteva capire cosa significava viverla”. Jack: “Lei ama i suoi figli?”. Faith: “Sì”. Jack: “Ama ancora Hailey, nonostante questa non abbia appreso le vostre motivazioni e i vostri sentimenti fino in fondo?”. Faith: “Sì, certo”. Jack: “Grazie, ho concluso”. Giudice: “Avvocato Power”. Lisa: “Signorina Morner… ci potrebbe raccontare la storia dall’inizio?”. Faith: “Dall’inizio?”. Lisa: “Sì, da prima del matrimonio. Quando lei e il signor Shel vi siete conosciuti. Anche il come vi siete conosciuti”. Faith abbassa il viso, poi lo rialza e dice: “Certo… Io avevo ventidue anni, mentre Damien ne aveva ventiquattro. Eravamo nello stesso bar e allora le lesbiche usavano portare due anelli sulla mano sinistra, uno sull’indice e uno sul dito medio, in più dovevano farsi un puntino rosso sulla mano con il pennarello per farsi riconoscere. Per farsi riconoscere dalle altre lesbiche, in modo tale che l’approccio sarebbe stato più facile e sicuro. Sarebbe stato meno difficile conoscere una persona con cui potevi avere una relazione. I gay… maschi, invece, dovevano portare tre braccialetti, uno rosso, uno blu e uno giallo e anche loro dovevano avere il puntino rosso sulla mano per farsi riconoscere. Io vidi Damien seduto al bancone da solo e… anche io ero sola ed avendo capito dai segnali che era gay, mi avvicinai con la scusa di… fare conversazione”.
Damien è seduto al bancone di un bar. Faith a un tavolo. Faith si alza e si avvicina. Va a sedersi vicino a Damien. Faith: “Ciao”. Damien: “Ciao…” dice voltandosi con aria preoccupata e dubbiosa. Faith: “Non ti preoccupare. Non voglio rimorchiarti” dice alzando la mano dove ci sono gli anelli e il puntino rosso. Damien: “Ah...” dice aggrottando le sopracciglia. Faith: “Posso farti compagnia?”. Damien: “Sì, sì… volentieri” dice sorridendo: “Scusi può portare qualcosa da bere a questa signorina?” dice rivolgendosi al barista. Faith: “Ehm… un gin tonic per favore”. Barista: “Ok”. Faith: “Allora… come ti va la vita?”. Damien: “A me di merda, la tua?”. Faith: “Non tanto meglio della tua!”. Ridono. Faith: “Non trovi la persona giusta?”. Damien: “No”. Faith: “Già, neanche io”.
Faith: “Diventammo molto amici e… l’anno dopo, io proposi il matrimonio”.
Damien: “Che cosa?”. Faith: “Sposiamoci Damien!”. Damien: “Sei impazzita?”. Faith: “No!”. Damien: “Siamo gay!”. Faith: “E allora? Ci vogliamo bene no?”. Damien: “Sì”. Faith: “Sposiamoci, stiamo bene insieme e poi… sarebbe una copertura. Ci odiano e non ci accettano e tu questo lo sai”. Damien: “Sì, lo so” si volta a guardare fuori da una finestra.. Rimangono in silenzio. Faith: “In più, entrambi vogliamo avere dei figli” dice abbracciandolo da dietro: “Sarebbe la nostra occasione sia per nasconderci che per avere dei bambini e… non ci dovremmo giurare amore eterno, potremmo avere delle altre relazioni se volessimo, potremmo innamorarci anche di altre persone, senza essere scoperti però. E non rimarremo mai più da soli”. Damien si volta. Faith: “Cosa c’è? Hai paura di fare sesso con me?” dice ridendo. Damien ride. Rimangono in silenzio abbracciati e intanto si guardano. Damien: “Ok”. Faith: “Davvero?” dice sorridendo. Damien: “Sì, davvero”.
