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Autore: ChocolateClaire    16/01/2008    4 recensioni
[...]Ti ricordi,amore mio,di quando per la prima volta ti feci capire di essere attratto da te? Avevo passato l’estate precedente al quinto anno a pensarti,all’inizio senza capirne il motivo,e via via che il tempo passava il verde dei tuoi occhi e il rosso dei tuoi capelli si facevano più concreti nella mia mente,quasi vivi.[...]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei che durasse per sempre

Vorrei che durasse per sempre

 

 

James guardava con dolcezza Lily dormire al suo fianco, tra le ruvide lenzuola di cotone. Sapeva che sarebbe riuscito a stare per ore lì, semplicemente a guardarla respirare piano ed emettere mugolii difficili da sentire.

Erano passati degli anni, eppure gli sembrava ancora strano che la Evans alla fine avesse ammesso di amarlo. Sorrise.

In quel momento un versetto interruppe il silenzio e James seppe che Harry si era svegliato: si alzò velocemente per evitare la catastrofe… troppo tardi: il piccoletto iniziò a piangere a più non posso, concludendo ufficialmente la quiete mattutina.

- Shhh… - fece James quasi con tono di supplica. Lo prese in braccio e lo cullò, calmandolo lievemente.

- James… - Lily si stropicciò con energia gli occhi; il pianto l’aveva svegliata. – Portalo qui. -

James ubbidì e si mise sotto le coperte con il figlio tra le braccia, che stranamente, a contatto con quel torpore, si calmò.

- Buongiorno – gli disse dolcemente Lily, accompagnando il saluto con un dolce bacio.

- Buongiorno amore. -

Improvvisamente Harry cominciò a ridere, scalciando tra le lenzuola con i suoi piedini cicciotelli. – Mama, papa – sghignazzò.

- Hey campione – commentò James, - aspetta a tirare fuori tutta questa energia quando sarai su un campo da Quidditch, acclamato da tutte le ragazze della scuola… proprio come il tuo papà – aggiunse fingendo un tono presuntuoso, ripescato da un repertorio che ormai sembrava lontano anni luce.

Lily gli tirò un cuscino in faccia. – Quali ragazze, Potter? -

Entrambi risero.

 

 

Ti ricordi, amore mio, di quando per la prima volta ti feci capire di essere attratto da te? Avevo passato l’estate precedente al quinto anno a pensarti, all’inizio senza capirne il motivo, e via via che il tempo passava il verde dei tuoi occhi e il rosso dei tuoi capelli si facevano più concreti nella mia mente, quasi vivi.

In precedenza ero stato,anche senza accorgermene, poco simpatico nei tuoi confronti: mi divertivo ad imitare la tua voce altezzosa quando trattavi con me o con Sirius, trascinando i Grifondoro in fragorose risate. Ma quando scoprii di essermi innamorato di te, le cose cambiarono: ogni scusa era buona per cercare di attirare la tua attenzione.

Purtroppo ero solo un, come dicevi tu, bulletto arrogante che non sapeva come comportarsi ma che le aveva avute sempre tutte vinte. Molti, forse anche i miei migliori amici, pensavano che tu fossi per me solo un capriccio: viziato com’ero, una volta ottenuto ciò che volevo, avrei desiderato altro. Ma non era così… tu, mio più o meno dolce avvocato delle cause perse, mi attiravi come una calamita.

Un giorno mi avvicinai a te, seduta su una poltrona della Sala Comune, e arrogante come al solito e ti chiesi, sicuro: - Ti va di uscire con me il prossimo week-end? -

Ero così convinto che tu avresti detto di sì al campione di Quidditch, che il tuo rifiuto mi cadde addosso come un macigno.

Mi guardasti con un sopracciglio alzato e dicesti, secca: - Te lo scordi,Potter. -

 

 

Il piccolo ora ciucciava il latte da un biberon, tra le braccia materne. James gli accarezzava una guancia con il dito, poi si avvicinò per baciarlo sulla nuca, lì dove quei noti capelli neri erano più folti.

Lily sorrise a quel gesto così tenero e disse : - Un tempo non avrei mai pensato di amare così tanto dei capelli arruffati. -

- Oh, io invece lo sapevo – ribatté James. – Per questo mi davo tanto da fare per scompigliarli di più… -

- Credevo che lo facessi solo per avere l’aria di uno che è appena sceso dalla scopa … -

- Pensavo che fosse la tecnica giusta da usare con te… -

Lily lo fissò divertita: - Scusa se te lo dico, amore – precisò, - ma io spero che Harry mai, mai, utilizzi in questo modo i suoi capelli – disse fingendosi seria. – E che abbia in comune con te solo l’aspetto fisico, che io reputo… -

- Reputi? -

- Assolutamente affascinante. -

James scacciò una goccia di sudore invisibile dalla fronte. – Beh, questo è quello che spero anche io. -

E Lily sapeva che non si riferiva all’aspetto fisico.

