Suna, 12 gennaio
Vorrei che tu mi dessi la mano, che
la stringessi forte dentro alla tua e che mentre lo fai mi guardassi negli
occhi e mi regalassi un sorriso. Ci penso spesso e provo ad immaginare il tuo
viso perfetto rivolto verso di me, i tuoi occhi verdi e severi che mi fissano indugendomi ad abbassare lo sguardo per timidezza, la tua
mano che mi sfiora le guance in una carezza.
Vorrei fare lo stesso con te, vorrei poterti toccare ogni volta che ti vedo, vorrei
poterti parlare senza formalismi, vorrei farmi augurare la buona notte.
Tu non lo sai eppure da lontano ti ho
sempre desiderato e sottovoce ti parlavo per vedere
che effetto faceva chiamarti per nome. Sono troppo timida e insicura per poter
anche solo immaginare di stare davanti a te e di dirti quanto importante tu sia per me, lo faccio solo nei miei sogni ma finiscono
sempre prima che tu riesca a darmi una risposta.
E ora ti sto osservando di nascosto mentre impartisci ordini, sei bello come nemmeno
puoi immaginare. La tua voce è così calma e profonda
che mi fa desiderare di poter addormentarmi al suo suono: ma non accadrà
mai perché io non sono che un piccolo granello di sabbia ai tuoi occhi.
Mi confondo nella mischia, non possiedo qualità che possano
farmi risaltare come una perla nell’immensità del deserto.
Invidio, anzi sono gelosa di tua
sorella che ti può stare così vicino, che ti vede
mentre ti alzi al mattino mentre io posso solo immaginarti spettinato e
con gli occhi ancora chiusi. La invidio quasi con una punta di tormentosa
rabbia perché può mangiare seduta al tuo fianco e, parlandoti,
appoggiarti la mano sulla spalla, sui vestiti che portano il tuo intenso
profumo, sui capelli o su quella mano che vorrei io stessa stringere.
Pensandoci, forse la detesto
perché lei ti può abbracciare, può vivere con te e
può consolarti quando sei triste.
Chissà se hai mai pensato di
condividere la tua vita con qualcuno, di amare e di
essere amato…
Oggi è una giornata caldissima
nel deserto e i tuoi capelli si sono attaccati alla tua fronte ampia mentre ti stai rimboccando le maniche lasciando
scoperte le braccia forti e pallide che possiedi. Chissà se mi vorresti
stringere e se ti piacerebbe.
Quando calerà la sera tu
ritornerai a casa e te ne andrai nella tua stanza a
leggere inforcando gli occhiali che nessuno sa che porti ma io si, è un
segreto che conservo gelosamente dentro di me, mi da l’impressione di
essere più vicina all’intimità del tuo animo.
Spesso torno con la mente a quando mi
hai allenato, a quando mi sei venuto a salvare. Eri
così in pena per me che ho quasi pensato di non essere più un
semplice granello di sabbia ai tuoi occhi: l’avrei scoperto se solo
avessi trovato il coraggio di aprirti il mio cuore.
Mi chiedo se mai lo troverò, a
volte amarti da lontano è un peso terribile che mi serra il respiro e
allo stesso tempo mi fa venire voglia di urlare.
Vorrei potermi avvicinare a te con la
disinvoltura e la confidenza di tante ragazze qui che ti ammirano
e ti desiderano: se ti dicessi che nessuna in realtà ti ama la minima parte
di quello che ti amo io mi crederesti?
L’unico posto
dive io ti posso
chiamare per nome è in queste pagine di diario.
Qui vi inciderò
i miei sogni su di te e magari questi stessi sogni senza risposta mi daranno il
coraggio per avvicinarmi a te per cercarla.
Anche se continuerò ad essere
solo un granello di sabbia, nessuno potrà impedirmi, una
volta chiusi gli occhi, di diventare la tua perla nel deserto.
Ti amo Gaara,
e continuerò ad urlarlo per sempre in queste pagine: quando non lo
farò più sarà perché te lo starò sussurrando
all’orecchio…