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Autore: paynekilllers    03/07/2013    23 recensioni
«Sarò anche stata una grande bugiarda, ma non sono sicura di poter mentire di nuovo guardandoti negli occhi.»
____
Questa fanfiction scritta a quattro mani. Abbiamo messo 'slash' come tipo di coppia per un motivo, guardate il trailer e capirete (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VAtnuUz4cT0).
Speriamo vi piaccia, un bacio.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter thirteen:
- Penelope.


 

Dylan's Pov.

Quel weekend mi era toccato lavare l’auto di mio padre, in realtà mi aveva promesso cinquanta dollari e non potevo rifiutare. Ero fuori in giardino sul retro. Riempii un secchio con dell’acqua e del sapone e mi misi all’opera.
Erano passati un paio di giorni da quando Harry mi aveva raccontato quello che era successo con Kyle. Mi sentivo quasi messo da parte perché mi aspettavo che anche Kayla mi raccontasse del bacio con Harry invece non toccava l’argomento. Le avevo dato del tempo ma a quanto pare non si fidava di me a tal punto di venirmi a dire queste cose. Era ovvio che la trattassi con freddezza dopo tutto ciò, non rispondevo ai suoi messaggi e alle sue telefonate.

«Dylan, tesoro!» urlò mia madre uscendo in giardino. Quando mi voltai verso di lei, alle sue spalle vidi Kayla.
«Visto chi è venuto a trovarti?» continuò lei passando una mano sulla schiena alla mia amica.

Lasciai cadere la spugna nel secchio e mi avvicinai per salutarla.

«Hey, come mai qua?» le chiesi.
«Niente di importante, mi andava di vederti.»

Capii che c’era qualcosa che non andava e che non voleva parlarne davanti a mia madre, così la convinsi ad andare dentro per prenderci qualcosa da bere. Le feci cenno di venire dietro di me e ci sedemmo sul muretto che divideva il nostro giardino da quello della vicina.

«Allora, cosa c’è che non va?» chiesi senza nemmeno guardarla.
«Dovresti dirmelo tu. Sei così strano in questi giorni…»
«No, non è vero.»
«Sì che lo sei, non mi rispondi nemmeno ai messaggi.»
«Ho avuto molto da fare, scusa.» mentii.
«Sei un pessimo bugiardo, Dylan. Ti conosco e so che c’è qualcosa che non va.»
«Che c’è, hai la coda di paglia?»
«Cosa stai dicendo?»
«Lascia perdere.» dissi quasi sospirando.

In quel momento mia madre tornò in giardino con due grandi bicchieri di aranciata.

«Tesoro, ti va di rimanere qui a pranzo?»chiese mia madre a Kayla.
«Oh, certo. – Si voltò verso di me – Se per te va bene, ovviamente.»
«Certo, magari ne approfittiamo anche per parlare meglio.»
«Allora vado a preparare. Spero ti piaccia il pollo!»
«Grazie, Elen.»

***

Una volta a tavola i miei iniziarono di nuovo con le domande. Le chiesero della madre, della vita che aveva prima di trasferirsi e anche del padre.

«Perché domani non vieni con Dylan a darci una mano in chiesa? C’è il mercatino dell’usato per raccogliere fondi per i bambini meno fortunati.» propose mio padre.
«Papà, ti ho già detto che domani non ci sono.» dissi mentre con la forchetta torturavo la crostata che avevo nel piatto.
«Me ne ero dimenticato. Vai alla festa di Halloween, vero?»
«Sì, amore. – Rispose mia madre al posto mio – E tu Kayla, ci vai?»
«N-no… Non mi sembra di essere stata invitata.»
«La festa la organizza la scuola ogni anno, tutti gli alunni possono andarci. Mi pare strano che tu non sia stata invitata da nessuno, sei così una bella ragazza.»
«Tu ci vai con Claire?» chiese Kayla rivolgendosi a me.
«Beh, Claire non frequenta la nostra scuola…»
«Ma non penso ci siano problemi se la inviti.» continuò mia madre.
«Mi informerò più tardi.» sospirai.

Kayla sembrava non sentirsi molto a suo agio quindi subito dopo il dolce trovai una scusa per salire in camera. Andai a stendermi sul letto lasciando Kayla sulla porta che si guardava attorno. Quasi sembrava spaventata.

