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Autore: yachan    16/01/2008    2 recensioni
Ash torna a Pallet Town, ma al suo ritorno una sorpresa lo coglierà impreparato, portandolo a riflettere sulle sue scelte.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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LIGHT AND SHADOW

LIGHT AND SHADOW

                       

Cap. 13

 

 

-         Cosa ti ha portato a fare un viaggio così lungo?

…non lo so.

-         Eppure, per questo viaggio, hai rinunciato a molte cose.

Lo so.

-         E allora, perché?

Perché…perché non potevo resistere in quella situazione.

-         Come?

Non riuscivo più a guardarla negli occhi, senza sentirmi male. Erano successe troppe cose dal mio arrivo e mi rendevo conto che…se solo avessi saputo prima…avrei potuto fare qualcosa.

-         E come?

Non so…avrei provato a diventare più forte e avrei protetto la persona che mi è più cara.

-         E credevi che andandotene di nuovo, l’avresti aiutata?

Non so, non credo…ci speravo. Non sono bravo in queste cose, posso solo contare sulle mie capacità di allenatore. Non sono bravo in altre cose. Se avessi…se avessi provato ad aiutarla da lontano…le avrei restituito il sorriso.

-         E invece, che hai ottenuto?

L’ho mandata in un abisso profondo e mi rendo conto che la scelta che ho fatto, non era quella giusta. Però io…io non sapevo cosa fare. Ero disperato e arrabbiato.

-         Per chi hai fatto questo viaggio?

…come, per chi? L’ho fatto per i miei amici, per le persone…per lei.

-         Sei sicuro che sia così? Se fosse stato così, tu saresti rimasto. La verità è che sei scappato via. Non riuscivi a sostenere quella tensione. Hai preferito scappare, piuttosto che ammettere la tua debolezza. Sei un vigliacco.

No. Non è vero. Io l’ho fatto davvero per lei.

-         E allora…perché tremi ed esiti? Se tu fossi davvero sicuro di quel che dici, non avresti esitazione. O forse, stai mentendo?

Io…io…forse.

-         Tu…mi hai abbandonata, Ash.

Misty? Misty sei tu?

-         Mi avevi promesso che saresti rimasto con me…mi hai mentito.

No…Misty…io non volevo…io…

-         Addio.

 

-         Misty!

-         Ash!- una donna lo afferrò per le spalle per calmarlo.

-         …Oh…mamma?- disse lui sbattendo le palpebre.

-         Certo tesoro, sono io. Come ti senti?

-         Un po’ frastornato…- si mise seduto e si toccò la fronte- Credo di aver fatto un sogno…un incubo, anzi.

-         Immagino…hai iniziato ad agitarti nel letto.

La donna lo guardò mentre si sistemava i ciuffi della sua frangetta e si sedette sul letto del figlio.

-         Ash…c’è qualcosa che ti opprime, vero?

-         Eh?

-         Non è la prima volta da quando sei qui che ti agiti nel sonno.

-         Eh…non è niente, mamma- ridacchiò- Sarà che non sono più abituato alle comodità di casa? Eh eh.

-         Non mentirmi Ash. Sarà pure passato tanto tempo, ma tu rimani lo stesso. E solo guardandoti, posso intuire che non sei ancora andato da lei.

Lui abbassò lo sguardo.

-         E a che servirebbe?

-         Ash, cosa dici?

-         Dico solo la verità- uscì dalle coperte e scese dal letto- Sono solo un combina guai. Non voglio più causarle altri problemi- cercò il suo vestito.

-         Quello che è accaduto a Misty non è colpa tua, Ash. Non puoi continuare a sentirti responsabile dell’accaduto.

-         Vuoi negare che la mia influenza non l’abbia danneggiata? Non è stato il mio arrivo a crearle guai?

-         Ascoltami…quello che è accaduto a Misty, è successo e basta. Non puoi farci niente. Non è certo standotene rintanato a casa, che risolverai qualcosa- si alzò in piedi- Se veramente ci tieni a Misty, se davvero la vuoi aiutare, esci di qui e va da lei.