Faith: “Ci sposammo e… decidemmo di fare subito un bambino. Così nacque Hailey. Otto anni dopo, Damien desiderava un altro bambino, lo facemmo e nacque Kylie. Poi sei anni dopo, io volevo un altro bambino, Damien non era convinto di volerlo, però, lo fece per me, così arrivò Stuart”. Lisa: “Vi siete pentiti di quello che avete fatto?”. Faith: “No”. Lisa: “Crede di aver sbagliato chiedendo a Damien di sposarla?”. Faith: “Per certi aspetti, sì”. Lisa: “Quali?”. Faith: “Per il fatto che siamo gay, quello è il primo, per il fatto che saremmo stati molto più liberi, non così imprigionati e non ci sentiremmo così obbligati a rimanere insieme”. Lisa: “Per quali aspetti invece è contenta di averlo sposato?”. Faith: “Sono nati i miei figli grazie a lui e al matrimonio, quindi, mi dispiace, ma non potrò mai vedere completamente la nostra unione come un errore!”. Lisa annuisce: “Da quanto tempo è che non vede i suoi figli?”. Faith: “Circa tre settimane”. Lisa: “Le mancano?”. Faith: “Tantissimo”. Le vengono le lacrime agli occhi. Lisa: “Perché diceste a Hailey che lei e la sua fidanzata Callie avevate intenzione di sposarvi?”. Faith: “Volevamo che lo sapesse, che sapesse le nostre intenzioni”. Lisa: “Ancora una volta non capisco. Perché non lo avete tenuto per voi, almeno fino a quando le acque non si fossero calmate?”. Faith: “Non lo so”. Lisa: “Ok… grazie, ho finito vostro onore”. Giudice: “Ok… direi che abbiamo ancora tempo per sentire l’ultimo testimone. Signorina Hailey”. Hailey si alza e va sul banco dei testimoni. Fa il giuramento e si siede. Lisa: “Come stanno Kylie e Stuart?”. Hailey: “Stanno bene, Stuart… non so se ha capito cosa sta succedendo, forse è troppo piccolo per capirlo, Kylie, invece, sta... è un po’ giù di corda, spesso piange e… dice di essersi innamorata di una femmina”. Lisa: “E tu cosa ne pensi?”. Hailey: “Che è ancora piccola per capire cosa significa amore e capire… da cosa è attratta, ma anche che… potrebbe diventare veramente gay”. Lisa: “Perché lo pensi?”. Hailey: “Perché potrebbe succedere, perché essendo piccola ed essendo che il suo trauma è legato all’omosessualità, potrebbe anche succedere”. Lisa annuisce: “E tu come stai?”. Hailey: “Bene…” dice prendendo un respiro profondo: “… cioè potrei stare meglio”. Lisa: “Ti senti meglio da quando non sei più a casa tua con i tuoi?”. Hailey: “Di certo sì”. Lisa: “Non ti mancano i tuoi genitori?”. Hailey: “Sì, però… credo che sia meglio sentire la loro mancanza, che soffrire perché, avendoli accanto, pensi solo a quello che hanno fatto e… a cosa è stata in realtà tutta la tua vita”. Lisa: “Puoi spiegarmi?”. Hailey: “Se fossi costantemente con loro penserei continuamente al fatto che non si sono mai amati, che io non sono nata per amore, ma per… volere. Ovviamente si deve volere un figlio, però, più che volerlo bisogna volere avere un figlio da qualcuno che si ama, non da qualcuno a cui vuoi bene, ma che ti serve solo per arrivare ad un bambino”. Lisa: “Certo. Qual è, secondo te, l’errore più grosso che hanno fatto i tuoi genitori?”. Hailey: “Mi sembra tutto un grosso errore. Io mi sento un errore”. Lisa: “Il fatto di amare qualcuno, ti sembra una buona motivazione per centrare la propria vita intorno a quell’individuo, volendo dargli il meglio e tutto quello che è in tuo potere?”. Hailey: “Sì, però… non ci si può dimenticare del fatto che al di fuori di quella persona ce ne sono altre, soprattutto se quelle altre persone le hai fatte tu e le hai fatte entrare tu nella tua vita, non si sono intromesse”. Lisa annuisce: “Grazie. Ho concluso”. Giudice: “Avvocato Lee”. Edith: “Hailey… ritieni che i tuoi genitori… siano stati bravi nel loro compito?”. Hailey: “Di genitori?”. Edith: “Sì”. Hailey: “Ehm… sì, a parte l’inconveniente di cui stiamo discutendo adesso sì. sono stati dei bravi genitori”. Edith: “Cosa provi adesso per loro? Intendo dire adesso che sono qui e che stanno ammettendo in parte i loro errori?”. Hailey: “Non riesco a guardarli in faccia”. Edith abbassa lo sguardo, poi lo rialza: “Come credi che sarà il tuo futuro e quelle dei tuoi fratelli se la giuria decidesse che per voi è meglio vivere con un’altra famiglia?”. Hailey: “Brutto, ma migliore di quello che avremmo restando con loro”. Edith: “Perché?”