Fakir
si risvegliò nel proprio letto, senza sapere come
c’era finito. Si guardò
attorno e notò subito di avere tutte le ferite bendate e
medicate, i vestiti
erano stati cambiati con altri puliti. – Ma chi
sarà stato a curarmi ?- poi il
suo sguardo fu attirato da una ragazza dai capelli rossi, che stava
dormendo
appoggiata al letto di Fakir. Sul suo viso si dipinse con dolce
sorriso, – Che
dolce…- quando si rese conto di quello che aveva detto
divenne tutto rosso,
“Cosa sto dicendo ?!” La ragazza si mosse nel sonno
conquistando di nuovo la
sua attenzione. Si,
era davvero dolce,
ma girò sulla sua anima che non l’avrebbe mai
detto a nessuno ! Ahiru si svegliò
e lo guardo sorridente.
–Ti
sei svegliato, come ti senti ?- chiese ancora mezza addormentata, lui
sorrise
senza sapere il perché, semplicemente era felice che lei gli
fosse stata
accanto tutto il tempo.
Ahiru
si alzò in piedi, - Bene ora io vado, tu devi riposarti,
verrò dopo scuola a
vedere come stai.- non voleva lasciarlo da solo, aveva paura che si
sarebbe
potuto sentire male e avrebbe avuto bisogno d’aiuto. Ma
appena si rese conto di
quello che aveva pensato arrossì ancora di più.
– Va bene, ti aspetterò.- Ahiru
uscì dalla casa del giovane e si diresse verso la scuola,
con un enorme sorriso
stampato in faccia.
Ahiru
entrò in classe e andò dalle sue amiche, Sonia e
Melany, che l’aspettavano alla
sbarra, – Allora, Ahiru, cosa hai fatto durante il weekend?- chiese curiosa
Sonia, lei sorrise
nervosa, non avendo la più pallide idea di cosa rispondere.
- Niente di
speciale mi sono esercitata e ho fatto qualche passeggiata, voi ?- - Io sono andata a fare
una gita con i miei
genitori. - - Anche io ! E’ stato molto divertente !- al
suono della parola
“genitori” ad Ahiru venne in mente Fakir.
“Chissà cosa starà facendo ?”
e volse
il suo sguardo fuori dalla vetrata della stanza, osservando il cielo
azzurro
come i suoi occhi e le fronde degli alberi che si muovevano per il
vento
leggero.
–
Mytho, stai bene ?- - Forse è meglio se lo porto in
infermeria.- - Hai ragione
Rue, lo lascio nelle tue mani.- disse sollevato l’uomo. Rue
prese per il
braccio Mytho, che si lasciò portare fuori dalla ragazza,
senza replicare.
Quando furono arrivati in un logo dove nessuno poteva vederli, Rue si
mise
davanti a lui, guardandolo con occhi compiaciuti e scintillanti,
– Non ti
preoccupare tra poco il dolore finirà.- solo dopo pochi
secondi che disse
quelle parole, Mytho smise di tenersi la testa e si
raddrizzò, quello che vide
Rue la fece sorridere: gli occhi ambrati del giovane avevano preso un
colorito
viola, come se un ombra di fosse instaurata dentro di lui. –
Come ti senti ?- -
In piena forma, mia principessa.- la sua risata fu talmente forte che i
lampadari di cristallo tremarono e un brivido di terrore
salì sulla schiene di
ogni persona che udì la sua risata.
–
Ma come hai fatto !!??- Ahiru era incredula, non sapeva come spiegarsi
come una
cosa del genere potesse succedere. –
Bè…io…ecco…come
dire…- “Accidenti !
Non
ho pensato a come spiegargli come ho fatto, ormai dovrò
dirle la verità…”
- Vieni, siediti.- il ragazzo era diventato
particolarmente serio, Ahiru si preoccupò, ma fece come gli
fu detto.
-
Ti devo confessare una cosa molto importante che riguarda il mio
passato…- lei
annuì, il volto del ragazzo era serio e triste, come non lo
aveva mai visto. –
Quando ero piccolo mi piaceva molto scrivere storie, mi resi conto che
quello
che scrivevo diventava realtà, all’inizio
apparivano semplici oggetti dove
prima non c’erano; ma poi anche le azioni diventavano reali.
Un giorno la città
fu invasa da uno stormo di corvi, portavano il terrore e il caos
dovunque e
vivere era diventato praticamente impossibile. Decisi quindi di
scrivere una
storia per fargli andare via, ma qualcosa andò storto: i
corvi attaccarono la
mia casa e miei genitori morirono per proteggermi. Dall’ora
non ho più scritto
nulla, per paura di ferire ancora qualcuno. - Ahiru aveva cominciato a
piangere
senza essersene accorta, Fakir la guardò sorpreso, era la
prima volta che ne
parlava con qualcuno, e lei aveva ascoltato senza dirgli niente di
sciocco e
scontato come : “Mi dispiace tanto !”
“Posso capire quello che provi !” oppure anche
peggio “Col tempo passerà.”
-
Scusami, sono una vera sciocca, non capisco perché mi sia
messa a piangere…- si
asciugò frettolosamente le lacrime. - …comunque
sappi una cosa, potrai sempre
contare su di me d’ora
in poi !- Fakir
sorrise alle parole della ragazza che gli sedeva di fronte, -
Però, quando ho
visto i pezzi di legno bruciati, ho pensato che forse avrei potuto,
grazie alla
mia capacità, ricostruire Edel o qualcosa di
simile…- la ragazza si alzò e si
avvicinò al ragazzo e l’abbracciò.
Fakir rimase di sasso, non sapeva cosa fare
o casa dire, il suo volto divenne bordeaux e il suo battito si fece
più veloce.
– Grazie, hai scritto una storia anche se ti eri ripromesso
di non farlo mai
più, grazie davvero. – la ragazza si
staccò, Fakir si perse negl’occhi azzurri
di lei, la stessa cosa fu per la ragazza che si perse
negl’occhi verdi del
giovane. In quel momento venne in mente un’idea alla ragazza,
rompendo quel
momento magico.
Il
ragazzo ci mise un po’ a capire cosa aveva appena detto la
ragazza, -
Cosaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!- - Ma si ! Con il tuo potere puoi scrivere la
storia
di Mytho facendo si che nessuno muoia !- - NO !- una risposta secca e
coincisa,
lo sguardo cupo che aveva sempre avuto ritornò sul volto del
giovane, - Ma perché
?- chiese cauta la ragazza.
-Bella
mossa Rue, chi l’avrebbe mai detto ! Ahah !- Drosselmeyer
stava seduto sulla
sua seggiola a dondolo. Guardava gli specchi soddisfatto, - Non manca
molto al
gran finale, e allora ci sarà da divertirsi !!!-
–Si,
padre. Il sangue di corvo sta facendo effetto. Quando riavrà
ottenuto tutti i
pezzi del cuore sarà finalmente mio, vero ?- -Ma certo
bambina, Mytho sarà il
tuo principe per sempre.- la ragazza sorrise e fece un piccolo inchino.
–Ricordati,
non ostacolare troppo la nostra piccola Princess Tutù, solo
così potrò essere
di nuovo libero !-