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Autore: MeiyoMakoto    03/07/2013    1 recensioni
Edward Snowden, nato il 21 giugno 1983, è già diventato un personaggio storico rivelando segreti del Governo americano che hanno scioccato il mondo.
Ho visto il suo nome e la sua faccia per la prima volta una sera tornando dalla spiaggia, su un enorme striscione di manifestanti di Hong Kong; poi mamma ha spento la TV e siamo andati a cena. Non so perché mi abbia colpito tanto -forse è stato il contrasto tra il suo faccione da americano mezzo addormentato e la marea di cinesi inviperiti che lo circondavano. Fatto sta che ho cercato la sua storia su Wikipedia.org... Non sarà stata una ricerca approfondita, ma quello che ho letto mi ha dato molto da pensare. Volevo contribuire a creare un dibattito, a far sì che non fossi l'unica a venirne colpita: idealista d'altri tempi o incosciente?
Ho tralasciato deliberatamente alcuni aspetti importanti della storia di Snowden (dove si trova attualmente, come ha ottenuto i segreti che lo hanno reso un fuorilegge...) sia per una questione di lunghezza e struttura della storia, sia perché gente più informata di me saprà sicuramente illuminarvi meglio, e spero davvero che anche voi, dopo aver letto, vorrete saperne di più.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon compleanno, Edward.

È cominciato su un aereo per Hong Kong.

The Land of the Free  è ormai lontana; solo cielo e oceano, adesso.

Solo aria e stelle; chissà se le hai guardate, chissà se ti interessavano. Chissà se invece sei riuscito a dormire.

Destinazione: Cina.

La grande patria della dittatura comunista dalla caduta del Muro di Berlino. Ironico, no? La democrazia ti dà la caccia, la dittatura sarà il tuo rifugio.

No, neanche un po’.

Non è stata l’ironia della sorte a dettare la tua scelta: quale nazione democratica rischierebbe di inimicarsi gli Stati Uniti solo per proteggere un ‘solitario ventinovenne’, come ti hanno definito?

Anzi, trentenne.

Buon compleanno, Edward.

No, l’America ha il mondo ai suoi piedi, tu lo sai meglio di chiunque.

Per fortuna conosci il Mandarino quanto basta per campare. La Cina può andare, per ora. Non è l’Islanda, ma può andare.

Ti chiameranno spia, ti chiameranno traditore della patria.

Perché l’America ha i suoi segreti, e tu non avevi intenzione di tenerli per te: l’America spia la Cina e l’Europa. Forse c’è anche di più, ma tu non l’hai ancora svelato.

Traditore.

Forse hanno ragione, ma tu sei e sarai sempre orgoglioso di essere americano.

“Non sono né un traditore né un eroe: sono un americano.”

Spia.

Spia solitaria.

Non lavori per nessuno, eppure sei pericoloso.

Forse meno pericoloso di quanto il governo voglia farci credere, ma sicuramente pericoloso.

E dannatamente complicato.

Ce ne sono altri come te, ma finora solo tu sei in fuga da Washington.

Eroe solitario o traditore? L’America è divisa.

Gli altri hacktivists stravedono per te; Julien Assange, fondatore di Wikileaks e confinato all’ambasciata ecuadoregna di Londra, tra meno di una settimana farà del suo meglio per sostenerti e permetterti di rifugiarti in Islanda, la tua meta ideale.

Ma la realtà, Edward, è che sei solo contro il mondo, adesso.

Perché le nazioni giocheranno a patata bollente con te. Sei utile, ma non vogliono usarti. Il gioco non vale la candela.

E comunque, tu non sei una spia.

Ma stai cambiando drasticamente le carte in tavola; incosciente, ti hanno chiamato.

Forse hanno ragione.

