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Autore: Write attack    01/07/2013    0 recensioni
Esistono tre tipi di amore. Quello che ti fa stare bene, quello che ti fa stare male e quello che è l'unico che può ucciderti per poi salvarti.
Del primo fanno parte l'amore per una famiglia, l'amore per un migliore amico e l'amore in una storia tutta rose e fiori.
Il secondo invece si manifesta principalmente quando lui è il tipico stronzo che non ti si fila di striscio, o viceversa.
L'ultimo è quello più raro da trovare. Quello più bello, ma allo stesso tempo il più pericoloso. La prova indiscutibile che dopo la tempesta esce sempre il sole.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4




Ero in salotto, stavo aspettando che mia madre tornasse dal supermercato, intanto ripensavo alla stupenda voce di Louis, era così angelica, ed era da troppo tempo che non la sentivo: dall’ultima volta che ci eravamo visti erano passati almeno 5 giorni, un’ eternità per me, che ero abituata a vederlo quotidianamente.
Sentivo il bisogno dei suoi abbracci, di sentire la sua risata, delle sue battute, semplicemente del parlare di tutto. Questo mi mancava.
Erano ormai le 5 di pomeriggio quando sentii il campanello della porta suonare, andai a vedere: era Louis.
Non ero mai stata così felice di vederlo. Lo abbraccia talmente forte che quasi non riusciva a respirare.
“Louis! Ma dov’eri? Non ti ho più sentito, il telefono era spento e..” dissi io, ma non mi fece finire.
“ hei, piccola, tutto ok. Non preoccuparti, sto bene! Ahahah il cellulare era scarico e non trovavo più il caricabatterie.. dovrei comprarne uno nuovo, sai” rispose.
“scemo! Non farlo mai più!” sussurrai.
“promesso” disse ridendo.
Nessuno potrebbe capire quanto mi sia mancata quella risata. Non potrei immaginare la mia vita senza il mio migliore amico, tutto sembrerebbe più vuoto.
Passammo ore a parlare dell’audizione, di quanto fosse stato grandioso, non smettevo di ripetergli che secondo me aveva ammaliato i giudici, e lui prontamente mi rispondeva di non dire ca…volate.
Ma non potevo farci niente, avrei riascoltato e guardato altre migliaia di volte l’esibizione di quel ragazzo talmente dolce da farti sciogliere con un semplice sguardo, gli chiesi centinaia di volte di ricantarmi quella canzone, ma mi disse che se l’avesse rifatto quel momento, quello delle audizioni, non sarebbe stato più così speciale.
Decidemmo di andare in camera mia, mi vergognavo per quanto fosse disordinata, ma feci lo sforzo di non badarci troppo.
“musica?” chiese Lou.
“va bene! Fai pure tu, tanto ormai è come se questa fosse camera tua ahha”
“quale vuoi?” domandò di nuovo. Mi guardò, mi fece un cenno ed un sorriso…
“THE SCRIPT!” urlammo. 
Era il nostro gruppo preferito, ascoltavamo le loro canzoni ogni volta che eravamo insieme, un gruppo eccezionale ci ripetevamo quasi ogni giorno. Amavamo ogni loro canzone.
Tre anni prima saremmo dovuti andare insieme ad un loro concerto, ma purtroppo mi venne la febbre (ma che fortuna!) e Louis dovette andarci senza di me. Io ero tristissima, avevo aspettato quasi un anno per quel concerto, e tutto fu rovinato per colpa di un’influenza!
Comunque Louis ci andò e mi raccontò ogni particolare, ogni canzone e ogni discorso che fece ogni componente della band, fece molte foto, soprattutto di Danny … il cantante per il quale mi ero presa una forte cotta. Quelle foto diventarono lo sfondo del mio desktop per molti mesi.
Lou mi raccontò inoltre di aver incontrato un ragazzo, vicino al punto dove lui era seduto, si chiamava Harry ed era molto simpatico, si capirono al volo disse e rimasero insieme fino alla fine del concerto. Purtroppo dimenticarono di scambiarsi i numeri di telefono e quindi da quel momento non si sono più sentiti; Louis ci rimase male, ma mi disse “se sarà destino ci rincontreremo!”.
Tornando a noi.
Cantammo a squarciagola ogni canzone dell’album “science & faith”, eravamo da morire dalle risate, ma almeno lo sentivo cantare, ed era wow!
Quando finimmo il nostro piccolo concerto, passammo alle questioni serie: xfactor.
Ci sedemmo sul letto prima di iniziare il discorso.
“che hai intenzione di fare? Insomma ormai il tuo destino è scritto, vincerai il talent show e diventerai un cantante di successo, famoso magari in tutto il mondo e..” sparai io.
“woooh! Stai calma devo ancora arrivare ai bootcamp! Tu sei pazza ragazza mia!” rispose lui ridendo.
Ma io non lo stavo prendendo in giro, io credevo veramente che il mio migliore amico in qualche modo sarebbe diventato famoso. Ed ero spaventata, spaventata dal fatto che qualcuno potesse portarmi via una delle parti più importanti della mia vita. Tuttavia ero felice per lui! Stava realizzando il suo sogno, e questo in parte anche per merito mio … non sarei potuta essere più orgogliosa di lui. Ma non dovevo dire nulla a Louis riguardo i miei dubbi, anche perché ero sicura al 99% che non mi avrebbe dimenticata, non se ne sarebbe andato lasciando mi qui, da sola.
“sei troppo bravo! Ce la farai.. ragazzo!” cercai di rispondergli prima prontamente poi sarcasticamente, aggiungendo quel’esclamazione alla fine, la stessa che lui aveva usato con me pochi secondi prima.
“stai diventando audace! Ma non esagerare perché..” disse.
Ma non lo lasciai finire, gli tirai un cuscino in faccia, lui mi guardò sbigottito e fece la stessa cosa.
Io allora ne presi un altro, quello che usavo a dormire, e, tenendolo stretto, colpii Louis sul fianco, facendolo cadere.
Lui mi tirò giù, facendomi sdraiare vicino a lui e mi colpì a sua volta.
Ridevamo come pazzi, fino a quando ci trovammo vicinissimi, faccia a faccia, i nostri nasi quasi si toccavano, non ridevamo più, piuttosto ci guardavamo negli occhi, non riuscivo a staccare lo sguardo …
“tesoro è pronta la cena!” il silenzio fu interrotto e mia magre entrò bruscamente, senza bussare e si sorprese quando ci trovò così ‘silenziosi’.
I nostri sguardi si interruppero e ci allontanammo velocemente.
“vuoi rimanere anche tu a cena Lou?” chiese mia madre sbigottita.
“oh grazie ma devo andare a casa, mia mamma mi aspetta sarà per la prossima volta!” rispose a mia madre.
Poi si rivolse a me: “allora ciao Ally! Ci sentiamo in questi giorni, e vieni quando vuoi a casa mia… ora vado, ciaooo!”.
E se ne andò.
Cos’era successo in quei 30 secondi?




Scusate infintamente per il ritardo, ma tra
i corsi di recupero e tutto il resto
ci abbiamo messo una vita per aggiornare. 
We're so sorry <3 

  
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