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Autore: Dama DeLupottis    29/06/2013    6 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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PS: piccola modifica del capitolo scorso: ho spostato il complex di Massimo a domenica, cioè al giorno dopo questo ( sabato, descritto in questo cap)

Pov. Anna

Oggi è il gran giorno: il giorno in cui il mio autocontrollo verrà messo alla prova, e non vi nascondo che ho paura…non tanto d’insultarlo, perché quello so già che probabilmente lo farò… ho paura dei miei sentimenti, perché in passato sono stati molto forti e so che da qualche parte ci sono ancora, un po’ come una malattia che anche se non si manifesta sai di avere all’interno del tuo corpo, e sai che prima o poi tornerà a farsi sentire, in maniera lieve o forse acuta…l’unica cosa che puoi fare è essere preparata e io…io ancora non lo sono.

Il clacson di una macchina attira la mia attenzione: Massimo, Antonella e Andrea sono venuti a prendermi. Sorrido, ma subito dopo torno seria vedendo scendere dalla macchina anche Dario, Massimo se ne accorge e ancora prima di salutarmi precisa:- Abbiamo ritenuto opportuno usare solo la mia macchina, visto che le strade da percorrere non sono tutte completamente asfaltate. Spero non starai troppo stretta dietro…-

- No no va benissimo!- cerco di sorridere salutando tutti prima di prendere posto a sedere in mezzo. Possibile che sono sempre io quella che deve stare in mezzo? Ma va beh, almeno mi trovo tra Andrea e Antonella! Per fortuna Andrea mi cede subito una cuffia, così m’immergo nella sua musica, che guarda caso è uguale alla mia e finalmente comincio a sentirmi molto più a mio agio.

Durante il viaggio parliamo del più e del meno, o meglio gli altri parlano, visto che noi giovani quando abbiamo le cuffie nelle orecchie ci isoliamo nel nostro mondo e quelli che lo sanno ci ignorano tranquillamente.

Dopo un viaggio di circa tre ore, interrotto solo da una breve pausa in autogrill, arriviamo alla casa della famiglia Albani, che è a dir poco meravigliosa: è grande, con le travi a vista e la maggior parte dell’arredamento in legno che contribuisce a riscaldare l’atmosfera, visto l’arietta fresca di montagna. Ma la cosa più bella è che è totalmente immersa nel verde, ha una vista spettacolare sulla vallata e non ha vicino altri caseggiati: qui regna il silenzio, “disturbato” ogni tanto dal canto di qualche uccellino solitario.

È quasi ora di pranzo: Antonella ha deciso che faremo un picnic e sta cominciando già a distendere la tovaglia sul prato.

- Cioè io non capisco: abbiamo un tavolo dentro e un tavolo fuori e tu vuoi mangiare sul prato? In mezzo alle formiche?- domanda Andrea sconcertato prima di andarsene via scuotendo la testa senza dare ad Antonella il tempo di rispondere. Lei ci rimane un po’ male, ma cerca di nasconderlo e prosegue con i preparativi.

- Lascia che ti dia una mano!- mi propongo entusiasta di aiutarla

Cominciamo ad apparecchiare la tovaglia a quadri rossa e bianca stesa sul prato. Antonella sembra al settimo cielo, non l’ho mai vista così di buon umore!

- Che hai da guardare così tanto?- mi domanda sentendosi osservata

- Sei felice, molto felice… e ne sono molto contenta…solo che stento a capirne il motivo. Inoltre è la prima volta che ti vedo indossare pantaloni e scarpe stringate senza tacco! È inusuale…è strano!-

- Ed è bello!- esclama con aria sognante:- E’ bello abbandonare per un po’ quei tacchi che ogni giorno mi rovinano i piedi, è bello non doversi preoccupare della postura, degli atteggiamenti…è bello stare con la famiglia, con gli amici, sentirsi a proprio agio, dimenticando la frenetica vita d’ospedale. Per questo sono felice: perché raramente capita che sia io che Massimo siamo entrambi liberi, è difficile combinare le ferie assieme e nonostante quelle a volte i cellulari del lavoro continuano a squillare. Mi piace venire in questo posto, perché qui si è un po’ fuori dal mondo: i cellulari non prendono, non c’è internet, alla televisione si vede solo qualche canale, insomma, qui dove la tecnologia praticamente non esiste, si ritrovano i legami profondi con la famiglia, con se stessi, con il mondo. Questo posto è per me un paradiso, venire qua mi fa stare solo bene!-

- Hai proprio ragione! Ve lo meritate davvero!- sorridiamo mentre vediamo i tre uomini che cominciano a sopraggiungere spinti dalla fame, non certo dalla voglia di aiutare visto che ormai è già tutto pronto.