«Che c’è, non è la prima volta che entri in camera mia. Non rimanere lì impalata.»
«Certo…» si sedette ai piedi del letto e iniziò a torturarsi le dita.

Mi misi a sedere e la fermai. Odiavo quando le persone lo facevano. Era sul serio insopportabile.

«Hai detto che volevi parlare, di cosa esattamente?» chiese lei mordendosi il labbro.
«Smettila di fare anche quello.» dissi riferendomi al labbro.
«Ti da fastidio anche questo?» alzò un sopracciglio.
«No, mi piace fin troppo.» la vidi arrossire e per un momento cercò di evitare il mio sguardo poggiando il suo sul pavimento.

Non mi sembrava il caso di dirle che sapevo di lei e Harry. Sapevo che ci teneva a me ed ero sicuro che prima o poi me l’avrebbe detto di sua spontanea volontà.

«Comunque volevo parlarti del fatto che… Beh, sei qui da quasi un mese e ora stai iniziando a farti degli amici e mi sento messo da parte, cioè è quasi ridicolo da dire…» sparai la prima cosa che mi era venuta in mente.
«No, non è ridicolo. E’ dolce da parte tua, ma non preoccuparti. Sarai sempre il primo della lista.»
«Oh, quasi mi emoziono.» mi poggiai una mano sul petto.
«Dai, non scherzo. – Mi spinse leggermente – Lo sai che ti voglio bene e che tra tutti quelli che ho conosciuto sei l’unico di cui io possa fidarmi.»

Probabilmente lei si fidava di me come io mi fidavo di lei, probabilmente avrei dovuto darle un altro po’ di tempo e magari me l’avrebbe detto senza che io le dicessi niente.

«Non dovevi informati per portare Claire alla festa?»  
«Davvero pensi che io voglia portarmi quella palla al piede?» dissi sbuffando.
«Uhm… sì? L’ultima volta eravate così affiatati insieme.» rise.
«Davvero divertente. – dissi alzando gli occhi al cielo – L’avrei uccisa se avessi potuto.»
«E perché mai, infondo sembra che alla tua famiglia piaccia molto.»
«La vera Apocalisse sarà quando la mia famiglia capirà che in realtà non sanno niente di me, e che di Claire non me ne frega un cazzo.»
«Dovrebbero accettarti per quello che sei e che fai…»
«Servire in un night club e flirtare con le donne più grandi di me non rientra nei parametri del figlio perfetto che vorrebbero i miei.»
«E perché allora lo fai?»
«Non lo so, non l’ho mai saputo ma se continuo a lavorare lì probabilmente è perché mi piace.»
«Non è male come ambiente.»
«Infatti, ma tanto è una cosa temporanea. Appena finirò la scuola andrò via da qui. Via dalla mia famiglia, da Claire-»
«Da me.» continuò lei al posto mio.
«Dai, cambiamo argomento. Se ti interessa venire alla festa puoi venirci con me.»
«Sembra un atto di carità il tuo.» alzò un sopracciglio.
«Hey, sei pur sempre nella casa del signore.» la sua risata riempì quelle quattro mura.
«E da cosa ci vestiamo? Batman e Robin?»
«Io avevo pensato più ad una cosa come dottore e infermierina sexy.» le feci l’occhiolino.
«Quindi inviti Kayla?» rimase quasi sorpresa.
«E’ ovvio che invito Kayla. Quando sei con me voglio che tu sia sempre Kayla. E non preoccuparti degli altri, metteremo delle maschere così non ti riconosceranno.»
«Ottima idea. – disse alzandosi dal letto – Ora devo andare.»
«Vuoi che ti accompagni io?» mi alzai e presi le chiavi della macchina dal comodino.

Lei scosse la testa e mi sorrise. Si avvicinò per poi lasciarmi un bacio all’angolo della bocca. Quando uscì dalla camera mi ributtai sul letto e mi toccai quella piccola parte di pelle che poco prima era stata a contatto con le sue labbra. Probabilmente ero arrossito, mi sentivo come un bambino alle prese con la prima cotta. 




Kayla's Pov.

