Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Rubus idaeus    02/07/2013    2 recensioni
La lezione di chimica e biologia all'università era diventata particolarmente frequentata da quando l'insegnamento della materia era stato affidato al novello professore, fresco di laurea, Raymond John Andrews, un giovane intraprendente ed estremamente brillante che aveva ottenuto la cattedra senza particolari difficoltà suscitando l'invidia dei colleghi rivali più anziani.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La serata fu favolosa. Il signor Andrews si dimostrò una persona squisita, di grande ingegno e cultura ed estremamente cortese. Scoprii casualmente, mentre parlava con un suo collega, che aveva appena tre anni in più di me. Certo, io avevo iniziato l'università in ritardo, ma mai mi sarei aspettata di essere quasi una coetanea di un mio professore. L'intelligenza che dimostrava era comunque esageratamente fuori dal normale, questo spiegava perchè avesse ottenuto la cattedra in un università prestigiosa come Cambridge, lasciando spiazzati gli altri aspiranti professori.

Durante la conferenza di Johnatan Arcorn fu molto disponibile a darmi chiarimenti sulle parole del biochimico e sovente mi suggeriva dei suoi pareri personali.

Si offrì di riaccompagnarmi lui stesso in macchina a Cambridge, data l'ora tarda della notte e la scarsa circolazione dei taxi. Accettai volentieri, con una certa soggezione. Durante il tragitto non proferii parola, non sapevo cosa dirgli, mi sentivo profondamente in imbarazzo. Pregavo che nessuno dalle camerate mi vedesse scendere dalla macchina del signor Andrews, in particolare le sue ammiratrici, Katy compresa; mi sarei cacciata nei guai in quel caso. Fortunatamente alle undici e mezza, l'ora in cui arrivammo, le luci erano già state spente.

-Lei è stata davvero una gradevolissima compagnia per me, signorina Joyce.

Mi salutò sorridente mentre aprivo lo sportello della sua elegante auto sportiva. Ricambiai il saluto augurando gentilmente la buonanotte. Poi improvvisamente sentii la sua mano sul mio braccio.

-Spero ci saranno altre occasioni come questa.

Rimasi sorpresa dal suo tono di voce e anche dal suo sguardo. Non osai rispondere e me ne andai, sì, fuggii codardamente, ancora una volta.

 

 

Passò circa un mese da quella sera. La mia vita universitaria era tranquilla, anzi, perfetta: i test e gli esami che preparavo fruttavano sempre ottimi voti e tutti i professori avevano da complimentarsi con me per la mia acutezza mentale. Inutile dire che ne andassi estremamente fiera.

L'anno volgeva al termine ormai e le dichiarazioni e le avances destinate al professore ruba-cuori si facevano più frequenti. Katy piangeva spesso pensando che non l'avrebbe visto per i due mesi dell'estate ed io ero costretta, mio malgrado, a tentare di consolarla, facendomi inondare dalle sue disperatissime lacrime mentre la abbracciavo.

Era ormai giugno, il caldo iniziava finalmente a farsi sentire, anche se il sole era quasi sempre nascosto da spessi strati di nuvole bianche.

La mattina di una particolarmente calda giornata, il signor Andrews mi chiese di andare con lui in biblioteca. Disse di dovermi mostrare una cosa, ma che era una sorpresa. Da persona franca e schietta quale ero e sono, odiavo quando qualcuno faceva il misterioso con me.

In ogni caso, andai all'appuntamento in biblioteca. Lui mi accolse praticamente all'ingresso e mi accompagnò immediatamente tra gli scaffali. Si mise a cercare con brio un libro tra le mensole, sbuffando e mugolando.

-Mi ricordavo che fosse qui.. Ah sì! Eccolo.

Mi porse un vecchio e malconcio libro con la copertina rossa e le pagine ingiallite.

-Questo è il libro su cui ho studiato io e prima ancora mio padre.

Lo rivoltai tra le mani osservandone la fattura, poi cominciai a sfogliarlo. Era un libro sulla chimica, ovviamente, e tutti gli spazi bianchi dei bordi delle pagine erano occupati da fitti appunti, alcuni scritti con la stilografica altri con la biro.

-È un regalo per lei. Avevo donato questo libro alla biblioteca, ma essendone ancora il padrone voglio che lo abbia lei.

-Non...non posso accettarlo.

Balbettai riporgendoglielo. Egli non lo prese e il suo sguardo mi fece intendere che non ne aveva assolutamente intenzione. Sospirai e lo ringraziai del regalo.

-Perchè fa tutto questo per me?

La domanda mi venne spontanea, ma non me ne pentii, in fondo volevo conoscere il motivo di tanta generosità nei miei confronti.

-Non lo so. Lei è speciale.

Nella sua voce nemmeno un piccolo accenno ad una insicurezza. Mi si avvicinò lentamente, con classe, e mi diede un leggero bacio sulla bocca. Il mio cuore in quell'istante si fermò di colpo, poi si risvegliò agitato pulsando come un martello pneumatico nella mia cassa toracica. Egli esitò con gli occhi chiusi a fior di labbra con me e poi lo fece ancora, ma questa volta con molta più passione. Mi sentivo incapace di reagire, indifesa, inerme. Ammisi a me stessa che in fondo quel gesto inaspettato non mi dispiaceva affatto. Mi turbava, ma mi piaceva. Oh, se mi piaceva. Schiusi le labbra. Non avevo mai baciato un uomo con così tanta voga. L'idea di star baciando un professore mi faceva ridere nel cuore. Già, io, che ero l'unica della sua classe a non adorarlo come tutte le altre, ne ricevevo il bacio, e che bacio. Un bacio che in quei meravigliosi secondi avrei voluto spiattellare in faccia a quelle smorfiosette, un bacio che in realtà non avevo mai desiderato e che ora scoprivo di aver desiderato da sempre.

Durò a lungo mi pare di ricordare, so solo che la magia fu rotta dal tossire della bibliotecaria. Per un momento temetti che ci avesse scoperti, invece stava semplicemente mettendo a posto dei volumi in fondo alla stanza. Ridemmo, che altro dovevamo fare?

-Non ne parli a nessuno, la prego, Joyce. Ma, vede, io, io la amo.

In quel momento la sua voce tremava davvero, forse anche lui non aveva mai detto quelle parole a nessuno, come me d'altronde. Non potevo però assecondarlo rispondendogli che lo amavo anche io, perchè effettivamente non sentivo di amarlo. Il mio sentimento era solo stima e rispetto, non amore. Mi sentivo confusa ed emozionata allo stesso tempo, così gli sorrisi e me ne andai. Scappai da lui per la terza volta.

Joyce è una ragazza tenace e intelligente, ma ha paura di abbandonarsi ai sentimenti. E così fugge. Il signor Andrews invece è sicuro nell'affermare il suo amore. Come finirà?
Mi piacerebbe sapere che ne pensate della mia umile storia, cari lettori. Grazie ancora ha chi apprezza, ciaociao.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Rubus idaeus