CAPITOLO 7
UNA CERIMONIA DA GUASTARE
“Konnichiwa
Comandante.”
“Konnichiwa, Sheska. È da molto che
aspetti?”
“Non, non si preoccupi. Solo pochi
minuti. Vuole seguirmi?”.
Era mattino a Central City, il
fatidico mattino. Una macchina dai vetri oscurati era partita molto presto dal
Comando, dirigendosi verso il quartiere residenziale; a bordo, il Comandante,
ravvolto nel suo mantello color della notte. Dopo alcuni minuti di viaggio,
l’auto si fermò dinanzi una casetta in muratura dipinta di un pallido rosa
salmone, con un giardinetto ben curato tutto all’intorno: un altalena faceva
bella mostra di sè in un angolo del cortile, le corde abbandonate al vento.
Tutto, esprimeva malinconia e tristezza. Con decisione, Sheska traversò il
giardino, seguita da Roy e suonò alla porta; il Comandante fece appena in tempo
a vedere una figuretta bionda alla finestra che quella sparì all’istante; due
secondi dopo, la signora Glacier, ravvolta in una veste da camera color lillà
aprì. Si stupì molto nel vedere Sheska accompagnata da un uomo, ebbe paura,
molta paura. Roy se ne accorse, e si esibì in un sorriso, vero e sincero, un
sorriso che non si vedeva tutti i giorni sul viso del moro; l’avvicinarsi di
quella data sembrava avergli restituito l’antico buonumore. “Konnichiwa,
signora.” salutò educatamente Sheska, inchinandosi in segno di rispetto. Roy la
imitò. La donna ricambiò il saluto e li fece entrare nella
casa.
§§§
“Quanto manca a Central City?? Io
comincio ad annoiarmi!!” esclamò Edward, sbuffando
seccato.
Il viaggio attraverso le campagne
procedeva tranquillo, fin troppo tranquillo, e ciò metteva a dura prova la
pazienza del giovane Fullmetal, non molto paziente, come è noto. “Edward, sta
tranquillo, tra poco saremo arrivati. Cercò di calmarlo il padre. Il ragazzo
s’accoccolò sul sedile, sbuffando e lamentandosi, “Edwald, sei ploplio noioso!”
lo redarguì Ling, col chiaro intento di provocarlo, “Porta rispetto per i
maggiori!!” grugnì Edward, cercando di ignorarlo, “Maggiole a chi? Io vedo solo
un nanetto…”, Ling lo guardò con aria falsamente confusa. “Sono due bambini…
Elycia sarebbe più matura di loro due messi insieme.” sussurrò Hughes
all’orecchio di Hohenheim. I due continuarono a battibeccarsi per un po’, finchè
Lan Fan, seccata da quei continui litigi stupidi e privi di senso, uscì e
rientrò con due kunai e li puntò alla loro gola: “Basta, ok?” ordinò, con
cipiglio minaccioso. I due si zittirono all’istante, mentre il maggiore
Armstrong ridacchiava: “Beh, penso che ora se ne staranno tranquilli, almeno
finché non saremo arrivati a Central! Finalmente un po’ di pace!” constatò Maes,
immergendosi nella lettura di un libro di alchimia, prestatogli dal padre di
Edward.
§§§
Roy e la signora Glacier, assieme a
Sheska ed Elycia salirono a bordo dell’elegante berlina dai vetri oscurati,
dirigendosi verso la Piazza: i militari e gli alchimisti avevano fatto un ottimo
lavoro, davvero. La città era tappezzata di festoni rossi e neri e fiocchi blu,
e ovunque si vedevano gruppi di militari terminare di porre le ultime
decorazioni e di alchimisti che creavano nell’aria figure mitiche di
animali e le facevano scorrazzare
per le vie, allietando piccoli e grandi, l’intera città era in festa. La piccola
bionda guardava tutto ciò che la circondava con grande attenzione, lanciando
piccoli urletti di gioia, con somma felicità di Roy, seduto nel sedile accanto
al guidatore, che non potè fare a meno di pensare che era la prima volta, dal
giorno del funerale dell’amico, che vedeva la bambina così serena; finalmente,
arrivarono in Piazza.
“Signora,
Elycia!!”
Una allegra voce di ragazza si fece
udire alle loro spalle, e i quattro videro l’intera truppa, accompagnata da
Winry e dalla maestra Izumi, venire loro incontro. Il Sole era ormai alto nel
cielo, ormai era mezzogiorno.
