Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Effie__Pn    01/07/2013    1 recensioni
Questa storia nasce da un'immagine, che ha stuzzicato la mia fantasia.
E se Gale e Madge fossero stati sorteggiati al porto di Katniss e Peeta?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Madge Undersee, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 5

*angolo autrice*
Salve a tutti voi che ancora avete la pazienza di seguirmi! Scusatemi se pubblico questo capitolo con un po’ di ritardo, ma ho avuto problemi di connessione. Detto questo, ho un piccolo avvertimento sulla storia: gli altri personaggi che incontreremo sono gli stessi dei giochi “originali”. Ovvero ci saranno Cinna, Portia, Cato ecc... Questo perché (nella mia immaginazione) ho provato semplicemente a sostituire Katniss e Peeta con Gale e Madge. Lo scenario resta lo stesso. Detto questo, buona lettura a tutti! :D


“Finalmente vi ho trovati! Questa è MALEDUCAZIONE, ragazzi. Io sarò la vostra accompagnatrice in questi Hunger Games, ed è mio preciso compito farvi arrivare in orario, ovunque voi dobbiate andare.”- disse Effie, con una voce che ricordava vagamente un chiodo nel cervello. La parrucca rosa che indossava, tutta riccioli vaporosi e pendenti luccicanti, le faceva sembrare la testa molto più grande di quanto non fosse.
Con un gesto cortese ma che tradiva una certa irritazione, Effie prese Madge per un braccio e la spinse verso il vagone ristorante, intimando a Gale di seguirle.
Là trovarono Haymitch, che beveva a lunghe sorsate da una fiaschetta, stravaccato sulla sedia e con le gambe sul tavolo.
“Tu!- strillò Effie- Dove sono finite le buone maniere?!”
Haymitch non le diede più attenzione di quanta de avrebbe data ad una bollicina nello champagne.
Si limitò solo a togliere i piedi dal tavolo, dicendo: “Ah, me li hai riportati. Brava, brava. Voi due- si rivolse a Gale e Madge – Voi non mi piacete per niente.”
“Tu- disse, rivolto a Madge- tu sei molto carina, ma sei una frignona. Agli sponsor non piacciono le frignone. Non convincono nessuno. Mentre tu- Haymitch si girò verso Gale, e il suo sguardo si fece più cupo- Tu sei solo un piccolo presuntuoso. Non vuoi i miei consigli? Bene. Nell’arena te la vedrai da solo. Tutti e due ve la vedrete da soli. Io sono STUFO di questi maledettissimi Giochi!”. Detto questo, Haymitch uscì dal vagone bestemmiando contro tutti i santi, contro i Giochi, contro Capitol City e persino contro Effie.
Gale e Madge si rivolsero unno sguardo interrogativo. Come avrebbero fatto a sopravvivere? Gale vide che le lacrime facevano di nuovo capolino tra le ciglia di Madge, e per calmarla l’abbracciò. Effie Trinket invece non era scioccata dalla brutale reazione di Haymitch. Si scosse e sfiorò le spalle dei ragazzi, che erano ancora abbracciati. “Su, su, su, non rattristatevi! Parlerò io con quel bestione di Haymitch. Cercherò di convincerlo ad aiutarvi, almeno un po’.”
Se non fosse stato per quel tono di voce squillante e per l’accento affettato di Capitol City, quella frase sarebbe suonata davvero gentile.

***
Quando il treno arrivò a Capitol City, nella stazione regnava il caos. Giornalisti, fotografi e cameramen avanzavano a spintoni tra la folla in delirio per raggiungere il convoglio e trovare la migliore inquadratura. La folla invece, si accontentava soltanto dello scorcio del viso di un Tributo, o di una breve occhiata ai mentori e agli accompagnatori. Molti cercavano di essere inquadrati dalle telecamere.
Mentre il treno rallentava, Madge si avvicinò al finestrino, guardando con disprezzo le persone che la mandavano a morte. Sembravano così allegri, anche se sapevano che il Tributo che stavano fissando sarebbe morto nel giro di una settimana. Improvvisamente le mancò l’aria, e decise di aprire il vetro. Dalla folla si levò un grido mentre decine di mani si allungavano per toccarla, e decine di rose piovevano davanti ai suoi occhi. La ragazza si tirò subito indietro, come se il vetro scottasse. Alla sue spalle si levò una voce :”Visto? Tu piaci, carina. Evita di frignare per i prossimi giorni, e forse riuscirò a procurarti uno sponsor.” Haymitch concluse la frase con una risata.
In quel momento la porta dello scompartimento si aprì, e Madge si voltò. Era Gale, seguito a ruota da una Effie Trinket più martellante del giorno prima. Madge leggeva negli occhi di Gale lo stesso disgusto che provava lei in quel momento. Anche a lui quella gente faceva lo stesso effetto. Il treno si fermò con una frenata alquanto brusca. “Bene! Oggi sarà una grande, grande, grande giornata!”- esordì Effie, prima che Haymitch le rivolgesse un’occhiataccia che la fece ammutolire. Dunque si limitò a dire “Su, scendiamo da questo treno”

