Capitolo XXVIII
Stringo Luna e
non posso fare a meno di essere felice. Guardo la mia amica e rimango sorpresa
dalla sua bellezza. Senza accorgermene con l’indice inizio a giocare con un
suo boccolo color pece. Luna mi sorride e sposta il suo sguardo verso le altre
rimaste ammutolite ad osservare i nuovi arrivati.
- Luna?
- Artemis?
Le voci di Minako e Makoto spezzano il silenzio che è calato nella sala
principale del palazzo dall’ingresso dei due consiglieri. I due interpellati
fanno un passo avanti e si presentano, in tutta la loro eleganza e bellezza, al
resto del gruppo. Io sono un passo dietro di loro ed osservo gli sguardi stupiti
di tutti i presenti. Per loro è una sorpresa, per me no. Io ho sempre saputo
che quello di felini non era il vero aspetto dei miei due consiglieri. Tutta
colpa di una maledizione che un’antica entità scatenò contro gli abitanti
del pianeta Mau. Lentamente però una domanda si insinua nella mia mente: opera
di Caos anche la maledizione scagliata contro il pianeta dei miei due amici? Ed
ancora un dubbio: come è possibile che possiedano, adesso, delle sembianze
umane? Così, come se la mia amica mi avesse letto nel pensiero, ecco svelato il
mistero.
- Ad Illusion tutto è possibile, persino spezzare un’antica
maledizione come quella che accompagna la nostra gente da oltre duemila anni.
Qui i sogni diventano realtà ed ecco me ed Artemis in forma umana.
Ascolto estasiata la voce di Luna, è totalmente diversa da quella che
possiede quando è in sembianze animali. Adesso la sua voce è più armonica, più
melodiosa. Anche la voce di Artemis è totalmente diversa, più bassa, più
roca, mi viene da sorridere… è anche più sensuale.
Mentre Luna ed Artemis intrattengono il gruppo curioso, io faccio cenno a
Helios di seguirmi in una stanza più piccola. Silenziosamente, facendo
attenzione a non essere scoperti ci portiamo in una camera attigua di forma
circolare. Anche questa è parecchio illuminata da grandi finestre, mentre le
pareti sono prive di arazzi e sono bianche oltre ogni immaginazione. A parte un
grande tavolo di forma circolare e poche poltrone attorno a questo non esiste
altro arredo. Un’altra porta più piccola rispetto a quella da cui siamo
entrati è posta alla mia destra, per il resto non c’è altro. La porta pur
essendo chiusa non impedisce al cicaleccio creato dai miei amici di
raggiungerci. Helios mi fissa attendendo che io inizi a parlare.
- Ho bisogno della Dream‘s Room.
Per un attimo lo vedo impallidire e dilatare le pupille, non so se per lo
stupore o per il terrore. Quello che ho chiesto è qualcosa che esula
dall’umana comprensione. La Dream‘s Room non è una comune stanza, si tratta
di una porta che collega due mondi, quello onirico e quello spirituale. È una
porta tra l’animo della persona che vi si trova all’interno ed i propri
sogni. Detto così potrebbe sembrare innocuo ma non è per nulla vero. Una volta
dentro perdi di vista quella che è la realtà, non riesci più a distinguere ciò
che è vero da ciò che è fantasia. Perdi la lucidità e diventi vittima dei
tuoi stessi sogni, trasformandoli, da solo, in incubi.
- Serenity io non posso. È troppo rischioso. Per quanto tu sia potente
non riusciresti a resistere…
- Non è per me.
Helios si ferma di scatto e mi fissa ancora più confuso. Le labbra
sembrano muoversi velocemente come se stesse calcolando quali sono i rischi
reali della mia richiesta. Io intanto continuo a parlare.
- Devi permettere alle Guerriere Sailor di accrescere i loro poteri e
questo è possibile solo in quella stanza.
- Serenity sei impazzita? Rischieresti di uccidere loro ed uccidere te
stessa. Non posso permetterti… non posso permettervi di correre un rischio
simile.