 

 

Ricordo di quando, sempre durante il quinto anno, mi presi gioco di uno studente più piccolo perché aveva ‘osato’, era questo il termine che usai, rispondere a un mio insulto.

Io avevo paragonato la sua corporatura a quella di un pachiderma indiano, ma a lui non era permesso dare dell’imbecille, aggettivo quantomeno azzeccato, al popolare James Potter…

Con un movimento di bacchetta, Sirius lo costrinse a testa in giù.

- Come ti permetti? – ringhiò.

- Ha iniziato lui! – lo si sentì dire da sotto l’ingombro delle vesti.

- Beh, ma io ho detto la semplice verità: non è forse vero che sei un ciccione? –

E con una fattura lo feci ricoprire di pustole viola scuro.

- Anche lui ha detto la verità, Potter. –

Sapevo che eri tu, così mi arruffai subito i capelli. – Cosa intendi, Evans? –

- Il fatto che tu sia un imbecille è assolutamente vero – mi dicesti con rabbia. – E aggiungerei anche tronfio, arrogante e prepotente… in altre parole: Potter. -

- Non fare la dura, lo so che muori dalla voglia di uscire con me… - affermai con un ghigno.

- Lascialo andare, SUBITO! – urlasti, le iridi verdi infuocate. – O sarò costretta a chiamare la McGranitt! -

- Si certo – risi. – Non credo proprio che tu voglia sacrificare preziosi punti per un ciccione sconosciuto… -

- Mettimi alla prova, imbecille. -

 

 

Mentre James rifletteva sulla parola imbecille, Lily depose il figlio sul materasso e si accucciò al suo fianco. James la osservò.

 

 

Al sesto anno non demordevo.

Un giorno, a colazione, approfittai della tua disattenzione per rubarti una lettera appena ricevuta via gufo. Era di tua sorella.

Pressappoco, Petunia ti informava del suo imminente matrimonio con una persona ‘normale’ e ti invitava assolutamente a non partecipare, anche sotto costrizione dei vostri genitori. Ricordo come concludeva: ‘Non voglio che il giorno più bello della mia vita sia rovinato dalla presenza di  un mostro’ .

Quando finii di leggere, mi accorsi che i tuoi bellissimi occhi erano arrossati… ma invece di consolarti, o, semplicemente ,di farmi gli affari miei, ti ricordi cosa ti dissi?

- Oh, Evans! - esclamai con un tono di voce più odioso di quanto non volessi, - scommetto che dimenticheresti tutti i tuoi dispiaceri se ti  decidessi ad uscire col sottoscritto! -

Ti sventolai la lettera sotto il naso.

Ero un tale idiota! Come potevo anche solo pensare di conquistarti con un gesto così insensibile?!

Il tuo schiaffo mi colpì in pieno viso, un viso che non era mai stato schiaffeggiato prima di allora. Rimasi così sorpreso che per un istante non sentii neanche dolore…

Tutti i presenti in Sala Grande ci fissavano; l’immagine di Sirius con il bacon che gli usciva dalla bocca spalancata probabilmente non mi abbandonerà mai.

- TU! - strepitasti in preda alle lacrime, -COME HAI OSATO?! -

Non ricevetti tempo per rispondere; l’attimo dopo ti precipitavi fuori dalla sala,singhiozzando.

E io rimasi lì, in piedi con una mano sulla guancia dolorante e qualcosa di opprimente, che potevo riconoscere come dispiacere, che mi occupava il cuore.

Allora la cosa che mi preoccupò maggiormente fu la figuraccia… oggi, se ci ripenso, mi vergogno solamente del mio comportamento.

 

 

James si sfiorò la guancia, sovrappensiero. – Ricordati, amore, di non fare mai, mai, arrabbiare tua madre… - disse ad Harry, che sembrava divertito.

Lily lo fissò accigliata, senza capire per quale motivo se ne fosse uscito con una frase simile. Poi lo vide grattarsi una gota e capì. – Come mai oggi sei così pensieroso? – gli chiese come per prenderlo in giro. – Dopo anni hai deciso di fare ammenda?Se fosse così, Severus Piton dovrebbe essere il primo della lista… –

- Mm… - mugugnò l’altro. Qualcosa gli diceva che era meglio evitare qualsiasi commento su quella particolare persona. – Stavo solo rivangando… -

- Perché? Pensavo che il presente per te fosse di gran lunga il migliore… - disse Lily con voce suadente. Gli si avvicinò e gli scoccò un bacio passionale… che purtroppo fu subito interrotto dalla lamentele del piccolino.

- Mi sa che non c’è stato nulla da fare contro i tuoi geni… - proferì Lily, sconsolata. – Vuole sempre essere al centro dell’attenzione! – Sbaciucchiò teneramente le manine del figlio.

- Vorrei che durasse per sempre – disse James ad un certo punto. – Noi tre, così, per sempre. -

- Ti amo. -

- Ti amo anch’io. -

I tre si strinsero.

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

  
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