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Autore: Liberty89    02/07/2013    3 recensioni
Raccolta di fan fiction di genere e lunghezza vari sulla coppia RiSo che aggiornerò con frequenza irregolare.
1. Tramonto mancato - OS
2. Morning - Drabble
3. Carpe diem - Flash
4. Incubi - Flash
5. Regalo inatteso - OS
6. Contagiarsi - Flash
7. Cicatrici - Flash
8. Rain - OS
9. Un passo indietro - Cioccolata - OS
10. Vaniglia - Flash
11. Gelosia - Flash
12. Shampoo - Flash
13. Christmas Time - Flash
14. Bacio senza perché - Drabble
15. La mamma è sempre la mamma - Flash
16. Glasses - Flash
17. Imperfect - Flash
18. Incomprensioni - Drabble
19. I modi di fare l'amore - Flash
20. Soramente suo - OS
21. Incubi (2) - OS
22. Simple - OS
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Riku, Sora
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Titolo: Rain
Autore: Liberty89
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico
Rating: Verde
Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai
Note dell'autrice: Buongiorno! Le vacanze fanno bene e, infatti, eccomi qui a spolverare la raccolta :3 Credo che qui dentro ci sarà solo roba fluff, ma immagino che a voi non darà fastidio ù.ù Il titolo non c’entra quasi nulla col contenuto, però boh… lo trovo adatto e non c’entra niente il fatto che nella fic sia presente la pioggia. Spero che vi piaccia :3 buona lettura!

Ps: Grazie ai miei due pupilli che mi hanno fornito dei suggerimenti assurdi da inserire nella fic <3

Rain

Con odio profondo, Riku guardò prima il cielo coperto di plumbee nubi borbottanti e poi scese a guardare il cortile della scuola, colpito senza pietà da una pioggia torrenziale scoppiata praticamente dal nulla. Lui, ovviamente, era senza ombrello.
Sospirò sconsolato, psicologicamente pronto a mettersi in cammino, ma non a lavarsi da capo a piedi e rischiare di prendersi una storica polmonite. Si mosse per compiere il primo passo, ma una voce inaspettata lo frenò.
-Riku che fai?!- esclamò Sora, affiancando l’argenteo.
-Vado a farmi la doccia, non si vede?- replicò con sarcasmo il maggiore. -Tu, invece? Credevo fossi uscito da un pezzo, mi avevi detto che dovevi fare delle commissioni per tua madre.- proseguì, ricordandosi le parole pronunciate dal castano quella mattina.
-Il professore ci ha tenuti in classe qualche minuto in più, colpa degli esami in avvicinamento.- spiegò con voce stanca. -Comunque, prendi.- aggiunse subito, porgendo all’altro il proprio ombrello.
-E tu? No, chiederò un passaggio a qualcuno.- protestò l’argenteo, spingendo l’oggetto verso il proprietario.
-Scorbutico come sei, farai scappare via tutti. Prendilo.-
-Ma So, ti bagnerai.-
-Non fa niente! Devo correre qui e là, mi sarebbe solo d’impiccio.- assicurò il minore con un sorriso smagliante, cacciandogli il manico tra le dita. -Me lo rendi stasera. Vieni quando vuoi, tanto sono solo in casa.- sussurrò poi, facendogli l’occhiolino. -A più tardi!-
-Aspetta! Sora!- provò a chiamarlo, mentre lo guardava oltrepassare il cancello e al contempo rabbrividire per il brusco contatto con l’acqua gelida. -È andato.-
-Non dirmelo, l’ha fatto ancora?- intervenne una nuova voce alle sue spalle, costringendolo a girarsi. -Ti ha lasciato il suo ombrello?- continuò Kairi, prendendo l’ombrellino dalla borsa.
-Già…- rispose il custode della Via per l’Alba con un sospiro. -Quello stupido, spero che non si ammali.-
-Tranquillo, sai bene che Sora ha la pellaccia dura.- ridacchiò la rossa. -È tutto uguale.- proseguì, seguendo l’amico sotto la pioggia.
-Mh? Di che parli?-
-Tu che sei senza ombrello e Sora che ti lascia il suo perché a lui darebbe solo fastidio.- spiegò lei, guardandolo dal basso. -Non ricordi? È già successo qualche mese fa. Stessa identica scena.-
Improvvisamente, Riku ricordò quel giorno e ricordò anche com’era finita quella sera.