«Quindi il signor Dylan sono figo Brooks ti ha invitato alla festa? – Annuii – Sicura che non ci stia provando?»
«Siamo solo amici, Zoe! E poi non voglio che ci provi, cioè per me è solo un amico… credo.»
«E’ quel credo che ti fotte. Comunque da quello che mi hai raccontato deduco che tu gli piaccia. Lui è carino, anzi è davvero molto carino. Perché non ti butti? Sei qui da così poco e già hai rubato il cuore di quel ragazzo. Io sto dietro a Harry da non so quanto tempo e lui non sa nemmeno che esisto.»
«E’ colpa tua se lui non sa nemmeno che esisti. Ogni volta che è a pochi metri da te sembra che tu abbia anche paura di respirare. Comunque dovresti cambiare preda, Harry non è un granché alla fine.»

Zoe sbuffò per la centesima volta davanti all’ennesima maschera.
Quel pomeriggio, dopo aver mangiato da Dylan, invece di tornare a casa chiamai Zoe e l’informai della festa. Lei mi aveva proposto di andare a comprare qualcosa di carino da indossare. Sarebbe venuta anche lei con i ragazzi del suo gruppo di musica quindi anche a lei serviva qualcosa di nuovo. Mi aveva invitato a dormire a casa e non potei fare altro che accettare visto che sapevo si sarebbe fatto troppo tardi per tornare a casa. In più, quella sera, mi toccava anche lavorare e casa di Zoe era decisamente più vicina al pub. Per fortuna i suoi non c’erano altrimenti avremmo dovuto dare troppe spiegazioni.

«Secondo te se vengo senza la maschera non fa nulla?»
«No, spaventi anche senza.» dissi mordendo la ciambella alla crema che avevo comprato poco prima.
«Non sei divertente. – Mi puntò un dito contro – E’ che mi hanno regalato delle tempere per il viso e vorrei provare a truccarmi come Sally, quella di Nightmare Before Christmas. Che ne dici?»
«Mi piace come idea, saresti carina.»
«Ok, allora è andata per Sally. Mi serve solo il vestito e mi sembra di averlo visto da qualche parte qui in giro.»

Iniziò a girare per gli scaffali del Toy Rus, un piccolo negozietto in uno dei vicoletti sperduti della città. Era un negozio a dir poco inquietante. C’erano bambole di porcellana intatte, alcune senza testa o senza arti a decorare le vetrine, ragnatele e insetti finti ovunque ma era ben fornito. Mi ero seduta su un puffo viola dall’aria molto vecchia a guardare Zoe alla ricerca dell’abito perfetto.

«L’ho trovato, l’ho già dato al cassiere. Ora tocca a te, da cosa vuoi vestirti?»
«In realtà non ne ho idea.» mi alzai e la raggiunsi lentamente.
«Allora, qui abbiamo Biancaneve, qui c’è un’infermiera, qui invece c’è Alice nel paese delle meraviglie.»
«Sono tutti in stile pornodiva, Zoe. Io voglio che si veda poco e niente invece questi saranno vestitini inguinali.»
«Ma tu hai detto che Dylan voleva l’infermierina sexy.»
«Dylan scherzava. Se vuole un’infermierina sexy gli regalo un porno a tema.»

Iniziai a gironzolare per il negozio alla ricerca di qualcosa di adatto e, soprattutto, economico. Non mi andava di spendere un botto di soldi per un vestitino che non avrei mai più rimesso in vita mia. Su un manichino, davanti a me, c’era un abito bianco e lungo. A prima vista mi sembrava fuori luogo in quel negozio, sembrava un abito da sposa.

«Bello vero?» il cassiere mi aveva raggiunto.
«Sì, molto. Non è in vendita, vero?» chiesi, lui scosse la testa.
«Possiamo solo affittarlo, un pezzo così non si può dar via. E’ arrivato due giorni fa. – Mi guardò – Dovresti provarlo!»
«Provare cosa?» chiese Zoe materializzandosi al mio fianco.
«Sicuro che posso?»
«In realtà il capo mi ha detto che dovrei prima accertarmi che il cliente lo voglia davvero affittare, ma il capo non c’è. E tu staresti bene con quel vestito addosso.»