-         No- le voltò le spalle- Non voglio vederla…non ci riuscirei.

-         Ma Ash…

-         Scusami, dovrei cambiarmi.

La donna abbassò lo sguardo e aprì la porta della stanza.

-         Non è certo nascondendoti, che potrai espiare il tuo senso di colpa- ed uscì dalla stanza.

-         …lo so- sussurrò da solo nella camera da letto.

 

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-         E’ strano…- Gary osservava attentamente delle foto.

-         Cosa è strano?- chiese incuriosito Tracey.

-         Tutto direi…- disse il castano, senza voltarsi.

Tracey guardò confuso le risposte vaghe del ragazzo e diede uno sguardo alle foto che teneva in mano.

-         E quelle dove sono state scattate? Le immagini sono molto confuse.

-         Risalgono all’incidente della Fiera.

-         Dove avete incontrato Jonathan? Come fai ad avere quelle foto?

-         Me le sono fatte fare da un signore che aveva registrato la scena con la sua telecamera. Mi sono fatto dare la cassetta e ne ho fatto delle foto. E questa è l’unica cosa che sono riuscito a procurarmi sull’incidente.

-         Non capisco, se avevi bisogno di vederti l’evento, potevi chiederlo direttamente al responsabile della Fiera. So che durante queste Fiere importanti, vengono poste in certi punti delle telecamere.

-         Inutile, le hanno fatte sparire.

-         Come?

-         Dopo che le ambulanze erano arrivate, sono andato a cercare queste telecamere, ma non le ho trovate. Il che è strano, visto che all’inizio della Fiera, c’erano.

-         Pensi che l’abbiano volute far sparire intenzionalmente? E per quale motivo?

-         Hai visto il telegiornale?- si girò verso di lui.

-         Uh? Sì, perché?

-         Ti è apparso che abbiano trasmesso quello che è accaduto all’interno? Ci saranno stati circa tre o quattro giornalisti a quella Fiera, eppure al momento di fare le dichiarazioni alla polizia, hanno smentito tutto. La storia è stata archiviata come un incidente dovuto a una scarsa manutenzione delle strutture. In qualsiasi giornale c’è riportata la stessa versione. Neppure la gente ha testimoniato il contrario. Eppure io c’ero e ho visto tutto e anche loro- si toccò il mento pensieroso- Non so…è come se qualcuno stesse cercando di nascondere qualcosa di compromettente.

-         Forse esageri Gary- disse Tracey alzando le spalle- La faccenda si è risolta bene, con l’arresto di Jonathan e nessuno si è fatto male. A parte Ash che poi si è ripreso in fretta. E poi sei riuscito a trovare Misty. Tutto sommato, è andato bene.

-         Sarà…ma qualcosa non mi convince in questa storia…soprattutto la Lega.

-         Gary, forse ultimamente ti sei stancato troppo- disse Tracey appoggiandogli una mano sulla spalla- Forse vedi delle cose che non ci sono, perché sei stressato. Ti ci vorrebbe un periodo di riposo.

-         Gary, Tracey- entrò un signore- Siete ancora qui? Pensavo che foste usciti. E’ sabato, dovreste andare a divertirvi.

-         Eh, io in realtà dovrei andare a Cerulean- disse Tracey- Daisy mi ha chiesto di aiutarla in alcune commissioni.

-         E tu Gary?

-         Io rimango qui in laboratorio- disse lui- Ho molte cose da sbrigare.

-         Ragazzo mio, finirai per impazzire stando rinchiuso qui.

-         Sto bene nonno. E’ solo che sono indietro con le mie ricerche.

-         Le tue ricerche riguardano i Pokèmon o una ragazza in particolare?- disse il signore con un sorriso.

Gary non rispose e si rimise seduto alla sua scrivania.

