Capitolo III°
A carte
scoperte
La pelle nuda di Vera era accarezzata dalla luce dell’alba che
filtrava a tratti tra le fronde degli alberi; Drew la sfiorò dolcemente con le
dita provocandole qualche brivido e le baciò la fronte.
-Buongiorno- la salutò.
-Drew…buongiorno- rispose, sorridendogli.
Il ragazzo ricambiò il sorriso, chinandosi poi su di lei e cercando
le sue labbra, ma Vera lo fermò a pochi millimetri, con un’aria tremendamente
seria sul volto.
-Cosa succederà una volta tornati a casa?
Lui la guardò confuso, incapace di comprendere il senso di quelle
parole. La amava e sarebbe stato così anche fuori dall’isola. Dove voleva
arrivare?
-Io…io non capisco, Vera…
-Non voglio fingere di non provare niente per te, che questa notte
non sia mai esistita- continuò, scostandolo e sedendosi. Si portò le gambe al
petto, circondandole con le braccia e poggiando la testa sulle ginocchia. –Per
me quello che è successo fra noi…quello che ti ho detto…è stato importante. Io
ti amo davvero, Drew.
-Vera…- iniziò il giovane, sfiorandole una guancia. –Anche volendo
non riuscirei mai a fingere di non amarti. Credo di essermi innamorato di te la
prima volta che abbiamo combattuto: non sapevi niente di battaglie fra pokemon,
eppure hai tentato di tutto, dando il meglio di te. In quel momento ti ho
ammirato, perché al tuo posto, probabilmente, mi sarei lasciato prendere dal
panico. Solo che non volevo dar retta al mio cuore…e a Roselia, che aveva
capito i miei sentimenti per te- raccontò il coordinatore. –Ora non voglio più
nasconderli, vorrei gridarli al mondo intero: ti amo, Vera!
La diciottenne stava per rispondere, ma il rumore di una nave li
interruppe. La nave dei soccorsi!
Appoggiata al parapetto, Vera fissava l’isola farsi sempre più
piccola all’orizzonte. Era incredibile: tutta la gioia che aveva vissuto in
quel luogo era solo merito di un naufragio.
Senza quella terribile tempesta, lei e Drew sarebbero stati ancora
due semplici coordinatori dediti a bisticciare fra loro, ognuno ignaro dei
sentimenti dell’altro. E invece ora erano due metà dello stesso intero, molto
più che amanti o fidanzati. E di questo ringraziava quell’esperienza traumatica
che le aveva però donato la felicità più grande.
Un paio di braccia la cinsero in vita e il suo ragazzo le posò la
testa su una spalla, baciandola dolcemente sul collo.
-Tra un po’ penseranno che non ci siamo affatto persi, ma ci siamo
ritirati laggiù per stare soli- scherzò la fanciulla.
-Non è una cattiva idea…
-Drew!
-Che ho detto?!- replicò l’altro. -È forse un male voler
trascorrere un po’ di tempo con te senza scocciatori intorno?
-Ma dov’è finito il Drew acido e ironico che si divertiva a
prendermi in giro?
-È proprio al tuo fianco…- le sussurrò, catturando finalmente le
sue labbra. –Guarda là: Spring Island… siamo arrivati.
-Già- mormorò lei. Aveva paura…una paura tremenda.
-Ehi, non cambierà niente, te lo giuro- promise il giovane,
lasciandola. –Io ti amo.
-Lo so, Drew. Lo so.
La nave attraccò al porto dove ad attenderla c’erano i suoi amici.
Anche se il primo a correrle, anzi a rotolarle, incontro fu il suo Blastoise:
si era evoluto molti anni prima, ma si comportava ancora come un piccolo
Squirtle, annegandola regolarmente di lacrime.
-Sto bene, Blastoise…non piangere…sì, sono felice anch’io di
rivederti…
-Vera!!
La ragazza si illuminò di gioia alla vista del fratello e lo
abbracciò stretto a sé.
-Ero così preoccupato per te…
-Mi dispiace, Max…
Il ragazzino fissò la sorella un istante: era…diversa. Sembrava più
grande, come se fosse cresciuta in quel giorno di lontananza.
-Stai bene, Vera?- le chiese Ash, avvicinandosi.
-Sì, non mi è successo niente.
-E tu, Drew?
L’interrogato si scostò il ciuffo, coprendo il taglio al
sopracciglio, e incontrò lo sguardo di Vera, rimanendovi agganciato in un muto
patto d’intesa. Max lo notò e dentro di sé intuì la verità.