Arrossii violentemente. Non ero abituata ai complimenti, soprattutto a quelli degli estranei. Il ragazzo mi aiutò a levare l’abito dal manichino e mi indicò il camerino. Feci entrare Zoe con me per evitare di fare qualche guaio, per fortuna c’era abbastanza spazio.
Mentre lei armeggiava con la cerniera alle mie spalle, io continuavo a fissarmi nello specchio davanti a me. L’abito era della mia taglia anche se mi andava leggermente largo sul seno visto che di seno ce n’era ben poco.

«Il ragazzo aveva ragione!» esclamò lei.
«Tu dici?» mi voltai leggermente per vedere come fosse dietro.
«Ci ha azzeccato, e poi è perfettamente della tua taglia.»
«Ha occhio!» dissi passando una mano sul bustino decorato.
«Certo che ha occhio, è gay!»
«Cosa? E tu che ne sai?» la guardai a bocca aperta.
«Diciamo che lui e il suo ragazzo non hanno problemi a effettuare scambi di saliva in pubblico, al parco.»
«Interessante…» risi continuando a guardare il mio riflesso nello specchio.
«Aspettami, torno subito.»

Zoe uscì dal camerino. Dopo nemmeno due secondi la porta si riaprì.

«Hai fatto in fret-» mi bloccai quando mi ritrovai il ragazzo di prima che continuava a fissarmi.
«Avevo detto io che ti sarebbe stato benissimo.»
«Ho paura che mi venga a costare troppo, mi serve solo per domani sera.»
«Non preoccuparti del prezzo.» mi fece l’occhiolino.
«Mike, secondo te quale delle due?» chiese Zoe con due maschere tra le mani.
«Oh, tesoro! Con tutte le cose che ci sono qui sei andata a prendere le più brutte.»
«Non ha tutti i torti.» risi guardando la mia amica che sembrava essersi offesa.

Il ragazzo, che per quello che avevo capito si chiamava Mike, tornò con una scatola tra le mani. Quando l’aprii ne uscì fuori una maschera: copriva metà viso, era argentata, lo stesso colore delle decorazioni del bustino. Aveva delle piume bianche che richiamavano la stoffa dell’abito. La presi e chiesi al ragazzo di darmi una mano.

«Se ti vedessi non ti riconoscerei.» la mia amiche entusiasta saltellava sul posto mentre con un grande sorriso non mi levava gli occhi di dosso.
«Meglio, perché nessuno deve riconoscermi.»

***

Verso le sei iniziai a prepararmi per andare al pub. Zoe aveva sistemato i nostri vestiti nell’armadio per evitare che nelle buste si maltrattassero. Quando uscii dal bagno, con già la parrucca e i vestiti da ragazzo, Zoe mi guardò attentamente.

«Mi fai quasi paura vestita così.» mi puntò un dito contro.
«E’ il prezzo da pagare per avere un’auto solo mia.» feci spallucce.
«Prima, quando hai detto che Harry non è un granché che volevi dire?» abbassò lo sguardo sulle sue mani.
«Che non è tutta questa gran roba. E’ strano e irritante, fidati.»
«Non sembra, magari solo a lavoro si comporta così…»
«Sembra quasi che tu non mi creda. – Risi – Visto che mi devi accompagnare tu, perché non entri nel locale così vedi con i tuoi occhi?» 




Harry's Pov.
 
Allungai la mano sull’altro lato del letto. Quando avvertii un vuoto rimasi deluso. Mi voltai e, buttata sul materasso, trovai una maglia decisamente femminile. L’afferrai e la portai vicino al viso per osservarla meglio. Riconobbi subito quell’odore, lo stesso che sentivo da diversi giorni che però ancora non riuscivo a collegare alla persona in questione. Strinsi la maglia in un pugno e la portai vicino al naso, inspirando a pieni polmoni quel profumo dolce che tanto mi piaceva. Un rumore nel bagno attirò la mia attenzione.

«Dannazione!» sospirò la ragazza. Si, la voce era di una ragazza.