-         Come vuoi- alzò le spalle rassegnato- Io vado a trovare Delia. E’ da tempo poi che non vedo Ash, non vuoi venire con me?

-         No grazie, ho da fare. E poi gli ho già parlato alla Fiera.

-         Mh…- disse il prof. Oak pensando.

-         Allora verrai a Cerulean?- chiese Tracey- Non sei venuto più a trovare Misty dall’ultima volta.

-         Non posso…- disse Gary senza voltarsi- Ora scusatemi…se dovete andare, chiudete la porta.

Tracey e il prof. Oak si guardarono preoccupati, e poi uscirono dalla stanza.

-         Che ne pensa professore?- chiese Tracey una volta che i due si erano allontanati.

-         Non saprei che dirti…ogni tanto mio nipote si comporta in maniera strana. E’ difficile capire cosa gli passi per la testa. E dire che…- sospirò- speravo che fosse cambiato. Ma a volte ho l’impressione che sia tornato il vecchio Gary di una volta.

 

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Dover affrontare nuovamente gli spettri del passato…era doloroso.

Lo sapeva già ancora prima di partire per il suo viaggio, che avrebbe dovuto un giorno o l’altro tornare a casa. E lì…avrebbe rincontrato lei.

Sapeva che non sarebbe stato il benvenuto e che molto probabilmente lo avrebbe odiato.

Quello che non poteva sapere è che le cose sarebbero precipitate così.

Quel giorno, davanti a quel bivio tra Pallet Town e Cerulean, non l’avrebbe dovuta lasciare andare. Se lo ripeteva in continuazione quando la vedeva allontanarsi. Ma lui non poteva sapere cosa sarebbe accaduto dopo. La credeva ormai in grado di andare avanti da sola. Sembrava così sicura quando gli parlava. E invece…non aveva capito niente, arrivati a questo punto…non sapeva proprio cosa fare.

La madre continuava a spronarlo ad andare ed era tentato a farlo, ma poi ricordava le parole di Gary e il viso di lei alla Fiera. Finiva sempre che ci ripensava e rimaneva chiuso in stanza.

A che scopo andare lì, se lei non lo riconosceva? E se invece si ricordava di lui? Lo avrebbe guardato con odio. In entrambi i casi, era doloroso.

-         Ciao Delia- sentì delle voci all’ingresso.

-         Ciao Samuel. Che piacere. Entra pure.

Il ragazzo aprì la porta della stanza e diede una sbirciatina sotto. Sì, era proprio il professore Oak.

-         Stavo preparando del the…ne gradisci una tazza?

-         Grazie…- si guardò intorno e alzò lo sguardo- Oh, Ash, sei lì- lo guardò sorridendo- Come va ragazzo?

-         …bene- disse lui scendendo le scale.

-         Sai, i tuoi pokèmon sono ansiosi di rivederti. Perché non fai un salto al laboratorio?

-         Mh…sì, forse…- disse incerto stringendosi il braccio.

-         Qualcosa non va Ash?

-         No, perché?

-         Beh, sembri cambiato. Non solo in aspetto. Ogni volta che tornavi da un viaggio, non riuscivi neanche a stare fermo in casa e passavi le giornate a girare per il paese o stando con i tuoi pokèmon. Forse è una di quelle fasi che si attraversa quando si è adolescenti?

-         Non saprei…- girò lo sguardo- Senta…non è che ha saputo qualcosa su Cerulean City?

-         Mh? Cosa di preciso?

-         Non so…come va la palestra, se è stata sistemata, come stanno le sorelle Yawa…

-         Beh, che dire…le uniche informazioni che ho, sono quelle che mi riferiscono Gary e Tracey. Anche se ultimamente Gary è preso con qualche ricerca e Tracey è impegnato con i pokèmon o qualche commissione, quindi non abbiamo molto tempo per parlare.

-         Ah, capisco…- chinò il capo.

-         Perché mi fai queste domande?

-         Semplice- disse la donna portando con sé un vassoio- Vuole sapere come sta Misty.

