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Autore: R Artemis    29/06/2013    2 recensioni
Angeli e demoni. L'eterno conflitto tra bene e male. Ma chi ha deciso cos'è il bene e cos'è il male?
L'amore, puro sentimento umano, è bene o male?
Gwen, protagonista di un mondo più grande di lei, non sa trovare risposta a ciò.
Entrambe le fazioni sembrano opporsi a lei e ad un batterista che entra nel suo mondo per caso.
Che lo scontro abbia inizio.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sopra Ilchester, nel Meryland. Vedeva le piccole case, gli enormi giardini. Ricordava di aver sentito gli angeli parlare di quel posto, il possibile nascondiglio del primo demone, ma ora, mentre volava, Gwen ne era sicura. Riusciva a sentirlo. Era lì.
Si lasciò guidare da quella familiare sensazione e planò, sempre più vicina alla città. Era diverso, in certi aspetti, era come se qualcuno la chiamasse. Qualcuno voleva che raggiungesse quel posto.
Sicura di sè, Gwen seguì il richiamo di Lilith e raggiunse una piccola chiesa circondata dal nulla. Nessuno l'avrebbe mai notata.
Strano posto, pensò Gwen. Il primo demone mai creato che morirà in una chiesa.
Davanti alla possente porta, esaminò le mura. Niente marchi, niente protezione. Sorrise tra sè, sentendo Lilith così vicina. Senza ulteriori esitazioni, aprì quella porta, ed entrò, lasciando che la luce invadesse la navata centrale.
Una volta richiusa la porta alle sue spalle, un pensiero che prima non le aveva minimamente sfiorato la mente, ora la travolse: Matt e gli altri angeli avrebbero dovuto essere lì, a combattere contro i demoni, a combattere la grande battaglia. Ma non c'erano. Nessuno di loro era lì, nessun corpo, nessuna percezione.
Gwen si guardò intorno, osservando la chiesa, ancora confusa, quando sentì quella voce chiamarla e subito dopo incontrò i suoi occhi, in quel momento così verdi. 
Corse verso Shannon, le pesanti ali che vibravano fendendo l'aria. Lo vide lì, vivo, incatenato a quella sedia, vedeva del sangue scorrergli dal labbro inferiore ed una profonda macchina sulla maglietta. Quel sorriso che le rivolse cancellò ogni preoccupazione, quel sorriso che amava, che temeva di perdere. Era ferito...ma vivo.
Quella felicità che la invase, quel sollievo, la gioia di aver ritrovato il suo batterista vennero accantonate non appena una donna le si parò davanti.
"Dove credi di andare, mia cara Ginevra?"
Gwen si bloccò di colpo, evitando di poco di schiantarsi contro quella donna...quel demone. All'improvviso quest'ultima liberò le sue ali, così rosse, quasi nere. Più piccole rispetto a quelle della ragazza, non così imponenti. Rivelò i suoi veri occhi, neri come le tenebre più profonde, ed osservò la ragazza, sorridendo.
"Dov'è Lilith?" chiese Gwen, notando che quel demone non era affatto potente come quello che stava cercando.
"Oh, non temere, mio piccolo demone, arriverà. Stavi cercando lui, non è così?" Il demone si voltò ed indicò Shannon. Un uomo era apparso al suo fianco, gli stessi occhi neri, e puntava un coltello alla gola del batterista.
Gwen si immobilizzò. Osservava Shannon, il terrore negli occhi verdi si rifletteva in quelli azzurri. Sentì il cuore accelerare, un tremito percorrerla. Aveva paura.
"Lasciatelo andare." disse, scandendo ogni parola. Sentiva la rabbia farsi strada e salire in superficie. Quegli occhi che amava cercavano di nascondere il terrore con una maschera. "Non vi servirà a nulla uccidere lui. Sono qui. Sono qui, Lilith!" urlò le ultime parole, volgendo questa volta lo sguardo intorno a sè. "Fatti vedere!"
"Eccomi, mia bella, dolce, Ginevra." 
La porta di una delle camere adibite per tenere gli oggetti per le messe si aprì, lasciando entrare una ragazzina dai capelli rossi.
"E' solo una ragazza..." sussurrò Gwen, osservando Lilith avvicinarsi all'altare.
