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Autore: lishiawho    03/07/2013    0 recensioni
Si diceva che quelle acque fossero sempre burrascose per via della Principessa delle Sirene che vi abitava.
Ogni mare ne possedeva una ma la loro era alquanto viziata e il suo umore condizionava le correnti stesse.
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Le prove di Alkhien
Autore: type_writerj
Fandom: Originale
Characters/
Paring : Feha/Alkhien  
Genere/Avvertimenti: Angst - Fantasy - Fiaba
Rating: SAFE
Word: 1316(fiumidiparole)
Disclaimer: Copyright (c) 2013 type-writerj. All rights reserved.



Le prove di Alkhien

C'era una volta, in una delle terre circondate interamente dal mare, un giovane uomo.
Questi era molto emozionato in quanto aveva finalmente raggiunto l'età che gli serviva per salpare per mare, sogno che lo aveva accompagnato per anni.
C'erano però dei problemi, il mare che si estendeva intorno alla sua isola, era famoso per essere molto burrassoso e aveva portato ai fondali molte navi. In molti del villaggio dove abitava gli avevano consigliato di non partire, però Alkhien - nome del ragazzo - non voleva dargli retta: Che razza di marinaio sarebbe stato se si faceva spaventare da un mare in tempesta?
La mattina seguente agli acquisti per le scorte, allora, si alzò presto e raggiunse la sua piccola barca, caricò i pochi bagagli e la spinse a largo. Il vento e le correnti erano molto più forti da come lui se le era immaginate, la vela e l'albero maestro si ruppero subito, Alkhien non riuscì neanche a raggiungere un tratto di mare in cui non vedesse più la sua isola, che affondò.
Tornato a riva per miracolo, lo trasportarono dalla Maga del Villaggio, un'abitante che sapeva guarire le persone quando erano malate grazie a particolari infusi.
Lo fece stare meglio, ma non riuscì a fargli cambiare idea.
"Voglio riuscire a partire!" Aveva esclamato il giovane e così lei, arrendendosi alla cocciutaggine del suo paziente e al suo grande desiderio di salpare, gli raccontò una leggenda.
Si diceva che quelle acque fossero sempre burrascose per via della Principessa delle Sirene che vi abitava.
Ogni mare ne possedeva una ma la loro era alquanto viziata e il suo umore condizionava le correnti stesse. Il giovane Alkhien allora chiese alla Maga dove potesse trovare la sua residenza e lei gli indicò un'entrata per essere umani, una grotta sulla scogliera.
Il giorno dopo, il giovane si avviò per la spiaggia, camminando per ore prima di giungere nel posto che gli avevano suggerito. Rimase all'entrata per qualche minuto, incerto se credere alle parole della vecchia maga, ma poi entrò e continuò a camminare.
Giunse, finalmente, in un lungo corridoio. Alkhien non capiva come potesse brillare così tanto visto che erano sotto terra, ma andò avanti e aprì la grande porta in fondo.
Al centro e sul fondo della stanza, seduta su una grande cochiglia aperta, stava una bellissima sirena dai capelli turchese e la coda cangiante. Sorrideva e per un momento si sorprese di vederlo, facendogli poi cenno di avvicinarsi.
Il giovane si chiese come potesse una creatura così bella fare quello al mare, renderlo percoloso, e pian piano le si avvicinò.
Non aveva mai visto niente di più bello.
"Qual'è il tuo nome?" Le aveva chiesto lei, la voce gentile e leggera.
"Alkhien. Mi chiamo Alkhien. Io... sono qui per farvi una richiesta, principessa." Disse
"Piacere Alkhien, io sono Feha, la Principessa che controlla le acque attorno alla tua isola. Cosa ti fa pensare di poter entrare nella mia residenza e fare richieste senza neanche chiedere il permesso?" Disse.
Il suo tono non era cambiato, disse tutto molto gentilmente, ma si percepiva l'astio nelle sue parole.
Il giovane non seppe cosa rispondere inizialmente, poi continuò, cercando di spiegargli la situazione in cui lui si trovava ma di nuovo la Sirena non lo volle accontentare, non considerava gli umani degni di attenzione e lo cacciò via dal suo palazzo.
Il giorno seguente Alkhien si ripresentò, continuando a chiederli di far smettere la tempesta che ormai non cessava da anni, e anche il giorno dopo e ancora il seguente.
La principessa Feha si era così abituata al suo viso che quasi non poteva farne a meno. Quando tardava si preoccupava che gli fosse successo qualcosa e quando se ne tornava a casa deluso dall'estrema negazione alla sua richiesta, diventeva triste.