-         Eh?- disse sorpreso Samuel guardando il ragazzo- Perché non me l’hai detto subito?

-         Ecco…- disse lui sviando lo sguardo.

-         Se sei preoccupato per lei, perché non la vai a trovare?

-         Mh…- rimase con la testa chinata.

-         Ash?

-         Da quando è tornato non si è mosso da qui- spiegò la madre, mentre serviva il the sul tavolo.

-         Come?- guardò sorpreso la donna, poi il ragazzo- Ash, avete ancora litigato tu e Misty?

-         No…

Samuel notò lo sguardo di Ash e ci pensò su.

-         E’ per la perdita di memoria di Misty? Pensi che non si ricordi di te? E’ vero che ha dei vuoti di memoria, ma a volte riesce a ricordarsi delle persone- Ash non rispose- Non capisco dove sia il problema. Non so cosa sia successo tra te e Misty, però lei rimane comunque una tua amica e ora ha bisogno dell’aiuto di persone fidate. Il dottore ha detto che probabilmente guarirà, ma ci vorrà del tempo. Ha bisogno soprattutto che qualcuno l’aiuti a ricordare.

-         Non sono la persona giusta- si voltò e tornò in stanza.

-         Ash- l’uomo lo guardò andarsene e si girò verso la donna.

-         Fa così da quando è tornato- disse Delia- Fatico a credere che sia ancora Ash.

-         Ti capisco- disse lui sedendosi a tavola- Anche mio nipote si comporta in modo strano ultimamente.

-         Dev’essere accaduto qualcosa alla Fiera.

-         A te ha raccontato qualcosa?

Delia fece cenno di no e si sedette anche lei a tavola.

-         Le uniche notizie che ho avuto sono quelle di Gary, quando mi ha avvertito che Ash si trovava all’ospedale. Poi quando Ash è tornato, l’ho trovato molto cambiato. Mi ha salutato e si è rinchiuso in stanza.

-         Lo stesso è successo con Gary. Non fa che starsene in laboratorio.

I due sospirarono allo stesso tempo.

 

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L’intervista era terminata. Tirò un sospiro si sollievo, mentre vedeva i giornalisti che si alzavano dalle loro sedie per andarsene, con già in mente l’articolo che avrebbero scritto, per niente positivo.

-         Brava Misty- disse Daisy.

-         Sì…hai tenuto testa a quei squali di giornalisti- disse Tracey.

-         Come ti senti?- chiese Gary.

Lei lo guardò, poi notò che erano rimasti lì dei uomini, che parevano aspettare proprio lei.

Si accorse che aveva tirato il sospiro troppo presto.

-         Misty Waterflower…potremo parlarle in privato?- chiese uno di quei uomini avvicinandosi a lei e al gruppo.

-         No che non potete, mia sorella è stanca e deve riposare- disse Daisy nell’intento di proteggere la sorella.

Misty fece cenno con la mano alla sorella di zittirsi e senza dire niente, li seguì. Daisy e Tracey guardarono preoccupati Misty mentre si allontanava con quei signori.

-         Ma chi sono?- chiese Tracey.

-         Sono i rappresentanti della Lega- disse Gary serio.

-         Loro?- disse stupita Daisy. Non le era mai capitato di vederli di persona- Di che vorranno parlare con Misty?- chiese preoccupata.

Gary non rispose, ma guardò da lontano quel gruppetto di signori.

-         …dopo tante discussioni, siamo venuti ad un accordo signorina Waterflower- disse un uomo. Misty ascoltò attentamente- A seguito dell’accaduto e da quello emerso dalle indagini e dall’intervista da voi rilasciata…abbiamo deciso che dovrà chiudere la palestra.

La ragazza stette in silenzio.

-         In questo momento non è in grado di gestire una Palestra, tanto meno le sue sorelle. Dopo l’incidente poi, credo che sia impossibile che si possano disputare altri incontri. Nessuno se la sentirebbe di rischiare la propria sicurezza e quella dei pokèmon.