Continuai a guardare la porta del bagno che era spalancata. Vidi un’ombra e subito dopo la ragazza si affacciò sulla soglia. Il mio sguardo cadde subito sulle sue gambe nude. Salii ancora di più con lo sguardo e notai l’asciugamano che aveva stretto attorno al busto che le copriva il corpo bagnato. Ai suoi piedi si era formata una pozzanghera. Quando alzai lo sguardo sul suo viso l’immagine diventò sfocata e in quel momento capii: si trattava di un sogno. La ragazza scomparve e quando aprii completamente gli occhi mi ritrovai davanti il soffitto della mia camera. Mi misi a sedere sul letto e mi passai una mano sugli occhi per allontanare il sonno ma non servì a molto. Ero proprio sfortunato, ero a un passo dallo scoprire chi fosse la ragazza e mi ero svegliato sul più bello. La ragazza, ero sicuro, era la stessa di tutti gli altri sogni precedenti. L’avevo riconosciuta dal profumo che ormai avevo imparato a memoria. Guardai l’orologio sul comodino e mi alzai per andare a fare una doccia. Quella sera, a lavoro, avrei dovuto parlare con Kyle.

***

Una volta arrivato al pub cercai subito il pivellino. Dovevo levarmi quel sassolino dalla scarpa il più presto possibile. Lo trovai nei bagni a lavare per terra e, non appena lo vidi, gli poggiai una mano sulla spalla per farlo voltare. Lui sobbalzò non appena mi vide e lasciò cadere la scopa per terra. Si affrettò a raccoglierla e si passò il dorso della mano sulla fronte per asciugare il sudore.

«Problemi, Harry?» mi chiese visto che continuavo a fissarlo senza dire una parola.
«Dobbiamo parlare…» dissi cercando di sembrare più serio possibile.
«Lo stiamo già facendo.»
«Non fare il coglione! Sai di cosa sto parlando.» gli urlai contro.
«So cosa vuoi dirmi e sappi che per me va bene.»
«Cosa?» corrugai la fronte.
«Far finta che non sia successo niente.»
«Sì, perché tanto non voleva dire niente quel bacio se bacio si può definire. Ero incazzato e non so perché l’ho fatto, è solo che tu non ti fai mai i cazzi tuoi, Kyle. Avrei dovuto picchiarti.»
«Ma mi hai baciato.» disse lui guardando nel vuoto.

Alzai un sopracciglio e feci un passo verso di lui.

«Cioè, no. Non è successo niente.» alzò le mani a mo di difesa.
«Bravo.» gli diedi un piccolo buffo sulla guancia e tornai nella sala che, nel frattempo, si era riempita.




Zoe's Pov.
 
Quando mi arrivò l’ok di Kayla tramite messaggio, mi avviai al pub.
Era la prima volta che ci mettevo piede, non ero solita a frequentare posti del genere. Kayla mi aveva consigliato di indossare un vestitino nero senza spalline perché se volevo attirare l’attenzione di Harry non ci sarei riuscita in jeans e t-shirt. Per quanto fosse sbagliato cambiare per piacere a qualcuno, era vero… Con Harry Styles, se facevi vedere qualche centimetro di pelle in più, era fatta e non avevi bisogno di altro. Quando entrai nel locale sentii subito una musica di fondo, doveva essere jazz, che quasi veniva coperta dalle tanti voci di ragazze lì presenti. Tutti i tavolini erano occupati. Iniziai a sentirmi fuori luogo e istintivamente iniziai a cercare la mia amica tra tutta quella gente. La prima persona che catturò la mia attenzione fu Dylan. Appena mi vide mi salutò con un gesto del capo e mi avvicinai a lui.

«Che ci fai qui?» mi chiese.
«Me l’ha chiesto tu sai chi.» strinsi le labbra fino a farle diventare una linea sottile.
«Ha bisogno della mammina che controlla?»
«Oh, sta zitto Brooks che qui il primo sei tu che la tiene sottochiave. Sappiamo benissimo entrambi quanto ti piaccia.» mi avvicinai a lui e sorrisi.
«E’… è così evidente?» mi chiese imbarazzato.
«Oddio, ho indovinato?» risi.
«Sei una stronza! Oh, come ti chiami? Mi sono dimenticato.»
«Zoe, tre lettere… come puoi dimenticarlo?» alzai un sopracciglio.
«Sai, difficilmente ricordo le persone inutili.»
«Qual è il tuo nome intero?» gli chiesi mentre cercavo di sedermi su uno sgabello davanti al bancone senza far alzare il vestitino.
«Dylan Alexander Brooks… Perché?»
«E menomale che le persone inutili non le ricordavi! Il tuo nome lo sai perfettamente.»
«Simpatica! – Mi guardò serio. – Prendi qualcosa da bere?»
«Oh, non saprei… Qualcosa che non mi faccia uscire fuori di testa possibilmente.»
«Vuoi per caso una bella tazza di latte con dei biscotti?» mi sorrise.
«Sai dove puoi metterteli?» strinsi gli occhi facendoli diventare due piccole fessure.
«Dylan, me la vedo io. Tu va a portare questo al tavolo sette.»