Stringo i pugni per reprimere un moto di stizza. Devo trovare il modo di
convincere Helios. Senza il suo consenso non potrò potenziare le altre e senza
i nuovi poteri non potranno difendersi dagli attacchi di Killkenny.
- Helios io sono la guardiana della Pietra Di Luna e dello Ginzuishou,
sai benissimo che posso controllare il potere delle mie Senshi ed appena
percepirò qualcosa di strano, sarai tu stesso ad interrompere
l’addestramento. Ti prego, è l’unico modo che conosco per difenderle.
Il Guardiano di Illusion sembra soppesare le mie parole, forse posso
farcela. Posso riuscire a difenderle…
- Helios non darle retta. È troppo rischioso.
La voce di Mamoru ci coglie di sorpresa. Mi volto di scatto verso di lui
e lo fisso sorpresa. Come ha fatto a raggiungerci senza che io abbia percepito
la sua presenza?
- Ascoltami Serenity, Endymion ha ragione. Cosa accadrebbe se una delle
tue guerriere dovesse cedere al peso del suo spirito…
- Allora faremo decidere a loro.
Non permetterò a nessuno di fermarmi. Le mie amiche hanno bisogno di più
potere per difendersi ed io sono disposta a tutto pur di poterle aiutare.
Senza attendere la reazione dei due uomini torno nella sala principale
della fortezza, dove gli altri stanno ancora parlando con entusiasmo. Di
proposito faccio percepire loro la mia presenza utilizzando un passo pesante che
crea un gran baccano nella stanza. Tutti si voltano verso di me ed io più
decisa che mai inizio a parlare.
- Ascoltatemi bene. Mi rivolgo solo alle mie Senshi, se voi volete,
Generali, potete anche andare, non è indispensabile che ascoltiate.
Tutti si ammutoliscono appena inizio a parlare, non so se per il tono
duro della mia voce oppure per l’espressione accigliata che devo avere in
questo momento. Intanto i quattro ragazzi restano fermi nelle loro posizioni in
attesa che io inizi a parlare, come previsto non hanno alcuna intenzione di
andare. Riprendo a parlare e stavolta la mia voce è dura, ferma e fredda.
- Sappiate che stavolta non ho intenzione di nascondervi nulla quindi
ascoltatemi attentamente. Qui ad Illusion esiste una porta spazio-temporale
molto particolare, la Dream's Room capace di collegare il mondo onirico con
quello spirituale. In questa stanza, se il Guardiano di Illusion e dei sogni ci
concederà il permesso di utilizzarla, potrete potenziare i vostri poteri.
Esistono però dei rischi sia per voi sia per me.
Mi fermo per scrutare i visi di tutti che paiono concentrati ed attenti a
ciò che sto comunicando loro. Endymion ed Helios dietro di me stanno in
silenzio, ma percepisco benissimo l’ansia di entrambi.
- Dovete sapere che nel momento in cui entrerete non sarete più capaci
di distinguere tra sogno e realtà, il tutto per voi si fonderà in un’unica
dimensione. Il rischio maggiore non è questo ma un altro. La parte spirituale
prenderà il sopravvento sulla vostra ragione e darà forma a tutti i vostri
sentimenti, positivi o negativi che siano, non farà alcuna differenza. I vostri
sogni potranno trasformarsi in incubi da un momento all’altro. Rischierete di
impazzire se non sarete abbastanza forti da resistere al peso della vostra
coscienza. Per quel che mi riguarda, resterò all’esterno e sarò
costantemente in contatto con la vostra mente, nel momento in cui percepirò
qualcosa di strano interromperò l’addestramento e verrò a tirarvi fuori.
Mi fermo e scruto ancora una volta i volti dei presenti che sono alquanto
tesi e sorpresi. Mamoru fa un passo avanti e si affianca a me. Si schiarisce la
voce ed inizia a parlare anche lui.
- Quello che ancora Usagi non ha avuto il tempo di dirvi è che se
cadrete vittime dei vostri incubi la parte buia del vostro spirito prenderà il
sopravvento.
