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Autore: SeelLith    03/07/2013    0 recensioni
La storia è ambientata nel 2012, mentre i BMTH stanno scrivendo e registrando Sempiternal. Anche se Jona ha lasciato la band all'inizio del 2013, nella fanfiction Jordan ha già preso il suo posto.
Oliver Sykes, Oli, si reca una mattina in ospedale perchè Lee ha fatto un incidente.
Una ragazza con la maglietta dei Bring me the Horizon e una flebo attaccata al braccio lo colpirà profondamente. Grazie a lei Oliver diventerà una persona migliore, ma alla fine la vita sarà clemente con il loro amore?
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Where do I go from here?
 
Tornai all'ospedale di Sheffield.
Prima decisi di passare da Lee per dargli le cose che mi aveva chiesto di portargli.
-Ciao amico, stammi bene.- gli dissi uscendo dalla sua stanza dopo avergli dato il borsone con i vestiti.
Mi fiondai al bar dell'ospedale, non capendo il motivo di tanta agitazione.
Feci scorrere lo sguardo sulla stanza, senza trovare Iris. 
Sbuffai sconfortato, ma poi mi ricordai che mi aveva detto di andare nella sua stanza se non l'avessi trovata.
Presi l'ascensore per andare al terzo piano, quando arrivai mi trovai davanti il cartello con scritto 'raparto di oncologia'. Oncologia. 
Iris aveva un tumore. La notizia mi sconvolse non poco, sgranai gli occhi ma decisi di non chiederle nulla comunque.
Percorsi di fretta il corridoio, controllando i numeri di tutte le stanze.
I miei occhi si fermarono sul numero giusto: 182.
Mi avvicinai alla porta, bussando lievemente prima di entrare.
-Avanti.- rispose una voce. Era proprio lei.
Aprii la porta ed entrai. Quando mi vide spalancò gli occhi.
-Sei venuto veramente!- esclamò sorridendo e provando ad alzarsi.
-No. Non ti preoccupare.- dissi io fermandola e lasciando che si sdraiasse di nuovo.
-Te lo avevo promesso, no?!- dissi prendendo una sedia e sedendomi vicino al letto.
Iris annuì, abbassando lo sguardo.
-Scusami, ma l'infermiera mi ha proibito di scendere al bar quindi non sono potuta venire lì.- disse poi.
-Tranquilla. Almeno mi sono fatto due passi. Dovevo proprio farlo un po' di movimento.- esclamai ridendo.
Nella stanza calò il silenzio. Eravamo troppo imbarazzati per dirci qualcosa. Io imbarazzato?! Oliver Sykes non è mai stato imbarazzato con una ragazza, anzi, solitamente ero l'esatto contrario di imbarazzato.
Mi stupivo sempre di più delle mie reazioni a quella ragazza.
-Sei mai stata ad un concerto?- chiesi. La domanda più idiota del mondo. Non potevo trovare qualcosa di più interessante?!
-Sì. L'anno scorso ho visto voi a Londra. Poi ho visto pure gli Sleeping with sirens.- esclamò Iris fiera di averci visti live.
Sorrisi: -E siamo stati all'altezza delle tue aspettative, madame?- chiesi avvicinandomi.
-No!- esclamò lei, sorridendo e assumendo un'aria di superiorità. Il mio sorriso sparì e iniziai ad essere stranamente deluso. -Siete stati molto meglio.- disse poi ridendo. 
Risi anche io. -Mi hai fatto prendere un infarto! Deludere una fan è la cosa peggiore del mondo!- esclamai mettendo un finto broncio.
-Oh, non si preoccupi, Mr. Sykes, non mi deluderebbe mai.- replicò Iris, continuando a ridere.
Mi stupii ancora una volta di quanto riuscisse ad essere bella quella ragazza quando sorrideva. Non che non lo fosse normalmente, ma il suo sorriso aveva qualcosa di speciale, accentuato dal fatto che riusciva a trovare un lato buono anche se era costretta a stare in ospedale.
La porta della stanza si aprì, facendo entrare un'infermiera.
