Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: sunsetsvojce    02/07/2013    1 recensioni
Un mese dopo
“Anne Smith” urlò il preside. Al sentire il mio nome deglutii inutilmente e mi precipitai sul palco a ritirare il mio diploma.
“Congratulazioni” dissero in coro i miei professori stringendomi la mano.
“Grazie” dissi arrossendo,per poi scendere dal palco e andare ad abbracciare i miei genitori.
“Siamo così fieri di te” esclamò mio padre.
“Una delle medie più alte dell’istituto” continuò urlando mia madre,come se volesse farlo sentire a tutte le persone vicine. I due mi catturarono in un abbraccio soffocante per qualche minuto. Finché non sentii un colpo di tosse.
“Non abbracci anche me?” mi voltai,per ritrovarmi un Liam in tunica blu estremamente sorridente. Da quella mattina non ci eravamo parlati molto,sia che eravamo occupati con gli esami di fine anno sia per l’imbarazzo. Ma al vederlo ora,capii quanto mi era mancato e mi fiondai tra le sue braccia.
“Mi sei mancato” sussurrai più a me stessa che a lui.
“Anche tu” rispose. Prima di continuare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Lo sai che ti voglio bene” dissi per l’ennesima volta,mentre lo stringevo.
“Si che lo so,anch’io te ne voglio” rispose con un filo di voce mentre mi accarezzava i capelli.
“Andiamo a prendere un gelato?Anzi, mi offri un gelato?” provai.
“Si,certo. Sei sempre la solita” rispose cantilenante,ma io lo zittii con un sonoro bacio sulla guancia.
Era una mattinata primaverile e io avevo deciso di uscire presto di casa per stare un po’ con il mio migliore amico. Quanto lo adoravo. Lo conoscevo ormai dalle medie e adesso eravamo entrambi all’ultimo anno di liceo. Liam sapeva sempre come prendermi:quando ero arrabbiata mi aiutava a sfogarmi;quando ero di mal umore,ovvero quando avevo il ciclo,si presentava a casa con del cioccolato e una serie di film romantici da vedere assieme,anche se lui li odiava e quando ero agitata per una verifica in classe riusciva sempre a farmi rilassare e ripassava ore ed ore con me. Lui conosceva tutti i miei segreti,anche la mia cotta perenne per il capitano della sua squadra di basket, Louis e da quando si era fidanzato ero in uno stato di semidepressione,ma lui continuava a ripetermi quanto fossi bella.
“Allora..un cono caramello e vaniglia e l’altro pistacchio e nocciola,giusto?” domandò speranzoso. Come mi conosceva bene,ormai sapeva tutto di me.
“Esatto,come sempre” gli sorrisi dolcemente,prima di afferrare il mio gelato e divorarlo.
Camminammo lungo il parco a braccetto per un po’ di tempo,poi decidemmo di sederci sull’erba.
“Sai Anne,devo dirti una cosa” sbottò d’un tratto.
“Tutto quello che vuoi dolcezza” dissi spettinandogli il ciuffo.
“Io..beh ecco,io..sono i-innamorato di te” balbettò emettendo un sospiro alla fine della frase. Sembrava che si fosse tolto un peso dallo stomaco.
“Cosa?” dissi tremante,sicuramente si trattava di uno dei suoi soliti scherzi.
“Hai sentito.” Concluse,abbassando la testa.
“AHAHAHAHAHAHAH oddio ci stavo quasi cascando,bella prova Payne” risi,ma lui era più serio che mai.
“Non sto scherzando,ormai è un anno che fingo di esserti amico,in realtà per te vorrei essere molto di più. Ma non avrei dovuto dirtelo,sono un coglione” si arrese.
“Uo Uo calmo,tu. non. sei. un. coglione” scandii bene le parole. 
“Si che lo sono,forse non riesci a capire l’effetto che mi fai. Devo controllarmi quando ti avvicini e le mani mi sudano,devo controllarmi quando ti accarezzo i capelli e sento il tuo profumo,devo controllarmi quando mi arriva un tuo messaggio e inizio a sorridere come un ebete. Ogni volta che mi abbracci devo controllarmi dal prenderti il viso tra le mani e baciarti,ogni volta che ti guardo negli occhi devo controllarmi dal ripeterti che  ti amo più di ogni altra cosa al mondo.” Finii e in quel momento mi sentii di svenire. Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime,che cercai di trattenere.
