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Autore: weretogether    01/07/2013    7 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
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Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10.
''self destruction''

Mi asciugai le lacrime e con un vuoto dentro scesi giù in cucina.
-va tutto bene?- chiese mamma.
-si, è tutto okay.- mentii. Nessuno si accorgeva delle mie bugie, solo Justin aveva imparato a leggere i miei occhi e capire quando ero sincera e quando no.
-sedetevi. Kristen, aiutami a servire la cena.- disse.
Papà e Nathan presero posto a tavola e io aiutai mamma a mettere il mangiare nei piatti.
Dopo prendemmo posto e iniziammo a mangiare, anche se io non avevo fame. Al sentire quelle parole mi si era chiuso lo stomaco. Avevo voglia di gridare, di andare da lui e chiedergli perché se ne era andato, anche se quello che in realtà mi faceva più male era l’amore che provavo per lui.
Quel dannato amore che mi aveva cambiata per sempre, quell’amore che occupava tutti i miei pensieri.
-non mangi?- chiese papà.
-non ho molta fame.-
Dopo qualche secondo di silenzio continuò a parlare. –perché oggi non sei andata a scuola?- chiese tranquillo.
-non mi andava.- dissi con noncuranza.
-quindi se domani non ti va non ci vai, quindi se per un mese non ti va non ci vai, quindi puoi permetterti di saltare la scuola ogni volta che non ti va.-
-è stata solo un giorno. non sto dicendo che mancherò per un mese da scuola o che non continuerò gli studi.- ribadii.
-signorina, non rispondermi così. sai cosa ne penso della scuola e sai anche che potete assentarvi solo quando state male.-
-io stavo male oggi, va bene?- alzai la voce.
-no che non va bene. tu non sei mancata perché stavi male, tu sei mancata perché quel Justin ti ha detto chissà cosa. gli hai dato ascolto e per di più hai anche mentito a tua madre.-
-è un problema se sono stata con Justin?- chiesi mentre mandavo indietro le lacrime.
-si, lo è. è fidanzato, Kristen.-
-lo so che è fidanzato. chi meglio di me può saperlo? chi?- chiesi furiosa.
-una volta per tutte, la smetti di corrergli dietro?-
-ho smesso da un pezzo.-
-non è quello che hai fatto questa mattina.-
-abbiamo passato una mattinata insieme, ed è vero, ma come amici.-
-e cosa farai quando andrà via?-
-ci sono già abituata alla sua assenza. non ho intenzione di rimettermi con lui, non voglio fare quello che Susan ha fatto con me, e ora per favore smettetela di parlare di Justin, smettetela con tutto, perché io non ce la faccio più.- gridai alzandomi e andando in camera.
-dove vai? sei in punizione per una settimana. uscirai solo per andare a scuola, non andrai da nessun’amica e nessuno verrà qui e se provi a disubbidire la punizione arriva anche a un mese, sia chiaro.- urlò esasperato.
‘fanculo tutto.’ pensai.
Uscii in veranda e la mia attenzione si posò sulla portafinestra della stanza di Justin. La luce era accesa, le tende erano chiuse e si scorgevano due sagome. Si stavano baciando.
‘non piangere.’ mi ordinai. E così feci. Mandai indietro le lacrime, dovevo superare questa cosa una volta per tutte.
D’un tratto ripensai a Jon e subito mi venne in mente d’avvertirlo.
Sarebbe potuto entrare di nascosto dalla scala che si trovava fuori nel mio balcone. La usava sempre Justin per entrare in camera mia quando era tardi o quando ero in punizione.
 
A Jon:‘i miei mi hanno messo in punizione, quindi non potrai entrare dalla porta principale, né farti vedere da loro.’
Da Jon:‘quindi non posso venire?’
A Jon:‘ho un’idea.’
Da Jon:‘quale idea?’
 
