Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: bethoran    30/06/2013    0 recensioni
“Promettimi una cosa,Harry..”
“D’accordo..” – disse alzando le sopracciglia.
“Promettimi di non innamorarti di me.”
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi lì, seduta sui gradini di un freddo marciapiede di una strada isolata di Londra. Avevo le braccia poggiate sulle ginocchia, mentre fissavo le macchine sfrecciare di fronte i miei occhi. Il vestito era ormai tutto macchiato di fango, mi girai a fissare le mie scarpe ormai rovinate. Il baccano che veniva dalla casa mi riportò alla realtà. Che ci crediate o no, era il mio diciottesimo compleanno, i miei avevano organizzato una festa in grande. Perché ero seduta lì? Semplicemente perché io non amo queste cose, feste vistose, regali a non finire… i miei erano fieri di quel che avevano fatto, pensavano di conquistarsi il mio affetto o la mia gratitudine in quel modo; sbagliavano.
 
“E’ questa Madison Street?”
 
Vidi due piedi fermarsi davanti a me. Le sue gambe erano a poca distanza dalle mie ginocchia. Fissai quelle converse. Sollevai lo sguardo e vidi un ragazzo con un berretto in testa sorridere.
 
“Si, è questa.. e tu sei?” – dissi alzandomi e fissandolo.
 
Restai sul marciapiede, riuscivo ad arrivare alla sua fronte in quel modo e a fissarlo bene. Aveva due grandi occhi verdi, che sembravano parlare da sé. Un riccio spuntava fuori dal cappellino a visiera. Allargò la bocca mostrando due fossette ai lati della bocca. Abbassai lo sguardo sulla sua mano.
 
“Sono Harry, il ragazzo delle consegne.” – disse stringendo la mia mano.
“Non abbiamo ordinato niente.”
“Lei forse no, signorina, ma i suoi genitori si..” – disse alzando le sopracciglia e spostando lo sguardo sui miei piedi.- “Come mai scalza?”
“Lasci stare.” – dissi abbassandomi sulle mie scarpe.
“Oh ecco qui il nostro ragazzo..” – disse mamma uscendo e venendo verso di noi. –“Beth ! Che ci fai qui? In queste condizioni?”
“Sono venuto a consegnare le bevande che avete ordinato..”
“Lasci tutto qui.. manderò qualcuno a darle la mancia.”
– disse mamma senza degnarlo di uno sguardo.
 
Per lei quel ragazzo, la gente come lui, non di un alto rango sociale, era qualcuno da ignorare. Lei non ammetteva persone del genere., diceva che erano solo straccioni che cercavano di ‘rubare’ nelle casse dello stato e della povera gente come noi. Papà era un finanziere noto in tutta Londra, mamma sua assistente in affari.
 
“D’accordo..” – disse andando verso il furgone.
“Vergognati Beth, guarda come sei ridotta? Cosa penseranno le persone dentro?”
“Che mi importa degli altri.. che mi vedano vestita così..”
“Non è ciò che ti ho insegnato.. e ora entra dalla porta sul retro e va a cambiarti signorina.”
– disse fissandomi.
 
Mi girai a fissare Harry, era intento a svuotare il furgone. Presi le mie scarpe. Mamma aveva le braccia conserte, picchiettava il piede a terra. Mi avviai verso la porta sul retro. L’apri e vidi Marie, intenta a lavare i piatti sporchi.
 
“Elisabeth Dawson, che ha combinato?”
“Non chiamarmi così, Marie.. Sono stata fuori, sono stanca di questa vita..”
“Vostro padre è di lì a parlare con Chad Vancuper.”
“Che parlasse con chi vuole, io non mi sposo con qualcuno che non amo..”

 
Mi sedetti sul tavolo di legno pregiato  e presi un chicco d’uva.  Bussarono alla porta sul retro e vidi Harry con tre scatole in mano.
 
“Lascia qui, ragazzo.”- disse Marie dandogli una pacca sulla spalla.
 
Lo fissavo in ogni suo movimento. Marie andò in cantina a prendere altri piatti per servire il dessert.
 
“Bella festa..” – disse Harry strofinando le mani , una contro l’altra.
“Una vera merda.” – dissi masticando altri chicchi d’uva.
“Esigente vostra madre…”
“Gran rompiscatole, vi correggo.”
– dissi spostando lo sguardo su di lui.
 
Sorrise sistemando i capelli che cadevano sulla sua fronte. Salì Marie, ci fissò poggiando i piatti non lontani da me.
 
“Oh andiamo ragazzo, svelto, i pacchi non arrivano qui da soli.”
“Agli ordini, Marie.”
– disse sorridendo e andando fuori.
 
“Voi due vi conoscete?” – dissi scendendo dal tavolo.
“Harry viene quasi sempre qui a fare consegne.. ogni sabato e domenica sera.”
“Non mi ero mai accorta di lui…” – dissi fissando la porta, in attesa del suo rientro.
“Bravo ragazzo, vive solo.. senza madre e padre..  grande lavoratore.” – disse strofinando le mani contro uno strofinaccio umido.
“E’ meglio che vada di sopra..” – dissi salendo dalle scale secondarie della cucina.
“Fa la brava, Beth.”
 
