Era
da due giorni che la famiglia di Zayn era
qui e il giorno dopo sarebbero partiti.
Ero
uscita per fare la spesa, eravamo a casa
mia e di Kate, quella che avevamo deciso di comprare per avere
più “privacy”,
ma non eravamo riuscite quasi mai ad averla, visto che ci ritrovavamo i
ragazzi
in giro per casa.
Tornata
a casa con le buste, Trisha mi aiutò.
‘Cara,
quante buste. Potevi chiamare Zayn, sarebbe subito venuto.’
Disse
preoccupata, aiutandomi. In quel momento apparve Zayn sulla
soglia della porta, mi fece un enorme sorriso e rimasi imbambolata a
contemplare
quella fila di denti bianchi.
‘Scricciolo,
sei una forte.’ Mi
prese
in giro Zayn.
‘A
differenza tua, ciuffo, io ho portato quattro buste da almeno
dieci chili l’una’ ribattei
acida.
‘Wowoh,
mrs. Muscolo si è arrabbiata. Sarà meglio che
inizio a correre,
prima che mi faccia fuori.’ Continuò
a
prendermi in giro con quel sorrisetto malizioso e quella faccia da
schiaffi.
‘Senti,
mr. OggifaccioinnervosireAlice la finisci?’ ci
pensò un attimo.
‘Nah.
E’ bello farti innervosire.’ Lo
guardai truce e lui scoppiò a ridere. Mi guardai in giro in
cerca di qualcosa da lanciargli addosso. L’attaccapanni? No,
ora lo ammazzo. Il
divano? Troppo pesante. Le sedie? E poi dove ci sediamo. I miei occhi
brillarono di vendetta quando scorsero il sacchetto di farina che stava
utilizzando Trisha per preparare una torta. In effetti si sentiva un
profumino
sospetto. Alice? la vendetta. Giusto.
Mi
avvicinai al sacco e lui che aveva capito
le mie intenzioni incominciò a correre e Trisha lo
guardò male. Feci spallucce,
presi un pugno di farina e lo rincorsi. Arrivai in cima alle scale e mi
mossi
furtivamente.
‘Dove
sei, ciuffo? Tanto ti trovo’ risi
maleficamente.
Camminavo
lentamente guardandomi intorno,
attenta al minimo rumore. Il cuore mi martellava in petto per la corsa,
cercai
di far tornare il respiro affannoso alla normalità. Decisi
di aprire la porta
della mia camera, quando lo feci, due mani mi presero per i fianchi e
mi
spinsero al muro. Due iridi pece mi scrutavano. Ero in trappola,
sorrisi.
‘Piccola,
sei in trappola.’ Sorrisi.
Ora vedrai, Malik.
‘L’ho
fatto apposta’ mi
sorrise
malizioso.
‘Volevi
fare la difficile, però..non ce l’hai
fatta’ sogna
Malik. Sorrisi innocentemente e mi avvicinai a lui. Chiusi gli
occhi prima che le nostre labbra si sfiorassero. Li riaprii e notai i
suoi
chiusi e guardai le sue labbra, invitanti, morbide, piene. Alice, la vendetta. Si. Mi distrae. Non
ci pensai due volte a
buttargli la farina in faccia e lui aprì gli occhi sorpreso
e tossì. Io incominciai
a scappare. E mo so’ cazzi.
Non
so come, ma mi ritrovai ancora una volta
con la schiena contro il muro.
‘
Ti piacciono proprio le pareti eh signorina?’
‘Si,
le trovo così affascinanti, di un rosso fuoco davvero
invitante’ tenni
gli occhi fissi nei suoi e
mi morsi il labbro. I suoi occhi slittarono subito sulle mie labbra.
Sapevo che
sarebbe impazzito a quel gesto.
*flashback
‘Sei
bellissima’ mi
disse lui,
prendendo una mia mano. Abbassai lo sguardo imbarazzata, trovando
interessanti
le mie scarpe. Mi rialzò lo sguardo e iniziai a mordicchiare
il labbro
visibilmente in imbarazzo.
‘Mi
fai impazzire quando ti torturi il labbro, sei tremendamente
sexy.’ Risi
a quella sua e prima che potessi
ribattere, le sue labbra incontrarono le mie.
*fine
flashback
‘Lo
fai apposta a mordicchiarti’
‘Mm,
mi ha scoperta mr. Iosonotremendamentesexyeloso ’ sorrise
a questa mia affermazione e in un attimo ritrovai le sue
labbra sulle mie. Mi sentii morire, come al solito. Sembrava che da un
momento
all’altro sarei scoppiata dalle emozioni. Il bacio divenne
poco casto quando la
sua lingua chiese l’accesso che io poi acconsentii.
Quando
si staccò, mi spostò una ciocca
ribelle dietro l’orecchio.
‘E’
possibile che io sia perdutamente innamorato di una ragazza
come te?’ il
cuore inziò a martellarmi in petto.
‘Si,
è possibile. Se no il mio cuore non farebbe
così’ prese
la mia mano e la poggiò sul suo cuore. Batteva forte, quasi
quanto il mio. Sono sicura che mi verrà il diabete, dio.
‘Dici
sia possibile che sia innamorata di un ragazzo come te?’ lui
mi guardò con un sorriso debole. Potei scorgere
preoccupazione
nel suo volto. Sorrisi.
‘E’
assolutamente possibile. O i miei occhi non brillerebbero
quando sono con te, o quando parlo di te. O le mie mani non suderebbero
quando
sono con te. O le mie gambe non tremerebbero quando sono con te. O la
mia testa
non scoppierebbe quando sono con te. O il mio stomaco non andrebbe in
confusione quando sono con te.’ mi
sorrise, mi
prese il volto e mi baciò. Fu un bacio dolce, passionale,
carico di emozioni.
‘Ti
amo, lo sai?’
‘Ti
amo anch’io.’ lo
guardai. ‘Sei coperto di
farina.’ Risi.
‘Per
colpa di una certa ragazza di cui sono innamorato.’
‘Me
la presenti? Deve essere meravigliosa.’
‘Oh,
meravigliosa è l’aggettivo più
sbagliato che ci sia.’ Il
mio sorriso si spense.
‘
Lei è stupenda, magnifica, bellissima ed è
mia.’
Lo abbracciai, lo strinsi forte.
‘CAUSE YOU’VE
GOT THAT ONE THING!
Lo
so, lo so. E’ diabetico questo capitolo.
Perdonatemi, ma oggi ho l’animo dolce, stranamente. Fatemi
sapere se vi è
piaciuto, per favore, recensite.
LETTORI
SILENZIOSI, vi prego scrivete
qualcosa.
Alla
prossima,
HorangoTango.