L’ora X si stava
avvicinando.
“Noi siamo pronti. Il tenente è
andata a prendere il maggiore e gli altri ospiti in stazione, ci raggiungeranno
a breve.” Spiegò Al, comparso in quel momento con il piccolo Edward tra le
braccia, “Su, va a giocare con Elychan!” lo incitò l’ultimo degli Elric,
poggiandolo a terra. I due bambini si sedettero a terra e cominciarono a giocare
con le macchinine del piccolo Ed. Facevano molta
tenerezza.
Roy Mustang diede il braccio alla
vedova Hughes e salì sul palco, assieme alla
truppa.
Era
ora.
§§§
Il tenente Hawkeye sbuffò seccata.
Teneva saldamente il guinzaglio di
Hayate e si guardava attorno per capire dove sarebbe giunto il treno che
interessava a lei.
L anotte prima, il maggiore aveva
contattato il comando e aveva avvertito che sarebbero giunti col treno di
mezzogiorno, ma nessun avviso era stato ancora dato, e lei, che odiava la
confusione, sopportava malvolentieri il chiasso che torme di viaggiatori e
visitatori facevano, coprendo in parte il suono
dell’altoparlante.
Finalmente, tra la confusione, riuscì
a udire la voce che annunciava l’arrivo: “Il treno militare da Youswell è in
arrivo al binario 4C. Si pregano i signori passeggeri di non scordare bagagli e
zaini sul vagone, grazie.” Trillò la sinistra voce metallica. Riza e Hayate
scesero le scale e raggiunsero il binario, manco a dirlo era quello più lontano
di tutti, essendo un mezzo militare. Arrivarono a destinazione un attimo prima
del treno che, sferragliando e gemendo, si fermò, proprio davanti a loro. Ne
scesero poche persone, militari per di più, e qualche funzionario che la giovane
donna conosceva di vista e con cui scambiò brevi cenni di saluto.
Un gruppo molto chiassoso attirò la
sua attenzione, troppo lontano per identificarne gli appartenenti, ma notò una
capigliatura dorata spiccare su tutti e una figura enorme, doveva essere il
maggiore: “Già, ma chi sono gli altri? Che siano dei servitori dell’imperatore?”
si chiese, non senza un pizzico di preoccupazione, la donna, portando una mano
alla fondina. Improvvisamente, Hayate le sfuggì di mano, correndo incontro a
quello strano gruppo, balzando in braccio alla figura bionda, che lo abbracciò.
Ora, erano molto più vicini, e il tenente potè distinguere chiaramente le
figure: “buongiorno tenente! Che ci fa qui?” domandò stupita una voce, “Mi
sembla ovvio, piccoletto! Salà venuta a plendele il maggiore!” “GRRR!! CHI è LA
BAMBOLINA COSì PICCOLA DA NON AVERE NEPPURE LA PARVENZA DI UN ESSERE
UMANO!!!???”, “Ecco che ci risiamo… Ling, non provocarlo, o Edward ti butterà
sotto il primo treno in arrivo.”. Questi discorsi resero la donna molto confusa,
che subito non capì, ma poi, visto chi aveva davanti, si lasciò scappare una
lacrimuccia dagli occhi: “Ed-kun… Generale…” i suoi occhi si riempirono di
lacrime e balzò quasi addosso al biondo, che superò ogni soglia di rosso, tra le
risatine ironiche dell’amico e del generale. “Ma come…” riuscì a dire, una volta
ripresasi un po’, “Te lo spieghiamo
dopo, ora andiamo!! Non vorrei che abbiano già cominciato la cerimonia.” Esclamò
il nerboruto militare, “Avete ragione! Forza, andiamo!” incitò la giovane
soldatessa, guidando il gruppo fuori.
Avevano una cerimonia da guastare e
non dovevano perdere tempo.
§§§
In piazza, intanto, era tutto
preparato.
L’enorme palco, su cui tutti avevano
convogliato ogni loro sforzo, era pronto: completamente rosso, con i simboli
degli alchimisti sui pannelli di compensato sulle pareti e il simbolo
dell’esercito sui pannelli blu che componevano il pavimento. Un microfono era
stato posto sul palchetto, in attesa del Comandante, in quel momento, in un
angolo, che tentava di nascondere a tutti la sua commozione: per lui, era un
grave colpo, quella cerimonia voleva dire accettare, seppur passivamente, la
scomparsa dei sue due amici, e lui sapeva di non volerlo, per lui non sarebbero
mai morti; lui avrebbe sempre sperato di vedere la chioma svolazzante di Edward
entrare a razzo nel suo ufficio e inveire contro di lui oppure le telefonate del
suo migliore amico in piena notte per parlare della figlia, o ancora le uscite
in gruppo, le risate che ogni volta si facevano… Per lui, tutto questo non era
assolutamente morto!!
