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Autore: Erc    03/07/2013    0 recensioni
Il puzzle di una giovane mente.
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-C'è nessuno?-
-Scusi, eccomi buongiorno! mi scusi ancora per l'attesa-
-Vorrei vedere un oggetto in vetrina_
-Certo, quale?-
-L'orologio... quello nella campana-
-Ah, sì, bell' oggetto!-
L'antiquario estrasse dalla tasca un grosso mazzo di chiavi -Ecco a lei-
-...Quanto?-
-Beh è un bel pezzo. E' un orologio della morte-
-Mh? "Della morte"?-
-Sì. E' molto antico. Prima gli orologi venivano rifiniti con il mercurio. Il mercurio quando poi veniva fatto evaporare dall'oggetto i gas che procurava erano letali. Sa perdita dei denti, capelli e tutto il resto... ma visto che a quei tempi queste cose erano ignote l'orologiaio li inalava con non curanza. Tempo 5 massimo 7 anni di questa vita e l'orologiaio era finito... lo stesso accadeva con i cappellai, ecco perché in Alice e il pae...-
-Capisco. Ma quindi ci possono essere ancora tracce di mercurio?-
-Ah, no no. Saranno anche stati imprudenti ma sapevano come lavorare. se ci fosse stato anche solo un residuo il pezzo non sarebbe stato certificato dalla corona- indicò delle lettere incise sul fondo
-Allora quanto?-
-900-
L'uomo estrasse il portafogli e pose sul bancone due banconote da 500
-Mi faccia un pacchetto-
L'antiquario fu preso alla sprovvista -Certo...-
-Ecco il suo resto-
Ma l'uomo era già sulla soglia del negozio -Se lo tenga-
 
Le marionette... un’ arte antica e difficile da maneggiare. I vari componenti per un' articolazione perfetta, il legno ben levigato ed il colore per dare vita e personalità al cirmolo, al tiglio o al noce; un bravo marionettista deve essere come tre uomini in uno: medico, falegname e pittore. Senza contare la sua maestria nelle mani, più abile a plagiare di quelle del demiurgo di Platone.
-Questo?-
-Sì-
-Bel coltello. Risale alla grande guerra-
-La prima guerra mondiale?-
-...sì-
Il ragazzo prese il coltello e lo estrasse dal fodero. Strabuzzò gli occhi
-Le seghettature che ricordano i denti di una motosega venivano usate dai genieri per tagliare la legna-
-...-
-Quando un soldato prigioniero veniva trovato in possesso di un coltello simile veniva fucilato all' istante. Troppo crudele come lama-
-Mi piace-
-Mi sembri troppo giovane per essere un collezionista-
-Anche lei mi sembra troppo giovane per fare l'antiquario-
L'uomo sorrise- Sai il fatto tuo mi piaci. Come ti chiami?-
-   -
-Bene     . Verrebbe 300 ma per te 200-
-200? non ho tanti soldi-
-... possiamo trovare un accordo-
-Cioè?- il ragazzo si mise sulla difensiva, l'uomo capì il suo pensiero e rise
-Ho dei mobili da scaricare sul retro. se mi aiuti è tuo-
     ci pensò. Ma alla fine decise che il gioco valeva la candela.
 
