Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Road_sama    03/07/2013    3 recensioni
[Fanfic sospesa fino a che non mi tornerà l'ispirazione giusta. Chiedo scusa a tutti i lettori che aspettano un aggiornamento da un bel po' di mesi, ma ho troppe cose per la testa in questo periodo. Spero di riprendere in mano la fic presto.]
Questa è la prima long fic in questo fandom quindi fatemi sapere cosa mettere a posto!
I Perfect Maker sono una piccola band europea, arrivata in California da poco per fare una serie di concerti. Non sanno ancora cosa vuol dire essere delle star e non sanno nemmeno cosa possono diventare i Paparazzi per loro. Sarà proprio questa piccola avventura ad insegnarglielo e a cambiarli per sempre.
Buona Lettura!
/UsUk//GerIta//Spamano//Franada//PruHun//accenni AusHun/InghilterraxIrlanda/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Sinceramente non sapevo come chiamare questo capitolo, poi ho trovato questo titolo e mi è sembrato apposto. In pratica è lui oggi il centro xD  
Ho scritto questo capitolo in onore delle vacanze quindi, spero che questo vi faccia sorridere tanto quanto a fatto sorridere a me e spero che regali a tutti una bella giornata al mare (con i nostri hetaliani si intende).
Buona Lettura!!^^

 

Sole, cuore, a...Alfred?
 


-M-Ma c-che fre-eddo!- balbettò Alfred.
L’americano non aveva nemmeno fatto in tempo a tenere la testa di Arthur un po’ sotto l’acqua che già aveva cominciato a battere i denti. In più, appena aveva lasciato l’inglese, quest’ultimo gli era saltato in spalla dicendo con un ghigno sadico “ora mi porti dov’ero prima e magari mi dai anche il tuo asciugamano, schiavetto!”.
-Te l’avevo detto d-di lasciarmi in pacee a legggere!!-
-E’ stata colpa tua, hai insultato l’America e l’Oceano americano ti ha punito!-
-Ah! E allora perché ha punito anche te?!-
-Beh, io ho fatto in modo che ti punisse quindi in piccola parte dovevo subire.-
Arthur appoggiò la testa sulla spalla di Alfred.
-Tutto quel freddo mi ha fatto venire sonno…- sussurrò l’inglese molto vicino all’orecchio dell’americano.
L’alito di Arthur gli sfiorò l’orecchio e Alfred si bloccò di colpo arrossendo.
-Perché ti sei fermato?- chiese l’inglese perplesso ma senza spostarsi di un millimetro.
-V-Vuoi dormire sulla mia spalla?-
I due stettero in silenzio. Solo una leggera brezza mosse i loro capelli impregnati di gocce. Un brivido scosse i corpi semi nudi dei due ragazzi.
Nessuno dei due si era accorto fino a quel momento di quanto fossero vicini i loro corpi, ma soprattutto, di quanto entrambi si stessero scaldando a vicenda.
Arthur sollevò la testa di scatto e cominciò a divincolarsi.
-Mettimi giù immediatamente yankee!!- l’americano lasciò la presa sulle gambe dell’altro incredibilmente imbarazzato, mentre l’inglese corse verso il suo asciugamano e “si infagottò” in esso.
-Penso che andrò a farmi un giro..-balbettò Alfred.
 
