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Autore: KikkaTVB    01/07/2013    0 recensioni
Una disastrosa spirale maledetta.
Cinque saggi che non possono chiuderla.
Il disastro che regna ovunque.
Una sola persona può salvare quel magico mondo.
Quella ragazza le cerca, il male che la rincorre.
Non sarà semplice riportare alla luce una pietra che ovunque cosparge il male.
Come farà? Ma soprattutto ce la farà?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era l’alba, il sole stava sorgendo, spuntando timidamente da dietro le montagne innevate: i raggi di luce calda penetravano attraverso il vetro della finestra nella camera di Sarah, fungendo da sveglia per quella ragazza ancora addormentata. Il suo viaggio nel mondo dei sogni si interruppe, ma non in modo brusco, piano piano, facendole aprire gli occhi lentamente, in modo che potesse prendere coscienza del mondo circostante senza difficoltà. Appena si sentì leggermente meno addormentata di prima, alzò la faccia dal morbido cuscino e prese una boccata d’aria fresca mentre si stropicciava gli occhi ancora assonnati. Poco dopo riuscì a distinguere chiaramente ciò che la circondava e guardò la sveglia: erano le sei in punto, segno che aveva tutto il tempo per prepararsi con calma, senza dover faticare e sprecare tutte le energie che aveva recuperato durante la notte per vestirsi e lavarsi di corsa, con la paura di arrivare in ritardo a scuola che la rincorreva ovunque. Così uscì dalle coperte, abbandonando il torpore caldo che l’aveva accompagnata durante tutta la notte e poggiò i piedi a terra, ma un brivido le corse lungo la schiena e la fece trasalire: il pavimento era gelato. Si rimproverò per non aver ascoltato sua madre, che la sera prima le aveva raccomandato di mettere un paio di ciabatte davanti al letto, ma lei come al solito non l’aveva ascoltata e adesso ne pagava le conseguenze. Fece un ultimo sforzo e riuscì a mettersi in piedi per raggiungere la finestra e ammirare l’alba, che trovava fosse uno spettacolo straordinario, infatti in quei giorni si sentiva felice, perché riusciva sempre ad alzarsi presto e osservare il sole che sorgeva. Scostò le tendine azzurre e si meravigliò: quella mattina tutto era più magico del solito, ma non sapeva se erano i mille colori che vedeva che davano quel tocco in più, oppure se era lei che guardava con occhi diversi. O magari entrambe le cose. In ogni modo il paesaggio sembrava incantato: il sole era solo una pallina che risaltava in mezzo ad un oceano di colori, c’erano tutte le sfumature del rosa, che poi diventava fucsia e ancora arancione fino a divenire rosso come il fuoco. Restò incantata davanti alla finestra per un tempo che le sembrò un’eternità e quando finalmente riuscì a scostarsi dai vetri, corse verso il bagno per aprire l’acqua della doccia, in modo che si riscaldasse, mentre lei prendeva dall’armadio i vestiti che avrebbe indossato. Levò la sua camicia da notte bianca e rossa e la mise nella cesta degli abiti sporchi, dopodiché entrò nella doccia. Le piaceva lavarsi, si isolava dal mondo e si sentiva libera di pensare senza che nessuno la disturbasse: il rumore delle gocce che cadevano sulla superficie di marmo copriva ogni altro suono e l’acqua era talmente calda che creava una nebbiolina che non le permetteva di osservare con chiarezza ciò che la circondava; il profumo del suo shampoo era molto forte e sapeva di pervinca mista alla violetta, un odore che a lei piaceva molto, le ricordava un prato fiorito. Dopo circa mezz’ora uscì e si vestì con degli abiti abbastanza pesanti: aveva una maglietta a maniche lunghe azzurra sopra la quale c’era una felpa blu, un paio di jeans stretti e delle calze bianche. Si asciugò velocemente i capelli