Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Devonnebiebs    30/06/2013    1 recensioni
Evangeline è una ragazza che ama ballare, ma i canoni per essere una brava ballerina sono molto alti.
Le voglie di diventare eterea, leggera come una farfalla la porteranno su una strada buia.
Ma al suo fianco una luce la farà risplendere.
"Fammi sentire il tuo corpo che va all'unisono con il mio"
Non fermatevi al primo capitolo grazie c:
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18


Dalle strade buie non si ritorna mai completamente indietro, le persone credono tu sia come una macchina che a va ad aggiustarsi. Ma è diverso, so di non essere guarita del tutto.
Ho smesso lentamente di dimagrire, evitando, forse, per poco la morte. Grazie a Justin, ho finalmente vinto sul cibo, combattendo giorno dopo giorno con le varie sensazioni che avevo.
Non sono tornata al mio peso di partenza, per me mangiare è ancora una dura prova e forse sarà così per il resto della mia vita. Ci vuole una costante riparazione.
Adesso mi accetto per quello che sono, cioè più meno... Ci provo. Almeno so di avere qualcuno al mio fianco che mi ama veramente.

Correvo velocemente per il cortile della scuola, ero in un ritardo pazzesco.
Bussai alla porta della mia classe con le gambe che tremavano e il fiatone, però quando entrai mi resi conto che ancora la professoressa non era arrivata e tutti i miei compagni stavano in piedi o seduti sui banchi a parlare.
L'unica rinchiusa dalle tenebre era Alex, che, anche se fuori faceva un po' freddo, era vestita eccessivamente pesante, e aveva degli occhiali da sole.. Abbinamento alquanto strano.
Decisi di darmi da fare e così mi avvicinai con passo felpato al suo banco, se non avesse voluto parlarmi penso l'avrei legata alla sedia e torturata. Un proverbio dice che se ami qualcuno devi lasciarlo libero, ma non mi importa io amo Alex e ho bisogno di lei.
-Adesso mi sono scocciata.- dissi e con un gesto fulmineo le tolsi il cappello di lana che aveva in testa.
Lei, per lo spavento, fece un grido stridulo e saltò in piedi. Poi, seccata, mi prese il cappello dalle mani e se lo rimise in testa.
-Cosa c'è?- disse con la testa bassa, nascondendo il suo viso nella sciarpa che era attorno al suo collo.
-COSA... C'È? Me lo stai chiedendo veramente?- ero shoccata.
Lei non rispose e voltò il viso verso la cattedra, la professoressa sicuramente sarebbe mancata.
-Voglio che mi guardi negli occhi quando ti parlo!- esclamai e con un gesto secco le girai il viso e le tolsi gli occhiali.
Non l'avessi mai fatto.
Una macchia violacea si propagava dal suo occhio fino alla guancia, e potevo solo immaginare il resto, poichè la sciarpa non lasciava vedere molto.
-Alex, cos'hai fatto?- le chiesi con la voce che tremava, lei scoppiò in un pianto silenzioso e si tuffò tra le mie braccia.
La strinsi forte a me e lei si lamentò dal dolore. Capii che aveva lividi sparsi per il corpo, quindi allentai la presa e le stampai un bacio in fronte, poi la portai ad un banco vicino.
-So che non vorresti parlarne, so che sarà difficile. Ma io sono qui, e ci sarò per sempre.- le dissi accarezzandole la spalla.
Lei, dal suo canto, si asciugò le lacrime e fece un respiro profondo. Odiava piangere in pubblico, anche se era con me.
Lei voleva farsi vedere sempre forte, doveva avere sempre il sorriso stampato sul volto davanti agli altri, era una questione di orgoglio.
-Non capiresti...- disse semplicemente.
-Non capirei? Ma sei seria?! Tu sai che io ci sono sempre per te, potrei aiutarti se solo ti sfogassi!- quasi urlai, sentendomi male vedendo la mia migliore amica rifiutarmi.
Chi era? Non riuscivo a riconoscerla.
-Non ci riesco. È una cosa che voglio tenere solo per me, ho paura...- lasciò in sospeso la frase.
-Paura di cosa?- la incalzai.
