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Autore: larryuntilwedie    30/06/2013    1 recensioni
[Larry!] Recensite, perché se vi piace posso continuarla!
"A quel punto, avevo terminato le scuse. Slacciai la mia cintura di sicurezza e mi misi a cavalcioni su di lui. Lo baciai con delicatezza, poi sempre con maggiore impeto e passione. Oh, piccolo Harry! In che guaio mi hai cacciato!"
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Over The Love è questa qui: http://www.youtube.com/watch?v=5AllYPIBbhw :) Buona lettura!

Il mio nome è Louis. Louis Tomlinson. Frequento l’università, e la mia scelta è ricaduta sulla facoltà più scontata per chiunque mi conosca a sufficienza: Letteratura inglese.

 

Non c’è nulla di più interessante al mondo, a mio parere. Tranne, forse, il canto.
 A Londra, la città in cui abito, c’è un locale davvero speciale: tutti lo conoscono come lo Shining Star.
Ogni venerdì, chiunque lo desideri ha la possibilità di esibirsi sul mini palco che lo staff mette a disposizione. Inutile dire che sono sempre presente, anche quando non ho troppa voglia di cantare: in quelle occasioni, mi limito ad ascoltare gli altri che, invece, hanno energia da vendere.
Ma quel venerdì, oh, quel venerdì mi sembrò di essere lì per la prima volta.
Un ragazzo fece la sua comparsa sul palco: sarebbe stato l’ultimo, per quella sera. Dopotutto era già l’una di notte, ed erano in molti ad aver bisogno di un bel riposino.
Non appena si presentò (“Buonasera! Sono Harry, ed ho intenzione di cantare qual cosina per voi!”) notai i suoi fulminanti occhi verdi. Oh, che meraviglia di fanciullo.
Ebbene sì, sono gay e non l’ho mai nascosto: eccetto forse alle superiori, dove la cosa più saggia da fare è mantenere un profilo basso, sempre e comunque.
 
“Ever since I was a child
I’ve turned it all in my mind
I sing by the piano to my yellow dress and
Cried and cried and cried…”


Oh, mio dio! La sua voce era semplicemente perfetta. Così come anche la canzone, d’altronde. Over The Love di Florence + The Machine aveva fatto breccia nel mio cuore già qualche mese prima, e in quel momento capì che per quell’Harry lassù doveva esser stato lo stesso.

Non appena terminò la canzone, mi sentii in dovere di fargli i miei complimenti personalmente. E così, abbandonai il mio sgabello rosso in legno in fondo alla sala e tentai di avvicinarlo.

“Hey” mi feci avanti.
“Ciao” mi rispose, piuttosto distrattamente. Lo osservai mentre si rinfrascava con un bicchiere d’acqua apparentemente gelata.
“Volevo dirti che sei davvero bravo, quella è una delle mie canzoni preferite di Florence e non hai sbagliato una nota!” mi complimentai, forse con troppo entusiasmo. Temevo di poter risultare inopportuno, visto e considerato che mi stavo rivolgendo ad un completo sconosciuto.
Invece, gli occhi di lui sembrarono brillare ancora di più.
“Dici davvero? Grazie!” oddio, sembrava così piccolo. E tenero.
“Certo che sì…. E comunque io sono Louis, piacere!” tesi la mano, ma lui non ci fece caso e si diresse verso il bagno.
“Vieni, Louis, accompagnami!” m’invitò ridendo.
Una volta dentro il bagno, si lavò la faccia con un po’ d’acqua fresca e mi rivolse l’ennesimo sorriso smagliante. Non riuscivo a comprendere il motivo della mia presenza lì, però.
“Ho un enorme, enormissimo favore da chiederti, Louis” confessò ad un tratto, quasi a voler rispondere alle domande che mi ero posto mentalmente.
“Spara” risposi al volo.
“Non so come tornare a casa. Ho 16 anni, la macchina non ce l’ho ancora. I miei sono fuori, il mio migliore amico è impegnato…. Per ottenere il permesso di venire qui ho finto che lui mi avrebbe riportato indietro, ma non può più. D’altra parte, non potevo perdere quest’occasione, e così…”
“Beh, io ne ho 25. E la macchina ce l’ho. Ti do un passaggio, se mi assicuri che non vivi a Manchester!” sorrisi, tentando di rassicurarlo.
“Oh! Dio, grazie! Sì, che bello! Grazie, Louis, amico!”
“Però sarà meglio darci una mossa, domani non posso alzarmi troppo tardi e sono già stanchino”
“No, certo. Ovvio. Mi sbrigo, aspettami al parcheggio!” e volò via.
Perfetto.
 