 Le sorrisi. Andai dritta verso camera mia. Lanciai le scarpe sulla moquette blu e andai in bagno. Si, avevo un bagno personale. Che cosa banale. Lavai le mani e sistemai i capelli. Sfilai il vestito e lo misi nella cesta dei panni sporchi. Presi il vestito che mia nonna mi regalò a Natale. Le avrebbe fatto piacere. Infilai delle scarpe abbastanza alte. I miei piedi non avrebbero sopportato tutto questo stress. Scesi di sotto. Tutti erano intenti a bere, divertirsi e parlare animatamente. Vidi nonna seduta sul divano, era sola. Mi avvicinai sedendomi vicino a lei.
 
“Beth, dov’eri finita? Tua mamma ti ha cercato ovunque.”
“Ero di sopra..”
“Hai messo l’abito che ti ho regalato io, a quanto vedo..”
“già.. l’altro si è macchiato..”
– dissi annuendo e fissando le varie persone.
 
Nonna aveva le mani unite e lo sguardo sereno.
 
“Non sembri felice di tutto ciò, Beth.”
“sai bene come la penso..”
“sii grata di ciò, altre ragazze al posto tuo farebbero i salti mortali per avere tutto quello che hai tu.”
“non è ciò che desidero , nonna.. ecco vedi..”
“Oh, Beth, finalmente.. andiamo è ora di fuochi d’artificio..”-
disse papà interrompendo i nostri discorsi.
 
Tutti accorsero fuori. Il tavolo con la torta era circondato da luci soffuse. Mamma era già lì.
 
“Su, Beth, vieni cara..” – disse felice.
 
Tutti avevano gli occhi fissi su, nel cielo. Ad un tratto quel manto blu si coprì di colori sgargianti. Sentì un tocco contro il mio bacino, vidi una mano sfiorare la mia pancia. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi sorridenti di Chad.
 
“Bello spettacolo, vero?”
“Chad.. “
– dissi sorpresa e infastidita.
 
Cercai , in modo indifferente di allentare la sua presa.
 
“Già, davvero un bello spettacolo..”
“Dov’eri finita? Pensavo che mi avevi lasciato,senza il bacio della buona notte.”
– disse con voce calda al mio orecchio.
 
Risi irritata. Mi fissò accarezzandomi i capelli. Spostai lo sguardo verso la strada. Vidi Harry poggiato alla portiera del furgone, aveva le braccia incrociate. Il suo viso era illuminato dalla luce dei fuochi nell’aria. Abbassò lo sguardo verso di me. Sorrise.
 
“Chi è quello? Non smette di fissarti?”
“Io… non.. non lo so..”
– dissi balbettando, mentre Chad lo squadrava.
 
Harry lo fissò, per poi entrare nel furgone.
 
“Il solito straccione che sogna cose del genere.. Plebeo.” – disse con sarcasmo.
 
Non risposi alle sue parole fredde. I fuochi terminarono e tutti applaudirono, intonando un caloroso e irritante ‘happy birthday.’ In quell’istante tutto sembro fermarsi, come se ci fossi solo io, e tutto intorno a me, divenne senza alcun suono. L’unica voce era la mia, la mia strana voce pensante. Vidi gli occhi di mamma e papà felici, brillare. I loro visi illuminati dalle candeline sulla torta. Tutto ciò era ridicolo, tutto ciò era banale. Era la stessa scena che si ripeteva ogni anno, per ben diciotto anni ho vissuto questo momento. Le voci si fermarono. Avevo gli occhi di tutti puntati.
 
“Avanti Beth, esprimi un desiderio..” – disse papà insistente.
 
Lo fissai come se fossi intimidita e fuori luogo. Chiusi gli occhi e soffiai . Non avevo mai espresso qualcosa. Tutto ciò che volevo, alla fine lo avevo. Era sciocco desiderare qualcosa davanti a stupide candeline.
 
Salì di sopra, la tortura era finita. All’anno prossimo. Mi spogliai infilando il pigiama e gettandomi sul letto. Ero stanca di quella vita. Aprì la finestra per far entrare un po’ d’aria. Vidi papà e mamma parlare con Chad e i suoi genitori. Feci una smorfia alla vista di quella scena e tornai sul mio letto.  La stanza era vuota, come lo ero io. Era piena, si di oggetti inutili o regali stupidi, ma fatti senza alcun sentimento, se non quello di rendermi fiera o orgogliosa dei miei. Non lo ero. Non ero fiera di loro. Il loro lavoro, bhè contava di più di me, e di tutti quei regali. La mia porta si aprì e vidi mamma avanzare verso il letto.
 
“Dormi?” – disse sedendosi.
“Sono sveglia.” – dissi girandomi dall’altra parte, fissando le pareti della mia camera, mente lei mi sfiorava i capelli.
“Spero che tu ti sia divertita… non hai scartato i regali?”
“Che senso avrebbe? Li conosco a memoria.. vestiti, scarpe, collane preziose o altro..”

 
Mamma sospirò.
 
“Voglio solo che non ti manchi niente, Beth. “
“Non lo metto in dubbio.”
“Buona notte tesoro.
” – disse baciandomi la fronte e uscendo.
 
Mi girai fissando il soffitto e sospirando. Fissai i regali e scossi la testa. Chiusi gli occhi, sperando, come ogni notte, che questo finisca in fretta. Mi piacerebbe avere una famiglia normale, senza troppi impegni, mamma e papà con un lavoro normale, senza feste perfette in ogni minimo dettaglio, o servitù dovunque, circondata da persona normali, senza politici o finanzieri. Sarebbe figo. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: bethoran