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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    13/01/2008    2 recensioni
SPOILER!! Questa storia si svolge un anno dopo la "morte" di Edward Elric. Siamo a Xerxes, o meglio, presso le sue rovine, e l'imperatore di Xing, in viaggio verso Amestris, rinviene un corpo umano, un ragazzo, malconcio ma vivo... E qualcosa rinascerà! Il titolo deriva da una specie di monologo che Ikki di Phoenix fece, poco prima di sparire con Shaka di Virgo, dopo la battaglia alla Sesta Casa dello Zodiaco, durante il Sanctuary. SEE-YA! Ah, più avanti, ci sarà un pairing a sorpresa!! ihih! (ma che pairing a sorpresa!! Tu pensi solo a una SOLA COPPIA!!ndEd)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 7

UNA CERIMONIA DA GUASTARE

“Konnichiwa Comandante.”

“Konnichiwa, Sheska. È da molto che aspetti?”

“Non, non si preoccupi. Solo pochi minuti. Vuole seguirmi?”.

Era mattino a Central City, il fatidico mattino. Una macchina dai vetri oscurati era partita molto presto dal Comando, dirigendosi verso il quartiere residenziale; a bordo, il Comandante, ravvolto nel suo mantello color della notte. Dopo alcuni minuti di viaggio, l’auto si fermò dinanzi una casetta in muratura dipinta di un pallido rosa salmone, con un giardinetto ben curato tutto all’intorno: un altalena faceva bella mostra di sè in un angolo del cortile, le corde abbandonate al vento. Tutto, esprimeva malinconia e tristezza. Con decisione, Sheska traversò il giardino, seguita da Roy e suonò alla porta; il Comandante fece appena in tempo a vedere una figuretta bionda alla finestra che quella sparì all’istante; due secondi dopo, la signora Glacier, ravvolta in una veste da camera color lillà aprì. Si stupì molto nel vedere Sheska accompagnata da un uomo, ebbe paura, molta paura. Roy se ne accorse, e si esibì in un sorriso, vero e sincero, un sorriso che non si vedeva tutti i giorni sul viso del moro; l’avvicinarsi di quella data sembrava avergli restituito l’antico buonumore. “Konnichiwa, signora.” salutò educatamente Sheska, inchinandosi in segno di rispetto. Roy la imitò. La donna ricambiò il saluto e li fece entrare nella casa.

§§§

“Quanto manca a Central City?? Io comincio ad annoiarmi!!” esclamò Edward, sbuffando seccato.

Il viaggio attraverso le campagne procedeva tranquillo, fin troppo tranquillo, e ciò metteva a dura prova la pazienza del giovane Fullmetal, non molto paziente, come è noto. “Edward, sta tranquillo, tra poco saremo arrivati. Cercò di calmarlo il padre. Il ragazzo s’accoccolò sul sedile, sbuffando e lamentandosi, “Edwald, sei ploplio noioso!” lo redarguì Ling, col chiaro intento di provocarlo, “Porta rispetto per i maggiori!!” grugnì Edward, cercando di ignorarlo, “Maggiole a chi? Io vedo solo un nanetto…”, Ling lo guardò con aria falsamente confusa. “Sono due bambini… Elycia sarebbe più matura di loro due messi insieme.” sussurrò Hughes all’orecchio di Hohenheim. I due continuarono a battibeccarsi per un po’, finchè Lan Fan, seccata da quei continui litigi stupidi e privi di senso, uscì e rientrò con due kunai e li puntò alla loro gola: “Basta, ok?” ordinò, con cipiglio minaccioso. I due si zittirono all’istante, mentre il maggiore Armstrong ridacchiava: “Beh, penso che ora se ne staranno tranquilli, almeno finché non saremo arrivati a Central! Finalmente un po’ di pace!” constatò Maes, immergendosi nella lettura di un libro di alchimia, prestatogli dal padre di Edward.

§§§

Roy e la signora Glacier, assieme a Sheska ed Elycia salirono a bordo dell’elegante berlina dai vetri oscurati, dirigendosi verso la Piazza: i militari e gli alchimisti avevano fatto un ottimo lavoro, davvero. La città era tappezzata di festoni rossi e neri e fiocchi blu, e ovunque si vedevano gruppi di militari terminare di porre le ultime decorazioni e di alchimisti che creavano nell’aria figure mitiche di animali e le facevano scorrazzare per le vie, allietando piccoli e grandi, l’intera città era in festa. La piccola bionda guardava tutto ciò che la circondava con grande attenzione, lanciando piccoli urletti di gioia, con somma felicità di Roy, seduto nel sedile accanto al guidatore, che non potè fare a meno di pensare che era la prima volta, dal giorno del funerale dell’amico, che vedeva la bambina così serena; finalmente, arrivarono in Piazza.