. Hailey: “Ci influenzerebbero troppo, molto di più rispetto a quanto ci possono influenzare vivendo lontano da noi”. Edith: “Mi spieghi cosa intendi per ‘influenzare’?”. Hailey: “Mi sembra di averlo fatto capire prima. Ci influenzeranno come hanno già fatto con Kylie, che crede di essere gay! Quello intendo dire quando dico ‘influenzare’!”. Edith: “Non li senti più come tuoi genitori?”. Hailey: “Saranno sempre i miei genitori, forse d’ora in poi, li sentirò più come genitori biologici, che effettivi, però… ci hanno cresciuti quindi… saranno parte della nostra vita per sempre”. Edith: “Li hai perdonati?”. Hailey: “No”. Edith: “Perché?”. Hailey: “Perché perdonandoli vorrei tornare da loro più di quanto già voglio, perché mi mancano e perché gli voglio bene, ma tornare da loro, non è la cosa giusta da fare. Il nostro bene è altrove, non con loro”. Edith: “Ho concluso vostro onore”. Giudice: “Bene…”. Hailey torna al suo posto. Giudice: “La giura può ritirarsi per deliberare. Ci vediamo domani per il verdetto finale”. Tutti si alzano, ma la prima ad uscire dall’aula è Hailey. Esce dal tribunale e fuori ad attenderla ci sono Sylvia con Kylie e Stuart per mano, davanti ad una folla di giornalisti e paparazzi. I due bambini appena vedono la sorella corrono da lei. Lei si abbassa e li abbraccia. Poco dopo, dal tribunale, escono Damien e Faith. Faith vede i bambini e i tre si voltano a guardare i due genitori. Si guardano per qualche istante, rimanendo distanti, poi a Faith vengono le lacrime agli occhi. Si volta verso Damien e con questo se ne va.
Sylvia e i tre rientrano a casa. I bambini corrono a giocare in camera. Hailey si siede sul divano e accende la tele. Sylvia, che ancora vicino alla porta d’ingresso, le dice: “Sei stata brava”. Hailey: “Lo so…”. Sylvia: “E perché lo dici con tono deluso?”. Hailey: “Perché…”. Sylvia si siede accanto a lei. Hailey: “… se la giuria decide per l’affidamento ad un’altra famiglia… come facciamo? Andremo nelle mani di persone che nemmeno conosciamo”. Sylvia: “Hailey, stai tranquilla, ovunque andrete starete meglio”. Hailey: “Ci dovrò essere ancora di più sia per Kylie che per Stuart. Mi spavento ogni volta che ci penso”. Sylvia: “Cosa ti spaventa?”. Hailey: “Te l’ho detto, il dover fagli da madre”. Sylvia: “No, nel caso dell’affidamento saranno i genitori affidatari che svolgeranno quella parte, non tu”. Hailey: “Andiamo! Saranno come degli zii, non saranno mai dei genitori, perché nessuno di noi tre e tanto piccolo da non capire, che non diventeranno i nostri genitori. Sarà solo una famiglia con cui trascorreremo tanto tempo e a cui saremo sempre debito. La mamma e il papà affidatari non saranno mai quello che vogliono essere, è per questo che dovrò fare io da madre ai due. Io sarò l’unica persona all’interno di quella famiglia, che sarà… solito vedere e conoscere. Sarò io la prima a cui chiederanno aiuto in un momento di bisogno, perché sarò quella con cui avranno più confidenza!”. Sylvia sorride: “Tu pensi troppo!”. Hailey: “Sì, forse è vero. Dovranno crescere e io ci dovrò essere. Ho paura di non riuscire a sopportare questo peso”. Sylvia: “Non lo dovrai sopportare e smettila! Smettila di pensare a tutte queste cose! Sei una ragazzina dovresti pensare a tutt’altro, quindi, pensa se vuoi, ma non così tanto e non ti preoccupare perché le cose… andranno meglio!”. Hailey la guarda e sorride. Alla tele comincia il notiziario. Telecronista: “Oggi si è svolta l’ultima seduta del processo dei bambini nati da un matrimonio tra un uomo e una donna entrambi omosessuali”. Accanto al telecronista compare una foto scattata da un paparazzo poco prima, dove vi sono i tre e Damien e Faith che si guardano. Telecronista: “Sono stati interrogati i due e la figlia più grande. La giuria si è ritirata per deliberare, ma fino ad adesso, sembra che non abbiano trovato alcun accordo”. Hailey: “Cosa? Cioè non si sono ancora messi d’accordo”. Sylvia: “È un caso delicato, Hailey, ci saranno delle divisione tra i giurati alcuni sosterranno te e i tuoi fratelli, altri i tuoi genitori e non è detto che per domani avranno preso una decisione”. Hailey: “Non mi sembra un caso tanto difficile!”