Ci sediamo sul prato attorno alla tovaglia, non so perché io finisco vicino a Dario, ma d’altra parte, non volevo dividere la famiglia Albani, visto che sta così riunita talmente poco tempo…

Chiacchieriamo di argomenti generali, poco interessanti, ma comunque divertenti: tutti cercano d’ignorare la tensione che aleggia nell’aria, ma è chiaro che tutti la percepiscono, basta vedere come s’impegnano per cambiare discorso o avviarne uno nuovo così di punto in bianco proprio quando per prendere qualcosa sulla tovaglia io e Dario ci sfioriamo per sbaglio e i nostri sguardi si scontrano anche solo per pochi secondi….acqua e fuoco, due elementi che non riusciranno mai a convivere in pace. Teoricamente l’acqua dovrebbe vincere…o almeno così ci è stato insegnato da piccoli, ma in realtà se il calore aumenta, l’acqua bolle ed evapora, e quindi alla fine, anche lei in rare circostanze potrebbe perdere!

- Allora come picnic non mi è sembrato molto male!- commenta Antonella verso la fine del nostro pranzo

Tutti annuiamo dicendo cose come “sì sì… è vero!” ma Andrea dice in tono abbastanza duro:- Certo, se non contiamo che avremmo potuto fare benissimo a meno delle formiche, delle zanzare e che stiamo facendo una cosa da bambini nonostante il più piccolo di noi abbia 18 anni!-

- Non ti è piaciuto?- domanda Antonella amareggiata

- No mamma! Non mi è piaciuto, non sono più un bambino, anche se tu non vuoi smetterla di vedermi come tale!- risponde acido alzandosi

- Dove stai andando?-

- A lavarmi i denti, come mi ha sempre insegnato papà!- dice in tono canzonatorio facendo rimanere male entrambi i genitori

- Ti accompagno!- dico alzandomi a mia volta per raggiungerlo e dirgliene quattro

Quando arriviamo in bagno gli dico in tono di rimprovero:- Sei stato cattivo sai? Tu non hai idea di che fortuna hai ad avere dei genitori così!-

- Fortuna? Avere una mamma che lavora in pediatria e che quando torna a casa ti tratta come uno dei suoi pazienti? Di solito mi dichiaro fortunato se al mio compleanno mi regala una maglia, un cellulare o qualsiasi altra cosa che non sia un peluche!- dice mentre entrambi cominciamo a spazzolarci i denti davanti allo specchio

- Ora non esagerare, capisco le tue esigenze perché ci sono passata anch’io, ma credimi, quando raggiungi l’indipendenza dopo un po’ cominci a sentire la mancanza di qualcuno che si prende cura di te, che c’è sempre quando tu hai bisogno, che gioisce con te e ti consola nei momenti tristi. Tu hai una mamma fantastica Andrea, non dimenticarlo mai!-

- Sì lo so….io non volevo essere cattivo con lei, è solo che a volte esagera e io sono un po’ impulsivo, cerco di mandare giù la prima volta ma poi quando scoppio faccio danni!- dice cominciando già  a pentirsi di ciò che ha detto

- Ma visto che sei un bravo ragazzo chiederai scusa a tutti e due!-

- Giustamente…come fanno i bambini di tre anni!- risponde guardandomi bieco

- No! Come fanno gli uomini maturi e corretti che ammettono i propri sbagli e non si vergognano di chiedere scusa!- lo correggo:- E poi te l’ho detto: essere un po’ bambini non è così male!- concludo schizzandogli un po’ d’acqua all’altezza del volto.

- Smettila!- dice rimanendo impassibile

- E dai difenditi!- lo incito mentre lo bagno maggiormente:- Non vorrai farti umiliare così da una ragazza!-

- L’hai voluto tu!- esclama prendendo il flaconcino dell’omino bianco liquido e spruzzandomelo addosso

- Sei sleale! Questo negli occhi brucia!- dico voltandomi cercando di ripararmi con le mani, per fortuna i miei occhi ne sono rimasti indenni, per ora...

- D’accordo, vorrà dire che passerò a questo!- esclama prendendo in mano il sapone di marsiglia: lo bagna sotto l’acqua e poi comincia a rincorrermi spalmandomelo sulle guance, sulle braccia e sul collo mentre io cerco invano di difendermi ma ridacchio divertita.