“Oh Liam..” non sapevo che dire.
“Non dire niente,ho capito già” concluse,come se mi avesse letto nella mente. E come nei film,le nuvole comparvero all’orizzonte e in men che non si dica iniziò a piovere.
“Non voglio rinunciare alla nostra amicizia” riuscii a sussurrare.
“Nemmeno io” rispose,prima di sfoggiare un sorriso amaro,voltarsi e camminare nella direzione opposta alla mia.
Io rimasi lì immobile,a guardare la mia unica certezza nella vita andare via.
 
Un mese dopo
“Anne Smith” urlò il preside. Al sentire il mio nome deglutii inutilmente e mi precipitai sul palco a ritirare il mio diploma.
“Congratulazioni” dissero in coro i miei professori stringendomi la mano.
“Grazie” dissi arrossendo,per poi scendere dal palco e andare ad abbracciare i miei genitori.
“Siamo così fieri di te” esclamò mio padre.
“Una delle medie più alte dell’istituto” continuò urlando mia madre,come se volesse farlo sentire a tutte le persone vicine. I due mi catturarono in un abbraccio soffocante per qualche minuto. Finché non sentii un colpo di tosse.
“Non abbracci anche me?” mi voltai,per ritrovarmi un Liam in tunica blu estremamente sorridente. Da quella mattina non ci eravamo parlati molto,sia che eravamo occupati con gli esami di fine anno sia per l’imbarazzo. Ma al vederlo ora,capii quanto mi era mancato e mi fiondai tra le sue braccia.
“Mi sei mancato” sussurrai più a me stessa che a lui.
“Anche tu” rispose. Prima di continuare.
“Quest’estate andrò in America,ho vinto un viaggio” mi annunciò.
“Quindi dovrò fare a meno di te per?” domandai,spaventata dalla risposta.
“Due mesi” rispose.
“Sono contenta per te,promettimi che ci sentiremo” esclamai. Poi gli porsi il mignolo.
“Promesso” finii prima di stringermelo.
 
Tre mesi dopo
‘Signorina Smith,ci congratuliamo con lei per l’ammissione al test d’ingresso alla nostra facoltà di medicina. La aspettiamo al più presto ‘
Al leggere quelle parole iniziai a saltare sul divano urlando come un’ossessa. Non potevo davvero crederci,il mio sogno di diventare medico aveva più possibilità di realizzarsi adesso.
Quell’estate era molto cambiata,cresciuta direi. La mia cotta quinquennale era ormai passata,avendo capito che i capitani delle squadre sportive del liceo erano solo sbruffoni senza cervello che avevano in mente un’unica cosa dalla mattina alla sera.
Assieme a me anche i miei capelli erano cresciuti,ma non volevo tagliarli,mi ci ero affezionata.
Non facevo altro che domandarmi come sarebbe stata la vita al college,ma prima dovevo riferire la notizia ai miei e a Liam. Non avevo avuto molte sue notizie in questi mesi,questo voleva dire che si stava divertendo ed io non potevo che essere felice per lui. Sapevo solo che avrebbe frequentato la mia stessa università,ma alla facoltà di legge.
Pronto?’
‘Liam,sono io. Anne’
‘Oh ciao,come va?’
‘Bene,indovina?’
‘Cosa?’
‘Sono stata ammessa a medicina?’
‘Che bello’
‘Non mi sembri molto entusiasta’
‘Scusa,solo che qui è mezzanotte e sono stanco ’
‘Oh,mi dispiace’
‘Fa niente’
‘Beh,ci vediamo in facoltà allora’
‘Si,a presto ’
Ma chi voleva prendere in giro? Avrei scommesso qualunque cosa che non andava a letto prima delle due. Lo conoscevo troppo bene,teneva sveglia anche me a volte fino a quell’ora solo perché non riusciva a dormire. Che scusa patetica.
Forse stavo esagerando,forse era davvero stanco. Mi ripetei mentalmente di non fare la stupida e di non arrabbiarmi per inerzie mentre preparavo le valigie,fin quando non ne potei più e andai a letto. Mi aspettava una giornata davvero impegnativa e dovevo riposarmi per poter arrivare al college fresca come una rosa.
