LA TEMPESTA
Costretti su un isola deserta a causa di
una tempesta,
Vera e Drew avranno finalmente
l’occasione per aprire i loro cuori
Capitolo I°
Dispersi!
-Come sarebbe a
dire che mia sorella non è stata ancora ritrovata?!!!- gridò un ragazzo con un
paio di occhiali rotondi, scaraventandosi quasi addosso all’agente Jenny.
-Calmati, Max!- lo trattenne un
giovane dalla chioma castana, prendendolo per le spalle.
-Agente, manca soltanto Vera?-
domandò il terzo, con un Pikachu sulla spalla.
-All’appello mancano lei e Drew. La
nave soccorso li sta ancora cercando…potrebbero essere finiti su un’isola
dell’arcipelago, oppure…
-No, mia sorella non è morta!!! Ha
capito?! Dovete continuare a cercarla!!!
-Stiamo facendo il possibile,
ragazzi. Purtroppo la tempesta ha gettato al largo parecchi detriti e
controllare tutta la zona richiede tempo- spiegò la donna. –E tra qualche ora
sarà notte e dovremo sospendere le ricerche.
-Voi non sospendete niente finché
Vera non sarà qui sana e salva!!!
-Max, vuoi calmarti?! Reagire così
non aiuta di certo Vera!
-Tu…tu
non puoi capire, Brock!!- esclamò Max, correndo
fuori dal centro Pokemon.
Il ventiduenne fece per seguirlo,
ma il compagno lo trattenne.
-Ash…
-Ci vado io. Proverò a parlargli:
so cosa si prova quando qualcuno a cui tieni è in pericolo…
Il rumore del mare…era così forte…
Vera aprì lentamente gli occhi, per
poi richiuderli immediatamente, accecata dalla luce che le puntava diretta sul
viso. Sentiva qualcosa di morbido sotto di lei, a giudicare dalla consistenza
sembrava sabbia, era su una spiaggia. Il mare le accarezzava le gambe con le
sue onde tranquille.
Ma dove era finita? E soprattutto,
come ci era finita? Aveva un ricordo confuso…la nave su cui stavano viaggiando
era stata sorpresa dalla tempesta…si era distrutta…e poi…la voce di Drew che
pronunciava il suo nome…
Si mise a sedere, ancora un po’
intontita e confusa, e si guardò intorno con aria persa. Era sola su un’isola
sconosciuta? Nessun altro si era salvato oltre a lei?
Improvvisamente le sue iridi blu
scorsero una figura distesa sul bagnasciuga. Traballando la ragazza la
raggiunse, riconoscendola a pochi passi di distanza: era Drew.
Avvicinandosi, notò lo squarcio che
apriva il sopracciglio destro dell’amico: probabilmente aveva sbattuto contro
uno scoglio o un detrito mentre veniva trasportato dalla corrente. Poteva
essere…
No, non era possibile…
-Drew…Drew…ti prego, rispondi,
Drew!
Non poteva essere morto, non…
Vera iniziò a piangere come una
bambina, a dispetto dei suoi diciotto anni: non poteva accettare l’idea che lui
fosse…
-Ve…Vera…- sussurrò il ragazzo,
immerso in uno stato di incoscienza. –Vera…
-Drew- rispose la giovane. –Sono
qui, Drew, non preoccuparti. Sia ringraziato il cielo…sei vivo…
Il coetaneo socchiuse gli occhi,
per poi spalancarli sull’amica, che gli sorrideva fra le lacrime.
-Vera…- mormorò, sedendosi sulla
sabbia. Si sentiva frastornato e, portandosi una mano al viso per scostare i
capelli, la ritrasse macchiata di rosso. –Ma cosa…
-Lascia- ribatté la ragazza,
prendendo un fazzoletto dalla tasca dei pantaloncini. –Ti brucerà un po’.
-Sopporterò il dolore.