Non pensavo sarebbe arrivato fino a questo punto, però sono felice, perché ho raggiunto il mio obbiettivo: mostrargli che a volte comportarsi come bambini non è sempre sbagliato. Io l’ho capito, stando con Dario ho capito che il mondo degli adulti ha troppe regole e che spesso bisogna trovare un modo per evaderle, un modo per non tenersi tutto dentro.

Nel frattempo per difendermi dal sapone, ho preso in mano il borotalco e gli ho imbiancato i capelli scuri e la maglia che stava indossando. Continuiamo ridendo la nostra lotta, fregandocene di quello che poi diranno gli adulti. Questo è il bello dell’essere giovani: potersi permettere ancora di essere immaturi, agire d’istinto e rimandare a dopo tutte le sue conseguenze.

Ad un certo punto gli dico:- Lo vedi che essere bambini non è poi così male!-

Lui anziché rispondere, mi blocca i polsi contro il muro al di sopra del mio viso e poi guardandomi negli occhi mi dice:- Il problema è che non ho mai avuto una sorella a cui fare i dispetti!-

- Beh ora se vuoi ce l’hai! Chiedi a tua mamma di adottarmi!-

- Non credo che lo farebbe visto il disastro che abbiamo combinato!- dice lasciandomi libera di guardarmi intorno prima che entrambi scoppiamo a ridere scorgendo impronte bianche sulle piastrelle azzurre della parete, e schizzi di sapone sullo specchio, per non parlare del tappeto blu ormai coperto da orme circondate da polvere bianca, fino a che una voce maschile inorridita ci interrompe:- Ma che è successo qui?-

Ci voltiamo verso la porta scoprendo i tre adulti che ci stanno guardando sorpresi, impalliditi, arrabbiati, preoccupati, confusi…non so che altro aggiungere, il volto di Massimo è un vero enigma. Ci sta guardando come se avessimo fatto qualcosa di scandaloso, mentre Antonella si sta semplicemente domandando chi siamo noi due e che cosa ne abbiamo fatto di suo figlio e della sua amica/quasi figlia.

- Tranquilli! Pulisco, sistemo, penso a tutto io!-  mi precipito a dire.

Nel sentire questo i loro volti si rilassano, ma non del tutto, Massimo e Antonella vanno verso il salotto, scuotendo la testa, Andrea si propone di restare ad aiutarmi, ma io lo fulmino con lo sguardo e dico:- Non ti è rimasto niente del mio discorso prima di tutto questo?-

- Sì sì, va bene…vado vado! Solo che ora sembrerò decisamente poco credibile quando dirò a mia mamma “ non trattarmi più come un bambino!”-

- L’importante è chiederle scusa! E ora fila! Muoviti, che dopo devo chiederle scusa anch’io per questo disastro!- concludo inginocchiandomi sul pavimento per pulire, notando che Dario non se n’è ancora andato, anzi, è rimasto lì fermo tutto il tempo, letteralmente impietrito da questa scena.


Pov. Dario

Dire che sono sconcertato è dire poco! Avrei dovuto aspettarmi una delle sue solite pazzie, questa ragazza non è certo normale, ma forse è proprio per questo che è così speciale, così unica e insostituibile. Vederla ridere così spensierata, mi ha fatto tornare in mente la vitalità che donava ad ogni mio giorno quando ancora si trovava in casa mia. Questa è la Anna che conosco, non quella che va in giro truccata o con la maglia scollata, ma questa Anna che ora se ne sta inginocchiata a terra, con i vestiti imbiancati di sapone e i capelli un po’ spettinati, una sorta di Cenerentola si può dire, che pulisce il pavimento con la stessa grazia della fanciulla delle favole.

- Hai intenzione di restare lì a fissarmi ancora a lungo o pensi di aiutarmi?- domanda alzando il capo

- No io….vado di là!- rispondo un po’ spiazzato dopo essere stato sorpreso a sognare ad occhi aperti

- Come pensavo!- sorride e torna a dedicarsi alle piastrelle del bagno.

Raggiungo gli altri e dopo circa mezzora, quando Anna ha finito di sistemare il bagno e si è data una ripulita, dopo aver chiesto nuovamente scusa ad un Antonella a parer mio troppo indulgente…. io, Massimo, Andrea e Anna ci incamminiamo sul sentiero dietro la collina.