 
-E tua zia?-
-Mi ripeteva sempre quelle stesse parole. Sono da quelle uniche tre parole che la ferita si è aperta, lei mi ci ha infilato le sue dita dentro e poi l'intera mano fino a scavare nei visceri e a rendermi così... Così: paranoico, subdolo, manipolatore, pazzo ed in fine un omicida. Ad ognuno di loro ho ripetuto quelle tre parole, beh sì certo coniugandone il verbo in modo simile ma... eco entro sempre troppo nel particolare, mi scusi-
-Continua pure-
-Perché scrive ciò che dico?-
-Mi serve per aiutarti ma se a te...-
-Aiutarmi? E' per caso un angelo lei?-
-No, non sono un angelo Samuel-
-Un demone allora?-
-...-
-Suppongo di no... e allora non può aiutarmi. O meglio può farlo ma solo per poco. Se lei... ecco rientro nella tediosità, mi scusi-
-Continua pure. Come potrei esserti d'aiuto?-
-"Sei un aborto" ecco cosa mi ripeteva ogni giorno. Abbracciandomi-
-...-
-So che non uscirò mai da qui. So anche che lei mi fa queste domande perché se pure la ripugni  sono raro nel mio genere.
Sa quando andavo a scuola i ragazzini mi pestavano ed io non reagivo, avevo paura. Poi un giorno ne incontrai uno per strada, era solo...-
-...se vuoi possiamo riprendere più tardi...-
-Mi eccitai a vedere le fiamme. Andai al suo funerale e dovetti trattenermi dal ridere in faccia ai suoi genitori. Guardando la bara provai un senso di affetto verso di lui, ora che era cambiato in meglio.
Ed è così che mi sento ora... lei mi piace dottoressa... non in quel senso, ma la vedo estranea da tutti gli altri. Avvocati, poliziotti, giudici ed i parenti di loro. So che non è così ma se mi abbracciasse potrei anche convincermi che lei sia davvero differente-
-Non posso farlo Sam-
-Lo immaginavo-
 
"Mio caro, offro 100 dita per la tua amicizia.
In questo ciclo ho avuto molto da fare, lavoro su lavoro, teste su teste. Quasi non distinguo più il mio odore da quello della formalina.
Mi chiedevi di Dora e anche lei molte volte chiede di te, sarebbe molto lieta di conoscerti a breve ha detto che ti scriverà anche lei.
Ma il punto, il fulcro, di questa lettera è che ho conosciuto una ragazza. Non pensare male di me mio buon amico, è solo che sono un tipo molto curioso come avrai capito.
Ménage à trois è così che i francesi lo chiamano: una donna e due uomini. Lei è dolce e passionale, anche se a guardarla non lo diresti mai, molto alta e capelli neri. Un fisico che ti farebbe sbiancare, credo che le sue articolazioni ti piacerebbero. Willis non lo conosco bene, ma a lei piace ed io lo trovo una persona in apparenza molto cordiale.
Aspetto presto tue notizie.
                                                                                           Il tuo miglior ed unico
                                                                                                       confidente"
 
 
-Sam non mi hai mai parlato di tuo padre-
-Non nulla da dirle dottoressa di lui-
-Allora potresti...-
-Ma visto che per il suo fottutissimo rapporto sarebbe un punto forte, vedrò di sforzarmi-
-Sei ancora arrabbiato con me Sam?-
-Certo che no dottoressa. Ci vuole altro per farmi arrabbiare. Vuole ancora sapere di mio padre?-
-Sì-
-Se spera in violenze da parte sua, resterà delusa. Era un uomo buono. Ma troppo ingenuo. Mi lasciò da piccolo senza darmi nulla a cui aggrapparmi-
-Cosa intendi?-
-Educazione: giusto e sbagliato. O almeno ciò che voi definite tale-
-E tu come definisci il giusto e sbagliato?-
-Io non lo definisco. Decidere di non abbracciarmi è stato giusto per lei ma sbagliato per me-
-Uccidere per te è giusto?-
-Io non "uccido" dottoressa-
-Privare un uomo della vita è uccidere, Sam-
-Anche privarlo della propria libertà dottoressa?-
-Suppongo di sì. Se intendi lo schiavismo...-
Si sente quindi un' assassina dottoressa?-
-Tu sei qui per i tuoi crimini Samuel. Non perché noi abbiamo deciso di schiavizzarti-
-Giusto per lei, sbagliato per me dottoressa-
-Giusto per la comunità e la sicurezza di altre persone Samuel-
-...credo stiamo sforando dottoressa. Il timer è scaduto, le conviene uscire prima che gli infermieri entrino per salvarla da me-
La dottoressa si alzò e si diresse alla porta -Sam non sono io che non voglio abbracciarti... non mi è permesso farlo-
-Giusto per lei ma sbagliato per me dottoressa-
 