 
“Tu devi essere la mia nuova compagna di stanza” esclamò una ragazza bionda dagli occhi verdi appena entrai nella camera 214 del mio dormitorio.
“Eh si. Piacere Anne” dissi,porgendo alla ragazza la mano destra. Ma lei la scansò e mi si gettò al collo.
“Ahh,saremo come sorelle. Io sono Jilly” disse mentre si staccava da me. Notai subito dopo i suoi vestiti sparsi per tutta la camera e mi accorsi di quanti ne avesse.
“Quanta roba!” esclamai incredula.
“Oh questi,sono solo due cosette. Il resto è di là” disse con nonchalance e in quel momento non potei pensare ad altro se non al fatto che i miei vestiti erano la metà delle sue ‘cosette’. Ma ero felice di aver già trovato un’amica e sollevata dal fatto di non avere una di quelle stronze mestruate come compagna di stanza,lei sembrava simpatica.
“Siamo nello stesso corso di anatomia” esclamò felice.
“Davvero?” chiesi confusa.
Lei annuii.
“Che ne dici di andare a fare un giro del campus? Potremmo trovare qualche bel ragazzo..” propose un po’ imbarazzata.
“Direi di si,sono così emozionata” risposi saltellando.
Camminammo per due ore buone,quel campus era incredibilmente grande! Visitammo la biblioteca,la piscina per la squadra di pallanuoto,la palestra,alcune aule lasciate aperte per le pulizie e insistetti per vedere la facoltà di legge. In cuor mio speravo che Liam fosse già arrivato e non so perché avevo vergogna a chiamarlo.
Così ci inoltrammo nel dormitorio per salutare un amico di Jilly e mi stupii guardando le pareti tappezzate di targhe e quadri.
“Ma perché da noi non ci sono quad..Aja” andai a sbattere contro qualcosa o qualcuno.
“Stai più attento a dove metti i piedi,idiota” dissi prima di alzare la testa.
“E’ così che mi saluti dopo tre mesi che non ci vediamo?” la voce di Liam risuonò nel corridoio.
“Paaaaayne,che ci fai qui?” urlai affondando la faccia nel suo collo.
“Che ci fai tu qui? Questo è il mio dormitorio” rispose con tono di ovvietà.
“Oh giusto..beh non fa niente. Piuttosto novità?” domandai cercando di superare l’imbarazzo.
“Niente di che,la solita vita” disse sorridendo.
“Ehm..Anne? Dobbiamo andare,non dovremmo stare qui” si intromise Jilly.
“Oh certo. Liam,mi ha fatto piacere rivederti. Alla prossima” finii prima di prendere la mano della mia amica e andare via.
Tornando in stanza mi accorsi di quanto fosse cresciuto in tre mesi. Aveva più muscoli,la voce più profonda e almeno cinque centimetri in più. Inoltre notavo un accento di barba sul suo viso;mi faceva effetto vederlo così.
Tornata in stanza decisi di rimanere nel cortile del dormitorio a prendere un po’ d’aria. Al diavolo le valigie,le avrei disfatte dopo.
Il mio passatempo per la noia era diventato prendere in giro le coppiette felici che passavano,anche se era abbastanza deprimente.
“Oh guarda quei due,sembrano usciti da un cartone animato” ripetevo a me stessa,notando due ragazzi mano per la mano in lontananza che si avvicinavano.
“Un momento,ma io conosco quel ragazzo” alzai la voce di un’ottava quando mi accorsi che stavo ammirando il mio migliore amico tenere la mano di una rossa dagli occhi azzurri che rideva dolcemente guardandolo. I due erano sempre più vicini ed io non sapevo come comportarli. Quando mi furono davanti,guardai negli occhi Liam che si morse il labbro;la sua espressione diceva ‘si,ho capito. ti spiego tutto dopo ’. Io mi limitai ad inclinare il capo e a guardarlo con delusione. Poi si allontanarono.
Ero arrabbiata. Insomma,non me l’ero presa perché si era fidanzato,ma perché l’ho dovuto sapere così. Ero o non ero la sua migliore amica? Una volta mi diceva tutto. Che l’avessi ferito così tanto da far cambiare il nostro rapporto? Non volevo nemmeno pensarci.