***

Suonato il campanello, il ragazzo attese che qualcuno arrivasse ad aprirgli. Chiuse meglio la zip della felpa, nonostante avesse smesso di piovere e non ci fosse vento, l’aria umida era comunque fredda e pungente.
-Eccomi Riku! Scusa se ci ho messo tanto!- esclamò il padrone di casa, dopo aver spalancato la porta. -Entra.- invitò, scostandosi e lasciandogli lo spazio per passare.
-Grazie So. Permesso.- rispose lui, pulendosi i piedi sullo zerbino e facendosi avanti nell’ingresso, dove trovò il consueto paio di ciabatte ad aspettarlo. -Sei solo?- chiese, levandosi le scarpe e posando l’ombrello avuto in prestito nell’angolo.
-Sì, mia madre… etciù!- tentò di spiegare, prima di essere interrotto da una sfilza infinita di starnuti, attirando così lo sguardo verde mare dell’amico, che solo in quel momento si accorse delle sue condizioni.
Occhi lucidi, gote rosse e pigiama lungo coperto da una felpa pesante. Sora non metteva mai il pigiama lungo.
-Tua madre sa che sei conciato così?- domandò, posandogli una mano sulla fronte sudata. -Sei bollente.-
Il minore scosse la testa. -Non è ancora rientrata, mi ha lasciato un biglietto sul tavolo in cui diceva che sarebbe tornata in serata.- disse, liberando un colpo di tosse. -Ma stai tranquillo, ho già preso qualcosa per abbassare la febbre…- aggiunse debolmente, appoggiandosi alla parete dell’ingresso.
-Infatti stai sudando di brutto.- costatò l’argenteo, prendendogli poi un braccio per sorreggerlo. -Dai, andiamo.-
Arrivati nella stanza del castano, Riku lo aiutò a sdraiarsi e gli rimboccò le coperte, dopodiché andò in bagno a recuperare una bacinella d’acqua e una pezza per rinfrescargli la fronte. Non appena avvertì il fresco sulla pelle, il custode del keyblade sospirò di sollievo e si abbandonò totalmente nella morbidezza del materasso.
-Scusa, Ri…- mormorò, chiamandolo con il diminutivo che usavano solo tra loro. -Ti sto costringendo a farmi da balia, quando dovevi solamente riportarmi un ombrello…-
Il maggiore sorrise, scuotendo il capo. -Non pensarci, dovevo insistere di più. Io mi sarei arrangiato in qualche modo.-
-No… non potevo permetterti di raffreddarti.- replicò Sora con un ghigno. -Quando sei malato, a parte me non ti sopporta nessuno, nemmeno tua madre…- rise per poi girarsi verso la parete, scosso da un altro attacco di tosse. -Anzi, forse è meglio se vai… non vorrei attaccarti qualcosa…- concluse, mentre riprendeva fiato.
-Correrò il rischio.- disse l’altro, ignorando il commento sul suo carattere e sedendogli accanto. -Non posso lasciarti solo in queste condizioni.-
-Grazie.- rispose, regalandogli il sorriso più luminoso che gli concesse il suo pessimo stato.
E Riku, non riuscì a non innamorarsi di quel sorriso, desiderando di vederne un altro uguale oppure uno ancora più bello. Tuttavia, mise da parte quei pensieri, poiché era certo che il prescelto del keyblade non provasse altro che una fraterna amicizia nei suoi confronti. Sapeva già da qualche tempo di sentire qualcosa di diverso dall’amicizia, ma l’aveva sempre messo da parte e tenuto nascosto per timore di incrinare il loro rapporto e, nonostante tutto, gli andava bene comunque.
Si limitò quindi a stare accanto al castano e ad assisterlo come meglio poté.
Passate un paio d’ore, la febbre del più giovane parve aumentare invece di diminuire e diede inizio a un teatrino di comico e inquietante delirio, in cui il malato affermava di vedere e sentire cose talmente assurde da far preoccupare seriamente il custode della Via per l’Alba: aveva chiesto di far smettere i cori natalizi di Halloween Town; a un certo punto si era voltato, a dir poco schifato, perché aveva visto Pippo ballare un valzer con Paperino; dopo un po’ aveva cominciato a discutere con la Lepre Marzolina sulla posizione delle stelle e di quanto fossero belle le fontane di Radiant Garden; ma aveva toccato il punto critico quando si era messo quasi a piangere tra le risate mentre diceva di vedere Roxas che urlava qualcosa come “È il fuoco d’Inferno!”, mentre ballava la conga con i tre ragazzini di Twilight Town. Oltre a essere preoccupato, l’argenteo cominciò anche a spaventarsi.
-Guarda… guarda, Ri… c’è Kairi che cammina sulle mani…- farfugliò a un certo punto il castano con gli occhi lucidi e semi-chiusi e il respiro corto.
-Ehm… d’accordo, So… prova a dormire un po’ adesso.- tentò di convincerlo, bagnandogli la fronte.
-Perché? È troppo… divertente… guarda, sta camminando sul soffitto e imita una foca…- rise Sora, in pieno delirio, indicando il lampadario, per poi lasciarsi andare sul letto, come se all’improvviso gli avessero prosciugato le energie.
-Sora? Ehi, mi senti?- lo chiamò in fretta il maggiore, scuotendolo piano per una spalla.
-Uhm… sì…- biascicò, per poi girarsi su un fianco e chiudersi a riccio.
-Che succede, So?-
-Freddo…- riferì, tremante, aggrappandosi alle due coperte che aveva addosso.
L’argenteo si alzò, andando a frugare nell’armadio della stanza per richiuderlo con un sospiro quando non trovò nient’altro che vestiti, puliti fortunatamente, ammucchiati uno sull’altro e… “cose” di dubbia natura. Si girò sconfitto, guardando l’amico febbricitante che aveva ripreso a bofonchiare cose assurde su Roxas che chiedeva l’aiuto di una certa Maria per salvarlo da un incantesimo, e riprese a pensare a un modo per riscaldarlo senza mettergli altra roba addosso, che probabilmente non avrebbe risolto comunque il problema.
Gli venne in mente un’idea soltanto, ma si trattenne un istante dal metterla in atto, valutando se era o no la cosa migliore da fare. Non provava vergogna, quello no, perché non era la prima volta che dividevano il letto, avevano dormito insieme un sacco di volte da bambini, però… come poteva farlo ora, alla luce dei suoi sentimenti verso l’altro?
Fu un richiamo dell’amico a destarlo dai suoi dubbi amletici. Un richiamo debole e quasi impaurito a causa della sua assenza.
-Sono qui.- disse, quando fu tornato al suo fianco. -Scusa, ero andato a cercare una coperta.-
-Mh… non andare più.- borbottò Sora, puntandogli addosso gli occhi lucidi. -Resta qui con me, adesso sono stanco… non potrei venirti a cercare…-
Riku rise appena, scuotendo il capo. -Tranquillo, non vado da nessuna parte.- assicurò per poi sdraiarsi accanto a lui, sotto le coperte e abbracciandolo per riscaldarlo. -Ora fai il bravo e dormi ok?-
-Mh, ok.- concesse il malato, accoccolandosi contro il petto dell’altro, per poi alzare il viso. -Ehi, Ri…-
-Dimmi…- sospirò l’argenteo, ricambiando il suo sguardo e sussultando appena nel trovarlo così vicino.
-Sai… mentre viaggiavo… ho scoperto una cosa…- esordì, fissandolo con intensità. -Non la sa nessuno.-
-Vuoi dirla a me?- domandò, incerto, sentendosi stranamente trafitto da quelle iridi rese blu dalla febbre.
-Mi mancavi tanto…- riprese, come se non l’avesse sentito. -Ho scoperto che mi piaci…- continuò, per poi avvicinarsi e baciarlo sulle labbra, godendo della loro freschezza sulle proprie, roventi. -Non andare via più… verrei a cercarti, ma… non andare via…- farfugliò poi, posando la testa sul cuscino e crollando in un sonno pesante e ristoratore.
In tutto quel frangente, il maggiore l’aveva inizialmente ascoltato, per poi sgranare gli occhi per quel contatto improvviso e inaspettato. Rimase stordito e incredulo per un paio di minuti buoni, mentre la sua mente gli riproponeva a ripetizione le parole del castano e il suo gesto, sicuramente dettato dall’alta temperatura ma senza ombra di dubbio sincero. Quando, infine, tornò a osservarlo, sorrise e scosse il capo, riflettendo sul fatto che al suo risveglio probabilmente avrebbe dovuto riferirgli quanto accaduto, anche se sperava nel contrario. Dopodiché mise da parte ogni pensiero e gli baciò la fronte, stringendo l’abbraccio e addormentandosi a sua volta.