“Signora, Elycia!!”

Una allegra voce di ragazza si fece udire alle loro spalle, e i quattro videro l’intera truppa, accompagnata da Winry e dalla maestra Izumi, venire loro incontro. Il Sole era ormai alto nel cielo, ormai era mezzogiorno.

L’ora X si stava avvicinando.

“Noi siamo pronti. Il tenente è andata a prendere il maggiore e gli altri ospiti in stazione, ci raggiungeranno a breve.” Spiegò Al, comparso in quel momento con il piccolo Edward tra le braccia, “Su, va a giocare con Elychan!” lo incitò l’ultimo degli Elric, poggiandolo a terra. I due bambini si sedettero a terra e cominciarono a giocare con le macchinine del piccolo Ed. Facevano molta tenerezza.

Roy Mustang diede il braccio alla vedova Hughes e salì sul palco, assieme alla truppa.

Era ora.

§§§

Il tenente Hawkeye sbuffò seccata.

Teneva saldamente il guinzaglio di Hayate e si guardava attorno per capire dove sarebbe giunto il treno che interessava a lei.

L anotte prima, il maggiore aveva contattato il comando e aveva avvertito che sarebbero giunti col treno di mezzogiorno, ma nessun avviso era stato ancora dato, e lei, che odiava la confusione, sopportava malvolentieri il chiasso che torme di viaggiatori e visitatori facevano, coprendo in parte il suono dell’altoparlante.

Finalmente, tra la confusione, riuscì a udire la voce che annunciava l’arrivo: “Il treno militare da Youswell è in arrivo al binario 4C. Si pregano i signori passeggeri di non scordare bagagli e zaini sul vagone, grazie.” Trillò la sinistra voce metallica. Riza e Hayate scesero le scale e raggiunsero il binario, manco a dirlo era quello più lontano di tutti, essendo un mezzo militare. Arrivarono a destinazione un attimo prima del treno che, sferragliando e gemendo, si fermò, proprio davanti a loro. Ne scesero poche persone, militari per di più, e qualche funzionario che la giovane donna conosceva di vista e con cui scambiò brevi cenni di saluto.

Un gruppo molto chiassoso attirò la sua attenzione, troppo lontano per identificarne gli appartenenti, ma notò una capigliatura dorata spiccare su tutti e una figura enorme, doveva essere il maggiore: “Già, ma chi sono gli altri? Che siano dei servitori dell’imperatore?” si chiese, non senza un pizzico di preoccupazione, la donna, portando una mano alla fondina. Improvvisamente, Hayate le sfuggì di mano, correndo incontro a quello strano gruppo, balzando in braccio alla figura bionda, che lo abbracciò. Ora, erano molto più vicini, e il tenente potè distinguere chiaramente le figure: “buongiorno tenente! Che ci fa qui?” domandò stupita una voce, “Mi sembla ovvio, piccoletto! Salà venuta a plendele il maggiore!” “GRRR!! CHI è LA BAMBOLINA COSì PICCOLA DA NON AVERE NEPPURE LA PARVENZA DI UN ESSERE UMANO!!!???”, “Ecco che ci risiamo… Ling, non provocarlo, o Edward ti butterà sotto il primo treno in arrivo.”. Questi discorsi resero la donna molto confusa, che subito non capì, ma poi, visto chi aveva davanti, si lasciò scappare una lacrimuccia dagli occhi: “Ed-kun… Generale…” i suoi occhi si riempirono di lacrime e balzò quasi addosso al biondo, che superò ogni soglia di rosso, tra le risatine ironiche dell’amico e del generale. “Ma come…” riuscì a dire, una volta ripresasi un po’, “Te lo spieghiamo dopo, ora andiamo!! Non vorrei che abbiano già cominciato la cerimonia.” Esclamò il nerboruto militare, “Avete ragione! Forza, andiamo!” incitò la giovane soldatessa, guidando il gruppo fuori.

Avevano una cerimonia da guastare e non dovevano perdere tempo.

§§§

In piazza, intanto, era tutto preparato.