Lo passò delicatamente sul viso di
Drew, cercando di lavare al meglio la ferita. Era un taglio profondo, ma
perlomeno aveva smesso di sanguinare. Il coordinatore trattenne a fatica una
smorfia di dolore: sentiva il volto bruciargli, ma non emise un lamento.
-Servirebbero dei punti...- commentò la bruna.
-Forse- si
limitò a dire l’altro.
L’allenatrice continuò a medicarlo,
in silenzio.
Se solo ripensava all’angoscia che
aveva provato credendolo morto…
Le lacrime
presero a scendere dai suoi occhi, scorrendole lungo le guance, andando poi a
cadere sul dorso della mano del ragazzo che, accorgendosene, sollevò lo sguardo
incontrando quello di lei.
-E' solo un graffio- fece, confuso dall'inaspettata reazione della compagna. Ma
le sue parole non bastarono a calmarla.
Vera sembrava
decisa a consumare tutte le sue lacrime. Pensava all’incedente, agli altri
coordinatori, ai suoi amici che erano sicuramente in pensiero per lei…a suo
fratello…
-Non piangere- le
sussurrò, scostandole dolcemente i capelli dal viso e interrompendo quel flusso
di pensieri neri che causavano la sua disperazione.
La ragazza arrossì. Quel contatto così ravvicinato le fece quasi fermare il
respiro.
E Drew non si limitò a questo: mosso
da qualcosa che stupiva lui per primo, le passò un braccio attorno alle spalle,
attirandola a sé. Vera si ritrovò con la testa sul suo petto, ad ascoltare il
tranquillo battito del suo cuore, mentre il giovane le carezzava il capo
cercando di chetarla.
-Vedrai che andrà tutto bene- le
disse quando smise di piangere. –Ci troveranno presto.
-Pensi che gli altri ce l’abbiano
fatta?
-Sì. La costa non era distante e
credo che siano riusciti a raggiungerla. Io ho preso un albero in testa e la
corrente mi ha trascinato qui.
Non aggiunse il motivo per cui si
trovava proprio nella traiettoria dell’albero, ma un leggero velo di rosso
colorò le sue guance. Era sul ponte con lei quand’era cominciata la tempesta…il
vento aveva fatto ondeggiare paurosamente la nave e d’istinto aveva preso la
mano della diciottenne per tentare di portarsi al riparo. Ma un colpo più forte
aveva scaraventato Vera oltre il parapetto e nel momento in cui Drew stava
saltando per salvarla, l’albero maestro si era spezzato e una virata lo aveva mandato
a colpire il giovane in pieno viso.
-Le nuvole non promettono niente di
buono- cominciò, guardando il cielo. –Conviene cercarsi un riparo, anche perché
fra poco farà buio e i soccorsi interromperanno la ricerca.
Le tese una mano, aiutandola ad
alzarsi.
-Max! Max!
Il sedicenne non rispose ai
richiami dell’amico: poggiato alla ringhiera del balcone fissava il mare,
quella maledetta distesa d’acqua che si era presa sua sorella.
-Max…sapevo di trovarti qui-
intervenne Ash, raggiungendolo. –Brock non voleva…
-Non importa, Ash. Ho sbagliato
anch’io.
-La troveranno, vedrai.
-Io e lei litighiamo spesso…ma è il
nostro modo di volerci bene…- singhiozzò Max. –Senza di lei non sarei mai
arrivato fin qui, sarei tornato a casa già da un bel po’…se le succedesse qualcosa
io…io…non so che farei…
-Vera è una ragazza forte. E sono
sicuro che sta bene.
-Pensi sia insieme a Drew?
-Non lo so, Max. Ma se lo sono, fra
un po’ li sentiremo litigare come due tigri.
La battuta strappò un sorriso al
ragazzino, sottraendolo per un istante alle sue preoccupazioni. Ash aveva il
dono di trasmettere la sua incrollabile positività al resto del gruppo e mai
come in quel momento Max gliene fu grato.
-Presto sarà di nuovo qui con noi. È una promessa solenne.