. Sylvia: “Devi capire che il fatto che i tuoi genitori siano stati dei buoni genitori pesa sull’interpretazione o l’opinione riguardo al caso. Sì, hanno sbagliato, però, c’è anche da tenere conto del fatto, che hanno fatto… il loro dovere di genitori e di questo bisogno dargliene merito”. Hailey: “Sono io la prima a dire che sono stati un abile padre e un’abile madre, ma comunque ritengo che questo non possa cancellare la grave scelta che hanno fatto!”. Sylvia sorride: “Sei una donna, non sei una ragazzina”. Hailey: “Smettila di cambiare discorso dicendo che penso troppo o che… sono una donna!”. Sylvia: “Calmati, Hailey!”. Hailey scoppia a piangere coprendosi la faccia con le mani: “Non so che piega prenderà la mia vita dopo la sentenza e… ho paura!”. Sylvia l’abbraccia. Dopo qualche minuto, arriva Kylie e appena vede che Hailey sta piangendo corre da lei. La guarda per qualche secondo, poi l’abbraccia. Hailey toglie le mani da viso e con un braccio abbraccia Kylie, con l’atro Sylvia. Hailey: “Grazie” sussurra.
La mattina dopo, squilla il telefono e Sylvia risponde. Sylvia: “Pronto?... Sì… Va bene, ok… la ringrazio… arrivederci”. Mette giù la cornetta. Va da Hailey, che è in cucina a fare colazione. Sylvia: “La seduta di oggi è rimandata a settimana prossima”. Hailey: “Cosa?” dice dopo aver mandato giù il boccone che aveva in bocca. Sylvia annuisce. Hailey: “Non si sono messi d’accordo?”. Sylvia fa di no con la testa. Hailey: “Ok” dice sconsolata. Sylvia: “Io ne approfitto per andare a lavorare, dato che ho un po’ di cose da fare in ufficio. Resti qui o vieni con me?”. Hailey: “Resto qui”. Sylvia: “Ok, ci vediamo più tardi allora” dice sorridendo. Hailey: “Sì, ciao”. Sylvia se ne va.
Una settimana dopo. Il telefono squilla e Sylvia va a rispondere. Hailey dalla cucina ascolta la telefonata. Sylvia: “Pronto?... Davvero?... Ok, a che ora?... Ci saremo, ciao”. Sylvia corre in cucina: “Hanno raggiunto un accordo!”. Hailey: “Oh cazzo!”. Sylvia: “È una buona cosa, Hailey! Non essere pessimista!”. Hailey: “È oggi il verdetto?”. Sylvia: “Sì”. Hailey: “A che ora?”. Sylvia: “Alle quattro”. Hailey annuisce.
Hailey è nell’aula di tribunale, accanto al suo avvocato. Ovviamente ci sono anche Damien e Faith con i rispettivi avvocati, tra il prubblico c’è Sylvia. Entra il giudice e tutti si alzano. Giudice: “Seduti” dice sedendosi. Tutti si siedono. Giudice: “Che entri la giuria”. Tutti i giurati entrano e vanno a sedersi. Giudice: “Che si alzi il giurato numero uno, il signor Taylor”. il giurato si alza. Giudice: “Allora signor Taylor, avete raggiunto un accordo?”. Sign.Taylor: “Sì, vostro onore. La giuria è favorevole all’accusa fatta contro i signori Shel”. Sylvia sorride. Hailey è un po’ sotto shock, come Damien e Faith, che comincia a piangere trattenendosi. Giudice: “Avete stabilito anche la pena, signor Taylor?”. sign. Taylor: “Sì, vostro onore. I figli dei signori Shel, Hailey, Kylie e Stuart, dovranno essere affidati ad una famiglia”. Giudice: “C’è bisogno di un risarcimento in denaro?”. Sign. Taylor: “No, vostro onore. Abbiamo ritenuto giusto il solo affidamento dei bambini”. Giudice: “Perfetto, grazie signor Taylor”. Questo si risiede. Giudice: “Il caso è chiuso, la seduta è tolta” dice picchiando il martelletto sulla gilda. Il giudice se ne va. Se ne vanno tutti. Rimangono sedute solo Hailey e Faith, con Damien che le accarezza la schiena. Sylvia va da Hailey. Hailey: “Cosa faccio adesso?”. Sylvia: “Sai, Hailey, ho capito una cosa. Voglio esserci anche io, Hailey! Voglio esserci anche io quando Kylie e Stuart cresceranno, quando verranno a chiederti aiuto, voglio esserci. Voglio esserci in ogni momento della vostra vita. Voglio esserci quando riuscirai ad avere quello che vuoi, voglio esserci quando Kylie capirà cosa vuole veramente, voglio esserci quando Stuart prenderà la prima cotta”. Ad Hailey vengono le lacrime agli occhi: “Cosa stai cercando di dirmi?”. Sylvia: “Voglio essere io la vostra mamma affidataria, Hailey. Sarebbe un onore per me esserlo”. Hailey sorride piangendo e l’abbraccia. Hailey: “Grazie, grazie!”. Piange anche Sylvia per la gioia: “Di niente, Hailey” le dice: “Ti voglio bene”. Hailey: “Ti voglio bene anche io”.
