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Autore: wearefrjends    30/06/2013    25 recensioni
Don’t let me
Don’t let me go
‘Cause I’m tired of sleeping alone.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai la fotografia sul comodino.
Mi mancava così tanto.
Da quando ci eravamo presi una pausa sentivo un enorme vuoto dentro di me che non riuscivo a colmare.
Avevamo litigato come non avevamo mai fatto.

 
* *

 
Entrai nella nostra casa dopo una giornata come tante; ero uscito con dei miei amici ed eravamo andati in un locale appena fuori città. Come sempre Louis non era potuto venire in quanto i manager non ci permettessero di uscire la sera insieme. Eravamo abituati a questo genere di cose, ma quella sera Louis era arrivato al limite.
 
Entrai in casa attento a non fare rumore per non svegliare Louis nel caso si fosse addormentato. Ma appena entrai lo vidi seduto sul divano con lo sguardo fisso alla televisione che gli illuminava il viso.
Quando sentì la porta chiudersi si girò di scatto e sul suo viso apparve un’espressione buia, arrabbiata.

«Ciao.» lo salutai calorosamente e mi avvicinai a lui sorridendo per dargli un bacio a stampo. Quando gli arrivai di fianco lui mi fece un cenno come saluto e appena mi chinai si spostò bruscamente, alzandosi e dirigendosi in camera. Rimasi spiazzato e lo seguii subito.

«Cosa è successo?» domandai con impazienza; ero stanco dei suoi continui capricci, del suo non parlarmi e mettere il muso.
Lui mi ignorò e si coprì con le coperte. Di solito quando faceva così lo lasciavo stare, ma non quella sera.

«Sono stanco che tu faccia così, Louis.» dissi, ma lui non mi rispose lo stesso. Allora mi avvicinai al letto e mi sedetti di fianco alla sua sagome ricoperta dal lenzuolo e poggiai una mano sulla sua spalla per scuoterlo. Appena lo toccai lui scivolò dalla parte opposta del letto e con uno scatto si alzò.

«Tu sei stanco di me? Dovrei esserlo io.. Tu esci tutte le sere con i tuoi amici mentre io sto in casa tutto solo. Io sono stanco di questo!» mi urlò contro uscendo dalla stanza. Non poteva solamente andarsene, dovevamo risolvere la questione; quindi lo seguii.

«Non è colpa mia, lo sai. Non possiamo uscire insieme, ma questo non ti impedisce di uscire con i tuoi amici!» quando pronunciai queste parole si fermò dandomi le spalle.

«E’ questo il punto. Tu esci sempre con i tuoi amici, ma io non voglio. » si fermò per fare un sonoro respiro «Io voglio uscire solo con te e non con altre persone.»

«Quindi mi stai dicendo che dovrei chiudermi in casa per stare sempre con te?» domandai con rabbia.

«No! Ma io sono sempre solo e mi sono stancato, non possiamo continuare così.» la rabbia aveva preso il sopravvento in tutti e due e non riuscivamo a ragionare lucidamente insieme.

«Stiamo insieme tutto il giorno, se la sera usciamo per sfogarci che male c’è?» cercai di ragionare, ma lui non capiva.

«Sì, ma di giorno non possiamo stare insieme veramente e l’unico momento in cui possiamo farlo tu te ne vai.» ormai entrambi stavamo urlando.

«Lo sai che è così. Lo sapevamo entrambi che sarebbe stato difficile.» dissi con più calma, cercando di tranquillizzare la situazione.
 
-In quel momento vidi Louis crollare, vidi la parte più forte di lui rompersi.-
 
«Non pensavo lo sarebbe stato così tanto..» lasciò la frase in sospeso e mi dovetti sedere sul divano. Portai le mani alla faccia per riprendermi.

«E con questo cosa vuoi dire?» chiesi dopo aver trovato il coraggio. Sapevo quale sarebbe stata la risposta. Louis si appoggiò al mobile di fronte a me, vidi i suoi occhi azzurri velarsi di lacrime.

