La stanza era buia e c'era un odore persistente di fumo, sembrava essersi impadronito delle pareti, di aver preso possesso della casa.
Avevo paura non sapevo perché fossi lì, ti farò provare qualcosa di nuovo, qualcosa di sensazionale, aveva detto. Mi ero convinta che il mio migliore amico non mi avrebbe mai potuto fare del male, ma ora quella convinzione stava svanendo tutto d'un tratto. Duff era andato in cucina a prendere qualcosa e mi aveva lasciata sola immersa nelle miei paure.
Sentii dietro di me una presenza che ormai conoscevo bene "Pronta?" mi chiese, "Pronta" risposi io con voce titubante, ero tutto il contrario di essere pronta ma ormai dovevo andare fino in fondo. Accese la luce e vidi l'appartamento in cui stava, senza genitori o parenti. Era scappato di casa a 13 anni, stufo di vedere sua madre non reagire ai continui schiaffi e pugni del suo patrigno. La casa era piccola: una camera da letto, la cucina e il bagno. Eravamo nella sua stanza tappezzata di poster dei Guns' N Roses e dei Nirvana, ancora non riuscivo a capire come gli potessero piacere tutti e due se Axl Rose e Kurt Cobain non andavano d'accordo. Vicino al letto, appoggiato alla parete c'era il suo basso che lui chiamava Black Stone perché era nero e indistruttibile come una pietra. Mi fece sedere sul letto e mi porse una sigaretta "Lo sai che io non fumo" dissi "Questa non è una sigaretta normale questa ti fa andare in un altro mondo" replicò lui "Tu sei pazzo! Secondo te non fumo ma mi drogherei!" "Ci sono i casi particolari, basta solo una boccata, per provare, non puoi continuare a stare rinchiusa in camera a studiare per andare bene a scuola! Bisogna provare qualcosa di nuovo una volta tanto!"
Mi feci convincere, alla fine era solo una boccata. Accese la sigaretta e me la porse, Duff mi guardava con decisione, aspirai il fumo che mi arrivò alla gola facendomi tossire, però era una bella sensazione così feci un'altra boccata e un'altra finché non mi sentii in estasi. Dopodiché non ricordai più nulla.