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Autore: Aluah    01/07/2013    7 recensioni
E per quanto la gente di impegni, ammetterò che avevi ragione quando mi dissi che ero una sciocca ragazzina fragile. Ma Nessuno riuscirà mai a farmi desistere dal mio intento suicida di continuare a sperare in te.
Perché di credere in te ho smesso nel momento in cui tu ti sei mostrato per quello che sei.
Uno stronzo insensibile buzzurro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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boiata

 

 

Stronzo, insensibile buzzurro.





Non ho mai creduto nel karma, nella fortuna, nel destino o in qualunque altra forza soprannaturale che, come la spada di Damocle, pende sulla mia testa e decide la mia sorte. Credo negli uomini e nelle loro virtù, nei vizi che li soggiogano e nella forza della disperazione che li rimette in piedi e li spinge a combattere di nuovo per i loro sogni, obiettivi, speranze.
Credo nella realtà dei fatti, perché a mie spese ho imparato che la fantasia è crudele, meschina del dare un' idea che rimarrà solo lì, nella testa, senza mai poter essere realizzata. Credo nelle leggende con un fondo di verità, nella scienza e nei libri, unici portatori di certezze che abbia mai incontrato in vita via dopo la morte di Bellemer.
E forse é per quello che mi piacciono tanto, perché mi ricordano che da qualche parte c'è la verità, va solo scoperta.
Aletheia, un popolo del mare la chiamava così: " oltre il velo", aldilà di uno strato che tutti vedono ma pochi tolgono.
Credo nella speranza e nel domani, sperando però che questo sia meglio di ieri e di oggi, dove io non sono capace di trovare nulla di buono. Vedo solo il lato negativo delle cose: anche un sorriso si trasforma in una stilettata al cuore, anche un abbraccio, perchè so di far pena, tanta.
Credo semplicemente che la vita sia una partita a scarabeo. Ci vuole fortuna, bravura, un minimo di astuzia nel saper giostrare con abilita quello che la sfiga ci riserva.
Credo nella iella, ecco. La fortuna mi ha sempre evitata, quasi fossi una lebbrosa, non dandomi mai modo di stringerle la mano e darle della stronza; aveva capito da sola forse che saremmo state incompatibili da principio, senza nemmeno perdere tempo in sciocche e futili presentazioni. Semplicemente siamo come la marina e noi pirati: ci incontriamo giusto per scannarci.
Ho smesso anche di credere nella felicità, e per questo non posso che incolparti; ci siamo dati tempo sufficiente per scalfire a malapena la superficie di noi stessi prima di arrendersi all' evidenza di essere incompatibili.
Già, incompatibili, cosi ti andava di definirci. Neanche fossimo acerrimi nemici costretti a convivere sotto lo stesso tetto.
Siamo sempre stati compagni, mai amici: la tensione sessuale distingue l'amicizia dall'attrazione, anche se abbiamo voluto nasconderla per anni, tanto a lungo finché non é esplosa, ritorcendocisi contro. Avevamo creato una bomba che avrebbe fatto invidia ai migliori artificieri del grande blu e che tu hai innescato, senza dirmi nulla, senza darmi il tempo per capire come fermare il timer e disinnescarla.
Senza lasciarmi capire se volevo ferirmi o sopravvivere.
Stronzo, lo sei sempre stato.
Ogni tua decisione era legge; provavo a dire la mia, litigavamo ore perchè io non volevo arrendermi all' evidenza che tu alla fine avevi già le idee chiare sul da farsi, e che mai, per nessuna ragione, nemmeno per me, le avresti cambiate. Eppure quel nostro prenderci a testate per farci valere mi piaceva, mi ricordava che esisteva un noi anche per te.
Ma ora sento cosa dicono gli altri: che siamo degli idioti, e che lo saremo sempre, indipendentemente da cosa faremo nella vita. Loro sanno che non é finita e che forse, quanto odio ammetterlo, non finirà mai: abbiamo condiviso troppo, e troppo velocemente perché si possa rimuovere quello che é successo tra noi.
E tu che non sapevi nemmeno dargli un nome; era amore imbecille, quello con la A maiuscola, quello che tutti ci invidiavano silenziosamente, rispettando la nostra scelta di nasconderlo per un po' di tempo.
Che poi non  mai stata nostra quella decisione, ma tua, dettata dal tuo brillante orgoglio maschilista.
Quanto ti odio.
Dicevi che se lo avessero saputo, si sarebbe rotto tutto, Sanji avrebbe dato di matto e Franky avrebbe iniziato a fare battutine poco opportune su quello che avveniva ad una certa ora in cabina. Dimmi, ti interessava davvero l'opinione degli altri o cercavi una scusa per negare con te stesso cosa provavi per me?