- E’ un peccato che Antonella non sia venuta! Le pulizie di casa poteva farle anche dopo!- dico rivolgendomi a Massimo

- Oh no tranquillo! A lei non piace molto camminare in salita….e soprattutto ama la tranquillità, quindi non credere di averle fatto un torto….andando via le abbiamo fatto solo un piacere, non le piace pulire con la gente che le ronza intorno, anche perché purtroppo è piuttosto meticolosa in queste cose!-

- Purtroppo? Non pensavo che fosse tanto male vivere in una casa sempre pulita!- esclamo, pensando alla mia che da quando è tornata solo mia, è diventata la tana di un orso. Tanto per darne un’idea dico solo che la donna delle pulizie si mette le mani nei capelli tutte le volte che vede la mia cucina. Ed è strano perché io di solito amo l’ordine, ma da quando sono rimasto solo è come se dentro di me dicessi “ tanto qui d’ora in poi non ci metterà piede più nessuno, né Anna, né tanto meno un’altra donna!”

- Tu non hai idea di cosa voglia dire restare barricati sul divano, sul letto, o al tavolo per quasi un ora, fino a che il pavimento non si sia completamente asciugato, sentire il rumore della scopa elettrica che ti blocca la digestione dopo ogni pranzo e che t’impedisce di ascoltare la televisione! Credimi in questi casi quasi preferisco mangiare in ospedale!-

Scoppiamo a ridere ma improvvisamente veniamo interrotti dai due ragazzini che avanti a noi di una decina di metri continuano a punzecchiarsi, a spettinarsi i capelli, a ridere, a prendersi in giro e a fare la gara a chi arranca più velocemente.

- Da quando quei due sono così uniti?- domando incuriosito

- Da oggi! Ti giuro prima non si erano mai parlati più di tanto! Si comportano in modo decisamente strano!- risponde Massimo, ormai troppo abituato a trovare stranezze da tutte le parti

- Saranno gli ormoni!- dico sorridendo

- Ma piantala! E’ questo posto che…migliora i rapporti umani!-

- Beh allora non ti conviene fermarti qua più di tanto a meno che tu non voglia diventare il suocero di Anna! Io soltanto una sera ho temuto di diventarlo, e credimi, non è affatto una bella sensazione!-

- Ahahah! Ma io non sono te! Anche se sinceramente non vorrei esserlo comunque: Anna è mia amica, non può diventare mia nuora!-

- Beh dillo a loro!- dico indicando i due marmocchi che continuano a divertirsi innanzi a noi. Non ci sarà mai niente fra di loro, di questo ne sono sicuro, la conosco ormai troppo bene, però devo dire che un po’ m’infastidisce vederli insieme, essere ignorato da colei che ancora riesce a catturare ogni mio sguardo.

- Ma Anna è fidanzata giusto? Me l’hai detto tu…-

- Anna non è innamorata di quel ragazzo!- ribatto seriamente convinto di ciò che sto dicendo

- E tu come lo sai?-

- Presentimento! E sai bene che io difficilmente sbaglio!-

- Si ma allora…-comincia in tono preoccupato

- Tranquillo Massimo! Lei e Andrea sono soltanto amici, non si comporterebbero così se provassero qualcosa in più!- cerco di rassicurarlo.

Finalmente raggiungiamo la punta, ammiriamo il panorama sedendoci su dei sassi molto grossi e cominciamo a parlare di quanto sia bella la natura, spostandoci infine a discutere di arte. Noi tre siamo praticamente in simbiosi: io e Massimo ormai ci capiamo al volo, apprezziamo le stesse cose e non abbiamo mai opinioni troppo divergenti e Anna riesce ad ascoltare con interesse i nostri discorsi, ad interagire senza sembrare inopportuna. Una delle doti più belle di Anna è proprio questa: lei riesce a passare da bambina a donna in pochi minuti, riesce a vestire i panni di entrambe, magari anche nello stesso istante, ma senza sembrare ridicola o immatura, anzi per quanto bambina possa essere, devo dire che non ho mai conosciuto una donna più adulta di lei, che non solo sa combattere, ma sa anche accettare le sconfitte ed uscirne comunque a testa alta.

- Forse sarà meglio cominciare a scendere….quei nuvoloni non mi piacciono molto!- dice Massimo indicando dei cumolo nembi che facevano presagire un temporale coi fiocchi in arrivo.