"Si, bhè, hai visto com'è carina?" disse il demone sorridendo e facendo un giro su se stesso. "Adoro quella più giovani. Sono così pure, così innocenti. Possederle è...meraviglioso. Tornando a noi...sei arrivata, ne ero sicura." Lilith si avvicinò a Shannon e gli sfiorò il viso con un dito "Grazie a lui. Il tanto amato umano..."
"Non toccarlo!" la voce le uscì più alta di quanto avesse voluto. Fece un passo avanti, ma vide la lama del pugnale avvicinarsi al collo del batterista, così Gwen indietreggiò. "Hai me, ti prego, lascia andare lui." disse quasi in un sussurro, non riuscendo a distogliere gli occhi da quelli di Shannon, cercando di infondergli quel po' di forza che le restava. "Sono qui, come volevi. Lui non ti serve più...ti prego." La stava implorando. Quasi non riusciva a crederci.
Sentì la risata così acuta della ragazzina entrarle fin dentro le ossa. Rabbrividì.
"Oh no. Sai, mi sono quasi affezionata a lui. Pensavo di tenerlo con me...tanto tu non ci sarai più. Mi dispiacerà distruggere così il vostro amore." Il demone continuava a girare intorno al batterista, sfiorandolo di tanto in tanto, quando poi si avvicinò di qualche passo a Gwen. "Oppure no, non mi dispiacerà affatto!"
"Non oseresti..."
"Si invece! Mia cara, non mi conosci? Io sono Lilith e posso fare quello che voglio. Tu, oggi, in questa chiesa, morirai, ed io risveglierò mio padre. Per voi angeli e per voi umani" continuò guardando ora Shannon, "inizierà una nuova era, un nuovo inizio!"
"Non ti permetterò di farlo." Gwen era ancora lì immobile, una mano che stringeva il pugnale, sentiva il sangue scorrerle sempre più velocemente nelle vene, il cuore accelerare. Non avrebbe permesso che tutto ciò accadesse, ma come avrebbe potuto fermare Lilith?
"Ti sbagli, mia cara, perchè è proprio grazie a te se tutto questo è possibile. Conosci la profezia, non è così?"
Un piccolo sussultò tradì la ragazza, così come Shannon. Ora ricordava quelle parole, quelle semplici parole gli risuonavano in testa.
' Lei sarà creatura unica, unirà due mondi nelle sue ali, e quando amerà l'uomo, creato ultimo da Dio, come mai amore si era visto prima, libererà colui che a Dio si ribellò, colui che cadde nove lune dal paradiso. ' gli aveva riportato Gwen, quella notte sulla piscina.
"Vedo che entrambi ne siete a conoscenza." affermò la ragazzina sorridendo, guardando prima l'umano poi la ragazza. "Sei tu. Sei sempre stata tu. Nessuno ne era certo, ovviamente, finchè non ti sei innamorata. Di lui." avvicinatasi di nuovo a Shannon, facendo allontanare il demone con il pugnale, gli poggiò un dito sotto il mento e lo sollevò, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso. "L'amore proibito. Come quello dei tuoi genitori. Angelo e demone. Tu...e lui. Finalmente sei pronta." sorrise mentre quasi sfiorava il naso dell'uomo, continuando a rivolgersi alla ragazza. "L'amore è solo una debolezza."
"Solo qualcuno che non ha mai amato, che non è mai stato amato, può dire un'assurdità del genere." rispose Shannon, sentendo il respiro di Lilith così vicino. Sorrise notando il suo sguardo impressionato. "Una come te. E mi dispiace, davvero. Non saprai mai cosa significa provare certi sentimenti per qualcuno, sentire i brividi ogni volta che si avvicina, ogni volta che ti sfiora, sognare quegli occhi e quel sorriso ogni notte e desiderare così ardentemente di vederli durante il giorno, capire che l'unica cosa che davvero ti importa è rendere felice l'altra persona. Ti sbagli, l'amore ti rende più forte."
Shannon teneva gli occhi fissi su quelli di Lilith, quasi spaventati da quella risposta, ma Gwen riusciva a sentirli, come se, attraverso Lilith, potessero vederla. Un piccolo sorriso le increspò le labbra.
Lilith si allontanò da Shannon di qualche passo, ma subito si voltò di nuovo verso di lui, con rabbia o forse puro divertimento.
"Come pensi che sia riuscita a portare la tua cara Ginevra qui, davanti a me? Come pensi che la torturerò, finchè non mi darà ciò che voglio? Grazie a te, grazie all'amore che prova per te. Ora dimmi, umano, come questo può essere positivo. Ho vinto, ormai."