E poi sono io la bugiarda.
Mentivi, mentre mi dicevi di amarti, quando mi urlavi che sarei dovuta stare attenta a chi guardavo e a come mi atteggiavo, mostrando una gelosia che solo io vedevo, ma che nascondeva nel profondo una possessività dettata dal testosterone. Ti piacevano le mie gambe, non io.
Ti sentivi uomo quando vedevi me sdraiata sul tuo letto, aspettandoti per una notte di sesso, che io ingenuamente chiamavo amore. I miei inutili e cedevoli castelli di sabbia. Un po' mi manca costruirli e vederli crollare mentre tu te ne fregavi di quello che mi passava per la testa, troppo ottuso per capire che ho un cuore oltre le tette.
Già, perché sotto quel ben di Dio che ben conosci c'è qualcosa che batteva per te, che ho cercato di donarti e che tu invece,non hai mai accettato. Come potevi dopotutto? Avevi già le spade in mano, il mio cuore non ci stava.
Ti disprezzo, ma ancor più disdegno me stessa per aver creduto che tu mi proteggessi per amore, e non per mero senso del dovere verso un fantasma. É sempre stata Kuina dopotutto il motore del tuo viaggio, mentre io sono lo strumento con cui giungere a destinazione: io leggo le coordinate, tu sogni a occhi aperti ignorando il fatto che anche io ho un sogno.
E tu ne facevi parte.
Cerco di illudermi che questo che ora vado non sia tu; ma l' illusione come la bugia ha le gambe troppo corte, e finisce inesorabilmente per inciampare e rimanere li, a pregare di essere rimessa in piedi ed aiutata a vivere. E fa male vivere con un fardello del genere, un male masochistico, senza cure né promesse di guarigione, un male di cui però non ci si vuole liberare. Quella ferita che brucerà per sempre e che nemmeno mille punti di sutura ricuciranno, che non di cicatrizzerà nemmeno con il sale.
E odio i dottori che non sanno curarmi.
E li amo perché mi lasciano ferita di te.
Detesto tutti coloro che mi danno consigli, mi sussurrano di lasciare andare il passato e di ricominciare, magari con qualcuno che mi ama davvero. Chiaro invito a lanciarmi nelle braccia di Sanji, l'unico che forse oltre a Robin ha capito cosa davvero sia successo oltre la porta della mia cabina per mesi, senza però intromettersi, lasciandomi sbagliare insieme a te.
So che ti ha minacciato. Lo deve aver fatto, lo conosco troppo bene per credere che lui non abbia cercato di proteggermi maledicendo te e tutto quello che portavi con te. E lo sapevo, lo vedevo da come ti guardava, dall'impercettibile gesto di scaraventarti fuori bordo quando io mi avvicinavo a te e tu ti scostavi.
Lo chiamavo segreto, mentre invece non era altro che ripudio.
Ma io sono stupida forse, perché rimango legata a quel dolce e orribile momento in cui mi sono rinchiusa nella mia bolla, sorridendo alle mie menzogne e condividendo con loro una fetta di torta e un caffé, invitandole a dividere con me il mio sogno ed il mio spazio vitale.
Eppure, per quanto schifo mi faccia il male che mi hai fatto, riuscirò solo a fingere che nulla sia avvenuto: mentirò a me stessa giurandomi che non é vero che ti ho amato, che é una bugia il fatto di essere andati a letto insieme, che sono falsa ad affermare che mi sia piaciuto e che si, lo rifarei anche adesso. Farò come ho sempre fatto: nasconderò i miei sentimenti e ti guarderò da lontano, sperando che un giorno tu ti possa ricordare che io sono sempre stata qui con te, per te.
Stupida, lo so.
E per quanto la gente di impegni, ammetterò che avevi ragione quando mi dissi che ero una sciocca ragazzina fragile. Ma Nessuno riuscirà mai a farmi desistere dal mio intento suicida di continuare a sperare in te.
Perché di credere in te ho smesso nel momento in cui tu ti sei mostrato per quello che sei.
Uno stronzo insensibile buzzurro.










Angolo della depressa:

Solitamente quando pubblico una shot / flash, l' argomento non è mai dei migliori. E da buona depressa non mi smentisco!
Questa cosa è stata conclusa alle 3 di notte ( Qui trovate lo screen shot del mio cellulare che vi prova davvero l' ora indecente a cui mi sono messa a scrivere ), scritta con il cellulare perchè si, è bello scrivere e poi litigare con NVU perchè non tiene un formato decente.
Solitamente le boiate notturne finiscono nel dimenticatoio insieme alla matematica e alla fisica, ma questa dovrei farla leggere ad una persona, quindi perdonatemi se la posto.
Alla prossima,
magari con qualcosa di più allegro eh,
Alu.

 

 

 



   
 
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