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Autore: IloveyouJessicaCapshaw    03/07/2013    5 recensioni
Era da un pò di tempo che volevo scrivere una fanfic sulle Capmirez e ho pensato che ora era arrivato il momento di pubblicarla! ENJOY
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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“Sara ti prego, vesti i bambini. Vestili più in fretta che puoi. I vestiti di Eve e Poppy sono nello stesso armadio in camera di Eve; quelli di Luke , il mio ometto, invece, li trovi aprendo la quarta anta dell’armadio a parete nella sua stanzetta. Vai corri , corri! Ah, poi prendi una borsa, una grande, grandissima borsa, e mettici dei panni dei bambini dentro ok? Io, io credo che andrò a stare per un paio di settimane in un albergo, ancora non lo so, ci penserò. Io qui non ci posso stare, non ci voglio stare in questa casa di merda, io ho sempre odiato questa casa. Non volevo compare questa, volevo quella dall’altro lato della strada, ma lui voleva questa e io ho lasciato correre. Dai dai, ci dobbiamo sbrigare, non voglio spettare che mio marito arrivi e ci trovi qui, ti prego ho paura… Oh, dannazione! Eccole, le lacrime, lo sapevo! NO JESSICA NON DEVI SOFFRIRE! Ti prego Sara, aiutami, aiutami a smettere di soffrire.”

In quel momento Jessica non poté più fare finta di essere forte, non poté più sforzarsi di non piangere. Come poteva essere successo tutto ciò? Insomma, nove anni di matrimonio finiti per il troppo lavoro di Jessica? Le lacrime non si rattennero più nei suoi occhi, e cadde in un pianto che si tratteneva dentro da torppo tempo.

Sara odiava vedere Jessica piangere, sì sì , odiava vedere quella bellissima donna piangere  e odiava il motivo per cui la sui la sua amica stava piangendo. Allargò le braccia e la strinse intorno a sé, più forte che poteva.

Era proprio quello di cui Jessica aveva bisogno, un grande abbraccio.

Sara accarezzava le guance di Jessica bagnate dal continuo scorrere delle lacrime. La Latina sentiva il bisogno di proteggere quella creatura così bella e piccola che si era rifugiata tra le sue braccia. Stettero così per molto tempo.

“ Tu con me puoi piangere quanto vuoi. Sai, a volte fa bene piangere. Io sono qui con te ora. Va bene Jessica, è tutto apposto, è tutto apposto. Io ti voglio bene e non ti lascerò affrontare questa tempesta. Ricordi la battuta di Arizona? Si dai, lei è “ un buon marinaio in un tempesta” e così  sarai anche tu. Ti voglio bene.”

La continuò ad accarezzare e le diede un bacio sulla fronte, come fanno i nonni con i nipotini piccoli. Si Sara era l’unica adulta in quel momento, Jessica non poteva fare l’adulta, no, non poteva proprio. Era distrutta in quel momento, straziata, vergognata, aveva paura. 

Sara sapeva sempre cosa dire, non sbagliava mai una volta. Jessica si tirò sopra con le spalle, alzò lo sguardo diritto negli occhi di Sara, prese la sua faccia tra le mani e le disse, con la voce ancora tremante :” Grazie, Sara. Sei importante per me. Ti voglio bene anche io.”

E poi come qualcuno da dietro l’avesse spinta contro Sara, come se nella sua mente Jessica sapeva che doveva dimostrare a Sara il suo affetto, si avvicinò all’amica e la baciò.
Un bacio dolce, pure, dato per ringraziare l’amica di esserci, sempre. Un bacio come quello che si danno due ragazzini al primo appuntamento. Non era un bacio con la lingua, non uno di quei baci intensi, niente malizia in quel bacio. Durò un attimo.

“ No, no Sara, dio mio, perdonami. Io ecco, io volevo solo dirti grazie. Volevo  solo dimostrati che io ti voglio bene e che ti ammiro. Scusami, oddio. “

Jessica avrebbe voluto dirle “ Sara ti ho baciata perché le tua labbra carnose mi fanno impazzire,perché sei qui davanti a me che mi tieni stretta fra le tue braccia perché sono stata solo un’altra delle tante donne vittime di violenza domestica. Ti ho baciata perché ti voglio bene” ma niente, non ci riuscì.