 
 
 
 
 
-Buon giorno!-
-Buon giorno, desidera?-
-Vorrei sapere se ha un altro di quei orologi... aspetti un attimo non era lei la persona con cui ho parlato l'altro giorno!-
-Suppongo di no, forse era mio fratello maggiore, ma può dire anche a me-
-Mh... già suo fratello era giovane per un posto simile-
Sorrise -Si lo so, è della famiglia questo posto e conosciamo alla perfezione ogni articolo qui dentro anche se siamo molto giovani, ma mi diceva di un orologio?-
-Ah, sì suo fratello lo ha chiamato orologio della morte-
-Capisco. Ne vorrebbe uno uguale?-
-Sì-
-Desolato ma sono articoli rari, ma abbiamo altri orologi di uguale pregio-
-Lasci stare. Mi saluti suo fratello-
-Non mancherò. Arrivederci-
L'uomo uscì ed il ragazzo ritornò nel retro, prese le chiavi chiuse il negozio
-Hai sentito? hai fatto colpo ragazzotto-
-Mh...mh...-
-Ti ho dovuto per forza attaccare le labbra. Non smettevi di urlare, neanche ti stessi sodomizzando- scoppiò a ridere
-Coltello della quinta divisione polacca. usato dai genieri, non vale neanche 50 dollari... sai perché sto per scuoiarti?!-
-...-
-Certo che no, è un segreto che voglio condividere solo con te... Perché "io sono un aborto"-
 
 
Chissà se siamo tutte marionette. Magari esistono creature per cui noi siamo solo giocattoli da scambiare, così interagiamo tra noi, solo se apparteniamo alla stessa creatura. Magari ce ne sarà una con migliaia di mani e ancora più dita che governa interi paesi ed altre con una sola mano e poche dita che regna sovrana solo sul suo burattino.
 
-Non mi piace!-
-Ma come?-
-No. E' orrenda-
-Ma sai quanto ci ho messo a finirla?-
-No. Ma se ci hai messo più di una giornata sei una schiappa-
-Secondo me è molto bello-
-Ah. Qualcuno che mi apprezza-
-Per forza-
-Cosa vorresti intendere brutto stronzetto-
-Nulla, nella per carità-
-Ehi calma, calma. Sono gusti, no!?-
-Non dovresti permettergli di criticare così il tuo lavoro-
-Io critico ciò che mi pare-
-Ed io posso spezzarti le gambine ed infilartele giù in gola. Come la vedi?-
-Eh, sempre il solito cagnone da guardia-
-Smettetela voi due!-
Ma io cosa centro. E' lui che minaccia-
-Io ti minaccio solo perché non posso metterti le mani addosso-
-Ohhh, ti piacerebbe mettere le tue manine sul mio sedere, vero!? vecchio porco-
-Vieni qui mal...-
-Ora basta!- Samuel versò la benzina sull'antiquario dandogli fuoco -Si ricomincia da capo!-
 
-Chi è lei?-
-Dottor Sarrod, molto lieto...-
-La dottoressa dov'è?-
-La dottoressa Carlo non c'è, la sostituisco io-
-vada a farsi fottere dottor Sarrod-
-La prego di moderare il linguaggio-
-Perché? La disturba?-
-Sì-
-Sa quanto me ne frega di ciò che prova. Faccia ritornare la dottoressa-
-Non mi costringa a chiamare gli infermieri-
-Cosa? Vuole farmi picchiare?-
-Certo che no...-
-E allora stordirmi. Magari ora mi caccia dal suo taschino un orologio a cipolla o mi vuole far iniettare qualche dose di farmaco da cavallo-
-So che...-
-Che con me non attacca. Dottore potrei convincerla che la sua merda sia oro nero se solo volessi-
-...-
-Quindi ora faccia tornare la dottoressa o quello che c'è nella mia scatola cranica resta lì a marcire con il mio corpo-
 