 
-tu sei pazza, completamente pazza.- disse una volta davanti alla scala.
-dai, non avrai mica paura.-
-si, ho paura per te.-
Gli rivolsi uno sguardo interrogatorio che+ sembrò cogliere al volo.
-se i tuoi genitori ci scoprono uccideranno prima me e poi te.-
-tranquillo, possiamo correre questo rischio.- gli feci l’occhiolino e lui rise.
-shh.- risi anche io.
Salì e in qualche secondo fu sul mio balcone.
-hai chiuso la porta a chiave?- chiese.
-no.- dissi dirigendomi verso la porta e chiudendola a chiave.
-allora, che hai?- disse mentre ci sedevamo sulle poltroncine in vimini che stavano sul piccolo balconcino, che, in fondo, tanto piccolo non era.
-che dovrebbe succedere?-
-perché hai voluto che venissi?- disse fissando la luna.
-volevo solo passare del tempo con te.- ammisi.
-con me?-
Io annuii col capo e lui sorrise.
-stavi davvero male oggi?- cambiò discorso.
-la verità?-
-si.-
-no.-
-perché non sei venuta a scuola allora?-
-ero..- la voce s’incrinò. –ero con Justin.-
Mi rivolse uno sguardo confuso e per qualche secondo incontrai i suoi occhi.
-ma lui non è..- fece una pausa.- non è fidanzato?-
-siamo solo amici.-
-davvero Kristen?-
-si.- sospirai.
-pensavo che stessi male per lui.-
-infatti è così.- dissi.
-e ci stai insieme?-
-siamo solo stati insieme una mattina.-
Lui annuii col capo, anche se si vedeva, non condivideva la mia scelta, e forse nemmeno io la condividevo così tanto.
‘Justin è la mia autodistruzione’ pensai.
-te lo ricordi?- dissi io dopo un po’.
-cosa?-
-quando eri innamorato di Susan?-
-si.- rise.
-ti ricordi di quella volta che ti sei ubriacato e sei andato sotto casa sua a ‘dichiararle’ il tuo amore?- risi anche io.
-come dimenticarlo. quella sera mi sono giocato la poca reputazione che avevo.-
Scoppiammo a ridere, anche se c’erano tutte le probabilità che ci avrebbero sentiti.
-lo sapevano tutti.-
-davvero?-
-si. quando ero ancora una cheerleader si parlava molto di ragazzi e tutte sapevano che tu amavi Susan.-
-che figura di merda.- disse coprendosi il viso con una mano.
Io risi. Era così buffo.
-aspetta, -si tolse la mano dalla faccia.- parlavate di ragazzi?-
-si, di cosa credi che parlassimo?-
-non so, ma di certo non di ragazzi.- rise.
-invece è proprio così.- sorrisi.
-e cosa dicevano di me?-
-che eri un gran figo.-
-stai scherzando?-
-no, sono serissima. ti stavano tutte dietro.-
-e perché nessuna di loro si è mai fatta avanti?- chiese non capendo.
-perché la tua testolina era troppo impegnata a pensare a Susan, lo sapevano tutti, quindi era inutile che provassero anche solo a parlarti, a te non interessava di loro. tu volevi Susan e basta.-
-è proprio quello che stai facendo tu, Kristen.-
Lo guardai confusa.
-tu ti sei limitata a Justin. respingi tutti, perché tu vuoi lui, lui e nessun’altro.- disse fissandomi.
-non è vero, io non sono come te. tu sei un figo, tutte lo pensano. io sono..- feci una pausa.- io sono Kristen, e Kristen non va bene a nessuno.-
-nessuno si è mai fatto avanti con te perché sanno che tu pensi solo a Justin. non avrebbero concluso niente e lo sanno, per questo non fanno mai un passo avanti. stanno solo aspettando che tu ti rifaccia una vita, ma sembra troppo per te.-
-come fai a saperlo?-
-come fai a non capirlo? sarai anche una ex cheerleader, ma nessuno ha smesso di sbavarti dietro. lo vedono tutti. Kristen, sei tu l’unica a non accorgertene.- nella sua voce si scorgeva un pizzico di rimprovero, ma sapevo che lo stava dicendo per il mio bene.