***

-Ciao Riku! Entra!- esclamò contento Sora, spalancando la porta.
-Ciao, tutto bene?- domandò, avanzando nell’ingresso.
-Una meraviglia!- rispose l’altro, incrociando le braccia dietro la nuca. -Non posso mica ammalarmi ogni volta, ti pare?- aggiunse, attirandosi un’occhiata stranita e incredula. -Che ho detto?-
-Cioè… mi stai dicendo che tu ti ricordi di quella volta?- chiese il custode della Via per l’Alba, bloccandosi con una scarpa in mano.
Offeso, il minore inarcò un sopracciglio. -Comincio a pensare che tu mi ritenga un idiota totale, grazie tante. Puoi spiegarmi come faccio a dimenticarmi della volta in cui mi sono involontariamente dichiarato?- replicò piccato. -Ok, ero delirante per via della febbre, e, infatti, devo ancora trovare un modo per cancellare l’immagine di Paperino e Pippo che ballano un valzer in abito da sera, ma…- spiegò, fermandosi per chiudere la porta alle spalle del maggiore, che continuò a guardarlo come se avesse davanti un enigma. -Di averti detto quelle cose non mi dimenticherò mai. Certo, ho dovuto chiedere conferma a te perché ero completamente fuso, però- la sua frase fu interrotta di colpo dal bacio del compagno, che lo spinse fino alla parete.
-Ah, stai zitto.- lo rimproverò dopo che si separarono. -Con te, devo smetterla di sorprendermi.- ammise, poggiando la fronte sulla sua e gettandosi nell’azzurro dei suoi occhi, mentre lui lo incantava con la sua risata. -Quindi sei qui tutto solo?-
-Già, vuoi restare?- chiese il minore con fare innocente.
-Non vado da nessuna parte.-
  
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