"Non conosci la mia Gwen, allora." sussurò, tanto che la ragazza non era sicura di ciò che aveva detto. Sorrise beffardo, guardando ora Gwen, ma subito quel sorriso scomparve, lasciando solo un'espressione di sofferenza.
"No!!" urlò Gwen, quando vide il pugnale nella mano di Lilith conficcato nel ventre di Shannon. Urlò, urlò il suo nome, corse per scagliarsi contro Lilith, ma l'uomo e la donna che poco prima erano al fianco di Shannon, ora le si pararono davanti, bloccandola. Gwen colpì la donna con un calcio, ma nello stesso istante l'uomo colpì lei. Gwen fu lanciata per parecchi metri, finchè non andò a sbattere contro la parete della chiesa e lì si accasciò a terra.
"Se l'era cercata..." sentì dire da Lilith, come da una voce lontana. "Forse questo umano non sarebbe stato male, come involucro per uno dei miei demoni. O forse per Lucifero stesso..."
Gwen si alzò a fatica, mentre nessuno la guardava, dopo il forte colpo subìto. Vide Shannon accasciato sulla sedia, la maglietta tingersi di rosso, le sue palpebre chiuse. Sentì qualcosa crescere in lei, rabbia e dolore. Non aveva mai creduto di poter provare qualcosa così, tanto intensamente, fino a quel momento. Non si accorse delle ali che vibravano dietro di lei, mutando piano il loro aspetto. Ora il candido bianco era sparito, per lasciar posto al rosso, un intenso rosso. Gwen sentì solo dei brividi e quella strana sensazione che aveva provato altre volte. Le venne in mente quella sera, a Santa Monica. Ma questa volta riusciva a percepire ogni emozione, ogni piccolo brivido, tutta la rabbia invaderla. Un po' di vento si alzò, nella chiesa, e quello strano fenomeno riscosse Lilith ed i due demoni, che si voltarono verso Gwen, la prima con un sorriso sul volto, i secondi terrorizzati.
Gwen aprì la mano destra, come aveva imparato a fare durante queste ultime settimane, per usare quello che era il suo potere, ma questa volta sentì qualcosa di diverso a guidarla, un desiderio più profondo.
Richiuse la mano destra a pugno, così forte da arrivare a ferirsi con le unghie, ammirando il denso fumo nero uscire dalla bocca dell'uomo e della donna, più velocemente di quanto ricordasse le altre volte, poi si dissolse, tra le urla strazianti dei due umani. Questi caddero a terra in quelli che a Gwen erano sembrati interminabili secondi. Non respiravano più.
Gwen li osservò, immobile, mentre vedeva l'anima di quegli umani abbandonare il corpo, la risata di Lilith di sottofondo.
"Sono...morti.." sussurrò la ragazza.
"Gli umani lo fanno spesso." ribattè Lilith.
"Li ho uccisi! Non era mai successo prima...non doveva essere così!"
Lilith continuava a sorridere, mentre la ragazza urlava.
"Sei un demone, ora, è questo che fai."
"Io non sono come te. Non sono un demone." ora Gwen guardava Lilith, quella rabbia che ancora le scorreva tra le vene.
"Guarda tu stessa." Lilith fece un cenno del capo indicando dietro Gwen. Questa si voltò, con cautela, e restò senza parole. Le sue ali. Erano rosse. Le sue ali erano quelle di un demone.
"Sei sempre stata una di noi...eccoti la conferma."
Gwen non riusciva a credere a tutto ciò che era appena successo, continuava a sentire quei brividi intensi, quelle emozioni rinchiuse.
Sentiva la testa sul momento di esploderle, così come il cuore che ora batteva talmente forte da risuonargli nelle orecchie.
"Avevi solo bisogno di una piccola spinta." disse, indicando Shannon sulla sedia. Respirava ancora, notò Gwen. A fatica, ma riusciva a percepire il suo respiro. "Ora sei pronta a risvegliare mio padre, il padre di tutti noi! Ho bisogno solo del tuo sangue, solo di questo.." sussurrò le ultime frasi, mentre liberava le sue ali, nere come gli occhi dei demoni, e si avvicinava volando a Gwen.
"no.." disse prima piano, poi ripetè urlando. Lei non poteva essere un demone, sangue di angelo scorreva dentro di lei. Lei era riuscita ad amare, lei amava ancora... osservò di nuovo Shannon, poi l'uomo e la donna nella loro terrificante immobilità, quando ad un tratto si ritrovò Lilith a pochi centimetri da lei.