***
Un’ automobile li accompagnò fino agli appartamenti riservati ai Tributi al Centro d’Addestramento. La vettura era persino più lussuosa del treno, e si muoveva silenziosamente. Il Centro era un’enorme costruzione che comprendeva una palestra, dove tutti i concorrenti si sarebbero allenati fino all’inizio dei giochi, e un palazzo di dodici piani, dove i Tributi avrebbero alloggiato assieme al loro staff. Il resto del complesso era chiamato Centro Immagine. Gale e Madge furono accompagnati là da Effie, che chiuse ognuno di loro in una stanza. Gale,in quella stanzetta bianca senza finestre si sentiva soffocare. Quando arrivò a pensare che l’avrebbero tenuto chiuso lì fino all’inizio dei Giochi, la porta si aprì e comparvero tre ragazze, indubbiamente di Capitol City. Erano vestite di colori sgargianti, con acconciature elaborate. Senza dire una parola, spinsero dentro un lettino, e vi fecero accomodare Gale. Poi, come se avessero ricevuto un segnale, lo immobilizzarono e gli tolsero i vestiti. Gale provò un moto di imbarazzo mentre gli sfilavano i pantaloni, lasciandolo completamente nudo. Ma quelle tre, che dovevano essere il suo staff di preparatrici, non dissero una parola, e lo spinsero fuori dalla stanza fino ad un salone con file e file di vasche da bagno. Senza tanti complimenti lo scaricarono in una vasca che ribolliva e che emanava un terribile odore dolciastro.

***
Madge non ne poteva più. Erano due ore circa che i suoi preparatori, un uomo e due donne, la ungevano di creme e giravano attorno al suo lettino con le pinzette in mano.
Quegli aggeggi erano davvero infernali, ma il momento peggiore, ovvero quello della cera calda per rimuovere i peli dalle gambe, era passato. Finalmente i tre capitolini sembrarono averne abbastanza di torturarla, perché la riportarono nella stanzetta dove aveva atteso prima.
Trovò qualcuno ad aspettarla. Era un giovane uomo dalla testa rasata, vestito di semplici abiti scuri e con una riga dorata sulle palpebre.
“Ciao, Madge.- le sorrise- io sono Cinna, e sarò il tuo stilista. E’ il mi primo anno qui ai Giochi.”
“Piacere”- rispose Madge in un soffio.
“Ora ti darò un’occhiata. Sei davvero molto carina. Non assomigli alla gente del tuo Distretto. Non sei del – come lo chiamate- Giacimento, vero?”
“No. Sono... sono la figlia del Sindaco.”
“Ecco spiegata la tua diversità. Potresti sembrare una cittadina del Distretto 1. Ma noi non siamo “Favoriti”, giusto?” Cinna le fece l’occhiolino.
Lo stilista le piaceva, e molto.

***
Le tre oche (Gale aveva deciso di soprannominarle così), si erano occupate per lui solo per un’ora. Giusto il tempo di spuntargli i capelli e di fargli qualcosa al viso. Ora Gale sentiva una strana sensazione là dove normalmente c’era la barba. Chissà che diavoleria gli avevano fatto. Ora si trovava di nuovo nella stanzetta bianca e soffocante di prima. Una donna alta e magrissima fece capolino dalla porta. Ciocche di capelli azzurri le ricadevano sulla fronte. Gale non sapeva dire quanti anni avesse.
“Salve. Tu sei Gale, vero? Il mio nome è Portia, sono la tua stilista.”
“Salve”.
“Vieni qua, fatti guardare un po’.- girò attorno al ragazzo con aria soddisfatta- Caspita! Sei proprio un bel ragazzo. Uno come te non dovrebbe faticare molto per ottenere dei buoni sponsor. Fammi un bel sorriso, ora, per favore.”
Controvoglia, Gale tese le labbra nel miglior sorriso di cui era capace.
“Su, avanti. Sorridi.”
“Non ci sono abituato. Non ci sono molti motivi per sorridere, da dove vengo io.”
“Hai ragione. Scusami, non volevo mancarti di rispetto.”
Gale rimase stupito da quell’inaspettata gentilezza. Tutto sommato, la capitolina non era poi così insopportabile.
“Ora, Gale, penseremo ai tuoi abiti per la sfilata. Io e il mio socio abbiamo preparato qualcosa che vi renderà indimenticabili.”
Mentre diceva questo, a Portia brillavano gli occhi.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Effie__Pn