 Qualche indicazione stradale più tardi, eravamo in prossimità della sua proprietà.
“Grazie, Louis, davvero. Sei stato gentilissimo. Vado. Buonanotte!” mi sorrise. Di nuovo.
Fece per aprire la portiera, ma non ci riuscì. Non me ne stupii: dopotutto, quella maniglia aveva dato problemi a parecchia gente.
“Ecco, aspetta, faccio io…” mi avvicinai dal sedile del guidatore, ma nel farlo poggiai la mano destra sulla sua coscia sinistra. Mi sembrò decisamente inopportuno, e mi scusai in fretta.
“Ops! Non vol-” non riuscii neanche a finire la frase che lui mi diede un piccolo bacino proprio dietro la testa, sulla nuca.
Sbalordito, mi voltai per vedere bene che faccia stesse facendo, ma lui non me ne diede l’opportunità: nel giro di un secondo, le sue labbra furono sulle mie.
“Louis, non farmi scendere” mi sussurrò qualche istante più tardi.
Per quanto mi fossi improvvisamente eccitato, lasciai che la ragione avesse la meglio: “Ma sei piccolo, non ti conosco e devi andare a casa” tentai di convincerlo.
“Non m’interessa, Louis, stanotte fa’ finta che io sia più grande” piagnucolò lui, eccitato come solo un 16enne può esserlo.
Poi le sue piccole labbra si posarono sulla mia mascella e sul mio collo e quasi persi del tutto il controllo.
“Non si può, Harry”
“Invece sì” ribatté lui, capriccioso.
Poi poggiò la sua mano sul cavallo dei mie pantaloni e fu allora che mi accorsi di essere eccitato per davvero.
“Lo vuoi anche tu, Louis” mi provocò.
A quel punto, avevo terminato le scuse. Slacciai la mia cintura di sicurezza e mi misi a cavalcioni su di lui. Lo baciai con delicatezza, poi sempre con maggiore impeto e passione. Oh, piccolo Harry! In che guaio mi hai cacciato!
Ma lui era prepotente e desiderava decisamente di più: prese ad armeggiare con la mia cinta, finché  non riuscì a liberarmene.
Accarezzò lievemente i boxer rigonfi, ed io mugolai da dietro il suo orecchio. Avrei baciato i suoi riccioli per sempre, lo giuro.
Poi, si dedicò ad una bel lavoretto di mano. Non che non me ne avessero mai fatti prima, ma quello fu particolarmente eccitante: forse perché era una ragazzino ad occuparsi di me, il che aggiunse una nota di perversione al tutto.
Venni sui suoi jeans, ma lui non se ne dispiacque. Lo baciai ancora per qualche istante, dopodiché decisi di prendermi cura di lui.
Qualche istante più tardi, le mie labbra erano sul suo membro. E come gemeva, il mio piccolo Harry! Probabilmente nessuno glielo aveva mai toccato così prima. Venne nella mia bocca con un gridolino, e mi piacque da matti. Con la bocca decisamente umida continuai a baciarlo ovunque: non potevo più fare a meno di lui e del suo sapore.

“Louis, Louis” cominciò a canticchiare con la sua splendida voce, mentre io baciavo il suo collo e slacciavo i bottoni della sua camicia azzurra.
“Louis, mio splendido Louis” proseguì. Poi scoppiò a ridere, ed io mi bloccai. Lo osservai con espressione interrogativa.
“Oh, Louis, come sei bello!” esclamò.
La sua voce fu talmente limpida e sincera che quasi mi venne da piangere.
“Mai come te, piccolo, mai come te” sussurrai in risposta, accarezzandogli la guancia.
“Sono così contento, Louis, non te lo immagini nemmeno. Ti voglio bene, tantissimo”
“Anch’io, Harry, anch’io. Ora, però, dobbiamo darci la buonanotte. Ciao, piccolino, dormi bene” mi piangeva il cuore a lasciarlo andare via.
“Ciao, Louis. Ci vediamo presto” e mi baciò la guancia. Oh, dio, la tenerezza fatta 16enne!
Finalmente, dopo essersi approssimativamente sistemato, riuscì ad aprire la portiera dell’auto ed io osservai il mio piccolo Harry percorrere il vialetto di casa sua nel buio della notte.

  
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