-Non voglio vederti e sapere che tu sappia cosa mi succede. Non voglio essere giudicata da te, ho paura che potresti non capirmi.. E io non voglio soffrire. Non ancora.- lo disse guardandomi negli occhi, e io mi sentii morire.
Lei non si fidava di me.
-Tu parli a me di non capirti, ma non mi hai calcolato proprio in questi ultimi mesi! Lo sai cosa significa che io ero malata?- mi sfogai, per la prima volta sentii un grandissimo peso togliersi dallo stomaco.
Lei strabuzzò gli occhi, e spalancò la bocca.
-Cosa è successo?-chiese.
-Non ti sei accorta di niente? Ero anoressica, ad un passo dalla morte e grazie a Justin sono stata meglio, mi sono data una scossa. Ho deciso di vivere, di non tenermi tutto dentro, perchè sfogandomi con le persone che amo, so di stare meglio. Di poter sopravvivere meglio e magari vivere. Quindi adesso sfogati con me, perchè giuro che sarò per te, quello che Justin è stato per me. Un' ancora di salvezza.-
Finii questo monologo con un gran respiro aspettando una sua risposta, che non arrivó se non dopo cinque minuti.
-Mi dispiace così tanto.- disse a bassa voce e poi una lacrima si fece spazio sulla sua guancia.
-Non sono mai stata arrabbiata con te. Io ti voglio troppo bene, Alex. Quindi, ti prego, parla con me.-
La implorai.
Mi inchiodò con lo sguardo, scavando in me.
-Mi ha picchiata.- disse con un filo di voce, poi cominciò a tremare.
Non serviva che dicesse il nome, era fin troppo evidente che parlasse di Jake.
-Quel bastardo!- urlai fuori di senno. Lo sapevo che quello stronzo non avrebbe fatto bene a lei, sapevo che era uno sciupa femmine, ma addirittura picchiare una ragazza dolcissima come Alex. No.
Non l'avrebbe passata liscia.
-Come ti senti?- chiesi.
-Uno schifo.- disse con gli occhi a terra.
-Guardami, sono così inutile. Così fragile! Lui mi ha...- e la sua voce si bloccò, non riusciva a parlare. Era ancora segnata da quello che le era successo.
-Tranquilla, insieme lo supereremo. Andrà tutto bene, puoi sempre rialzarti e ritornare a essere te stessa. C'è tutta la vita per dimenticare e andare avanti.- dissi e le presi la mano.
Poi scattai in piedi e la trascinai fuori.
-Dove andiamo?- disse sorridendo. Era tanto, troppo tempo che non la vedevo sorridere.
-A vivere di nuovo.- e mi misi a correre, uscendo da scuola seguita dalla mia migliore amica.
Fu la prima volta che marinai la scuola, ma non me ne pentii, mi sentivo libera.
Libera di vivere, di respirare.
-Grazie, Eva. Mi sei mancata in questo periodo. Prometto che saremo per sempre migliori amiche.- disse abbracciandomi mentre ci allontanavamo dalla scuola.
-Sempre io e te, è una promessa.- le strinsi la mano.
Poi dopo una lunga e silenziosa camminata in mezzo al parco, arrivammo a casa mia e ci buttammo sul letto, stremate.

-Che cosa è successo con Justin?- chiese improvvisamente Alex, maliziosa.
-Mmh devo cominciare dal principio... Allora ricordi quando siamo andate per la prima volta a danza insieme?- Lei annuì con il capo.
-Bene, iniziò tutto da lì. Il nostro è stato un colpo di fulmine, mi innamorai appena incontrai il suo sguardo.- lei mi guardava con aria sognante ed io non riuscivo a smettere di dare alito alla mia bocca.
Le dissi del cane, dello stage, della caduta mentre andavamo a danza insieme, le dissi del teatro e del nostro primo bacio.
Le dissi di quando ci sfidammo a paint ball, di quando ci lasciammo e le dissi parola per parola, tutto quello che fece per farmi stare meglio.
-Lui mi ha stravolto la vita.- le dissi e dopo neanche dieci minuti ci addormentammo, abbracciate l'una all'altra. Forse per il freddo, forse per non lasciarci mai più.


*si va a nascondere* OK, PICCHIATEMI.
È stato un periodo brutto, non volevo più mettere i capitoli.
Mi sembravano schifosi,
ma volevo chiudere questa storia in bellezza.
Ciao c:
Mancano ancora tre capitoli alla fine, godeteveli

  
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