Quell’inglese! Proprio non riusciva a capirlo. Prima lo tentava e poi lo respingeva. Era una persona complicata, però allo stesso tempo sa cosa vuole dalla vita. In un certo senso il suo modo di fare gli piaceva, o meglio, lo incuriosiva. Non aveva mai conosciuto uno così. Avevano dei caratteri completamente diversi, ma forse era proprio per quello che lo trovava interessante.
-Aaaaantonioooooo!!!! T-Ti strappo gli occhi e prova ad indovinare dove te li ficco! Vieni qua immediatamente cazzone!- Antonio si nascose dietro la spalla di Alfred interrompendo la camminata e i pensieri dell’americano.
-Togliti idiota, e tu vigliacco non nasconderti!- Il biondo si ritrovò di fronte un Lovino abbastanza, anzi molto incazzato.
-Ehy, ehy ma che succede? Cos’ha fatto Antonio?-
-Mi ha portato in quell’acqua gelida dicendo “è solo un bagnetto caldo” e invece l’acqua era maledettamente fredda!- L’italiano allungò una mano verso Antonio ma, ancora una volta lo spagnolo costrinse Alfred a mettersi in mezzo.
-Non lo sapevo nemmeno io che l’acqua era così “maledettamente fredda”, ti ho già chiesto scusa!-
Lovino cominciò ad emanare una strana aura scura.
-Allora perché non lasci andare questo americanotto e me le dici in faccia le tue scuse?- un ghigno.
Antonio deglutì sonoramente.
-Al-Alfred augurami buona fortuna…!-
-Good luck dude!- lo spagnolo prese a correre dalla parte in cui stava venendo Alfred inseguito da un Lovino furioso.
Che coppietta simpatica.
Alfred continuò a camminare arrivando in prossimità del piccolo boschetto. Non era sicuro di aver visto bene quindi si stropicciò gli occhi due o tre volte. Alla fine si rese conto che proprio a pochi metri da lui c’era una cupola di asciugamani! I suoi occhi si illuminarono.
-Amazing…- sussurrò senza parole. Chi poteva mai aver costruito una scultura di tale bellezza?!
Girò attorno alla costruzione e solo per miracolo riuscì ad intravedere una porticina. Si avvicinò e sentì rumori strani.
Oddio! Quella magnifica scultura era stata costruita da una famiglia di procioni marini per ripararsi dal forte sole e ora ci vivevano loro! Scostò l’asciugamano usato come porticina, ma quello che vide non fu un allegra famiglia di procioni.
-Oh my God!- Alfred.
-A-Alfred ma che..?- Gilbert.
-Oh cazzo! Chiudi quella porta! Non guardare idiota!- Elizabeta.
Alfred serrò con forza gli occhi e richiuse con altrettanta forza la porta.
Eliza e Gil.
Rumori strani.
Costruzione.
Procioni marini.
 Eliza e Gil.
Loro mezzi nudi.
Loro in una posizione…
PROCIONI!
Perché doveva succedere solo a lui una cosa del genere?
L’americano tentò in tutti i modi di cancellare quell’immagine, ma non ci riuscì.
Corse via strofinandosi gli occhi.
 
-Alfred qualcosa non va?- alle orecchie dell’americano arrivò la tranquilla e innocente voce di Feliciano.
-I-Io non voglio parlarne…- disse l’americano sconsolato. Non l’avrebbe mai ammesso però avrebbe preferito stare con Arthur che vedere due suoi amici così…nudi?
-Beh, vuoi aiutare me e Luddy qui?- domandò l’italiano sorridendo raggiante.
In effetti i due stavano costruendo un castello di sabbia enorme.
-Yeah! Datemi paletta e secchiello e vi faccio una bella statua della libertà!- finalmente qualcosa di normale da fare al mare!
 
-Matt…ma dove saranno ora?- chiese Francis preparando il tavolino di legno.
-Ah…gli avevo detto di stare vicini ma non mi avranno nemmeno sentito…puoi andare a chiamarli? Tra un po’ la carne è pronta.- il canadese sorrise. Francis si sistemò il capello panama cuenca sbuffando leggermente.
-Se me lo chiedi così vado subito~- il francese  stampò un bacio sulle labbra del canadese poi, cominciò la ricerca dei suoi “compagni” di spiaggia.
 