Mi volto a guardare Mamoru annuendo in sua direzione. Ma c’è ancora
qualcosa che loro non sanno ed adesso non posso certo tirarmi indietro dal dire
loro tutto, ho promesso di essere sincera e non voglio tirarmi indietro.
- Ma c’è dell’altro.
- Ancora?
Mi volto verso Hotaru che ha spezzato il silenzio in cui erano caduti
tutti tra Generali e Senshi. Sorrido alla mia “piccola alleata” e rispondo
alla sua domanda con tranquillità.
- Sì Hotaru, ancora. Dovete sapere che nel momento in cui una di voi
cadrà vittima degli incubi io perderò un po’ della mia anima.
Resto in silenzio per permettere ai presenti di assorbire il colpo. Sono
in attesa delle possibili reazioni che non si fanno attendere.
- Cosa vuoi dire?
Mi volto verso Setsuna che parla con la sua tipica pacatezza, mentre mi
fissa con i suoi occhi color ametista. Sospiro perché non sono sicura di essere
capace di spiegarmi. Cerco di trovare le parole adatte per spiegare questo
concetto che anche per me è difficile da accettare.
- La mia anima, la mia essenza, dipende da voi. Io possiedo una sorta di
legame con ognuna di voi. Una sorta di legame unico, inspiegabile ed
inscindibile. È così che riesco a percepire sempre la vostra presenza ed a
comprendere quando siete in pericolo o in difficoltà. È un legame reso
possibile dallo Ginzuishou e dall’affetto che mi unisce a voi. Nel momento in
cui una di voi cade vittima delle forze del male io perdo un po’ della mia
anima indebolendomi. In pratica siete voi ad essere la mia forza, ed in un certo
senso, io attingo da voi l’energia per sopravvivere.
Osservo Amy e capisco che è indecisa sul pormi una domanda o meno. La
osservo sorridendole e faccio un cenno con il capo per invitarla a parlare, lei
non attende oltre e pone la sua domanda.
- Allora come spieghi ciò che è capitato a me e Makoto? Noi
comprendevamo perfettamente cosa accadeva attorno a noi, ma non potevamo fare
nulla per impedirlo, eravamo prigioniere dei nostri corpi ed ogni tentativo per
liberarci risultava inutile.
Sorrido impercettibilmente. Sapevo che Amy avrebbe posto questa domanda.
Ciò che è capitato a lei e Makoto è diverso. Loro sono state vittime della
forza di Caos.
- Amy, tu e Makoto non siete cadute vittime della parte nera della vostra
anima. Voi eravate coscienti di ciò che vi accadeva attorno ma non potevate
opporvi in nessuna maniera. Eravate manipolate, Caos vi utilizzava come delle
marionette se mi permettete il paragone. Ne è la dimostrazione il fatto che io
potevo percepire, anche se con qualche difficoltà la vostra presenza, in modo
flebile è vero, ma vi percepivo, e poi adesso siete qui con noi. Al contrario,
chi cede alla parte malvagia del proprio animo, è perduto per sempre. riportato
alla mia persona, perdo una parte dei miei poteri e, probabilmente, la
maledizione di Nemesi avanzerà con maggiore vigore.
I volti di tutti si fanno tesi e preoccupati. Anche Haruka e Minako
sembrano particolarmente ansiose. Non perdo altro tempo e riprendo a parlare.
Devo battere il ferro finché è caldo.
- Non vi chiedo di decidere adesso. Vi darò tutta questa notte per
rifletterci su. Domani mattina ci ritroveremo qui e mi comunicherete la vostra
decisione. Dopo di che Helios ci dirà quando e come utilizzare la sala, sempre
se voi sarete d’accordo. Ci tengo a precisare che questo addestramento sarà
inutile contro Caos. Probabilmente neanche io sono abbastanza potente da
affrontarlo. Questo addestramento serve per potenziare i vostri poteri e
permettervi di affrontare Killkenny senza difficoltà. Haruka, non ho intenzione
di discutere con te, si farà così e basta.