«Forse è meglio se ci prendiamo una pausa.» disse quelle parole con la voce tremante e si coprì gli occhi con le mani per non fare vedere le lacrime.
Non so perché non reagii, in quel momento pensai che forse aveva ragione e stare lontani per un po’ avrebbe aiutato entrambi. Ultimamente litigavamo molto spesso e la tensione tra di noi si vedeva anche dall’esterno.
 
Allora, con le guance bagnate andai in camera, presi la valigia da sotto il letto e la riempii a caso con le prime cose che trovai.
In quel periodo non avevamo concerti o incontri importanti, qualsiasi impegno poteva essere rimandato.
Quando tornai in soggiorno con la valigia in mano e vestito per partire, Louis era seduto su una sedia.

«Vado per qualche settimana da mia mamma.» Louis alzò di scatto lo sguardo e fece una faccia spaventata quando mi vide pronto per andarmene. «Avvisa i ragazzi e i manager che mi troveranno là.» presi il mio cappello dal tavolino in entrata e me lo misi.
Louis non fece niente per fermarmi e me ne andai senza voltarmi.
 
 

* *

 
Erano passate tre settimane da quel giorno e non avevo ancora sentito Louis. Sapevo che non mi avrebbe mai chiamato, lui era troppo orgoglioso per farlo.
Ma a me mancava e in quella situazione non ce la facevo a restare, quindi dovevo trovare una soluzione.  Avevo provato a scrivere diversi discorsi da fargli per scusarmi, ma nessuno andava bene, non ero mai stato bravo con le parole.
 
Mi risvegliai dai miei pensieri quando sentii bussare alla porta.

«Avanti.» dissi e mi scrollai i capelli per rendermi presentabile. Appena la porta si aprì entrò Gemma che si diresse verso me per poi sedersi sul mio letto.

«Come stai?» mi domandò. Sia lei che mia mamma erano molto preoccupate per me; da quando ero arrivato mi ero chiuso in camera e uscivo solo per prendere da mangiare e andare in bagno. Avevo raccontato cosa era successo con Louis e poi non avevo più parlato.
 
Mugugnai una risposta alla domanda e Gemma mi accarezzò i capelli, iniziando a giocare con i miei ricci.

«Lo so che fa male, Harry..» cercò di incontrare i miei occhi «..ma non puoi continuare così, devi reagire.»
Girai la testa e schiacciai la faccia contro il cuscino, non volevo che Gemma mi vedesse piangere. Lei questo lo capì e restò in silenzio, continuando ad accarezzarmi.
Quando mi fui calmato mi decisi a parlare.

«Volevo chiedergli scusa.» mi rivolsi verso di lei e mi alzai seduto incrociando le gambe «Ma mi sembra che debba sempre farlo io, mi sembra che solo a me importi.»
Vidi dalla sua espressione che era preoccupata per me e vidi anche comprensione.

«Sai, a volte sembra che agli altri non importi, sembra che debba fare il primo passo sempre tu.» parlava come se le fosse successo anche a lei «Ma non sempre è così. A volte si ha solo paura di chiedere scusa, per paura di non essere accettato o perdonato. Oppure a volte una persona è solo troppo orgogliosa. » in effetti Louis lo era sempre stato «A volte bisogna lasciare l’orgoglio da parte e godersi quello che veramente abbiamo. Ma non tutti lo riescono a capire e fanno sembrare che non gliene importi niente.» I miei occhi diventarono immediatamente lucidi «Dovresti dare un’altra possibilità a Louis.» Concluse sperando di avermi convinto. Gemma sapeva come consolarmi e mi dava sempre consigli giusti. L’abbracciai di slancio, godendomi quel contatto.

«Ma c’è un altro problema.» dissi allontanandomi da lei «Non so come scusarmi, non sono mai stato bravo con le parole.» da quando ero piccolo non ero mai stato capace di esprimere al meglio quello che provavo con le parole, mi ingarbugliavo sempre e non riuscivo a finire una frase.

«Questo lo so..ma tu sei un cantante.» la fissai per qualche secondo e poi capii.