e si pettinò, poi si guardò allo specchio per vedere se tutto era in ordine: sulla lastra di vetro vide una bella ragazza, i cui capelli erano dei boccoli corvini che si intonavano perfettamente con gli occhi scuri dall’espressione misteriosa, che risaltavano sulla pelle chiara; il suo naso era piccolo e le labbra sottili, era snella e non troppo alta. A scuola veniva considerata la ragazza più bella della classe, anche se lei non sapeva niente di questo giudizio. Sentendosi pronta indossò gli stivaletti blu e andò a vedere che ore erano, per decidere il da farsi: sette e mezza, doveva scegliere se fare colazione e andare a scuola in pullman, oppure se non mangiare ma andare a scuola a piedi. Scelse la seconda opzione, indossò il cappotto nero e scese le scale cercando di non fare rumore, ma i suoi tentativi furono inutili, poiché tutti in casa erano già svegli. - Sarah, vieni a fare colazione, ti ho preparato il latte con i tuoi biscotti preferiti! – la invitò sua madre, ma lei rifiutò spiegandole che preferiva camminare un po’ e se si fosse fermata a fare colazione sarebbe arrivata a scuola in ritardo. – Forza Sarah, devi mangiare qualcosa altrimenti non resisti a cinque ore di lezione – le raccomandò suo padre, ma lei ancora una volta disse di no: - Io devo andare, altrimenti arriverò in ritardo, a dopo! – Aveva preso lo zaino ed era corsa in giardino, dove ormai nessuno avrebbe più potuto disturbarla; si avviò verso la scuola camminando sul vialetto di sassi che c’era nel suo giardino e passando accanto alla cassetta della posta notò che conteneva una busta: decise di prenderla e appena guardò il nome del destinatario scoprì che era per lei! Ricordava molto una di quelle buste contenenti una lettera, il che la rendeva piuttosto sospetta, infatti solitamente ci si spedivano le e-mail, quindi doveva essere stata spedita da un uomo o da una donna che ragionavano con una mente non molto moderna! Era insicura, non sapeva se doveva aprirla oppure era meglio tenerla chiusa e fingere che non era mai esistita. Non conosceva molta gente anziana in paese, quindi aveva paura che potesse essere stata spedita da qualcuno che voleva rapirla. Però era curiosa, ormai non poteva più abbandonarla, così decise di aprirla, ma non davanti a casa sua, dove i suoi genitori sarebbero potuti spuntare da un momento all’altro, preferiva raggiungere il parco e scoprire lì il suo contenuto. Nel frattempo però osservò la busta, magari ne avrebbe ricavato delle informazioni utili: notò subito che non aveva il francobollo, segno che era stata inserita nella sua cassetta senza essere spedita, e la sua teoria era confermata dal fatto che le uniche parole scritte indicavano che lei era il destinatario e che il mittente era un certo “anonimo”; inoltre c’era stampata in rosso la scritta “Top Secret”, quindi probabilmente nessun altro oltre a lei avrebbe mai dovuto aprire la busta. La rimise nello zaino e si incamminò verso il parco, sperando di non incontrare nessuno lungo la strada. Si mise a camminare mentre il vento le spettinava i boccoli che poco tempo prima erano ordinati in modo quasi perfetto e raggiunse la via dove abitava la sua migliore amica, avrebbe desiderato chiamarla e dirle di aiutarla con quella misteriosa busta, ma non poteva, il mittente era stato chiaro: top secret significava che quella busta era soltanto sua e chissà cosa sarebbe successo se l’avesse mostrata a qualcuno. Per paura di combinare guai decise di passare oltre, ma la sfortuna la investì e dalla finestra si affacciò Kayla, la sua amica del cuore. – Ciao Sarah! Aspettami, vengo anche io con te a scuola! – esclamò, dopodiché rientrò in casa. Nel frattempo Sarah sudava freddo, non sapeva cosa fare, lei