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Autore: schwarze_madchen    16/01/2008    3 recensioni
un tonfo che ti fa sognare
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap5
CAPITOLO
V

-Sì, mi hanno fatto fare una "bella" figura davnti a quella ragazza...però uffa anche lei...devo dire un po' scontrosetta!- esclamò Jack mentre si dirigeva con Marco verso la fontana.

-Ma lo sai, Jack, come sono le ragazze, ci sono quelle che la dànno facile, come quelle di qui e quelle che fanno le santarelline...- spiegò Marco con aria esperta.

-Lei??? Santarellina??? Quella è un diavolo piuttosto! Si vuol far rispettare!-

-Beh...chi disprezza compra! ih ih ih!- disse Marco tirando una gomitata all'amico.

-Ma sei matto?!? Dai! Ma secondo te!?...Aspetta! Ho capito, stai tramando qualcosa tu eh? Sputa il rospo! Non è che la conosci? Dimmi come si chiama!-

-Calmo Jack! Vedo proprio che ti piacerebbe avere i suoi dati eh? Comunque non so se la conosco, se tu riuscissi a scoprire almeno il suo nome, magari ti potrei dire se la conosco, ma così, senza nemmeno un indizio, non so proprio cosa dirti sulla tua prediletta!-

-E smettila! Non è la mia prediletta, non la sopporto! E' solo una ragazza che ho visto due volte e basta...- disse Jack infastidito.

-CoOoosa? Due volte? E me lo dici solo ora che stasera non era la prima volta che la vedevi? Forza! raccontami, che aspetti?-


*       *       *


Demetra si era appena alzata dal letto e, mentre si vestiva per andare al mercato con la nonna, contemplava il sogno che aveva fatto quella notte. Non ricordava di cosa si trattasse, ma aveva provato talmente tante emozioni in pochi istanti, che la avevano resa a dir poco sconvolta. Misto di disperazione, paranoia, paura, voglia di uccidere le erano frullate nella mente in una sola notte. Preoccupazione, soddisfazione e contentezza si erano susseguite, una dopo l'altra, così velocemente che l'ordine nella sua testa era scomparso e adesso regnava quello che gli antichi greci chiamavano "Caos": il nulla, il vuoto totale.
E il sogno vagava nella sua mente deserta mentre l'anima le abbracciava il corpo ripetendole disperatamente "MIO SOGNO! MIO SOGNO!".

-Demetra, sei pronta?-

- Quasi, nonna...arrivo subito-

-Che hai fatto? Hai una faccia! Sembra che tu abbia visto un fantasma!-

-Nulla, sono solo un po' stanca...-

-Vabbene, forza andiamo al mercato, svelta, sennò più tardi è, più fa caldo- disse la nonna agitata.

Entrare nell' area del mercato, era come entrare in un' altra sfumatura di colore. Come quando si guarda il cielo al tramonto; partendo dal basso troviamo un giallo chiaro e più sù l'arancione che circonda il sole e poi  di nuovo il giallo chiaro. Questo poi passa al celeste abbagliante, al violetto e infine al blu, che via via, scorrendo lo sguardo verso l'alto, si scurisce sempre di più. Ecco, il mercato era una sfumatura della città. Entrandovi si passava dalla quiete assoluta, al brulichìo di vecchie signore che se ne venivano via con le buste in mano; dalle prime cataste di roba, alle prime bancarelle e infine al blu più scuro: la totale confusione fisica e sonora. Lungo fiume di persone, donne con il passeggino, vecchie coppie a braccetto, bestie umane di tutte le età che urlanvano i loro prodotti. Fiume in piena che ha come sponde baracche di verdura, frutta, vestiti, scarpe e tutti i prodotti possibili immaginabili. Fiume che emette il suo fragoroso rumore...

-Nonna! Oddio quant'è bello sto' vestito-

-Demetra, ma è troppo scollato per una ragazzina come te-

-Ma nonna! Ho 15 anni, non 12! Se non me lo vuoi comprare te, allora me lo compro io, costa pochissimo-
insistette tenacemente -Hey, figiuolo? Dove posso provarlo?- chiese facendo notare l'indumento.

-Venga, entri in questo camioncino- rispose il ragazzo che era a capo del banco.