La Senshi di Urano borbotta delle frasi dalle quali riesco a percepire
solo uno “Stupida testarda!”. Credo che Mamoru si trovi sulla stessa
lunghezza d’onda dato che riesco a sentire perfettamente il fruscio del suo
mantello. Volta le spalle e se ne va.
Non sono riuscita a vedere Mamoru, né a chiarirmi con lui. Forse
è meglio così, non sono certa che lui possa comprendere il perché delle mie
decisioni. La vita delle mie guerriere è troppo importante ed io devo fare di
tutto per proteggerle. In cuor mio so che lui farebbe lo stesso se si trovasse
al mio posto. Adesso perseguitata da mille perché mi ritrovo a percorrere,
dietro ad Helios, gli infiniti corridoi di questo castello, dopo una cena degna
di un reggimento, cena a cui Mamoru non ha preso parte, il sovrano di Illusion
ci sta mostrando le nostre stanze. Siamo rimasti solo noi due adesso e posso
percepire nell’animo di mio cugino l’indecisione più assoluta. Vorrebbe
parlarmi ma non è certo di fare la cosa giusta così decido, per cavarlo
d’impiccio, di interrompere il nostro silenzio.
- Helios ti prego, non adesso. Non mi va di parlare, sono un po’
stanca.
Il mio interlocutore si limita solo ad annuire, continuando a camminare
diritto davanti a sé. Ma continuo a percepire l’indecisione di prima,
stavolta mista ad un po’ di delusione. Giunti in fondo ad un corridoio mi
mostra una porta chiusa. La porta di quella che dovrebbe essere la mia stanza.
Sorrido ad Helios prima di entrare e questi dopo un breve inchino va via chiuso
nel suo mutismo. Sono proprio fratelli quei due, stessi atteggiamenti. Cerco di
far scivolare la malinconia ed entro nella stanza.
Entrando quello che mi ha subito impressionato di questa stanza è il
gran balcone proprio di fronte la porta da cui sono entrata. Senza accorgermene
vado direttamente in questa direzione. Abbasso la maniglia della portafinestra
ed esco. Un venticello leggero accarezza il mio abito bianco. Da quando siamo ad
Illusion ho assunto le sembianze di Serenity. Non so se ho agito così per farmi
riconoscere dagli abitanti di questa dimensione oppure se è stato un atto
inconscio. Anche Mamoru vesti i panni di Endymion ed ho notato che la servitù
è stata molto rispettosa con il proprio principe ma anche con lo stesso Helios,
forse con quest’ultimo ancora di più. Qui tutti sanno che è Mamoru il vero
sovrano di Illusion, ma non nascondono la loro preferenza per il giovane
guardiano dei sogni. Osservo il sole morente colorare, con le calde tonalità
dell’arancione, il cielo. Sorrido tristemente e mi sento tremendamente sola.
Stanca di questi pensieri, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla
brezza.
Torno indietro nel tempo e per un attimo immagino di essere nel mio regno
invece che ad Illusion.
Immagino di essere la Principessa amata dal suo popolo.
Immagino di essere ancora l’amica più fidata delle mie guerriere.
Immagino di essere ancora la compagna di Endymion.
Se mi concentro ancora di più posso sentire la risata gioiosa di mia
madre chiedermi di raggiungerla nei suoi giardini e m’immagino di correre da
lei. La vedo in tutta la sua bellezza venirmi incontro e la sento mentre mi
stringe al seno. Una lacrima solca la mia guancia ma è subito asciugata, non
posso piangere per un dolce ricordo. Non posso piangere adesso che ho deciso il
mio futuro.
Un lieve tocco alla porta mi costringe a tornare in questo tempo e
tornare dentro. Mi fermo al centro della stanza e accordo il permesso di
entrare. Il mio sguardo però è fisso sempre verso la balconata. Nella mia
testa ancora i ricordi del Silver Millennium, che in questo momento, poi, sono
più vivi che mai.
- Principessa Serenity…
Al suono di questa voce mi volto lentamente. Non può essere.