-Fraaaaanciiiiisss!!- il francese fu atterrato da Antonio.
-Antonio…dai forza, smettila di correre hai vinto non ti farò niente…- sospirò Lovino con il fiatone.
-Sul serio?-
-Antonio puoi alzarti s'il vous plaît?-
-Oh si scusa-
Lo spagnolo si avvicinò all’italiano.
-E’ pronto da mangiare li c’è il t- Lovino aveva assestato un pugno in pancia ad Antonio che si era appoggiato con una mano alla spalla di Francis.
-B-Bueno, arriviamo..- si era inginocchiato e aveva cominciato a rotolare nella sabbia tenendosi lo stomaco.
-Va bene…io vado a chiamare gli altri…- disse con noncuranza raccogliendo il cappello di paglia chiara.
 
-Uh la la chi vedono i miei occhi!-
-Che vuoi vinofilo?- disse Arthur ravvivandosi i capelli un po’ umidi.
-Vorrei tante cose anche da te, però…ora voglio solo che tu venga a mangiare.- il francese si avvicinò pericolosamente.
-A-A-A-Adesso a-a-a-arrivo maledetto pervertito!- l’inglese arrossì lievemente distogliendo lo sguardo.
Francis sfiorò lo guancia dell’inglese con l’indice.
-Perché sei imbarazzato mon ami?- disse sensualmente.
-T-T-Tu togliti di mezzo!- Arthur aveva spalmato la guancia del biondo sulla sabbia prima di avviarsi con passo veloce da punto in cui veniva Francis.
-Che bel caratterino mon anglais!-
 
Non fece nemmeno in tempo ad alzarsi e a raccogliere il suo malaugurato cappello che davanti a lui si parò una sottospecie di fantasma.
Ah no era Gilbert.
-Francis per caso hai visto Alfred?-
-No perché?-
-Tu rispondi solo si o no.- intervenne Elizabeta acidamente.
-Pardon! Non l’ho visto mi dispiace…-
-Va bene, grazie lo stesso.- borbottò Gilbert.
-Il pranzo è pronto andate da Matt.-
-Perfetto grazie.-
I due ragazzi superarono il francese.
-Ah Elizabeta!- la ragazza si voltò verso il biondo.
-La canottiera…è al contrario.- le fece l’occhiolino prima di ripartire.
 
Aveva scelto una giornata magnifica per  portare tutti al mare. C’era una luce perfetta e questo permetteva delle ottime foto.
 I gabbiani svolazzavano tranquillamente sopra l’Oceano fermandosi, di tanto in tanto, sopra ad una boa.
Non se n’era mai accorto di quanto maestoso fosse quel paesaggio. In fondo quella spiaggia gli era sempre servita per portarsi qualche amica/o a letto. Non aveva mai avuto il tempo di osservare.
Stava per tornare indietro quando la sabbia gli mancò sotto i piedi. Incredibile! Era appena caduto in una buca gigante! Ma che razza di animale aveva scavato una buca così profonda. Si rialzò in piedi e raccolse il cappello con la mano riusciva a malapena a toccare i bordo di quel buco. Stava per urlare un “Aider!” quando all’entrata della buca sbucò Alfred.
-Oddio Francis che ci fai la? Non è un bel posto per prendere il sole.- disse l’americano tendendogli una mano.
-Certe volte mi chiedi se lo fai o lo sei…sono caduto dentro!-
Il biondo annuì.
-Feli, Lud venite ad aiutarmi!-
Questa volta all’entrata del buco c’erano tre volti.
Con qualche piccolo sacrificio Francis era riuscito a trovarli tutti.
 
