CAPITOLO UNO.

-Jan,non ci credo ancora: noi due,a Londra,da sole!- esclamai quando salimmo sull’aereo.
-Nemmeno io,sento che la nostra vita cambierà..-rispose con un sorriso stampato in faccia.
Dopo un’ora scarsa l’aereo atterrò ed io e la mia amica scendemmo di corsa per prendere le nostre valige e visitare,il prima possibile,la nostra città dei sogni in cui ci trovavamo da poco.
Un taxi ci accompagnò fino all’appartamento che i miei genitori e quelli di Jennifer ci avevano regalato per i nostri diciotto anni.

Era al terzo piano ed era davvero accogliente e spazioso. La stanza iniziale era divisa da una porta scorrevole: il primo pezzo era il soggiorno con un divano in pelle bianco,un tavolinetto e al centro una televisione a plasma. L’altra parte era la cucina. Una di quelle arredate in stile moderno.

Le nostre stanze erano una a destra e una sinistra delle pareti del salotto. Quella a sinistra toccava a me visto che i nostri genitori avevano fatto già portare le nostre cose. Entrai subito e rimasi meravigliata: era molto più grande di quella che avevo a casa dei miei. Aveva un letto al lato con coperte e cuscini di tonalità viola e sopra c’erano tutti i miei peluche. Al lato del letto c’era un mobile basso di legno e sopra un pc portatile. Dall’altro lato della stanza c’era una libreria con tutti i libri che avevo a casa e vicino ad essa una scrivania con sopra un computer fisso e in più c’era la sedia con le ruote. Nella parete di fronte c’era un immenso armadio e quando lo aprii notai dei vestiti nuovi. Ad angolo c’era un altro mobile di legno,e sopra uno specchio dove già erano appese tutte le foto a cui ero più affezionata. Le pareti erano lilla e decorate con disegni più scuri. Credevo fosse finito qua,ma appena vidi della luce trasparire da una tendina viola chiara mi precipitai a curiosare dentro. Un pianoforte al centro,una chitarra al lato,il mio flauto traverso montato e lasciato sopra un grande tavolo,e un immenso scaffale con libri e spartiti musicali. Le pareti erano azzurrine ed erano decorate con disegni di chiavi di violino e note musicali. Sorpresa delle sorprese: una porta che portava in un’altra stanza. L’aprii e sorrisi istintivamente: un vero e proprio studio fotografico. Insomma,la musica e la fotografia erano le mie due passioni.
Quasi piansi dalla felicità,ma fui interrotta da un urlo proveniente dalla stanza della mia amica così,preoccupata,corsi a vedere cosa fosse successo.
-ODDIO,HARRIET…GUARDA: UNA CABINA ARMADIO.- gridò indicandomi l’immensa stanza chiusa da ante rosa brillantinate. La sua stanza era piena di cosmetici,oggetti e decorazioni riguardanti la moda. Jen è così,ama tutto quello che è bello,e..rosa,ma nonostante io sono il contrario di lei,la adoro comunque.
-Sono felice per te,ma se non ti dispiace voglio visitare Londra.- la richiamai,le annuii e corse dentro il suo bagno personale,anche io ne avevo uno così andai e mi feci una doccia veloce,tanto sapevo che prima di uscire Jen si sarebbe preparata e avremmo impiegato un’ora e passa prima di mettere piede fuori.
Ne approfittai per disfare le valige e chiamare i miei genitori,dovevo ringraziarli per quella belle sorpresa.
-Pronto,tesoro? Siete arrivate?- chiese dall’altra parte del telefono mia madre con voce acuta e sentivo mio padre rimproverarla perché abbassasse il volume.
-Si,grazie..è tutto fantastico. AMO LA MIA STANZA. Vi voglio tanto bene.- esclamai sorridendo.
-Di nulla tesoro..siamo felici che ti piaccia. Ora stacco,altrimenti tua madre mi rompe un timpano,ciao piccola.- mi salutò mio padre,seguito da mia madre che come il suo solito urlò un ‘ciao amore!’.
Sorrisi e andai in salotto dove,stranamente,arrivò anche Jen così uscimmo e andammo per le vie di Londra.
Era fantastica,ma non riuscimmo a vederla tutta e vista la nostra stanchezza,dopo aver visto il Big Bang e aver fatto un giro sulla ruota panoramica,ci fermammo a mangiare in un ristorante carino.

***
-Fannullona,io sto uscendo!- urlò Jennifer dal salotto,io sbuffai e misi la testa sotto il cuscino.
Non riuscivo più ad addormentarmi quindi mi alzai e andai a prepararmi. Feci un bagno caldo e poi presi dal mio guardaroba un paio di short neri e una maglia larga con la bandiera dell’Inghilterra. Misi le mie converse e prendendo una borsa con dentro un po’ di soldi,il mio cellulare e il mio mp4 uscii di casa.
-Attenta dove metti i piedi,cavolo!- urlai alzandomi e cercando di smacchiare la mia maglia rovinata da qualcuno che mi era venuto addosso. Era una ragazza e mi assomigliava tantissimo: stessi occhi verdi,stessi capelli ondulati rossi e stessi lineamenti.
-Oh mio Dio…scusami. Sei la mai sosia,salvami ti prego.- disse incredula.
-Che dovrei fare?- chiesi perplessa.
-Vedi quel ragazzo?- mi domandò indicando un ragazzo seduto ad un bar.
-Mh..- annuii e lei sorrise compiaciuta.
-Allora,è il mio quasi ragazzo. Ma adesso io devo scappare perché mi aspettano..potresti prendere il mio posto per questo pomeriggio?- mi supplicò trascinandomi verso un wc pubblico.
-Non puoi semplicemente dirgli che non puoi passare il pomeriggio con lui?- chiesi retoricamente.
-Non capisci.. ti dirò solo che devo andare dal mio vero ragazzo,okay? Storia complicata,ma tranquilla non dovrà importarti perché è solo un pomeriggio,perfavore..- implorò. Non so perché ma accettai e scambia i vestiti con quella ragazza tanto uguale a me,ma solo fisicamente..io non avrei mai avuto il coraggio di uscire con due ragazzi.
-Sei un angelo,addio e sii discreta!- disse correndo verso un autobus. Mi avviai verso il tavolo del ragazzo che subito si alzò per salutarmi.



sto ripubblicando questa storia, è lunga dieci capitoli è già pronta asdgfghhjk aspetto solo qualche recensione per pubblicare il continuo, vi prego.. calcolatemi :c