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Autore: _Wild_Heart    29/06/2013    3 recensioni
*Emily non si fidava di quel ragazzo e aveva temuto un'aggressione alla quale aveva risposto con l'unica tattica di difesa che era in grado di attuare.*
*Amanda provava una specie di odio generale per il genere maschile. Non poteva definirsi esattamente odio, solamente non era affatto a suo agio con i ragazzi e il fatto che quella sera si sarebbe dovuta ritrovare nella stessa casa di lui le faceva saltare i nervi.*
*La scia di studenti continuava a camminare oltre le sue spalle. Nella sua visuale apparve Heather, l’unica ragazza che lì dentro non passava mai inosservata.*
*Si fissarono negli occhi un po' più del dovuto. Appena furono di nuovo in sala James diede una pacca sulla schiena dell'amico. “Cosa ti prende?” sbraitò Con.*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due.

Amanda fronteggiò la porta d’ingresso della casa dei Simpson. Susan l’aveva avvertita dieci minuti prima, chiedendole se avesse potuto fare da baby-sitter a sua figlia più piccola. Subito dopo aver finito la cena era uscita di casa e in quel preciso momento si ritrovava a bussare sulla grande porta di legno dell’entrata. I passi di Susan riecheggiavano oltre la porta, mentre Amanda immaginava la sua magra figura che correva oltre la porta indaffarata nella ricerca delle chiavi dell’auto. La porta si aprì di scatto e Amanda indietreggiò spaventata, quando gli occhi spalancati di Susan si posarono su di lei. Velocemente la donna le mise una mano dietro la schiena e la trascinò in casa, sbattendo la grande porta dietro di se’. Amanda stette ancora qualche secondo a guardare Susan correre da un angolo all’altro del soggiorno, infilandosi le eleganti scarpe con il tacco tra un passo e l’altro. Lizzie, sua figlia, se ne stava seduta sul divano con i piedi appoggiati sul tavolino davanti la tv, a guardare uno di quei stupidi telefilm da adolescenti.
Lizzie aveva dieci anni e, avendo una mamma sempre impegnata con il lavoro, spesso Amanda doveva badare a lei, data la regolare assenza di suo fratello maggiore. Amanda percepì la presenza della bambina, notando i suoi capelli scuri e folti oltre lo schienale del divano. L’urgenza con la quale Susan l’aveva convocata a casa era stata una delle prime cose a fra preoccupare Amanda; la ragazza si prestava sempre a questo genere di favori, in quanto conoscente di quella famiglia da quando era una bambina. Di fatto Susan non esitava mai a chiamarla quando le serviva una mano con la bambina e suo figlio maggiore non era in casa.
“Mi dispiace di averti chiamato così all’improvviso, Amanda.” La donna apparì dalla cucina, tenendo una grossa borsa sotto braccio. I suoi capelli rosso fuoco sventolavano da una parte all’altra della sua testa, ogni qualvolta il suo corpo compieva ogni minimo movimento. “Hanno chiamato dall’ospedale, e hanno bisogno di un’infermiera di turno per la notte.” Continuò.
Amanda, che fino a quel momento era stata distratta dallo sciocco programma televisivo che tanto aveva attirato l’attenzione di Lizzie, ora la guardava con occhi sbarrati, confusa dal repentino cambiamento d’aspetto di Susan. Questa al momento indossava un completo nero, con una giacca che copriva una camicia di raso azzurra. Amanda annuì comprensiva, consapevole dell’effettivo bisogno della donna in quel momento. Susan era di nuovo scomparsa dietro il muro della cucina e Amanda poteva sentire la donna frugare nella dispensa e nel frigorifero alla ricerca di qualcosa di pronto da portare con se’.
“Brad dovrebbe essere a casa fra meno di un’ora!” esordì prendendo un pesante e rumoroso mazzo di chiavi dal porta oggetti del soggiorno. Amanda sembrò stupita a quell’affermazione. Se c’era una cosa che in quel momento volesse di meno, quella era vedere Brad. Non che quel ragazzo la mettesse in soggezione, o in imbarazzo; era solo che Amanda provava una specie di odio generale per il genere maschile. Non poteva definirsi esattamente odio, solamente non era affatto a suo agio con i ragazzi e il fatto che quella sera si sarebbe dovuta ritrovare nella stessa casa di Brad le faceva saltare i nervi. Prese un bel respiro e si sedette sul divano assieme a Lizzie. La piccola poggiò le sue gambette magre sopra quelle di Amanda e continuò imperterrita a seguire il programma televisivo.