Spia no, ma incosciente…

Stai alterando lo Status Quo come mai nessuno prima d’ora: hai iniziato con due articoli sul Guardian con tanto di firma e foto, dove rivelavi all’America che lo Stato la spiava: telefonate di privati cittadini intercettate dall’Agenzia Nazionale della Sicurezza e accordi segreti con le compagnie telefoniche perché questo fosse possibile. Lo scopo di questo sistema di sicurezza era individuare eventuali terroristi o criminali.

Nome in codice: PRISM.

Top Secret.

Fino al 6 giugno, almeno.

Una completa violazione della privacy, dato che non si fa distinzione fra sospettati e innocenti cittadini. Eppure...

PRISMha salvato molte vite, afferma il governo. Ha perfino sventato attacchi terroristici.

E ora tu l’hai mandato a puttane.

Eri già lontano da casa quando l’articolo è uscito: hai lasciato la tua casa alle Hawaii, la tua ragazza, il tuo lavoro profumatamente pagato all’Agenzia per una vita da fuorilegge.
Sapevi che non sarebbe stato facile, ma era questo che ti aspettavi? O pensavi che l’opinione pubblica sarebbe accorsa in tuo aiuto? In parte è stato così, ma non basta: i sondaggi dividono il tuo Paese a metà tra quelli che ti vogliono in galera per spionaggio e quelli che invece ti rivogliono in patria con tanto di grazia da parte di Obama.

Tra due giorni, quando uscirà l’articolo del South China Morning Post che rivela che l’America si è infiltrata nei computer della Cina fin dal 2009 e che anche i telefoni cinesi sono tenuti sotto controllo dal Governo americano, si griderà alla spia comunista. Persino alcuni tuoi partigiani cominceranno a chiedersi se tu non sia effettivamente un traditore: finché si parla di ingiustizie verso il popolo americano sei un eroe dei nostri tempi, ma quando entrano in ballo le altre nazioni è diverso. Se hai rivelato questo, cosa ti trattiene dallo svelare segreti più pericolosi? Dopotutto sei ospite in Cina.

E quello che hai rivelato, in ogni caso, non può non alterare i rapporti sino-americani.

Ma tu fai quello che fai per la gente. Per la tua coscienza, e per la gente. Se è giusto ciò che fai, è tutto da vedere, ma è quello in cui credi; c’è chi ha paragonato gli ideali che ti guidano a quelli dei Padri Fondatori, e chi ti ha bollato come attentatore ai principi della Costituzione Americana.

Gli abitanti di Hong Kong scenderanno nelle strade a manifestare in tuo favore, ma questo non è certo uno scudo contro le accuse di antipatriottismo.

Hai già rivelato molto di scottante, e  per il giorno del tuo compleanno non fai certo un’eccezione; o almeno, i giornalisti del Guardian non la fanno.

Ieri sono stati pubblicati altri particolari su PRISM; oggi il mondo scopre l’esistenza di Tempora, un sistema di sorveglianza clandestino installato nel 2011 dal Governo britannico, anch’esso volto a controllare i traffici telefonici.

A differenza dei politici americani, infiammatisi dopo la scoperta di PRISM, il Primo Ministro Cameron mantiene la sua flemma inglese e nega che il sistema abbia violato la privacy dei cittadini del Regno Unito, ma piuttosto ne ha mantenuto la sicurezza. È orgoglioso di Tempora, dice.

L’Unione Europea non è dello stesso parere.

E così hai scombussolato anche l’Europa. Continuerai a scombussolarla il 29 giugno, quando sul giornale tedesco Der Spiegel  uscirà l’articolo sulle cimici a Bruxelles e negli uffici dell’UE a Washington e a New York, e sull’infiltrazione americana nei network europei.

Buon compleanno, Edward.

Il Governo americano ti ha regalato la censura degli articoli del Guardian e un sistema di sicurezza più efficiente per salvaguardare i servizi segreti.
La tua storia non è finita, e di sicuro non finirà molto presto. C’è molto che non ho raccontato, e molto che non è ancora successo.

Staremo a vedere. 

  
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