Scendiamo senza incontrare nessuna difficoltà, o meglio Anna inciampa due volte, ma in entrambi i casi riesce ad attaccarsi ad Andrea, evitando di rompersi qualcosa. Inutile dire che avrei di gran lunga preferito averla avuta accanto a me e che mi dava piuttosto fastidio il fatto che si aggrappasse in tutto e per tutto ad un ragazzino più giovane di lei. Ma va beh, questa è la vita! E come ho già detto, da questo punto di vista, la mia fa proprio schifo!

Quando arriviamo alla casa di Massimo, i due Albani rientrano tra le mura domestiche assetati come non mai. Io invece mi fermo ad ammirare il tramonto, o meglio Anna che avvicinatasi alla staccionata si fonde perfettamente con il paesaggio, da un lato oscuro e minaccioso vista la presenza dei nuvoloni grigi e dall’altro luminoso ed accogliente, riscaldato dal tramonto rosso. In mezzo a questa splendida cornice, lei riesce nuovamente a catturare il mio sguardo: sta guardando l’orizzonte, seduta a cavalcioni sulla staccionata, in un modo per niente elegante, indossando per giunta una maxi tuta grigia, che nasconde la maggior parte delle sue forme, ma che riesce comunque a renderla femminile e sinuosa a tal punto da farmi perdere la testa. Ora che sorride poi, chiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni l’aria pura di queste zone, mi attrae se possibile ancora di più.

Mi avvicino, non riesco a farne a meno, ho bisogno di trascorrere qualche minuto da solo in sua compagnia, perché questo suo ignorarmi durante il giorno mi sta facendo impazzire. Come può stregarmi a tal punto una donna? Come può costringermi ad avvicinarmi a lei nonostante io mi sia imposto di starle lontano?


Pov. Anna

Questo posto è magnifico! Me ne sono ufficialmente innamorata! Mi piace tutto di qui: i colori, i suoni, il profumo dell’aria…tutto! Sono serena, dopo tanti giorni lo sono davvero, mi sento bene, mi sento in famiglia.

Ad un certo punto vedo un’ombra dietro di me, non ho bisogno di girarmi per sapere chi sia, ma questa volta sono tranquilla, e resto tranquilla nel vedere Dario che sopraggiunge davanti a me e posa le sue mani sulla staccionata ammirando il paesaggio e sorridendo a sua volta, alle montagne e anche a me. Gli rispondo con un sorriso, senza dire una parola: rimaniamo lì in silenzio per qualche minuto a guardarci attorno, quasi come se fossimo consapevoli che una sola parola avrebbe potuto rovinare quest’atmosfera distesa che da tempo non c’era fra noi.

Ad un certo punto sposto l’attenzione sul suo braccio destro, che essendo teso, mostra alcune vene un po’ sporgenti. Mi incanto ad osservarle, pensando all’importanza di quel sangue che ne scorre dentro, un sangue che a dispetto di ciò che credono gli altri è caldo: mi sembra quasi di sentire tutta la forza che vi è nascosta dentro, il suo coraggio, la sua determinazione. Nemmeno un uomo muscoloso riuscirebbe a trasmettermi questo senso di potenza, perché mentre questo passa le sue giornate in palestra e ad ammirarsi davanti allo specchio, Dario si assume la responsabilità di svolgere un lavoro rischioso, di avere centinaia, migliaia di vite sulle spalle in una società come questa dove l’immagine è tutto. E il volto, credo che sia la cosa più importante dell’aspetto fisico di una persona: il volto esprime noi stessi, da esso traspaiono mille emozioni e sentimenti, è il nostro biglietto da visita. Il viso è importante non solo a livello fisico, ma soprattutto a livello psicologico, per l’individuo stesso che deve riconoscersi e piacersi guardandosi allo specchio e sentirsi a proprio agio in mezzo agli altri. Da questo dipende una vita intera, dalle sue esili ma forti braccia.

All’improvviso sento una forza di attrazione, non riesco a fermare la mia mano fredda che delicatamente comincia a percorrere la vena maggiormente evidente del suo braccio, straordinariamente liscio e caldo.

Dario si accorge del mio quasi stato di trans e domanda confuso dal mio gesto :- Che cosa stai facendo?-

- Le tue vene…-  sussurro con un filo di voce

- Cos’hanno?-

- Non lo so! Mi sono mancate!- non so perchè parlo così, non so perché non riesco a smettere di accarezzare il suo braccio, è come se non avessi più il controllo del mio corpo. L’effetto che quest’uomo ha su di me è devastante.

- Manuel non le ha?-

- Non così sporgenti…- dico in tutta onestà

- Eh certo! Ovvio! Immagino che avrà anche le mani molto più lisce delle mie…- termina mostrandomi le mani come se si stesse dando una colpa del fatto di non essere più così giovane.