“Allora ciao…” sussurrò Susan in un soffio, accarezzando la testa a sua figlia. La sua mano si posò subito dopo sulla spalla di Amanda. “Grazie ancora.” Disse con serietà.
Il viso di Amanda si rilassò in un sorriso, che all’istante rassicurò l’animo di Susan. La donna uscì di casa e la ragazza si trovò a dover passare l’intera serata con la piccola.
I bambini erano sempre stati grandi amici di Amanda. Non che li amasse particolarmente, ma per qualche oscuro motivo riusciva a trovarsi sempre bene con loro. Lo stesso valeva per Lizzie: Amanda era la sua baby-sitter non ufficiale da ormai un paio di anni e da allora la bambina l’aveva praticamente amata. Ciò che Amanda non riusciva a spiegarsi era il motivo di tanto affetto. Effettivamente non aveva mai fatto niente che avesse potuto scaturire un particolare sentimento nei confronti della bambina.
Il programma televisivo era quasi terminato, e Lizzie era ormai praticamente sdraiata sopra il corpo minuto di Amanda. La ragazza le accarezzava ritmicamente i capelli –cosa che, aveva imparato, piaceva a Lizzie-. Pochi secondi dopo osservava gli occhi concentrati della bambina, fissi sul televisore. Decise di farla sdraiare in una posizione più comoda; in un istante, il piccolo corpicino di Lizzie era sdraiato su quello di Amanda.
Qualche minuto dopo la televisione continuava a mandare in onda cose che ad Amanda non interessavano minimamente. La sua mente vagava verso altri pensieri. Prese a pensare a cosa stesse facendo in quel momento la sua migliore amica e a come avesse rinunciato a una serata con lei per poter fare da baby-sitter alla piccola Lizzie. Il petto della piccola si muoveva contro quello di Amanda, che ritmicamente emetteva dei sospiri. Amanda guardava il soffitto persa nei suoi pensieri, notando che in quella serata non avesse scambiato nemmeno una parola con la piccola Lizzie, fatta eccezione per il saluto. Le accarezzò ancora i capelli, man mano che il suo corpo si rilassava. Qualche minuto dopo gli occhi di Lizzie si chiusero, mentre la piccola emetteva piccoli sbuffi caldi.
Amanda spense il televisore, e nel buio della stanza iniziò a fantasticare su ciò che le sarebbe successo il giorno seguente. Si ricordò improvvisamente del test di biologia che sarebbe dovuto essere a sorpresa –ma che ormai tutti gli studenti conoscevano- e una smorfia di dolore si formò sul suo viso quando ripensò al suo compagno di laboratorio, inutile e assente. Chiuse gli occhi assieme a Lizzie, rilassandosi mentre il silenzio della casa la avvolgeva.
 
Brad tornò a casa quando erano ormai quasi le dieci di sera. Sua madre lo aveva avvertito che era dovuta scappare per un turno improvviso a lavoro. Sapeva che sua sorella sarebbe stata a casa con la baby-sitter. Erano mesi che non vedeva Amanda, e –nonostante la sua presenza non fosse un evento speciale per Brad- qualcosa in lui lo faceva sentire felice di rivederla. Infilò le chiavi nel buco della serratura e le fece girare, non curante del troppo rumore e ignaro del fatto che all’interno della casa sua sorella stesse dormendo. La porta dietro di lui si chiuse con un tonfo e Brad rimase subito sorpreso travolto dal buio e dal silenzio che lo circondavano. Superando l’arco che divideva il soggiorno dal corridoio dell’ingresso, ebbe il piacere di notare che la casa era vuota. Si rilassò pensando che sua sorella minore stesse dormendo e che Amanda fosse ormai andata a casa. Gettò le chiavi nel porta oggetti e si tolse la giacca e la sciarpa che aveva addosso e che, durante la serata passata con gli amici, l’aveva tenuto in caldo. Il grosso maglione di lana grigia che aveva intrappolato sotto il cappotto, scivolò lungo il suo corpo, quasi fino ad arrivargli a metà gambe. Si ostinava a tenere quel maglione, nonostante fosse troppo grande per lui; infatti –secondo Brad- quel maglione aveva la straordinaria capacità di tenerlo al caldo in qualunque momento.  Solo in casa, il ragazzo si avvicinò al divano che fronteggiava la televisione, pronto per stendersi su di esso e passare il resto della serata a guardare la televisione, in attesa di addormentarsi. Poco prima che potesse avverarsi tutto ciò a cui aveva pensato, il suo occhio cadde sulle due figure che occupavano il divano.