Ma ora, non poteva più
sperarci…
Era il momento di guarire per il suo
cuore lacero.
Con un sospiro e un ultima occhiata
al Sole, salì sul palchetto, misurò i passi che lo separavano dal microfono,
respirò profondamente, e cominciò a
parlare.
Il Sole rimandava l’immagine felice
dei due militari, e un suono, come un clacson, si udiva in lontananza, ma
nessuno pareva essersene accorto.
Tranne i due bambini che,
incuriositi, sfuggirono alle madri e scesero, reggendosi l’uno all’altro,
sedendosi sui gradini in silenzio: “Lo senti anche tu?” chiese Ed alla piccola,
tenendole la mano. La piccola non rispose, ma un piccolo sorriso le increspò le
labbra: “Papà…”.
§§§
La macchina sfrecciava veloce
attraverso le vie di Central, deserte e decorate a festa. Edward e Hughes erano
seduti dietro, assieme a Ling, Lan Fan e Hohenheim. Davanti, c’era il maggiore.
“Siamo quasi arrivati!!!!!” esclamò Ed, guardando fuori dal finestrino,
all’orizzonte si stagliava Piazza d’armi. Ling aprì l’altro, spenzolandosi
fuori: “Youhhh!!!! Urlava, mentre Riza premeva di più sull’acceleratore e
cambiava marcia: “Preparatevi a un entrata in scena spettacolare!!” urlò la
giovane donna ai passeggeri dietro, “TENETEVI FORTE!!” strillò, esaltata come
non mai. I due interessati si scambiarono uno sguardo complice, poi imitarono
Ling: “STIAMO TORNANDO!!” urlarono, sbilanciandosi dai
finestrini.
Quando l’auto si fermò in piazza, con
uno stridere di freni, ai presenti quasi non venne un colpo, “Ma perché Riza
deve fare sempre così?” si chiese sconsolato il Comandante, profittando di quel
momento di confusione per asciugarsi una lacrima fuggiasca dall’occhio
ferito.
Riza e il maggiore scesero di colpo
dall’auto: “Scusate il ritardo, ma abbiamo avuto qualche contrattempo!”
salutarono, aprendo poi le porte dietro. “Salve!” salutarono Ling e Lan Fan,
accompagnati da Hohenheim; “Papà??!!” esclamò Al, stupito, anche Roy era
stranito.
“Ehi, ma dove sono quei due??”
sussurrò Ling alla moglie, “non ci sono più nella macchina.”. Era vero, i due
“redivivi” erano spariti.
Improvvisamente, s’udì una voce
squillante nell’aria: “E così Central City e Amestris devono sopportare un
Alchimista borioso e ciarlatano come Coamndante?? Buono a sapersi!!!”, “Su,
Edward, non dire così! Sono certo che il Colonnello Mustang ha tante buone
qualità.. NASCOSTE, però!! Non ce la doveva fare questa!! Diventare Comandante
senza dirci nulla?? Non si fa!!” disse un’altra voce con tono saputo. Tutti si
guardarono intorno, mentre la piccola Elycia e il piccolo Edward ridacchiavano
in un angolo, puntando i loro ditini paffuti verso un palazzo poco lontano da
loro: “Papà!!” urlò la piccola tra le
lacrime.
Edward e Hughes erano in piedi,
stagliati contro il Sole, schiena contro schiena, sul tetto di una palazzina,
“Ehi, Ed, che ne pensi?” sussurrò, “è fantastico respirare l’aria di casa.”
Rispose lui, balzando giù dal tetto, seguito dal
Generale.
SALVE A
TUTTI!!!! Eccoci qui!! Finalmente il penultimo
capitolo!!!
Ringrazio
sentitamente tutti coloro mi hanno spronato e aiutato ad andare avanti in questa
avventura, in questo progetto!! Nel prossimo capitolo, ringraziamenti precisi a
tutti: per ora, saluto e ringrazio di cuore liena, fedar e
WINRY-93!!!
Per Seastorm,
non preoccupatevi, finisco questa fanfic e poi mi dedicherò completamente a
lei!!
GRAZIE DI
CUORE!
SHUN