Probabilmente mi sto sbagliando. Stringo le mie vesti. Sgrano gli occhi non
appena sono certa della persona che ho dinnanzi. Non riesco ad articolare alcuna
parola, solo dopo un po’ riesco a parlare.
- Pa… pà… papà sei proprio tu?
Con mia grande sorpresa riconosco la figura di Kenji, il mio padre
terrestre. Senza perdere tempo corro verso di lui e lo abbraccio forte. Sono
felice di vederlo qui, ma anche sorpresa e così dopo il mio iniziale stupore mi
stacco e lo osservo con aria scettica. Aspetto una spiegazione plausibile da
parte sua altrimenti non so quello di cui sarei capace.
- Sei stupita, vero Usagi… o forse dovrei dire
Principessa?
Sorride e mi accarezza una guancia guardandomi con i suoi grandi occhi
castani. Gli occhiali non ci sono più ed adesso posso osservare meglio gli
occhi che per tanto tempo mi hanno osservata ridente ed allegra, oppure
piangente e triste. Un vortice di domande affolla la mia mente ma non ho il
tempo di formularne neanche una perché il suono della sua voce mi attira, e
sono curiosa di capire cosa ci fa lui ad Illusion.
- Se ti stai chiedendo perché sono qui è facile risponderti: io sono un
abitante di Illusion.
- Come… come è possibile? Anche la mamma lo è?
Kenji scuote la testa e riprende la sua espressione, mentre altri mille
dubbi si impossessano della mia mente.
- No, lei è una terrestre. Usagi… Principessa Serenity, io sono stato
scelto personalmente da Chronos per controllarvi e proteggervi nel corso della
vostra vita terrestre. È stato vostro padre a chiedermi di vegliare su di voi,
io non ho fatto altro che eseguire degli ordini, ma credetemi, mai ordine fu più
lieto per me. È stato un onore per me starvi accanto, vedervi crescere giorno
per giorno. Vedervi imparare cose nuove. È stata una gioia per me vedere i
vostri occhi illuminarsi ogni qualvolta scoprivate qualcosa di nuovo. È stato
meraviglioso vedere illuminarsi il vostro viso ad ogni conquista. Principessa…
io… non so spiegarvi…
- Papà io per te resto sempre la tua piccola Usagi, non sono Serenity né
Sailor Moon. Sono la tua bambina.
È ormai tarda sera ed io passeggio per i giardini incantati di questo
palazzo. Le siepi curate riproducono le fattezze di animali incantanti. Un
unicorno. Un drago. Una fenice. Il fruscio delle fontane riempie l’aria.
Alcune di esse gorgheggiano felici, altre si divertono a spaventare chi passa
con il loro spruzzo improvviso. L’aria profuma dei fiori notturni che si
dischiudono baciati dai raggi di Luna. Gli animali riposano nelle loro tane e
solo qualche allodola canta placida al calare della notte. Cammino silenziosa e
ripenso al mio incontro di poco prima.
Mio padre… mio padre è un abitante di Illusion. Ha vegliato su di me
per tutto questo tempo nel silenzio più assoluto. Non mi ha mai fatto capire
nulla. Mi ha trattato come una figlia. Inizialmente neanche lui si rendeva
perfettamente conto del suo ruolo. È nato come un terrestre, ma solo quando
sono venuta al mondo si è reso conto dell’importanza della sua missione. Solo
quando mi ha stretto al petto ha ricordato quel qualcosa che lo teneva sveglio
la notte impedendogli di dormire. Solo nel momento in cui i nostri occhi si sono
incrociati per la prima volta ha ricordato di essere un abitante di questa
dimensione. Adesso tutto è più semplice, mi spiego anche la sua adorazione per
Mamoru e la ragione di quelle parole alla stazione quando ci siamo incontrati
per il congresso. Ad essere sincere solo nel caso di questo incontro ho dubitato
sulla vera natura del mio genitore terrestre, mai prima.
