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Autore: skystears    03/07/2013    1 recensioni
"«Harry, non fare cazzate!»
Non gli rispondo.
«Harry dove sei?» urla preoccupato
«Addio Boo»"
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Piove, le gocce si rincorrono sul finestrino della mia auto.

Mi perdo a fissarle con uno sguardo vacuo..e penso.

Penso alla mia vita.

Penso a quegli sguardi pieni di odio e di disprezzo che mi vengono rivolti ogni giorno.

Alla solitudine che mi accompagna.

A tutte i pugni, i calci, gli schiaffi presi.

Perché la gente non mi accetta, sono il frocio, il finocchio, la checca.

Perché loro si devono sentire superiori.

Sono quello sbagliato, giudicato.

I miei genitori, quelli che ritenevo amici, tutti sembrano disprezzarmi da quando sono venuti a scoprire della mia omosessualità, tutti tranne uno.

Louis.

Sospiro e prendo il cellulare dalla tasca dei jeans, cerco il suo nome nella rubrica e avvio la chiamata.

Le lacrime iniziano a scendere quando sento la sua voce.

"Pronto?"

Tutto ad un tratto mi è sparita la voce.

“Harry??”

Mi scappa un singhiozzo.

“Pronto? Harry che succede?” inizia ad essere preoccupato.

“L-Lou..” continuo a piangere

“Harry cos'è successo? Perché piangi?”

“Non ce la faccio più”

Sento un sospiro, gliel'ho detto così tante volte, ma adesso è diverso, voglio dare un taglio decisivo.

“Lo sai che ti voglio bene, ci sarò sempre per te” il cuore mi si stringe in una morsa, lui mi vuole bene, io lo amo.

“Lou, voglio mettere una fine a tutto questo” dico deciso, mentre le lacrime continuano a scendere

“Harry, non fare cazzate!”

Non gli rispondo.

“Harry dove sei?” urla preoccupato

“Addio Boo”

“Harry aspett..” chiudo la chiamata prima che finisca di parlare.

Inizio a vagare nei ricordi, le lacrime scorrono veloci sul mio viso come le gocce di pioggia sul finestrino.

Come tutto il sangue che le mie braccia martoriate hanno versato.

Scosto la manica del maglione e tutto quello che vedo è dolore, le lacrime aumentano, i singhiozzi mi sconquassano.

Stringo forte il braccio e urlo, i tagli ancora freschi si riaprono e il sangue inizia a sgorgare ma io non me ne curo, niente ha più senso ormai.

Le lacrime continuano a scendere, percorrono il mio viso, come a voler lavare via tutto il dolore.

Guardo un ultima volta il cielo davanti a me prima di prendere un respiro profondo e mettere in moto l'auto. Faccio retromarcia uscendo dal parcheggio dirigendomi sull'autostrada.

Sento la suoneria del cellulare abbandonato sul sedile del passeggero, volto un po' lo sguardo, è Lou.

Aumento progressivamente la velocità.

60 km/h

80 km/h

100 km/h

130 km/h

160 km/h

Le lacrime continuano a scendere incessanti, le braccia continuano a sanguinare macchiando il tessuto del maglione e io inizio a diventare sempre più debole.

Debole, come sono sempre stato.

Continuo ad aumentare la velocità finché finalmente non vedo quello che cercavo, uno spiazzo d'erba che più avanti lascia spazio ad un dirupo.

Giro il volante velocemente verso quello spiazzo, tutto sembra andare a rallentatore, il cellulare continua a squillare.

Rispondo alla chiamata proprio mentre l'auto raggiunge il dirupo.

“Ti amo Louis” urlo piangendo.

L'auto si ribalta, e prima che diventi tutto nero vedo il terreno vicino, uno schianto e poi il nulla.

 

  
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