Non voleva permettergli di partire ormai ed il motivo non era l'inferiorità dell'essere umano, ma perché sapeva che se Alkhien avrebbe lasciato l'isola non ne avrebbe più fatto ritorno.
Un giorno quando, come gli altri, Alkhien entrò nel palazzo per parlare con la principessa, lei offrì a lui una possibilità.
"Se riuscirai a portare a termine le tre prove che ti affiderò, allora farò smettere la tempesta e ti darò modo di partire. Altrimenti rimarrai qui accanto a me per sempre."
Alkhien non credette alle sue parole quando lei le pronunciò e accettò subito, non riflettendo della vera posta in gioco.
La prima prova consisteva nel trovare una conchiglia particolare. Era del tutto bianca e dentro era custodita la perla della sirena.
Il giovane allora partì alla ricerca, girando tutta l'isola e tornando dopo una settimana al palazzo della principessa.
Si inginocchiò e le passò la conchiglia che lei fissò per qualche secondo prima di buttarla malamente a terra.
Non credeva che avrebbe portato a termine la prova o almeno non che l'avrebbe fatto in così poco tempo.
Alkhien non prese per nulla bene il suo gesto e cominciava a capire che la bellezza della principessa stava solo nell'aspetto esteriore.
"Per la seconda prova devi trovare una squama della coda di una sirena." Disse solo e Alkhien lasciò il palazzo.
Stavolta vagò per molto più tempo senza trovare nulla e arresosi tornò al palazzo di Feha a mani vuote. Lei rise, ma lui, senza darle peso e senza farsi vedere, si avvicinò a lei più del dovuto e con un coltello le tolse una delle sue squame.
"Non avete specificato a quale sirena avrei dovuto toglierla." Disse, prima di porgergliela sulle mani.
La rabbia della principessa saliva e ormai era evidente.
"Per la terza prova dovrai andare al tempio medusa e rubare lo smeraldo incastonato negli occhi della sua statua. Devi tornare prima di mezzogiorno di domani." Disse lei, autoritaria.
Alkhien partì in fretta, ansioso. Ce l'aveva quasi fatta, mancava una singola prova.
Arrivò al tempio - che si trovava dall'altra parte dell'isola rispetto al suo villaggio - quando il sole era già alto. Entrò, cercando di fare alla svelta e trovò solo dopo aver camminato per tanto la statua di medusa. Era enorme, non se l'aspettava così grande. Cominciò allora ad arrampicarsi, per raggiungere pian piano gli occhi della donna, e più volte rischiò di cadere. Alla fine, però, staccò gli smeraldi incastonati nei suoi occhi e li mise in tasca per poi cominciare la propria discesa. Uscito dal tempio, si mise a correre più in fretta che potè, sperando di riuscire a farcela, il sole scottava molto.
Finalmente scorse l'entrata del passaggio e anche se sentiva un dolore pungente alla milza continuò a correre, scivolò nella grotta ed entrò nel palazzo. Feha era sempre lì e lo fissava col sorriso, non era un buon sorriso.
"Mi spiace Alkhien, sei in ritardo. Mezzogiorno è passato da due minuti ormai." Gli disse, ridendo e lui quasi svenì per la risposta.
I giorni seguenti furuno i più brutti che Alkhien avesse mai passato in vita sua. Era costretto a stare con Feha in ogni momento della giornata in quanto nessuno dei suoi sudditi voleva farle compagnia.
Una notte, dopo due settimane di prigionia, Alkhien non ce la fece più e lasciò il palazzo, scappando.
Corse per tutta la spiaggia, cercando di allontanarsi il più possibile dalla principessa, notando poi una bella caravella ancora al molo.
Non ci pensò due volte, salendo a bordo e partendo.
Era notte e quando la principessa dormiva il mare si placava un poco, era l'occasione perfetta per Alkhien di lasciare l'isola.
Preparò la nave e partì, si era quasi allonato del tutto quando la tempesta si fece più potente: Feha doveva essersi svegliata.
Cercò con tutto se stesso di portare la caravella fuori dalla burrasca ma fu unutile, il povero battello aveva ormai imbarcato acqua e stava affondando.
Alkhien si voltò per un ultimo saluto all'isola per poi lasciarsela alle spalle e guardare all'orizzonte, verso la libertà che aveva sempre agognato.
"Una nave non affonda senza il capitano." Furono le ultime parole che Alkhien disse e il mare le ricordò, portandole come un sussurro fra le correnti alle orecchie della principessa che lo pianse di dolore finché i suoi fantastici capelli non divvenero bianchi e il suo povero cuore - a quanto pare non molto diverso da quello degli umani - smise di battere.
  
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