Rapita dai miei pensieri non mi accorgo di aver lasciato il sentiero
principale, per uno più solitario e lasciato alla mercé della natura. L’aria
tiepida improvvisamente si fa gelida. Mi fermo e noto solo adesso di essere in
una zona dei giardini che non è curata. Le fontane sono sparite e le erbacce
crescono invadendo il sentiero. Mi stringo tra le mie braccia e cerco di tornare
indietro. Mi volto, ma sono costretta a fermarmi. Un uomo è davanti a me. Avrà
trent’anni, forse trentacinque. I suoi occhi color ghiaccio mi osservano
bramosi e ciò mi costringe ad indietreggiare. Un ghigno si forma sulle labbra
carnose. I lunghi capelli neri sono legati in un lento codino ed indossa degli
abiti eleganti che richiamano lo stile dell’ottocento. Resto in silenzio ed
immobile, sono come paralizzata.
- Principessa Serenity, finalmente possiamo conoscersi… fisicamente.
Una risata ghiacciante si propaga nel silenzio del giardino ed io sgrano
gli occhi terrorizzata. L’uomo avanza verso di me, ed io continuo a restare
immobile, prigioniera di un’energia che non riconosco, ma che ho già
percepito in passato. Man mano che si avvicina percepisco sempre più freddo e
urla disumane si sovrappongono nella mia mente. Vorrei chiudere gli occhi ed
urlare ma non ci riesco. Sono prigioniera del mio corpo.
- Le senti vero? Sono le urla di tutti coloro che hai deluso. Sono le
urla del tuo popolo. Le urla dei generali terrestri. Le urla delle tue
guerriere. Le urla di tua madre. Dimmi principessa che sensazione si prova?
La testa sta per esplodere ed io non resisto oltre. Cerco di pensare ad
altro. Cerco il mio potere, ma è tutto svanito. È il vuoto più assoluto.
L’uomo adesso mi è di fronte. La malvagità del suo animo m’investe in
pieno ed il mio corpo inizia a tremare. Scosta una ciocca dei miei capelli e così
facendo voglioso accarezza il mio collo. Vorrei scansarmi ma non ci riesco. Si
avvicina ancora di più. Posa le sue mani sui miei fianchi ed adesso fissa i
miei occhi. Il suo viso si avvicina pericolosamente mentre io ripenso ad
Endymion. È un attimo ma l’avverto, una forza incredibile nascere dal mio
cuore. Riesco a sottrarmi ed interrompere il potere oscuro. Spingo l’uomo
lontano da me ma solo di pochi passi. Creo una barriera attorno alla mia mente
ed allo Ginzuishou e resto in attesa di un’altra mossa del mio avversario. Di
contro questi inizia a ridere. Indietreggio fino a che non inciampo sulla mia
stessa veste, sto per cadere quando mi sento bloccata a mezz’aria. È stato
lui ad impedire la mia caduta con il suo potere ed adesso mi tiene stretta tra
le braccia. I nostri corpi sono nuovamente vicini. Sento la mia carne bruciare
in ogni punto in cui i suoi occhi si posano su di me, la mia mente è ancora una
volta invasa da quelle urla disumane ed il mio cuore piange lacrime di sangue.
- Caos…
- Esatto mia piccola Principessina.
La sua stretta si accentua e mi stringe ancora di più al suo torace. Ma
stavolta il mio corpo è libero dal suo giogo. Faccio pressione con le mani per
allontanarlo ma è inutile. Ho solo una possibilità e devo sfruttarla al
meglio. Incanalo una buona parte del mio potere sulle palme delle mie mani per
poi liberarlo improvvisamente. Stavolta Caos è scagliato una decina di metri
lontano da me, mentre vedo chiaramente i suoi abiti bruciati lasciare spazio ad
un torace scolpito nel marmo.