L’ora di pranzo passò velocemente. Le pietanze che erano state preparate da Francis e Matthew erano perfette. Alfred aveva fatto il bis cinque o sei volte, per l’appunto. Elizabeta e Gilbert non facevano altro che fissare l’americano, il quale era proprio davanti a loro. Feliciano e Ludwig parlavano animatamente, o meglio solo Feliciano parlava, Ludwig diceva qualche volta uno o due monosillabi. Antonio, aveva “fatto pace” con Lovino mentre Arthur non faceva altro che guardare di sottecchi Matthew e Francis.
Che allegra tavolata!
-Ragazzi! Ho un’idea!- intervenne ad un tratto Feliciano salendo sopra il tavolino ormai sparecchiato.
-Che ne dite se facciamo una partita a calcio cinque contro cinque?-
Immediatamente Antonio si affiancò all’italiano.
-Sii! E’ perfetto!- esultò lo spagnolo.
-Non saprei è da molto tempo che non gioco a calcio…-affermò Ludwig.
-Forza Lud!- Alfred lo prese sottobraccio. -Non farti pregare come al solito. So cosa puoi fare con una palla!- completò la frase iniziata dall’americano, Gilbert.
-Penso che farò l’arbitro. Non sono fatto per il calcio. Lo trovo uno sport rozzo.- intervenne Francis.
-No, forse non hai capito. Se tu fai l’arbitro siamo quattro contro cinque. Non discutere mangiarane. Tu giochi.- disse tranquillamente l’inglese bevendo l’ultimo sorso del suo tè post pranzo.
-Bene, allora siamo d’accordo…io voglio essere un capitano- ghignò Lovino. –e Antonio sarà l’altro.-
 
In poco tempo le squadre vennero assemblate, dalla parte di Lovino: Feliciano, Arthur, Elizabeta e Gilbert mentre dalla parte di Antonio: Francis, Matthew, Ludwig e Alfred. Le linee del campo erano state tracciate sulla sabbia mentre la porta era delimitata da due bastoncini raccolti da Gilbert. Fortunatamente il sole era leggermente coperto e in quella porzione di spagna non batteva. Le condizione erano ottime e la partita poteva iniziare.
-Lovino prendila sportivamente, hai già perso!- disse con un sorrisetto lo spagnolo mentre prendeva una monetina per la palla.
L’italiano osservò l’oggetto metallico che volteggiava in aria.
-Dovrai essere tu ad accettare la sconfitta.- la monetina atterrò sul palmo dello spagnolo. L’italiano sorrise beffardo.
-Palla mia.-
Lovino prese subito palla e scartò Matt con molta velocità. Erano passati due anni da quando aveva smesso di giocare, ma se la cavava ancora egregiamente. I suoi sogni di gloria furono interrotti da un Ludwig a due ante davanti a lui. Inizialmente rimase sorpreso ma, non si diede per vinto, fece una finta a destra per poi andare a sinistra. Peccato che il tedesco non ci cascò e prese palla. Un passaggio veloce ad Antonio e questo cominciò a scartare giocatore come una macchina da guerra.
-Che sbruffone a scartare tutta questa gente!- Antonio non fece nemmeno in tempo a realizzare di chi fosse quella voce che già Arthur gli aveva portato via palla. L’inglese passò la palla abilmente a Feliciano che avanzò entrando in area. Un retro passaggio e Arthur si ritrovò esattamente davanti alla porta.
-Alfred non stare in mezzo al campo cerca di fermarlo!- urlò Antonio.
-Come?! Non sono molto a bravo a giocare a calcio, preferisco rugby o il football americano!-
-Inventati qualcosa!-
E mentre la squadra di Lovino già si pregustava il sapore del goal, Arthur venne letteralmente placato da Alfred come in un’azione di football. La palla scivolò dai piedi dell’inglese e arrivò a poco più di venti centimetri dalla porta.
-Ma sei matto?!- urlò Arthur massaggiandosi la schiena.
-Io l’ho detto che non sono bravo a calcio…quindi ho usato il football.-
Tutti quanti irruppero in una fragorosa risata.
-You Idiot!- sorrise Arthur unendosi al coro di risate.
Non era stata la rilassante giornata al mare che tutti si aspettavano ma era forse per questo si era rivelata ancora più divertente.
  
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