‘Scusa,dovevo dirtelo. Si chiama Marianne ed è la mia ragazza da quasi un mese,scusa ancora’
Un messaggio.
Me l’aveva detto con un messaggio.
Patetico.
Stavo davvero perdendo la sua amicizia.
Salii sopra e presi il pc per controllare qualche notifica su Facebook e mi ritrovai la home piena di foto di Liam abbracciato alla sua rossa sorridente e molti commenti di ragazze che detesto. Pareva davvero che fossi l’unica a non saperlo. E questo mi faceva stranamente male. Molto male.
 
Gli esami erano stressanti e non avevo un attimo libero nemmeno per respirare un po’ di aria. L’ultimo esame del semestre era alle porte e io alle 02.30 di notte avevo il libro aperto alla stessa pagina da un’eternità. Era da un mese ormai che controllavo ossessivamente il cellulare aspettando un messaggio di Liam,anche un semplice ‘come va?’ per sapere se stavo bene,ma niente. Era troppo occupato con la sua nuova vita:aveva il basket,anche se non giocava benissimo; la sua nuova fidanzata,i suoi nuovi amici e non aveva tempo per me. Dopotutto facevo parte del suo passato,ma non riuscivo ad accettarlo. Fu allora che mi accorsi di una cosa. Presi il telefono e digitai tremante il suo numero.
‘Anne?’
‘Lo so che non stai dormendo,ho bisogno di vederti. Devo dirti una cosa ’
‘Ma scherzi? Sono le tre del mattino’
‘T- ti prego,è importante’
‘…’
‘Sotto il tuo dormitorio tra dieci minuti’
‘Grazie Liam’
L’aria pungente inglese mi graffiava le guance come se fossero stati coltelli,ormai l’inverno era nel pieno ed io ero scesa così di corsa da non indossare nemmeno un giubbotto. Mi sarei presa di sicuro un raffreddore, ma al momento non era importante.
Da lontano vidi una sagoma alta e snella venirmi incontro e presi un respiro profondo.
“Cosa c’è di tanto importante?” parlò per primo,ma non ebbe il tempo di accorgersi dell’accaduto che mi avvicinai velocemente e incastonai le mie labbra con le sue,facendole combaciare perfettamente. Misi le mani nei suoi capelli e dischiusi la bocca per lasciar danzare le nostre lingue ad un ritmo perfetto. Ma lui si staccò.
“Cosa credi di fare?” domandò sconcertato.
“Ti sto baciando e mi sembrava che ti piacesse” risposi abbozzando un sorriso.
“Si,ma..oddio sono confuso” disse prima di mettersi le mani nei capelli e sedersi sull’erba.
“Senti,questi mesi senza di te sono stati un inferno. Sono otto anni ormai che fai parte della mia vita e non ce la faccio a sentirti così poco. Solo che l’ho capito troppo tardi. Ho capito troppo tardi che non sei importante per me,tu sei indispensabile e non valgo niente se non ci sei. Non sono mai stata brava con i sentimenti,ti volevo solo dire che..che ti amo e l’ho capito troppo tardi” finii e mi sentivo davvero di svenire.
“Ed ora cosa credi che possa fare adesso?” chiese arrabbiato.
“Come? I- in che senso?” dissi sussurrando.
“Ti ho amata per molto,troppo tempo. Mi hai spezzato il cuore, ci è voluto tempo per aggiustarlo. Ora ho una ragazza che adoro,degli amici,la facoltà e arrivi tu a distruggere questa barriera che mi sono creato. Io ti ho amato prima,quando tu non potevi vedermi.
E’ troppo tardi” concluse alzandosi dall’erba e andandosene via.
Avevo già visto quella scena e proprio come la prima volta dal cielo caddero sempre più gocce finché non mi ritrovai zuppa e sola,con le gote rigate dalla pioggia e dalle lacrime a ripetermi che in quel momento ero più sola che mai.










OKAY,E' LA MIA PRIMA ONE SHOT,QUINDI SIATE BUONI. 
DICIAMO CHE CON QUESTA STORIA HO RACCONTATO UN CAPITOLO DELLA MIA VITA,MODIFICANDO UN PO' IL FINALE. 
SPERO VI PIACCIA.
VI AMO GENTE ALOOOOOOOOOOOOHA DFKJBNH
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: sunsetsvojce