- Sì è vero! Ma le sue mani non fanno niente di speciale, le tue invece… - prendo una sua mano fra le mie:- …ridanno il sorriso a chi l’ha perso!- concludo guardandolo negli occhi esprimendo la mia totale ammirazione nei suoi confronti.

Lui si libera dalla mia presa e spostando lo sguardo all’orizzonte dice con un velo di amarezza:- …ma non a tutti! Nel tuo caso è stato è Manuel a restituirti il sorriso che io ti avevo tolto!-

- Beh le lacrime non stanno poi così male sul mio viso…mi rendono gli occhi più luminosi!- cerco di scavalcare con il sarcasmo uno dei suoi più grossi sensi si colpa riguardanti la fine della nostra storia…

Lui sorride e si volta a guardarmi:- Basta metterti al sole per ottenere lo stesso effetto!- conclude spostandomi delicatamente il ciuffo dalla fronte.

Quel gesto inaspettato mi fa battere maggiormente il cuore, ma cerco di rimanere indifferente:- Sai che a me non piace il sole!-

- E a me non piace vederti piangere!- esclama facendomi perdere nel suo sguardo carico di così tante e indecifrabili emozioni

- Tranquillo, la fontana ormai è chiusa!- esclamo sorridendo e soprattutto distogliendo il mio sguardo dal suo prima di diventare completamente succube della sua volontà.

Piano piano vedo spegnersi il suo sorriso e la sua voce seria domandare:- Hai mai pianto per Manuel?-

- No! Non me ne ha mai dato motivo!- rispondo sinceramente.

- Ti trovi bene con lui?-

- Ehi non pensarci neanche! Non parlerò di Manuel con te!- lo avverto divertita dal suo pessimo tentativo di scoprire dettagli scomodi o semplicemente qualcosa in più!

- Perché?- domanda sorridendo

- Perché non è giusto! Tu sei il mio ex!-

- Già ma dobbiamo fare finta di niente no? L’hai detto tu! Altrimenti….di cosa vorresti parlare?-

- Di qualsiasi altra cosa! Per esempio….di quanto sia bello questo paesaggio! Dà un senso di infinito! -

- Hai ragione!- esclama prima di mettersi ad ammirare la vallata verde:- Sono felice che tu l’abbia notato! Questo posto è ottimo per meditare…per ricordarsi che la bellezza risiede nelle cose semplici…come te!-conclude tornando di nuovo a guardarmi

- Io cosa?- domando incerta se intenderlo come un complimento o un insulto

- Guardati adesso: indossi un paio di pantaloni della tuta e una maglia larga, non hai gioielli, non hai trucco, eppure sei bella, perché sei comoda, sei semplice e soprattutto a tuo agio…sei te stessa!-

- Che cosa vorresti dire? Che di solito non lo sono?- domando leggermente innervosita dal suo comportamento.

- No!- risponde con una sicurezza che mi dà sui nervi.

- Ma come ti permetti? Che ne sai? Io sto benissimo nei miei nuovi abiti, sono me stessa al cento per cento!- sbotto irritata. Perché deve sempre criticarmi?

- Ok lo so che non mi darai mai ragione! Però so di averla, perché ho conosciuto la persona vera che stava dietro a tutto questo!-

- Adesso basta! Non sto cercando la tua approvazione! Non m’interessa quello che tu pensi ora di me, o quello che pensa Massimo…io mi piaccio e questo mi basta!-

- Ne sei sicura? A te importa del giudizio degli altri, non negarlo…specialmente delle persone a te più care!-

- Ormai non fai più parte di quelle!- ribatto acida

Un ghigno compare sul suo volto:- Ah scusa ho dimenticato la lista delle persone che al momento non sopporti… scommetto che anche il loro giudizio t’importa, e sono quasi certo che il mio nome è fra quelle!-

- La vuoi smettere di dirmi così? – urlo agitandomi come un’isterica:-Se non l’hai ancora capito la causa principale di questo cambiamento sei proprio tu!-

Il suo sguardo diventa sorpreso, ma solo per pochi secondi:- Io non ti ho mai chiesto di cambiare!-

- Mi hai praticamente obbligato quando mi hai chiesto di dimenticare o dovrei dire di dimenticarti!-