"Non hai altra scelta." Lilith colpì la ragazza, con molta più forza del colpo dell'uomo, e lei fu scagliata di nuovo contro una parete. Le ferite avrebbero dovuto rimarginarsi da sole, ma in quel momento sembravano non voler scomparire. Si rialzò a fatica, ma Lilith le fu subito accanto e la colpì di nuovo, con più violenza. Quando si rialzò, Gwen rivide il demone davanti a lei, sorridente. Questa volta fece in tempo a colpirla, ferendola, ma, a quanto sembrava solo lievemente. Quel sorriso sulle labbra di Lilith era scomparso, lasciando spazio alla rabbia.
Gwen e Lilith si scontrarono, in aria, corpo a corpo. Entrambe riuscivano ad evitare il pugnale dell'altra, ma lo scontrò continuava senza esclusione di colpi.
Le panche erano ormai rotte, i vetri delle finestre in frantumi.
"Non puoi sconfiggermi così, lo sai! Oh, andiamo, non vorresti incontrare di nuovo i tuoi genitori? Così coraggiosi e così patetici."
"Non ti lascerò mai risvegliare Lucifero. Non distruggerai la vita degli esseri umani!"
I colpi continuavano, Gwen, ancora quella rabbia dentro di sè, che riusciva a tener testa alla madre dei demoni.
All'improvviso Gwen percepì qualcosa, qualcosa che proveniva dall'esterno, che si avvicinava velocemente. Non era uno, erano moltissimi.
Si rese conto che anche Lilith se ne era accorta, quando quel sorriso che aveva conservato durante tutto il duello, scomparve. 
Gwen notò una strana luce nei suoi occhi, approfittò di quel momento di distrazione e colpì.
Il pugnale arrivò dritto al cuore, perforandolo. 
Gwen sentì il calore del sangue scivolarle sulla mano, le gocce percorrere tutto il corpo e precipitare giù, fino a toccare il pavimento, goccia dopo goccia, come goccioline d'acqua che cadono da un rubinetto lasciato aperto.
Sembravano muoversi, riavvicinarsi l'una all'altra, sul pavimento della chiesa...ma forse Gwen si sbagliava, forse era solo la stanchezza.
Nonostante il cuore avesse smesso di battere, ed il corpo umano di vivere, Lilith sorrise. "Non penserai di potermi uccidere con quel pugnale, vero?"
Le due erano talmente vicine che il respiro di Gwen sfiorava Lilith.
"Oh no..ma così sì." Gwen alzò l'altra mano e la poggiò sulla fronte di Lilith, nel momento esatto in cui Matt aprì la porta della chiesa.
Non aveva mai sentito tanto potere pervenirle nella mano, come se tutta la sua anima, tutta la sua forza fosse concentrata lì. Sentì le strazianti urla della ragazza posseduta, così giovane. 
Nessun fumo nero uscì dalla bocca della ragazza. Piccole scariche elettriche ricoprivano il suo corpo.
Era morta, ne era sicura, lo sentiva. Lilith non c'era più.
La mano che impugnava ancora il pugnale allentò la presa, così come l'altra scivolò piano via dal suo viso. Sentì un pesante tonfo quando il corpo della ragazza cadde a terra, sull'altare, priva di vita.
Sentì improvvisamente le ali pesanti, tutto intorno a lei sembrava girare in tondo, lentamente.
Una voce da lontano urlava il suo nome, ma i suoi pensieri ora erano rivolti solo ad una persona, quella che giaceva sulla sedia, ancora incatenato mentre perdeva sangue, il solo respiro e il battito cardiaco fino troppo lento a confermarle che era ancora vivo.
Lentamente, o almeno così sembrò a lei, Gwen volò giù, verso Shannon, e si fermò al suo fianco. 
Lui riuscì ad alzare un po' la testa, quel tanto che bastava per vedere la sua ragazza vicino a lui, ferita gravemente, ma ancora viva. Sussurrò il suo nome ma lei lo zittì.
Quando capì cosa aveva intenzione di fare, cercò di impedirglielo, in modo da farle risparmiare un po' di forza, ma non ci riuscì. Gwen poggiò la mano sul petto dell'uomo, e guarì le sue ferite poi, ormai senza forze, si accasciò a terra e il buio la invase.
  
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