Demetra iniziò a svestirsi di ciò che aveva addosso e indossò il vestito. Era un abito nero, corto e attillato che le scendeva dolcemente sulla vita, mentre la schiena era completamente scoperta. La ragazza si piantò ritta davanti allo specchio, si rigirò a destra e a sinisra e si mise in punta di piedi per osservare meglio la cadenza dell'indumento, poi sentì una voce da fuori...

-Scusi signorina è vestita? Posso entrare un attimo a prendere una cosa?- disse il ragazzo del banco gentilmente.

-Sì...entri pure...- rispose Demetra con indifferenza.

Il ragazzo aprì lentamente lo sportello del camion ed entrò richiudendolo, poi guardò la ragazza da capo a piedi mentre si specchiava.

-Woow! Sexy!! Per chi?- disse continuando a fissarla.

-Per me stessa, ovvio!- rispose quella stranita -Scusa figliuolo, ma non dovevi prendere una cosa?- tirò corto.

-Sì...scusa permetti? Te lo sistemo un po'- disse lui senza badare a ciò che ella gli aveva appena ricordato.

Demetra lo guardò sospettosa, con le mani sui finchi e pensò "Vabbè che potrà fare di male?"

-
Ok, fai pure...- gli disse annuendo.

Egli si avvicinò con cautela e, ponendosi dritto dietro di lei, la quale era ancora in piedi davanti allo specchio, le fece distendere le braccia dritte lungo i fianchi. Fece poi passare le sue braccia sotto quelle di lei e portò le proprie mani davanti al ventre della ragazza. I due giovani corpi erano completamente attaccati e Demetra sentiva il respiro di lui nei suoi capelli. Egli iniziando a prendere a pizzicotti il tessuto elastico del vestito glielo sistemò nel miglior modo possibile.

-Ora sei perfetta!- disse facendole l'occhiolino e dandole il segno d' OK con il pollice.

-Grazie...- gli disse Demetra sorridendo.

A quel punto egli ritirò le braccia da sotto quelle di lei e, standole sempre dietro la guardò specchiarsi. Con una mano poi le portò i capelli tutti da una parte lasciandole scoperto un lato del bianco collo. Si girò dall'altra parte ricordandosi che era entrato per prendere uno stock di magliette. Ma quasi dimentico di qualcosa si rigirò nuovamente verso la ragazza, avvicinò il viso al suo collo esile, scoperto dai capelli e inspirò profondamente con il naso chiudendo gli occhi. La guardò e disse :-Chanel n°5...-

-Mi stupisci sempre di più!- disse lei mettendosi a ridere e guardandolo come per dire "Beh? Che ci fai ancora qui?"

-Ah sì sì, scusa, esco- scese dalle nuvole, prese velocemente lo stock di magliette e uscì.

Demetra si rivestì con le sue vesti, raccolse l'abito che aveva provato e si guardò intorno per vedere se aveva dimenticato qualcosa. L'interno del camioncino era diviso in due parti da una tenda marrone, Demetra la guardò e improvvisamente scorse ben nascosta una cosa inaspettata: una telecamera...accesa!!!

Andata su tutte le furie la staccò violentemente dalla sua posizione, spalancò gli sportelli e si affacciò incazzata.

-Ah! Signorino! Lo sai vero...dove te la ficco questa telecamera del cazzo? Eh? Lo sai?!- gridò balzando giù dal mezzo e iniziando a correre dietro al ragazzo che, imbarazzato davanti ai suoi clienti, indietreggiava balbettando inutili scuse.

-Vuoi vedere che fine fa la tua telecamerina dei sogni?!- disse Demetra alzando il braccio in cui la teneva per far notare la sua intenzione di farla cadere e spaccarla in mille pezzi.

-No, no ti prego, è di mio padre!!- implorò il ragazzo come un verme.

-Ah! Pure di tuo pdre! Tanto peggio!- concluse Demetra scaraventando a terra l'aggeggio digitale che si ruppe a metà e assestandogli un potente calcio che lo frantumò fin quasi a farlao scomparire.

-Ah...e il vestito me lo prendo io! Bye bye!- Esclamò prendendo la nonna per un braccio e tirandola via.

-Demetra! ma-ma lo devi pagare!- disse la nonna incredula.

-Nonna, sii contenta! Tanto di risparmiato, per me...e per te!- risolse Demetra dando un paccone sulla spalla alla nonna che continuava a non capire.

"Ecco a voi la mia vendetta pubblico! Adesso sono pronta per domani..."  pensò Demetra trionfante.
 
  
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