Hailey entra in un bar. È molto più grande. Avrà circa ventisette/ventotto anni. ordina un caffè da portare via. Si guarda intorno e vede una donna sulla cinquantina seduta ad un tavolo. È Faith. Questa la vede. Hailey la guarda seria. Faith le sorride con gli occhi lucidi. Hailey si avvicina e si siede al tavolo. Hailey: “Ciao”. Faith: “Ciao!” dice sorridendo e piangendo. Hailey: “Stai bene?”. Faith: “Tu, voi come state?”. Hailey: “Stiamo bene”. Faith: “Kylie e Stuart?”. Hailey: “Bene, stanno bene”. Le due rimangono in silenzio. Hailey: “Kylie ha iniziato il college. Studia design, mentre Stuart sta per diplomarsi”. Faith annuisce piangendo: “E tu?”. Hailey: “Io… lavoro nel cinema, mi occupo del montaggio e delle riprese dei film”. Faith sorride: “Wow! Ti piace?”. Hailey: “Sì”. Rimangono di nuovo in silenzio e in questo attimo Faith continua a sorridere e a guardare Hailey. Hailey intanto guarda da un’altra parta. Poi voltandosi verso Faith dice: “Kylie… è diventata gay. È successo. L’ho detto perché ho pensato che lo dovessi sapere”. Faith annuisce. Hailey: “Va beh…”. Si alza. Hailey: “Ciao”. Faith scoppia a piangere senza rispondere al saluto di Hailey. Questa va al bancone, prende il suo caffè, paga e se ne va. Rientra però nel bar e si dirige verso Faith. Hailey: “Ti abbiamo perdonata… spero che per questo potrai vivere un po’ più in pace con te stessa”. Faith sorride piangendo. Hailey se ne va.
Hailey, Kylie (ventenne) sono fuori dalla porta di una casa. La porta si apre e dall’altra parte c’è Sylvia. Sylvia: “Ciao!” dice abbracciandole e baciandole. Hailey: “Ciao!”. Kylie: “Ciao”. Sylvia: “Le mie due malcapitate! Dai venite, siete arrivate giusto in tempo. È pronto il pranzo”. Le due entrano. Escono nel giardino sul retro dove c’è un tavolo apparecchiato, dove ci sono seduti Stuart diciannovenne e un uomo, che è Luke. Hailey: “Ciao Stuart!”. Stuart: “Ciao Hailey!”. Hailey: “Ciao Luke!”. Luke: “Ciao Hailey!”. Kylie: “Ciao a tutti”.
Sono tutti seduti a tavola. Hailey, Kylie e Stuart da una parte mentre Luke e Sylvia dall’altra. Hanno finito di pranzare da poco. Sylvia e Luke si tengono una mano e guardano i tre ragazzi. Portano entrambi una fede e Sylvia sorride. I tre guardano i due. Sono tutti seri. Sylvia: “Come avrei fatto senza di voi?”. Stuart ride: “Come avremmo fatto noi senza di te!”. Sylvia ride. Rimangono in silenzio. Sylvia appoggia un gomito sul tavolo e con la mano, sorregge il viso. Continua a sorridere e a guardare i ragazzi. Dopo un altro minuto di silenzio, dice sussurrando: “I miei malcapitati”. I tre sorridono. Luke guarda Sylvia e sorride, poi si volta verso i ragazzi e sorride anche a loro. Hailey guarda Kylie e Stuart, che si voltano verso di lei. Tutti si sorridono a vicenda, poi si rivoltano verso Sylvia, guardandola con gioia, con una luce negli occhi, che mai prima avevano avuto.  Vi prego recensite!!!!! :-)
  
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