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Autore: _Marlene_    03/07/2013    2 recensioni
Mi asciugai il sudore sui jeans e gli porsi la mano. Non avrei mai più voluto staccarmi da quella stretta. Forse non ero pienamente consapevole di amarlo, ma il mio cuore sapeva che gli sarei sempre stata accanto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve a tutti, questo è il mio primo sforzo narrativo. Prima di dire qualsiasi altra cosa devo ringraziare la mia beta holls che mi ha aiutata e continua ad aiutarmi con questa storia. Spero possa piacervi, se mi lasciaste una recensione mi farebbe un gran piacere. Alla prossima^^

‘’Ci spiace siamo al completo, se avremo bisognola contatteremo’’
‘’Grazie, arrivederci’’ Sconsolata mi buttai sul divano, era la decima chiamata andata a vuoto.
‘’Allora?’’
‘’Come al solito, niente di fatto’’
‘’Ma tu sei una pianista fantastica Leonore, non è possibile che nessuno ti voglia’’
‘’Hanna, mi arrendo non posso seguire la mia strada. Chi diavolo cerca una pianista oggi?’’ Presi il cappotto e mi avvicinai alla porta.
‘’Dove vai?’’
‘’Al parco, Fernand mi sta aspettando’’
‘’Nonti gettare giù, una soluzione la troveremo’’
 Le risposi con un sorriso e mi chiusi la porta alle spalle.
 
Possibile che pur essendomi diplomata al conservatorio con il massimo dei voti nessuno voglia assumermi, ho un repertorio vastissimo. Devo per forza accontentarmi di essere una cameriera. Anzi nemmeno quello, visto che mi hanno cacciata pure da lì.
‘’Ehi, Leonore, sono qui’’
Una voce mi riporto alla realtà.
’’Scusa, non ti avevo visto.’’
‘’Deduco dalla tua faccia che non è andata bene’’ Castano, non altissimo, di bell’aspetto conoscevo Fernand da qualche mese. La relazione più seria che avessi da anni.
‘’Già’’                               
‘’Ascolta, ho uno zio che lavora come maggiordomo in una casa per ricchi a Ginevra, cercano una cameriera’’
Il mio sguardo esasperato diceva tutto, fare la cameriera non mi piaceva affatto e avrei dovuto anche trasferirmi. Ma dovevo pur campare.
‘’Leonore, ti capisco, ma non puoi aspettare in eterno…’’
‘’In un’altra città, addirittura’’
‘’Be’, Ginevra non è poi così diversa da Zurigo e io verrò con te’’
‘’A fare cosa?’’
‘’Troverò un lavoro, non ti lascio sola’’
Mi baciò dolcemente, avevo il terrore che si fosse innamorato di me. Io volevo evitare con tutte le mie forze l’amore. Un sentimento che mi manda in confusione, mi fa diventare timida e impacciata. Avevo già fatto un errore anni fa, quel bastardo mi aveva umiliata. Ma l’errore era pensare che sarei riuscita a sfuggire all’incontro con l’uomo della mia vita.
‘’Fernand, lo sai’’
‘’La nostra è una relazione senza impegno, lo so, me l’hai detto mille volte. E sono d’accordo con te. Ma qui non ho niente, lì almeno avrei te e i miei zii. Poi anch’io cerco un impiego, magari lì sarò fortunato’’
‘’È una decisione importante, devo avere del tempo per riflettere. Vorrei avere un parere di Hanna prima.’’
Lui si avvicinò di più mi circondo la vita e mi sussurrò all’orecchio: ‘’Allora non vieni a casa mia oggi?’’
 Io sorrisi e feci aderire il mio corpo al suo: ‘’Mi spiace, sarà per un’altra volta’’
Mi diede un profondo bacio e mi salutò. Io ripercorsi i miei passi. Dovevo lasciare tutto, per fare la mia solita vita altrove? Magari li avrei trovato qualcuno che mi avrebbe assunta come pianista.
 