-e tu come hai fatto a dimenticare Susan?-
-non posso assicurarti di averla dimenticata, ma mi sono fatto coraggio e sono andato avanti. ho provato a guardare anche oltre al mondo immaginario che mi ero creato, un mondo dove c’eravamo solo io e lei. ho eliminato lei e aggiunto tutti gli altri. o meglio, ho lasciato quel mondo, per sempre. dovresti farlo anche tu, Kristen.-
-ma non ci riesco.- dissi esasperata. Tutti che volevano la stessa cosa da me, tutti che mi dicevano di andare avanti, come se non lo volessi anche io, ma io non ci riuscivo. Io non riuscivo a dimenticarlo, perché l’amavo troppo per lasciarlo andare.
-non puoi dire di non riuscirci se non ci provi. è come quando fai per la prima volta un ollie. all’inizio muori dalla voglia di farlo ma hai una paura matta di farti male. pensi di non riuscirci e hai paura di cadere, ma come puoi dire che non sai farlo? la vita è un po’ come eseguire un ollie. non sempre va bene, ma per sapere come va a finire devi provare a farlo, saltare e provare l’ebrezza di restare in equilibrio, o, nel peggiore dei casi, di cadere. ma, lo sai anche tu, l'ollie è la base di tutto.- fece una pausa.- il vero problema è che tu hai paura di lasciare il mondo immaginario che ti sei creata. hai paura della realtà che ti si potrebbe presentare davanti, perché quei mesi con Justin sono bastati a farti sentire protetta, e ora non ti ricordi più come si fa a stare da sola in mezzo a tante persone e hai paura di non farcela senza di lui, ma devi provarci, e devi farcela.- concluse.
-è vero.- dissi ammettendo a me stessa che tutto quello che aveva detto era vero. Avevo paura di non riuscire a farcela senza Justin, ma prima di lui me l’ero sempre cavata da sola, e se prima ce l’avevo fatta, perché non dovevo farcela anche questa volta?
Lui in tutta risposta mi sorrise, sapeva quello che stavo pensando, mi aveva sempre capita al volo lui.
-forse è ora di andare.- disse quando notò le luci delle altre case già spente.
-puoi restare.-
-domani c’è scuola.-
-fa niente. non ci andremo.-
-vuoi davvero farti uccidere?- ridemmo.
-grazie Jon, grazie di tutto.- dissi abbracciandolo.
-voglio solo che tu sia felice.-
Proprio mentre gli schioccai un bacio sulla guancia la portafinestra della casa di Justin si aprì e lui uscii fuori.
-ciao.- sorrise.
-ciao.- ricambiai il sorriso.
Scese giù per la scala e, mentre ridevamo, cercavo di non farmi pesare gli occhi di Justin che erano puntati su di me.
-non pensavo foste così amici.- disse Justin poco dopo.
-mh?- lo guardai.
-sapevo che eravate amici, ma non pensavo così amici.-
-così come?-
-tutti baci e abbracci.-
-invece è così- tenni testa a quel discorso.
-vi siete divertiti?-
-si, molto.- gli feci l’occhiolino.- e tu e Susan?- chiesi.- ti consiglio di spegnere la luce la prossima volta.
-cosa?- chiese.
-diciamo che si vedeva tutto.- dissi riferendomi a quanto visto prima.
-stavamo parlando di te.- disse cambiando discorso.
-non penso ci sia molto da dire.- gli rivolsi un finto sorriso e entrai in camera.
Chiusi la portafinestra, spensi la luce e andai a dormire.
Che ne dici di giocare allo stesso gioco, Bieber?


**
Ecco qui il decimo capitolo. Che ne dite? 


So che sono passati ancora due giorni dal capitolo 9, ma mi andava di scrivere.

Poi, volevo ringraziarvi per le quattro recensioni, e perché il numero delle persone che segue la storia è aumentato.
Grazie :).

Spero vi piaccia e spero anche in una vostra recensione :).

  
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