-         Le lasciamo un foglio…- disse un altro uomo- quando si sarà convinta che questa è la decisione giusta, firmerà qui in basso e c’è lo consegnerà.

Misty prese il foglio tra le mani.

-         Bene, con questo è tutto. Aspettiamo al più presto sue notizie- gli uomini si allontanarono.

Lei li guardò andarsene, poi guardò il foglio che aveva in mano.

Qualcuno in quel momento gli posò una mano sulla sua spalla. Si girò e guardò il ragazzo.

-         Andiamo Misty?- chiese Gary dolcemente.

Lei piegò il foglio e se lo infilò in tasca.

-         …sì.

Non c’era in fondo molto da pensarci su…la risposta era ovvia. La Palestra doveva essere chiusa.

E tornando a chiudersi nella sua stanza oscura, Misty ripensò ai ricordi legati alla Palestra. Ricordò quel ragazzino che l’aveva sfidata e che ottenne la spilla a forma di goccia. Quel ragazzino con quel sorriso così spensierato. Quel ragazzino così sicuro di sé e che si impegnava in ogni circostanza.

Quel ragazzino ora non c’era. Era altrove, chissà dove. Lontano da lei…dimenticandosi di lei.

Si era chiesta più volte…se lui ci fosse stato lì con lei, cosa le avrebbe consigliato?

Tirò fuori dalla tasca il foglio che le avevano dato quelli della Lega.

Ora più che mai si rendeva conto della sua incapacità…lei non era una Capopalestra, neanche una allenatrice. Si era illusa se aveva pensato di poter gestire la Palestra senza problemi. Lei era un incapace…era un assassina…era la persona più orribile che ci potesse essere. E se lui ci fosse stato in quel momento, l’avrebbe guardata con disprezzo.

Lei non meritava quel posto. Non meritava neanche la sua amicizia. In fondo, cosa avevano loro due in comune? Proprio niente.

E ora si rese conto il perché lui l’avesse dimenticata. Lui non l’aveva mai considerata importante, neanche una cara amica. Chi mai poteva essere amico di una come lei? Se non fosse stata per una stupida bici, non si sarebbero neanche conosciuti.

Sospirò, mentre cercava una penna.

Era giunto il momento di affrontare la realtà. Lui non c’era, lui non ci sarebbe mai stato e lei…non avrebbe mai più combattuto. Se lo ripromise, non avrebbe più sostenuto battaglie pokèmon.

Quindi, la Palestra andava chiusa.

Fece un firma in fondo al foglio e poi piegandolo se lo rimise in tasca.

Si lasciò andare sul letto, mentre l’oscurità l’avvolgeva come ogni volta.

Con quella firma, un’altra parte di lei era scomparsa…la Misty combattente. E il vuoto dentro di sé, si stava allargando.

Niente sarebbe stato come prima.

 

-         Perché non ci hai detto niente?

Misty alzò il suo sguardo dal piatto, per guardare la sorella Daisy di fronte a lei.

-         Come?

-         Della Palestra…- la guardò seria- Della Lega che ti sta obbligando a chiuderla.

-         Non mi sta obbligando- tornò a guardare il suo piatto.

-         Ah no? Allora vorresti farmi credere che sei stata tu a deciderlo?- Misty non aprì bocca- Non posso crederci…davvero è tua intenzione chiuderla? La Palestra che ci è stata ereditata dai nostri genitori…perché?- la guardò triste.

-         Non c’è molto da discutere. Ho deciso così, e basta.

-         E’ assurdo!- Violet si alzò in piedi- Vorresti buttare al vento, la fatica per tenere aperta questa Palestra in tutto questo tempo? Possibile che tu sia così insensibile?!

-         Violet, calmati- disse Daisy.

-         Ha ragione lei, Daisy- intervenne Lily- Ti ricordo che è stata Misty ad insistere a tenere la Palestra, quando noi volevamo trasformarla in un palco per le nostre esibizioni. Ed è stata sempre lei che si è voluta occupare degli incontri con gli allenatori.