- Non era necessario fare tutto questo!-

- Si che lo era! Tu non sai quello che ho passato io! Tu non sai cosa significa guardarsi nello specchio ogni mattina e ricordarsi tutte le volte di esser così grazie a qualcuno che devi dimenticare! Tu non sai cosa vuol dire avere il tuo volto che mi perseguita ogni volta che vedo il mio, perché se te ne sei già scordato, ti ricordo, che porto il segno delle tue mani sulla mia pelle, nelle mie ossa e che sarà così per sempre! Inconveniente cui forse non avevo dato molto peso all’inizio della nostra storia ma che ora era diventato insostenibile! Dovevo cambiare, non avevo scelta, l’ho fatto per me e non m’interessa se questa nuova me ti piaccia o meno, ormai sono così e basta, fattene una ragione!- termino il discorso e gli volto le spalle allontanandomi prima di dargli il tempo di rispondere.

- Mi dispiace, io ci ho provato!- esclamo sorpassando Antonella che per sbaglio aveva assistito all’ultima parte della scena

Trascorriamo la maggior parte della cena in silenzio, perfino Andrea sembrava essersi accorto che qualcosa era cambiato, ma non osava chiedere spiegazioni.

Alle nove circa, tutti stanchi sia per il viaggio, che per la camminata o forse semplicemente perché qua non abbiamo altro di meglio da fare che andare a letto e rimanere soli con i nostri pensieri a farci cullare dal rumore della pioggia, ci auguriamo la buonanotte e raggiungiamo le nostre camere.

Indosso il pigiama aspettando che Andrea esca dal bagno, sto sistemando le ultime cose che ho lasciato sparse sul letto quando una mano posatasi sulla mia spalla mi fa sobbalzare.

- Massimo!- esclamo dopo essermi voltata di scatto

- Scusa non volevo spaventarti!- dice mortificato

- No tranquillo! E’ che…ero soprappensiero!- dico cercando di ricompormi

- Pensavi fossi lui vero?- domanda seriamente

Annuisco abbassando lo sguardo, sentendomi dannatamente colpevole di aver desiderato davvero che si trattasse di lui.


Pov. Massimo

- Mi dispiace!- è l’unica cosa che riesco a dire vedendo Anna in questo stato, sentendomi in parte responsabile della sua tristezza, visto che si trovava qui con lui solo a causa del mio maledetto compleanno.

- Per cosa?- finge di non capire

- Che abbiate litigato!-

- Oh beh, non è certo una novità! Ormai ci ho fatto l’abitudine visto che è l’unica cosa che sappiamo fare!-

- Perché sei così triste allora?-

- Non lo so!- dice assumendo un atteggiamento difensivo, limitandosi a dire lo stretto necessario a farmi tacere e andar via, cosa che non sono minimamente intenzionato a fare, non senza aver fatto un po’  di luce sulla vicenda.

- Sì che lo sai! Tieni ancora molto a lui vero?-

Lei inchioda il suo sguardo mortificato al mio, non ho dubbi sulla risposta, ma quando la vedo sedersi sul letto, ne attendo una più dettagliata, quindi mi siedo anche io accanto, per darle tutto il tempo di pensare a cosa volesse dirmi e cosa invece volesse tenermi nascosto.

- Ho provato a dimenticarlo, ci sto provando davvero, ma… ogni volta che mi trovo vicino a lui perdo il controllo di me, divento irascibile per qualsiasi stupidaggine, e lui continua a provocarmi come se si aspettasse una reazione diversa da quella che in realtà ottiene, non riesco a capire cosa voglia ancora da me, ma allo stesso tempo non voglio che lui si allontani troppo!-

- E quindi?- la spingo a tirare le conclusioni che fino ad ora sembra aver appositamente trascurato.

- E quindi sono confusa!- esclama gettando la schiena all’indietro e aprendo le braccia:- Dario mi confonde: lui è così profondo, così misterioso e complicato, e superbo, arrogante e sfrontato, così stronzo e sincero da farti stare male!- conclude mantenendo gli occhi a fissare le travi di legno sul soffitto.

- E Manuel?-

- Manuel è diverso: è dolce, premuroso, è gentile e affabile, non ti mette mai in posizioni scomode, è leale, è…-

- Migliore?- cerco di terminare quest’infinita serie di aggettivi positivi che oltre ad essere alquanto noiosa è sicuramente assai poco realistica.