-Ciao Iris.- esclamò la donna sorridendole. -Ti devo cambiare la flebo.- disse poi.
Iris annuì, continuando a guardarmi.
Vidi l'infermiera guardarmi male. 
-Chi è questo?- chiese sottovoce avvicinandosi ad Iris.
-E' il cantante della mia band preferita, Oliver Sykes.- rispose lei.
Salutai l'infermiera con la mano, stampandomi un sorriso da ebete sulla faccia. Lei continuò a guardarmi male, ma mi parve di vedere un sorriso accennato sulle sue labbra. Certo, stavo facendo felice una ragazza malata di tumore, ma la cosa forse stava facendo più felice me che lei.
La donna si congedò, ricordandomi cordialmente che avevo ancora un'ora prima che l'orario di visita finisse.
Rimanemmo ancora in silenzio, guardandoci a vicenda.
-Quindi...Mi fa piacere che tu sia venuto, ma credo che tu abbia di meglio da fare che stare con una malata di cancro all'ospedale.- esclamò lei dopo un po', fissando i suoi occhi verdi su un punto indefinito della parete che aveva di fronte.
-Sì, potrei stare nella camera di Lee a sentirlo mentre si lamenta di tutto.- dissi, cercando di sdrammatizzare.
Lei sorrise, accorgendosi degli sforzi che facevo per non parlare della sua malattia.
-Quanti anni hai?- chiesi dopo poco. 
-20, ne compio 21 il 10 marzo. Visto che esco da qui l'1, sarò a casa per il compleanno...- rispose lei.
Mi alzai di scatto, con un'espressione soddisfatta sul volto.
-Allora esci presto! Oggi è il sette febbraio! Allora stai meglio!- gridai, comunque non troppo forte, felice.
Iris scoppiò a ridere. A quanto pareva le sembrava strano che qualcuno di famoso, il cantante della sua band preferita, le dedicasse tante attenzioni.
-Sì, finalmente! Era proprio ora... Comunque credono che il tumore sia passato quasi del tutto.- rispose lei, guardandomi e sorridendo, con gli occhi illuminati.
Mi risedetti continuando a sorridere come un idiota.
-Ti porterò a fare un bel giro da qualche parte!- esclamai entusiasta.
-Lo faresti davvero, Oli?- chiese incredula. Era la prima volta che mi chiamava come le avevo chiesto io appena l'avevo incontrata! Oli. Suonava proprio bene detto da lei. 
-Certo che lo farei.- risposi posandole una mano sulla guancia.
Rimase stupita a quel contatto impulsivo, che nemmeno io avevo previsto. Mi scostai in fretta, preoccupandomi di averle dato fastidio.
Entrambi abbassammo la testa, senza osare guardarci.
-Ci sei rimasto male venendo qui? Intendo per aver scoperto che ho un tumore...- chiese flebilmente Iris.
-Beh, non me lo aspettavo. Ma non ci sono rimasto poi così male. Ho solo sperato che tu guarissi.- risposi.
L'infermiera entrò di nuovo nella stanza, interrompendo i nostri discorsi.
-Ehm...Scusate, ma l'orario di visite è finito. Avete ancora cinque minuti per salutarvi, se volete.- ci disse sorridente. Prima di uscire mi rivolse un'altra occhiataccia. Va bene, avevo dei tatuaggi. Tanti tatuaggi, ma non erano una buona scusa per poter continuare a guardarmi male.
-Non le vado a genio.- esclamai, riferendomi all'infermiera.
Iris scoppiò a ridere: -Sì, ehm...Non sei il suo tipo di ragazzo.- esclamò poco dopo.
Risi anche io.
-Beh, è meglio che vada...- dissi. -Stammi bene, verrò a trovarti. Meglio che ti prepari, vedrai la mia brutta faccia per un bel po'.- esclamai poi, alzandomi dalla sedia.
-Credo che mi vada bene. La tua faccia non è poi così brutta.- disse lei, tenendomi testa. 
Le sorrisi, e in un momento mi ritrovai a piegarmi a pochi centimetri dal suo viso.