-         In questo posto è racchiuso le speranze dei nostri genitori e i nostri ricordi- disse Violet- Mi sembra ingiusto che Misty decida di chiudere la Palestra.

-         Però Misty è anche la persona che più di noi, si è sacrificata per mantenere in piedi il prestigio della Palestra- disse Daisy- Se vorrà chiuderla, ci sarà un motivo, no?- guardò la sorella più piccola.

-         Potete ancora trasformarla nel vostro scenario per gli show acquatici- Misty si alzò in piedi- Solo che non si disputeranno più gli incontri pokèmon. I ricordi di questo posto non spariranno certo per un cambio d’immagine.

-         Sei sicura di quello che fai?- chiese Daisy- Non lo dico per noi, ma per te. Io so quanto significhi questa Palestra per te e quanto ti piaccia sfidare nuovi avversari. Sei disposta a rinunciare a tutto questo?

-         Ho chiuso con gli incontri Pokèmon e terminare con la Palestra è anche l’unico modo per non venire assillati dai giornalisti- uscì dalla cucina.

-         Non posso crederci…lo farà davvero!- Violet si lasciò cadere sulla sedia con la faccia imbronciata.

-         Ragazze, ormai Misty ha deciso- disse Daisy sospirando- Dopo tutto quello che ha passato, è nostro dovere almeno comprenderla e lasciarla fare. Del resto, nelle sue condizioni, non riuscirebbe a mantenere aperta la Palestra. E poi, sapete com’è fatta Misty, no?

-         Già, cocciuta e testarda- disse Violet.

-         E non ci ascolta mai- aggiunse Lily- Fa sempre a modo suo.

-         Ma è anche nostra sorella. Per il suo bene, facciamo come vuole lei.

-         Questo significa che…

-         Sì, la Palestra chiuderà.

 

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Un rumore di qualcuno che bussa. Aprì gli occhi e sentì chiaramente qualcuno bussare alla porta della sua stanza.

-         Ash, sei lì? Sono Tracey…posso entrare?

-         Tracey?- Ash si mise seduto sul letto- Entra.

-         Ehilà- salutò il ragazzo e chiuse la porta dietro di sé- E’ da tanto che non ci vediamo.

-         Sì…mi spiace. Sarei dovuto venire a salutarti, ma non mi sentivo bene.

-         Sì, il prof. Oak me l’ha detto- si sedette su una sedia lì vicino- Così che, ho deciso di venire io da te. Come va con le ferite?

-         Meglio…non erano gravi. E’ bastato un po’ di riposo.

-         Bene, mi fa piacere. Hai già pensato a qualche tua nuova avventura o cosa farai ora che sei qua?

-         Eh…non so. Non ci ho ancora pensato.

-         Quando ti sentirai meglio, potresti venirci a trovare al laboratorio. Forse riuscirai a convincere Gary ad uscire dal laboratorio- ridacchiò.

-         Pensavo che…fosse con Misty- lo guardò sorpreso.

-         No, ultimamente è preso con qualche sua ricerca. Pare che non sia tanto convinto di quello che è accaduto alla Fiera.

-         Non è convinto? Che intendi dire?

-         Tranquillo Ash, sicuramente Gary è un po’ stanco. Gli ci vorrebbe un po’ di svago, come a te del resto.

-         Ti ringrazio Tracey, ma non mi va di uscire.

-         Oh…beh, allora se non vuoi venire al laboratorio, perché non andiamo a trovare Misty?

-         Non posso…- chinò la testa.

-         Non puoi?

-         Non credo che sia una buona idea…meglio che me ne rimanga qua- si voltò dalla parte del muro.

Tracey lo osservò in silenzio.

-         Perché fai così?

-         Eh?

-         Non posso credere che tu sia Ash. Ricordo che per te contavano molto i tuoi amici.