L’enorme palco, su cui tutti avevano convogliato ogni loro sforzo, era pronto: completamente rosso, con i simboli degli alchimisti sui pannelli di compensato sulle pareti e il simbolo dell’esercito sui pannelli blu che componevano il pavimento. Un microfono era stato posto sul palchetto, in attesa del Comandante, in quel momento, in un angolo, che tentava di nascondere a tutti la sua commozione: per lui, era un grave colpo, quella cerimonia voleva dire accettare, seppur passivamente, la scomparsa dei sue due amici, e lui sapeva di non volerlo, per lui non sarebbero mai morti; lui avrebbe sempre sperato di vedere la chioma svolazzante di Edward entrare a razzo nel suo ufficio e inveire contro di lui oppure le telefonate del suo migliore amico in piena notte per parlare della figlia, o ancora le uscite in gruppo, le risate che ogni volta si facevano… Per lui, tutto questo non era assolutamente morto!!

Ma ora, non poteva più sperarci…

Era il momento di guarire per il suo cuore lacero.

Con un sospiro e un ultima occhiata al Sole, salì sul palchetto, misurò i passi che lo separavano dal microfono, respirò profondamente, e cominciò a parlare.

Il Sole rimandava l’immagine felice dei due militari, e un suono, come un clacson, si udiva in lontananza, ma nessuno pareva essersene accorto.

Tranne i due bambini che, incuriositi, sfuggirono alle madri e scesero, reggendosi l’uno all’altro, sedendosi sui gradini in silenzio: “Lo senti anche tu?” chiese Ed alla piccola, tenendole la mano. La piccola non rispose, ma un piccolo sorriso le increspò le labbra: “Papà…”.

§§§

La macchina sfrecciava veloce attraverso le vie di Central, deserte e decorate a festa. Edward e Hughes erano seduti dietro, assieme a Ling, Lan Fan e Hohenheim. Davanti, c’era il maggiore. “Siamo quasi arrivati!!!!!” esclamò Ed, guardando fuori dal finestrino, all’orizzonte si stagliava Piazza d’armi. Ling aprì l’altro, spenzolandosi fuori: “Youhhh!!!! Urlava, mentre Riza premeva di più sull’acceleratore e cambiava marcia: “Preparatevi a un entrata in scena spettacolare!!” urlò la giovane donna ai passeggeri dietro, “TENETEVI FORTE!!” strillò, esaltata come non mai. I due interessati si scambiarono uno sguardo complice, poi imitarono Ling: “STIAMO TORNANDO!!” urlarono, sbilanciandosi dai finestrini.

Quando l’auto si fermò in piazza, con uno stridere di freni, ai presenti quasi non venne un colpo, “Ma perché Riza deve fare sempre così?” si chiese sconsolato il Comandante, profittando di quel momento di confusione per asciugarsi una lacrima fuggiasca dall’occhio ferito.

Riza e il maggiore scesero di colpo dall’auto: “Scusate il ritardo, ma abbiamo avuto qualche contrattempo!” salutarono, aprendo poi le porte dietro. “Salve!” salutarono Ling e Lan Fan, accompagnati da Hohenheim; “Papà??!!” esclamò Al, stupito, anche Roy era stranito.

“Ehi, ma dove sono quei due??” sussurrò Ling alla moglie, “non ci sono più nella macchina.”. Era vero, i due “redivivi” erano spariti.

Improvvisamente, s’udì una voce squillante nell’aria: “E così Central City e Amestris devono sopportare un Alchimista borioso e ciarlatano come Coamndante?? Buono a sapersi!!!”, “Su, Edward, non dire così! Sono certo che il Colonnello Mustang ha tante buone qualità.. NASCOSTE, però!! Non ce la doveva fare questa!! Diventare Comandante senza dirci nulla?? Non si fa!!” disse un’altra voce con tono saputo. Tutti si guardarono intorno, mentre la piccola Elycia e il piccolo Edward ridacchiavano in un angolo, puntando i loro ditini paffuti verso un palazzo poco lontano da loro: “Papà!!” urlò la piccola tra le lacrime.

Edward e Hughes erano in piedi, stagliati contro il Sole, schiena contro schiena, sul tetto di una palazzina, “Ehi, Ed, che ne pensi?” sussurrò, “è fantastico respirare l’aria di casa.” Rispose lui, balzando giù dal tetto, seguito dal Generale.

SALVE A TUTTI!!!! Eccoci qui!! Finalmente il penultimo capitolo!!!

Ringrazio sentitamente tutti coloro mi hanno spronato e aiutato ad andare avanti in questa avventura, in questo progetto!! Nel prossimo capitolo, ringraziamenti precisi a tutti: per ora, saluto e ringrazio di cuore liena, fedar e WINRY-93!!!

Per Seastorm, non preoccupatevi, finisco questa fanfic e poi mi dedicherò completamente a lei!!

GRAZIE DI CUORE!

SHUN

   
 
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