- La nostra gattina ha tirato fuori le
unghie a quanto pare…
Non ho neanche il tempo di ribattere perché mi manca l’aria. Senza
sapere come mi ritrovo a mezzo metro da terra ed una mano invisibile a stringere
la mia gola. La vista mi si offusca, sto per perdere i sensi quando la stretta
svanisce ed io piombo a terra come un peso morto. Sono piegata su me stessa e
tossisco convulsamente. Le mani attorno al mio collo, annaspo in cerca di aria
ma non smetto di guardare dritto negli occhi il mio avversario, neanche per un
secondo. Scosto le ciocche dei capelli che mi ricopro gli occhi e mi alzo,
diritta e fiera. Con uno sforzo tremendo inizio a parlare cercando di non far
percepire dalla mia voce il panico che mi sta invadendo.
- Come hai fatto ad arrivare sino a qui?
L’uomo continua a ghignare mentre avanza verso di me, resto immobile
nella mia posizione, ma stavolta per mia libera scelta.
- Sai Serenity sei dotata di un immenso potere e se ti unissi a me
potremmo divenire i padroni dell’universo. Non solo di questo universo, ma di
tutti. Dimmi non ti alletta l’idea di essere la signora incontrastata del mio
regno? Non ti alletta l’idea di avere il potere di scegliere chi far vivere e
chi morire? Chi far soffrire e chi gioire? Non ti alletta l’idea di avere il
controllo su tutto ciò che ti circonda? Essere la padrona incontrastata di ogni
forma vivente, dalla più insignificante come un moscerino, alla più evoluta
come un dio, come tuo padre ad esempio…
- Tu… tu mi stai chiedendo di allearmi con te? Mi stai chiedendo di
tradire le persone a cui voglio bene? Mi stai chiedendo di diventare un
mostro…cosa ti fa credere che io ti darò retta? Chi sei tu per decidere della
vita di un uomo? Chi sei tu per governare su tutto? Chi ti dà questo diritto?
Non sei niente e presto tornerai ad esserlo.
Caos scuote la testa divertito mentre si passa la lingua in maniera
lasciva tra le labbra. I suoi abiti sono tornati intatti ed avanza sicuro verso
di me.
- Io ti sto chiedendo di diventare la mia signora. Pensaci. Io e te.
Padroni di ogni forma di vita. Padroni di tutto. Della vita e della morte. Mi
chiedi chi sono io? Allora dimmi Serenity, cosa mi dici di quegli insulsi esseri
umani che ti stai prodigando a difendere. Chi sono loro per decidere di farsi la
guerra? E tuo padre? Con quale diritto ha deciso della vita tua e delle persone
a cui dici di voler bene? Ed Endymion? Lui ti ha mai realmente capita? No,
altrimenti a quest’ora avrebbe accettato l’idea che per voi non esiste un
futuro. Se davvero ti amasse come dice non ti costringerebbe a soffrire tanto.
Non ti costringerebbe ad attaccarlo con il potere dello Ginzuishou. Serenity non
essere sciocca e guarda in faccia la realtà, i buoni sentimenti non pagano. È
il potere che rende un uomo davvero libero. Te lo chiedo per l’ultima volta:
Serenity vuoi diventare la mia sposa.
Lo guardo, tracotante, diritto negli occhi e per un attimo resto colpita
dalla freddezza e dalla cattiveria che vi leggo all’interno. Materializzo tra
le mie mani la spada di luce ed attendo che Caos sia abbastanza vicino.
- No. Non sarò mai tua. Io non tradirò mai i miei amici ed il mio
popolo. Non tradirò mai Endymion. Mai.
Dalla punta della lama della spada parte un fascio di luce che centra
Caos all’altezza del cuore. L’uomo continua ad avanzare verso di me sicuro
ed impavido mentre io cerco di aumentare il potere del raggio. Il mio avversario
si ferma a pochi metri da me e con voce gelida riprende a parlare.
- Pessima scelta Serenity. Pessima scelta. Preparati a dire addio al tuo
caro Principe Endymion perché lui sarà il primo a morire.