“Hey, hey, va-va tutto bene, credo. Si, ok non fa niente. Io ecco, anche io ti voglio bene Jessica. E odio vederti soffrire.”

Caspita, Sara era proprio brava con le parole. Poi si alzò, sorrise lievemente a Jessica, le asciugò l’ultima lacrima che era appena scesa dall’occhio e andò dai bimbi.

“ Dai forza forza, bimbi! Zia Sara vi deve vestire! Allora facciamo una gara, il primo che si veste vince un mega-gelato! Per Poppy, gareggio io.” Aveva urlato la bellissima Latina, quasi ridendo perché i bimbi , soprattutto Eve, alla parola “ gelato” avevano smesso di giocare si erano tolti i pigiamini e stavano correndo per il corridoio e ognuno si era diretto nelle proprie camerette. Beh, tranne Poppy, lei era troppo piccola per vestirsi sola e Sara le stava facendo un po’ da mamma.

Jessica era estasiata. Insomma Sara era così brava come mamma, pensava che sicuramente sarebbestata una mamma speciale, una mamma fantastica.

“ Mamma, mamma! Ho vinto la gara! Ora zia Sara mi regala un gelato enorme! Non ti preoccupare mammina, lo scelgo a fragola così lo mangi anche tu! Va bene mamma? Eh? Va bene?”

“ Brava Eve, amore, sei proprio una brava bambina. Si sai, tutte le mamme vorrebbero una figlia come te. Dai, forza, dai un grande bacio alla tua mamma”- Aveva risposto Jessica alla figlia entusiasta perché avrebbe mangiato un mega gelato. Il  bacio della figlia fu la cosa più bella del mondo. I suoi figli le davano sempre dei baci, si era sommersa dai baci dei suoi cuccioli d’uomo, ma quel bacio di Eve fu davvero di una dolcezza inaudita.
 
“ Jess, i bimbi sono pronti, forza andiamo! Ah, e comunque, tu non andrai in nessun albergo. Starai a casa mia e i tuoi bimbi staranno con me. Sei un’attrice, vuoi che i paparazzi ti diano fastidio in albergo e ti facciano foto? Io non credo, quindi non hai scelta: o vieni da me, o vieni da me. Dai ti aspettiamo in macchina” -  le disse Sara, sorridendole e dandole un bacio sulla guancia.

“ Sei speciale. Solo, grazie.”- rispose Jessica. La bella bionda era confusa, aveva un occhio nero, un labbro spezzato, aveva sulle labbra ancora il sapore delle labbra di Sara e non poteva far’altro che pensare a quanto potesse amare quella donna. Si ormai era convinta, amava Sara. Lei era l’unica che c’era sempre  stata.  Non sapeva con certezza se era amore, lei amava Sara ma forse non come si può amare la persona della tua vita. Poi prese un pezzo di carta e una penna e lasciò un bigliettino al marito.

“ Sono andata via di casa, i bambini stanno con me. Starò via un paio di settimane, il tempo che la mia faccia ritorni ad essere come era prima. Sono in città, ma non mi cercare. Se mi cerchi io troverò il coraggio e la forza di distruggerti Christopher. Ah, e farò preparare i documenti per il divorzio. Ti odio, ciao. – J.”
 
Chiuse la porta a chiave e salì in macchina. Guardò Sara negli occhi e senza dire una parola le disse grazie con lo sguardo. Le strinse la mano e colta da un senso di smarrimento più totale, inziò a piangere.  Non piane rumorosamente, i suoi piccoli erano ai sedili di dietro. Non voleva farsi vedere piangere.

“ Mamma dove andiamo? In gita? Facciamo una vacanza?”

“ No Luke, no. Amore di mamma andiamo a stare per un po’ dalla zia Sara. Dobbiamo… dobbiamo ristrutturare casa e stiamo da lei. Sei contento amore? Sei contento?”

“ Jessica, io sono qui.”- Disse Sara accarezzandole il volto. Poi si girò e disse sorridendo :”Hey bimbi è ora del gelato!”.
 
 
  
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