Ginevra…
‘’Non posso credere che mio figlio voglia  limitarsi a fare il barman’’
‘’Papà, sono io che decido quello che devo fare della mia vita, è chiaro. Dirigere la tua azienda non fa per me, credevo di avertelo dimostrato’’
‘’Possibile che tu sia così testardo?’’
‘’Chissà da chi avrò preso…’’
 
Finito il colloquio, Paul si alzò dalla sua scrivania. L’ennesima discussione col figlio lo aveva provato. Era un uomo sulla sessantina direttore di uno dei più  importanti giornali di Ginevra.
‘’Amore, devi lasciare a tuo  figlio la possibilità di fare ciò che desidera’’. La moglie si sedette sul divanetto, cercava di far ragionare il marito.
‘’Brigitta, lui ha le capacità di occuparsi del giornale. Ha tutti i titoli di studio per affrontare quella carriera’’
‘’Sì, ma chi ha insistito per fargli prendere quei titoli di studio? Ha solo accettato per orgoglio, non voleva essere inferiore a David.’’
‘’E ora ha cambiato idea? Almeno David è dirigente di una multinazionale.’’
‘’Ha capito di dover seguire i suoi sogni. E diventare direttore non rientra nei suoi piani.’’
La donna si avvicinò al marito e gli mise le mani intorno alle larghe spalle: ‘’Vuoi che tuo figlio sia felice?’’
Paul scosse la testa in segno di assenso: ‘’Allora fallo realizzare’’
 
Berna…
Sandra, una donna determinata e passionale, preparava le valige. Aveva trovato un annuncio per un posto da giardiniera in una villa a Ginevra. Non una villa qualsiasi, quella dei genitori del suo fidanzato. Aveva chiamato e le avevano detto di presentarsi tra una settimana. Quando David lo seppe, cercò di convincerla a rinunciare. La donna però insistette: erano ormai mesi che stavano insieme e lui non si decideva a presentarla alla sua famiglia. Eppure pensava di non essere un’avventura, visto che David le ripeteva in continuazione di amarla come nessun’altra. Allora il ragazzo l’aveva minacciata di porre fine alla loro storia, se fosse partita a Ginevra.
‘’Vai via?’’ disse lui freddamente.
‘’Spiegami per quale motivo vuoi tenermi nascosta alla tua famiglia, ti vergogni di me? È perché i miei genitori non sono ricchi?’’
‘’No, non è per questo’’
Sandra gettò a terra la valigia e scosse David: ‘’Cos’è allora? Ti rendi conto che sto con un uomo che non conosco. Perché non mi dici qualcosa di te, del tuo passato…’’ . Le lacrime le rigavano il volto, riprese il bagaglio e andò verso la porta.
‘’In quella casa abita il mio fratellastro. Lo odio con tutte le mie forze. L’avevo trovato a letto con Evelyn il giorno prima delle nozze. Da allora non ho più rimesso piede in quella casa.”
Ancora voltata di spalle e singhiozzando capì che il cuore di David non le apparteneva, almeno non totalmente. ‘’Tu la ami ancora, vero?’’
‘’Sandra io..’’
‘’Non c’è più niente da dire, addio.’’
Chiuse la porta e andò in strada, verso la stazione per prendere il primo treno per Ginevra. Tra due giorni avrebbe avuto il colloquio con la famiglia del suo ormai ex.
 
Zurigo…
Leonore entrò nel suo appartamento. Come al solito la sua amica faceva aerobica con la musica a tutto volume.
‘’Hanna, dobbiamo parlare’’
‘’Leonore, come mai sei qui stasera? Vuoi prenderti qualche ora di riposo da Fernand?’’
‘’No, non è questo…puoi abbassare il volume?’’
‘’Cosa?!’’
Volevo molto bene a quella donna, ma delle volte era così infantile…
‘’Perché hai spento?’’
‘’Innanzitutto perché dobbiamo risparmiare. Gli esercizi li puoi fare senza musica. E poi perché dobbiamo parlare.’’
‘’Mio Dio. Cos’è successo? Mi fai preoccupare’’
Le feci segno di sedersi sul divano.
‘’Fernand mi ha detto che nel posto dove lavora suo zio cercano una cameriera’’
‘’E allora è perfetto’’
‘’È a Ginevra’’ la sua faccia sempre sorridente divenne seria.
‘’Dovrai trasferirti?’’
‘’Non lo so. Da una parte è totalmente inutile, farei la stessa vita che facevo prima che mi licenziassero, dall’altra devo pur lavorare’’
‘’Poi dove vivrai? Come farai a pagarti un affitto?’’
‘’Infatti, sarà peggio di adesso’’  disse Leonore alzandosi dal divano.
‘’O forse lì troverai qualcuno che ti assuma come pianista’’
‘’In una casa di un ricco signore?’’
‘’Ascolta, informati prima per lo stipendio e tutto’’
‘’Chiamo mia madre, magari mi illuminerà. Grazie, Hanna, senza di te non so cosa farei’’
‘’Intanto prendo del gelato. Voglio recuperare i milligrammi che ho perso’’
Presi il telefono e digitai il numero: ’’Leonore, ogni tanto ti ricordi di avere una madre’’
‘’Mamma dammi un consiglio…’’
   
 
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