Così dicendo sparisce davanti ai miei occhi. Non ho neanche il tempo di
tirare il fiato perché le sue parole mi hanno messo addosso l’angoscia. Sento
la voce di Caos nella mia testa. Si fa scherno di me. Mi chiede se riuscirò a
salvare Endymion prima che lui l’abbia eliminato. Sollevo le mie vesti ed
inizio a correre a più non posso verso il palazzo di Illusion. Gli occhi velati
di lacrime. Le mie gambe e le mie braccia sono graffiate dai rovi che si trovano
in questa parte del giardino, ma non mi interessa. Non posso perdere tempo. Il
cuore in petto sta per esplodere. Non posso perdere tempo. Corro contro il
tempo. Corro disperatamente verso la camera di Endymion. Attraverso un lungo
corridoio ed infondo ad esso la vedo. Una porta. La sola a dire il vero. Due
guardie sono poste all’ingresso e mi impediscono di entrare, ma io non ho
tempo da perdere. Le stordisco con il mio potere e le faccio cadere a terra
prive di coscienza. Apro le porte e resto immobile. Un silenzio irreale regna
nella stanza. Le tende del baldacchino del letto sono tirate. Nell’aria
percepisco la tensione e la paura. Lentamente mi avvicino al letto. Con mano
tremante scosto la tenda ed allora lo vedo. Addormentato. Bellissimo.
Un’espressione contrita sul viso. Sfioro la sua fronte con una mano ma avverto
la sua pelle fredda. Scuoto il mio principe una volta ma non reagisce. Lo scuoto
ancora. Ancora ed ancora. Ma niente. Le lacrime scendono libere sulle mie
guance. Poggio un orecchio sul suo torace e lo sento. Il silenzio. Il vuoto. Il
suo cuore non batte più.
Mi sveglio di soprassalto nella mia stanza. Sudata con il respiro un
po’ corto. Porto una mano all’altezza del mio cuore e lo sento battere
all’impazzata. Scosto i capelli bagnati dal viso e solo adesso mi accorgo di
stare piangendo. Asciugo le lacrime e decido di alzarmi, il contatto con il
pavimento freddo mi fa sussultare ancora di più. Un incubo.
Solo un incubo. Un brutto presentimento si fa strada in me. Ad Illusion
gli incubi sono impossibili, oppure no? Le luci della Luna entrano nella stanza.
Mi avvicino allo specchio per vedere in che condizioni mi trovo ed allora lo
scorgo. Un livido blu a circondare la mia gola. Il sangue si gela nelle vene.
Senza fermarmi a pensare esco dalla mia stanza e corro per il castello in cerca
di Mamoru. Urto contro una cameriera e le ordino di riferirmi quale è la camera
del Principe Endymion, questa impaurita mi indica che direzione prendere. Salgo
di corsa le scale, inciampo un paio di volte su alcuni scalini ma incurante del
dolore mi rialzo e riprendo a correre. In cima alle scale mi fermo tremolante.
Un lungo corridoio ed infondo ad esso la vedo. Una porta. La sola a dire il
vero. Come nel mio sogno. Le gambe iniziano a tremare ma non posso fermarmi
adesso. Dopo un attimo di incertezza riprendo la mia corsa. Stavolta nessuna
guardia ad impedire il mio ingresso. Mi fermo per un attimo davanti la porta
chiusa. Con timore abbasso la maniglia e silenziosamente entro. Mi guardo
attorno e mi accorgo con orrore che è la stessa camera del mio incubo. Cammino
lentamente verso il letto a baldacchino e scosto la tenda e lo vedo. Come nel
mio sogno. Addormentato. Bellissimo. Ancora una volta con mano tremante
accarezzo il suo viso ma stavolta percepisco il calore irradiato dal suo corpo.
Mi butto sul suo torace e piango. Piango tutte le mie lacrime per il timore di
pochi minuti prima ed intanto Mamoru si risveglia.
Lo so, sono terribilmente in ritardo ma non dipende da me. Ho problemi di linea ed adesso mi trovo a casa del mio amore e mentre lui sta parlando al telefono io ne approfitto e pubblico. Mi spiace tantissimo ma non posso ringraziarvi singolarmente. Spero che il guasto sia riparato il prima possibile. Perdonatemi ancora un bacio a presto. Grazie a tutti coloro che hanno letto. Al prossimo capitolo che non so quando sarà pubblicato!