doveva aprire la busta e doveva farlo da sola, eppure il destino voleva allontanarla da quella lettera. Doveva ragionare in fretta, prima che quella ragazza a cui voleva tanto bene arrivasse in giardino. Cercava di pensare, ma le era difficile farlo mentre era così nervosa. Non poteva fuggire, l’avrebbe offesa, però quella sembrava l’unica soluzione possibile, così cercò di calmarsi e di riflettere con calma, e dopo poco le venne un’idea. Appena Kayla uscì di casa pronta, con lo zaino sulle spalle Sarah iniziò a tossire. – Scusa Kayla, oggi ho un po’ di tosse, ho paura di attaccartela – disse la ragazza mentre tossiva come se potesse morire da un momento all’altro. Kayla si allontanò con espressione schifata mentre si scusava con l’amica: - Mi spiace Sarah, ma non voglio ammalarmi, forse è meglio se vado da sola a scuola. – La ragazza era molto suscettibile alle malattie, con una semplice tosse sarebbe potuta finire in ospedale, quindi Sarah, che la conosceva molto bene, sapeva che il piano sarebbe sicuramente funzionato, infatti adesso era libera. Kayla tornò in casa e aspettò che Sarah si allontanasse, poi tornò sui suoi passi quando l’amica era già al parco. Seduta su una panchina nascosta da un albero molto alto, prese la busta e la osservò nuovamente con attenzione, però, quando stava per aprirla, una voce che chiamava il suo nome la raggiunse: era Lidia, la ragazza più pettegola della sua classe. Nascose velocemente la lettera nella tasca del giubbetto e la salutò in tono allegro: - Ehilà Lidia, come va, tutto bene? – La ragazza le rispose subito: - Benissimo! Cos’avevi in mano pochi secondi fa? – Purtroppo oltre ad essere pettegola era anche una brava osservatrice e nasconderle la verità non sarebbe stato semplice, ma doveva tentare, doveva proteggere la busta. – In verità non avevo niente in mano – esclamò Sarah in tono stupito, ma la compagna la guardò con un’espressione che faceva capire che nessuno l’avrebbe mai presa in giro. Sarah sperò con tutto il cuore di avere nello zaino la lettera che aveva scritto qualche giorno prima a Kayla e disse a Lidia: - Va bene, mi hai scoperto. Stavo rileggendo la lettera che ho scritto qualche giorno fa a Kayla, ma che non le ho ancora dato perché voglio che sia davvero perfetta, ma credo che non esprima completamente quanto le voglio bene… - Sperava che il suo piano avesse funzionato e a quanto pare era riuscita ad ingannare la pettegola, che le rispose tutta contenta: - Me la mostri, magari posso darti una mano a perfezionarla! Sono un’esperta di queste cose! – Ormai Sarah aveva in mano la situazione e rispose pronta: - Mi spiace Lidia, ma tu sai quanto noi ci vogliamo bene e preferirei che questa lettera rimanesse una cosa tra me e lei, scusa. Grazie comunque per la tua proposta d’aiuto! – Ce l’aveva fatta, era scampata al pericolo per la seconda volta in meno di mezz’ora. O forse no, infatti la ragazza le rispose subito –Finché non me la mostri io non me ne vado! Se non me la fai vedere non crederò mai alle tue parole! – La ragazza era intelligente, così Sarah cercò nello zaino e fortunatamente trovò la lettera. – Sei contenta adesso? Questa è la lettera, però preferirei davvero che nessun’altro oltre a me e Kayla la leggesse! – Forse era finalmente scampata al pericolo. - D’accordo, ma ricorda che se hai bisogno io sono sempre disponibile! Adesso vado a scuola, altrimenti arriverò in ritardo, forse dovresti iniziare a incamminarti anche tu! Comunque ciao, a dopo! – Sarah salutò l’amica e quando si fu allontanata riprese in mano la busta; non c’era nessuno nei dintorni, era arrivato il momento di scoprirne il contenuto. Così la prese in mano e l’aprì.
 
  
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