Sua sorella minore era stesa sul corpo minuto e indifeso di Amanda. Tutte e due con un’espressione rilassata in volto. Brad rimase immobile di fronte a quella scena non sapendo, in un primo momento, cosa fare in quella situazione. Come prima cosa accese la grossa lampada che affiancava la televisione, poi si piegò sulle gambe per affiancare le due che dormivano sul divano. La luce bassa e tenue che proveniva dalla lampada illuminava il viso di Amanda in un strano modo, e a Brad quel modo piaceva particolarmente. Rimase qualche secondo a guardare entrambe, e a notare come sua sorella fosse a proprio agio con Amanda. Si riscosse dai propri pensieri e decise di svegliare la ragazza per permetterle di tornare a casa.
“Psss…” iniziò a sussurrare, scuotendole la spalla con una mano. “Amanda…”
Questa bofonchiò qualcosa di incomprensibile e strinse a se’ il corpo minuto di Lizzie. Brad ridacchiò fra se’, intenerito da quella scena e continuò nel suo intento di catturare la sua attenzione, finché la ragazza aprì gli occhi lentamente. A Brad sembrò costare così tanto il fatto di averla svegliata, che appena Amanda si accorse della sua presenza si affrettò a chiederle scusa.
Sul volto di Amanda un’espressione attonita si faceva spazio. Mai avrebbe immaginato di trovare Brad al suo fianco, intento a svegliarla dal sonno che l’aveva invasa su un divano che non era nemmeno quello di casa sua. Si ricordò, avvolta in una trance di pensieri, di avere il corpo della piccola Lizzie spalmato sul suo. Brad ridacchiò ancora, nel notare la visibile goffaggine di Amanda in quella situazione, cosa che a lei diede alquanto fastidio, considerato il fatto che si fosse appena svegliata e che Brad non fosse nella posizione giusta per poter ridere di lei; soprattutto dopo tutta la serie di dispetti e scherzi che lui e i suoi amici si erano divertiti a farle da bambini. Facendo attenzione a non disturbare il sonno di Lizzie, Amanda si mise seduta, tenendo la sorella di Brad a cavalcioni sulle ginocchia.
Il ragazzo si affrettò a prenderla in braccio, per portarla successivamente nella sua stanza da letto. Amanda si infilò le scarpe che precedentemente aveva tolto e si affrettò a sparire oltre la porta. Oltrepassò l’arco e giunse nel corridoio, dove mise addosso il cappotto di lana e la sciarpa che aveva portato da casa. La voce di Brad echeggiò alle sue spalle qualche secondo dopo, e Amanda si stupì di sentirla così vicina e così diversa dopo quel poco tempo trascorso dall’ultima volta in cui si erano parlati.
“Mi ha fatto piacere rivederti!” concluse allegro lui, sussurrando. Amanda si voltò circospetta, per trovare di fronte a se’ Brad, stretto nell’enorme maglione di lana. Un’espressione stupita e confusa allo stesso tempo in volto. Sorrise notando l’imbarazzo che aveva sempre caratterizzato l’espressione di Brad e si allontanò verso la porta. I passi del ragazzo risuonavano ormai nel soggiorno, mentre la mano di lei era fissa sulla maniglia della porta.
“Anche io sono stata felice.” Affermò in modo che potesse sentirla. Quell’affermazione le sembrava fatta più per convincere se’ stessa che lui. L’aveva detto non per interesse, ma soltanto per non sembrare maleducata di fronte a lui e per provare a essere gentile con un ragazzo, cosa che prima di allora raramente aveva fatto –se non con suo cugino-. Quando non ricevette nessuna risposta, se non un accenno di risata che proveniva dal soggiorno, chiuse la porta e attraversò il vialetto della villa dei Simpson, per tornare a casa.

Note delle autrici:
ecco il secondo capitolo! :D Abbiamo notato che nessuno di voi ha recensito. Speriamo che comunque la storia vi sia piaciuta.
Come avete capito, la trama non è incentrata soltanto su Connor. Se volete sapere altro, continuate a leggere.
Un bacio e a presto. xx
  
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