-Mai stato meglio- rispose infine Drew, avviandosi verso il centro
medico. –Vado a salutare i miei pokemon: anche loro saranno in pensiero. Ci
vediamo.
-Sì- La risposta di Vera fu così flebile che solo Max, ancora
stretto a lei, la udì.
-Allora? Sei pronta per la gara di domani?
-Pronta?! Io sono nata
pronta!
I due fratelli camminavano lungo il bagnasciuga. Vera voleva
parlargli di Drew, ma passeggiavano già da un’ora e le parole parevano non
voler uscire. La verità era che non sapeva assolutamente come dirglielo.
-Max?
-Sì?
-Ecco…ormai non sei più un bambino…ed è giusto che tu…
-Vera- la interruppe lui. –Perché stai prendendo un giro così largo
per dirmi semplicemente che sei innamorata di Drew?
La fanciulla sgranò le iridi blu, stupita dall’affermazione di Max:
come sapeva di…
-Non sono più un bambino, no? Anche un cieco se ne sarebbe accorto
dopo lo sguardo che vi siete dati al porto.
-Ah…bhe…io stavo per informarti…
-Non hai bisogno del mio permesso, sorellina- continuò il sedicenne
con tono tranquillo.
-Lo so, ma mi piacerebbe comunque sapere cosa ne pensi…
-Perché? Se ad esempio ti dicessi che Drew non mi piace affatto
come persona, tu lo lasceresti?
La bruna si soffermò un attimo su quelle parole: già, cosa avrebbe
fatto in quel caso? Avrebbe ascoltato la sua famiglia e rinunciato all’amore?
-No…non lo lascerei. Io amo Drew…ma mi ferirebbe sapere che tu non
sei d’accordo.
Max non ribatté: sua sorella era sempre stata attenta a non
deludere gli altri, lui per primo. Lo faceva da sempre, per quanto ricordasse
il fratello, a volte senza nemmeno rendersene conto. Ed ora voleva la sua
opinione sul ragazzo che amava, con cui aveva deciso di dividere la vita.
-Drew è una persona in gamba e un bravo coordinatore- decretò il
moretto. –E se tu sei felice…questo mi basta. Ora va: il tuo Romeo ti sta
aspettando.
La ragazza era al settimo cielo e schioccò un sonoro bacio sulla
guancia del fratello, allontanandosi poi verso la figura in lontananza.
-Vera!
-Sì?
-Vedi di non farti battere, però!
-Non ho nessuna intenzione di concedergli la vittoria!- replicò
lei, salutandolo.
-Drew, perché non vieni con noi alla fine della gara?
Il giovane si sciolse leggermente dall’abbraccio, volgendo gli
occhi verdi al mare.
-Sai che non è possibile. Io ho una strada diversa da seguire.
-Vuoi dire che ci separeremo?
-Sì, amore mio. Anche se sentirò da morire la tua mancanza.
Non era esattamente quello che stava pensando: Vera gli sarebbe
mancata come l’aria per respirare, come l’acqua in un torrido deserto o un
fuoco scoppiettante in un gelido inverno. Ora che aveva finalmente ammesso i
suoi sentimenti per lei, la prossima gara pokemon gli sarebbe sembrata lontana
dei secoli.
-Forse hai ragione- convenne dolcemente Vera. –E poi non sarà per
sempre…
-No.Vedrai che troverò un modo per farti avere mie notizie…e appena
finito il campionato staremo insieme.
-Promesso?
-Promesso- le assicurò, sigillando la promessa con un bacio.
–Campionato che ovviamente vincerò io.
-Questo è tutto da vedere, mio caro.
-Oh, non aspettarti favoritismi solo perché sei la mia ragazza…
-Guai a te se provi a farmi vincere- replicò, gettandolo a terra e
chinandosi su di lui. Con voce maliziosa gli sussurrò: -E ora che fai,
campione?
Un sorriso di sfida incurvò le labbra del diciottenne che in un
attimo ribaltò le posizioni.
-Questo, mia cara- ribatté.
La coetanea gli passò le braccia attorno al collo, attirandolo a
sé.
-Ti amo, Drew. E tu?
-Ti amo, lo sai. E benedico la tempesta che ci ha fatto finire su
quell’isola- concluse, azzerando ogni distanza fra loro.
FINE
Allora, perché un ff su Pokemon dopo decine di ff su Beyblade?
Semplice…è un anime senza appigli romantici. Drew e Vera
sembrano creati apposta per stare insieme, come lo erano Misty e Ash, ma lo
sceneggiatore non crea nemmeno un momento romantico fra loro.
Così ci penso io.
Commentate!! ^^