Quando poi due creature si odiano i loro burattini sono scaltre faine: strumenti di sottomissione
 
-Voglio che lo mangi-
-Ma...ma...m-
-"MA" cosa? Fai schifo, non sai neanche parlare-
-Puzza-
Parti uno schiaffo -Di chi era?-
-...-
-Rispondimi stupido animale. DI CHI ERA?-
-M...m...mio-
-"m...m...mio" e quindi ora lo mangi-
-Non c...c...ci riesc...c...o-
.Oh Cristo. Avrei dovuto lasciarti per strada- Prese il pesce rosso e lo infilò a forza nella bocca del bambino -Ora mastica ed ingoia-
Il bambino obbedì cercando di fare il più in fretta possibile
-E non vomitare o ti rigetto anche quello in gola!-
 
-Vorrei vedere quella katana lì-
-Mh...-
-Quella nera con il manico inciso-
-Ah...-
L'uomo prese l'arma aiutandosi con lo sgabello -Mi scusi, non la capivo solo perché ad un occhio più attento questa non è propriamente una katana-
-Ah no!?-
-No. Ecco guardi- estrasse dal bancone un' altra spada- Questa lo è. Quella che ha lei in mano è detta wakizashi... molto più piccola e maneggevole di una katana-
-Capisco...-
-I samurai non si staccavano mai dal proprio wakizashi, lo consideravano una sorta di guardiano dello spirito. Infatti lo indossavano ponendolo sul ventre che era ,secondo lo shintoismo, la sede dell'anima-
-Interessante, quindi questa spada non si è mai staccato dal proprio proprietario?-
-Per fare armi di questo genere i mastri forgiatori ci impiegavano anni, durante la seconda guerra mondiale molti soldati di ritorno dal Giappone si sono portati dietro cataste di katana e affini, ma tutta ferraglia. Solo pochissime di quelle spade potevano essere definite vere katana o wakizashi.
Comunque sì, il wakizashi era seppellito con il proprio samurai, soprattutto se quest'ultimo lo aveva usato per il seppuku: il taglio del proprio ventre per disonore. I samurai lo compivano spesso, per non essere riusciti a compiere una missione, per essere stati insultati in pubblico o quando il loro padrone moriva assassinato e loro non erano riusciti a salvarlo o a vendicarlo. Poi c'erano i ronin, i disertori. Coloro i quali si rifiutavano di compiere tale gesto.-
-Sa molte cose-
-Mi lusinga, ma amo il mio mestiere e quindi cerco di farlo al meglio. Mi rammarica solo il fatto di non poterle offrire la coppia completa, il daisho: katana e wakizashi-
-Capisco. Non vorrei sembrarle maleducata, starei ore ad ascoltarla, ma devo fare delle commissioni-
-Si figuri. Sono io che mi lascio trasportare troppo-
-quanto verrebbe a costare?-
-Qui viene la parte difficile; mi è difficile dare prezzi a oggetti così... 1800 dollari-
-Credo li valga tutti-
Andarono alla cassa
-sa mi ha sorpresa!-
-Mi scusi?-
La donna rise- Conosco molto bene questi tipi d'arma ed armature, posseggo una collezione e molti miei pezzi sono in affitto nei vari musei della contea... pensavo che si sarebbe approfittato della mia ingenuità ed inesperienza-
-Mai fatto, ecco a lei e arrivederci- L'uomo aveva cambiato umore
-L'ho offesa?-
-No, ma ho anch'io molo fare. se non desidera latro...-
-Mi scusi, le ho fatto perdere fin troppo tempo, ha perfettamente ragione-
-Buona giornata <>-
  
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