«Grazie, grazie, grazie.» le saltai addosso di nuovo per stritolarla in un abbraccio. Quando ci dividemmo lei mi lasciò solo.
Presi carta e penna e mi misi al lavoro.
 

-

 
Ero sfinito dopo aver guidato per tre ore di fila e aver dormito la notte precedente per sole due ore. Ma ero anche felice ed emozionato di tornare finalmente a casa. Quella casa che condividevo con la persona che amavo.
Guardai la chitarra sul sedile posteriore per poi rivolgere lo sguardo all’edificio che si trovava davanti a me. Afferrai lo strumento e arrivato all’entrata tirai fuori le chiavi per aprire.

Appena spalancai la porta notai subito il disordine che regnava. Cartoni di pizza e bottiglie di birra sovrastavano i mobili e il pavimento. Rimasi per un attimo spiazzato all’entrata, poi entrai con passo incerto, cercando Louis.
Andai in camera da letto e lo vidi dormire, coperto da un leggero lenzuolo con la gamba a penzoloni dal letto. Volevo fargli una sorpresa, e senza neanche svegliarlo incominciai la canzone.
 

I’ll keep my eyes wide open
I’ll keep my arms wide open
 
Don’t let me
Don’t let me
Don’t let me go
‘Cause I’m tired of feeling alone.

 
Mi fermai per un attimo quando vidi Louis svegliarsi, completamente sorpreso di vedermi. All’inizio vidi un’espressione incredula, ma poi sul suo viso si allargò un enorme sorriso.
 

Don’t let me
Don’t let me
Don’t let me go
‘Cause I’m tired of feeling alone

Don’t let me
Don’t let me go
‘Cause I’m tired of sleeping alone.

 
Feci un sospiro dopo aver finito l’ultima nota, Louis non aveva ancora detto niente «Devo ancora finirla, ma credo che questo sia il pezzo che ti faccia capire di più quello che provo.» feci un piccolo sorriso quando vidi i suoi occhi lucidi.

«Io..» incominciò Louis per poi fermarsi. Si alzò dal letto sul quale era seduto e si diresse verso di me; prese la chitarra che avevo ancora in mano per poi appoggiarla sul letto.
Mi guardò per qualche secondo per poi buttarmi le braccia al collo. Lo sentii singhiozzare sulla mia spalla e non osai dire niente, lo strinsi solo forte a me.
Appena sentii il suo respiro ritornare regolare allentai la presa, ma subito lui mi strinse ancora di più «Ti prego, Harry, non andartene mai più.»
Mi allontanai da lui per poterlo guardare negli occhi e gli presi le mani. «Io non me ne andrò, ma sei mai dovessi farlo tu non lasciarmi andare.» lo vidi mordersi il labbro inferiore ed abbassare gli occhi. «Sono stato uno stupido a lasciarti andare anche questa volta. In questi giorni mi sono reso conto di quello che tu sei veramente per me. Tu sei ossigeno puro.» fece una breve pausa

«Quando ti ho conosciuto io stavo annegando e tu mi hai salvato, sei stato ossigeno puro per me.»
Quello parole mi confortarono, facendomi capire che lui era stato male quanto me e che, come io non potevo vivere senza di lui, lui non poteva fare altrettanto.
 
«E poi non mi interessa con chi esci..» continuò Louis «Voglio solo che tu sia felice e se uscire la sera con i tuoi amici ti fa sentire così, allora per me va bene.»
Mi chiesi come non potessi amare una persona così; una persona dolce, sincera.

«Ma tu sai che, per quanto mi piaccia uscire per locali la sera, preferisco mille volte restare a casa con te, sdraiati sul divano a guardare un film.»
Vidi il suo sguardo illuminarsi e mi avvicinai a lui, fino a posare le mie labbra sulle sue. Lo baciai come mai avevo fatto prima, quello era un bacio dolce, pieno di significato.
 
In quel momento noi eravamo infinito.
 












Boooom

Ciao pipoool c:
Ecco qui la mia prima one shot Larry.
La trama all'inizio era diversa, ma quando è uscita la canzone "Don't let me go" mi sono sentita ispirata :')
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione c:


Grazie mille per avere letto

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