-         Siete importanti ancora adesso.

-         E allora perché te ne stai chiuso qui? Perché cerchi di evitare i tuoi amici? Se è per quella storia del viaggio…Gary mi ha già spiegato la situazione e comprendo la tua scelta. Però arrivare ad allontanarti dai tuoi amici…è questo quello che vuoi?

-         Certo che no. Però…

-         Per quanto tempo, continuerai a farti pesare l’incidente di Misty? Non è stata colpa tua, è accaduto e basta. Non puoi più tornare indietro. Ora che Jonathan non farà più la sua comparsa, dovresti rincominciare una nuova vita. Dobbiamo chiudere con il passato. E’ per il tuo bene- chinò il capo-…e quello degli altri. Avete già sofferto molto, sarebbe ingiusto che vi rovinaste il futuro per paura del passato.

-         Tracey…

-         Ash- alzò lo sguardo- Io sono venuto a trovarti anche per chiederti un grosso favore. So che ti sembrerà insensibile nei tuoi confronti, ma…- lo fissò negli occhi- vorrei che andassi a trovare Misty.

-         Eh?- disse sorpreso dalla richiesta.

-         Te lo chiedo come amico, Ash. Sei l’unico che può impedirle di fare una pazzia.

-         Che intendi dire?

-         Misty ha intenzione di chiudere la Palestra- Ash lo guardò in silenzio- Continua a ripetere che non vuole più fare la capopalestra e che si è stancata di allenare pokèmon. Ma io so che lo fa solo perché ha paura. Ha il terrore che possa accadere qualcos’altro ai suoi pokèmon. Per questo ha deciso di abbandonare il suo sogno di capopalestra.

-         Non puoi convincerla a tenere la Palestra?

-         Ci ho provato, così anche le sue sorelle, ma non vuole ascoltarci.

-         E Gary?

-         Lui è preso dalle sue ricerche, ha smesso pure di andarla a trovare.

-         Però…io che posso fare?

-         In passato eravate grandi amici. Ti ascolterà.

-         Dimentichi che mi odia- sviò il suo sguardo- L’ho lasciata sola per tutto questo tempo e non sono riuscito ad aiutarla quando ne aveva bisogno.

-         Allora fallo adesso- lo guardò con occhi supplichevoli- Aiutala ora che sta per commettere un gran sbaglio, prima che si possa pentire della sua decisione- sorrise- E poi…Misty non ti odia.

-         Te l’ha detto lei?

-         Sai, quando Misty ha avuto i primi vuoti di memoria, la prima cosa che ha ricordato era una foto di voi due. Non ricordava con esattezza chi eri, però mi ripeteva che sentiva che per lei eri molto importante.

Ash ascoltò stupito e allo stesso tempo contento. Forse, non tutto era perduto. Tracey guardò l’espressione compiaciuta di Ash.

-         Credi che mi ascolterà?

-         Certo- fece cenno di sì- Però dovrai insistere con lei. Il suo carattere non è molto cambiato- ridacchiò- E’ ancora molto testarda.

-         E se non si ricorderà di me?

-         Sarà tuo compito allora, farle ricordare chi sei.

-         Bene…- sorrise- Vale la pena di fare un tentativo- si alzò dal letto.

-         Ecco, questo è lo spirito giusto, Ash- sorrise contento- Misty ti sta aspettando.

 

CONTINUA…

 

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Anteprima: Ash finalmente prende la sua decisione e va a trovare Misty. Cosa accadrà una volta che i due saranno nuovamente faccia a faccia? Misty si sarà dimenticata di lui o no?

Questo e altro nella prossima puntata! Non mancate!

"Nella luce e nell'oscurità, io ci sarò"

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Eccomi qui, tredicesimo capitolo. Conto di terminare al capitolo 16. Ringrazio tutti quelli che seguono la storia e mi spronano a continuare XD Però niente minacce, okey? Eh eh.

Con questo è tutto. Alla prossima.

By Ya-chan

   
 
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