- Non ho detto questo!- mi rimprovera

- Avresti dovuto, visto che è il tuo ragazzo attuale!- a questa frase il suo sguardo smarrito si posa sul mio, quasi come se ostinasse ancora a non vedere ciò che io gli avevo posto di fronte. Allora cerco di spiegarmi meglio:-  Finora hai elencato un sacco di pregi di Manuel e un sacco di difetti di Dario, eppure dal tuo comportamento ne deduco che non riesci ancora a lasciarlo andare del tutto, dico bene?-

- Oddio Massimo! Che mi sta succedendo?- dice coprendosi la fronte e gli occhi con le mani:- Perché deve essere sempre tutto così complicato? Tra di noi è finita, e ora io sto con Manuel!-

- Per scelta o per necessità?- domando pur rischiando di essere sbranato vivo. Ma infondo lo sto facendo per lei: voglio farla riflettere su un qualcosa che lei sta tenendo accuratamente estraneo alla sua mente.

- Che cosa vorresti insinuare? Io lo amo! Sto passando un brutto periodo, ma di questo ne sono sicura!- risponde fulminandomi con lo sguardo

- Ok meglio così!-  dico in tono di resa.

 Poi però, vedendo Anna così confusa, il dubbio atroce che mi ha tormentato nel pomeriggio nuovamente mi assale: - Anna…tu…me lo diresti vero se tra te e Andrea…si insomma…ci fosse qualcosa?-

Non dimenticherò mai quella strana sensazione che ho provato oggi pomeriggio quando li ho visti in bagno così sorridenti, a pochi centimetri l’uno dal viso dell’altro, con gli sguardi incatenati fra loro e le mani intrecciate. Ho sentito quasi un dolore al centro del petto, non so nemmeno io come spiegare questo dispiacere, visto che voglio molto bene ad entrambi, ma, semplicemente…. non li voglio insieme! Punto!

- Io e Andrea?- domanda incredula e  divertita :- Ma sei pazzo? È come un fratello per me! Già vedo dei bambini nei miei coetanei, figuriamoci se mi metto a stare con uno di tre anni più giovane!-

- Ok, ma siamo sicuri che lui non abbia frainteso qualche tuo atteggiamento?- non voglio che mio figlio soffra, e purtroppo involontariamente sembra che io abbia etichettato Anna come una persona fantastica che però prima o poi ti fa soffrire, naturalmente il doppio, rispetto a quelle normali!

- Sicurissimi! Lui stesso ha detto di considerarmi come una sorella! Stai tranquillo! So di essere una combina guai ma su questo fronte non hai niente da temere!- risponde poggiando una mano sulla mia spalla

- D’accordo scusa! Non volevo essere il rompiscatole guastafeste di turno, ma…-

- Sei solo un buon padre! Non devi scusarti per questo!- conclude guardandomi con una sorta di rispetto e ammirazione.

- D’accordo…. Allora… ti lascio dormire!- decido di allontanarmi prima che il suo sorriso scompaia di nuovo e mi renda triste questa nottata.

- Ok buonanotte!- risponde sorridendo infilandosi sotto le coperte.

Auguro la buonanotte anche ad Andrea, che era arrivato proprio in quel momento, spengo la luce e raggiungo Antonella, che distrutta dalle pulizie del pomeriggio dorme già come un angelo. Spengo la luce e mi concentro ad ascoltare il suono della pioggia sulla grondaia, pensando alla mia gioiosa e spensierata gioventù, trascorsa in gran parte fra le fredde e robuste mura di questa casa, prima che la città mi rapisse e mi trasformasse nel grande chirurgo che sono oggi. Perdonate il mio ego, ma quello non si assopisce mai, nemmeno nella fase più profonda del sonno, ma ormai, penso che ci avrete fatto l’abitudine, o almeno se non al mio, sicuramente a quello di colui che al momento starà facendo di tutto pur di non pensare alla biondina, pardon, alla castana che dorme qualche stanza più in giù.



Ciao ragazze! Scusate l’assenza, ma sono sotto esami ( e non sto studiando un gran che -.-“) cmq perdonate la mia lunga assenza dovuta anche al fatto che la trama di qsta storia mi sta facendo disperare non di poco, ma la colpa è solo della mia mente che è troppo contorta. Chi la vuole? Faccio un ottimo prezzo! =P anyway scusate la lunghezza del capitolo, ma non sapevo dove spezzarlo e ho già troncato abbastanza nei pensieri dei rispettivi pov…spero che cmq riusciate a capire e mi perdoniate qualche errore di sintassi. Fatemi sapere cosa ne pensate, ne avete tutto il tempo visto che non ho la minima idea di qnd riuscirò a scrivere il prossimo capitolo…ciao ciao! =)
  
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