Impulsivamente le bacia una guancia. 
Mi staccai quasi subito, sorridendole e notando con piacere le sue guance arrossate dall'imbarazzo.
Me ne andai, lasciandola sorridente.
 
-Sono a casa!- urlai entrando dalla porta di casa Sykes, che ormai era diventata la casa dei Bring me the horizon. 
-Finalmente, Oli!- sentii dire da Jordan. La sua voce proveniva dal salotto.
Mi diressi lì, vedendo i ragazzi seduti sui divani.
-Che c'è?- chiesi scocciato, notando i loro sguardi puntati su di me.
-Nulla. Come sta Lee?- disse Matt K. Facendosi portavoce degli altri.
-Bene, credo...- esclamai lasciandomi cadere su una poltrona in pelle nera.
-Oli, devi essere meno superficiale. Non puoi pensare solo a te stesso. Avevamo mandato te all'ospedale perchè ti sei offerto, non hai nemmeno chiesto come stava?!- sbottò Matt.
-Calmati, Nicholls. Stava bene quando sono andato.- dissi io, inarcando un sopracciglio al modo in cui mi aveva appena parlato.
-Oliver, Matt ha ragione. Non puoi continuare a comportarti in questo modo. E' da un mesetto a questa parte che fai così. Persino in sala prove, ti arrabbi ogni volta che qualcuno sbaglia una cosa. Non puoi pretendere sempre la perfezione, e per di più non puoi arrabbiarti per ogni minima cosa e pensare di avere sempre ragione. Non sei il centro del mondo.- disse, calmo, Jordan.
-Per carità, mi volete fare la predica ora?- esclamai alzando gli occhi al cielo. -Va bene, mi dispiace.- dissi poco dopo.
-Wow. Si è scusato. Non pensavo di arrivare così lontano con quel discorsetto. Sei sicuro di essere tu Oli?- esclamò Jordan, avvicinandosi a me e scuotendomi per le spalle.
-Sì, sono io!- esclamai ridendo. 
Ridemmo tutti, era da tanto che non ridevamo davvero tutti insieme. In effetti il mio comportamento era peggiorato nell'ultimo periodo, ma avevo iniziato a decidermi che non andavo più bene se continuavo così, che dovevo cambiare.
-Bene, passiamo ad altro. Il tour. Ci hanno aggiunto una data. Dovremo esibirci proprio qui a Sheffield, sarà la data finale, per chiudere tutto.- esclamò Kean, alzandosi in piedi sul divano.
Tutti iniziammo ad applaudire e fischiare a Matt K, che iniziò a fare una danza estremamente equivoca, ancora in piedi sul divano di pelle.
Ci mettendo a ridere, gridandogli le più bizzarre frasi d'ammirazione. Jordan si era inginocchiato davanti a Kean, dichiarandogli il suo amore e venendo malamente respinto da un dito medio alzato di fronte al suo naso.
-E Oli, tu mi ami vero, almeno tu?- chiese Jordan sedendosi vicino a me sulla poltrona e facendomi gli occhi da cucciolo.
-Ma certo! Sei l'amore della mia vita! Ti amerò per sempre, diamone!- esclamai scoppiando a ridere nel vedere la sua espressione di vittoria. Jordan fece la linguaccia a Kean, che ricambiò e smise di comportarsi una balleria di uno strip club.
Era da tanto che non ci divertivamo così, tutti insieme. Anche se mancava Lee.
Decidemmo di ordinare una pizza e di metterci a giocare alla play che Jordan aveva ormai deciso di lasciare a casa mia.
Tanto ci vivevano pure loro in pratica. O almeno, restavano qui a dormire una notte sì e l'altra pure. Quindi ci eravamo ormai arresi ad una convivenza.
Fu una splendida serata, in cui riscoprii come fosse divertirsi con i propri amici.
Per un po' ripensai ad Iris, e a quel leggero bacio sulla guancia che le avevo dato, alla sua espressione felice e imbarazzata dopo quel gesto. Fui pervaso da un senso di compiacimento che non provavo ormai da tantissimo tempo.
  
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