Un ragazzo biondo con due occhi azzurri mi si piantò davanti, dall’altro capo del bancone. Mi sorrideva ed io, non so per quanto tempo, rimasi a fissare il suo viso perfetto. Quando tornai sulla terra, scossi la testa. Non dovevo dare l’impressione di una cogliona, non in quel locale, anche se probabilmente ci ero già riuscita.

«Sei amica di Dylan?» mi chiese lui.
«Beh, non proprio amica…» non ero affatto amica di Dylan.
«Sei la sua ragazza?» continuò.
«No!» lo fulminai con lo sguardo facendolo ridere.
«Meglio… Non sapevo che Brooks conoscesse ragazze così carine.»
«Grazie.» abbassai lo sguardo sulle mie mani e quando lo rialzai lo sorpresi a guardarmi.
«Cosa posso offrirti?»
«Oh, beh non c’è bisogno che tu mi offra qualcos-»
«Come ti chiami?»
«Zoe, tu?»
«Niall. Beh, Zoe è un drink e prometto di non drogarti con qualche strana sostanza.»

Per poco gli occhi non mi uscirono dalle orbite.

«Hey, calmati. Scherzavo! – Rise riempiendo il bicchiere – Non prendermi sul serio.»
«Quindi nemmeno il tuo complimento devo prenderlo sul serio?»
«Quello sì. – Mi posò il bicchiere davanti – Penso davvero che tu sia carina.»

Tirai su un sorso dalla cannuccia e mi voltai di lato, giusto in tempo per vedere Harry scivolare dietro al bancone. I nostri sguardi si incrociarono, ma come previsto, lui tornò a riempire bicchieri. Ero invisibile. Jeans o vestitino vedo-non-vedo ero sempre invisibile per lui. 




Kayla's Pov.

Il giorno dopo ci svegliammo tardi visto che al locale si erano fatte le tre di notte. Zoe mi aveva dato ragione, Harry l’aveva ignorata. Aveva passato la serata a sorridere a tutte le ragazze del locale e a flirtare con loro. Mi aveva raccontato però di Niall che in qualche modo si era interessato a lei. Onestamente non sapevo se spronarla a conoscerlo visto che di quel ragazzo non sapevo molto. Di sicuro però, alla prossima festa che avrebbe organizzato a casa sua, l’avrei portata con me. Era tempo di farle conoscere qualcun altro così si sarebbe disintossicata da Harry ed io non mi sarei dovuta più sentire in colpa per il bacio. Cosa che non le avevo ancora raccontato. In effetti non avevo intenzione di raccontarla a nessuno. Erano affari miei dopotutto, no?

Dopo aver mangiato un tramezzino e aver visto un film iniziammo a vestirci. Prima però l’aiutai a truccarsi con la pittura e il risultato fu più che soddisfacente. Quando indossai il vestito il problema seno inesistente si ripresentò. Zoe mi prestò un suo push up che mi aiutò molto. Mi truccai poco visto che avrei dovuto indossare la maschera tutta la serata. Passai solo un po’ di matita, eyeliner e mascara sugli occhi e un po’ di rossetto rosa sulle labbra.
Una volta arrivate nel parcheggio della scuola, scendemmo dall’auto e raggiungemmo gli amici di Zoe. Me li presentò tutti e le fui grata, non conoscevo molte persone lì a scuola. Erano davvero tutti simpatici. Il cellulare bella borsetta iniziò a vibrare e quando guardai lo schermo sorrisi.

«Dove sei?» chiesi subito io.
«Hai un abito bianco?» chiese lui. Mi guardai attorno, doveva essere per forza lì vicino.
«Sì, e non trovo sia giusto che tu riesca a vedermi mentre io non so nemmeno dove sei.» risi.
«Ora vengo a prenderti.» attaccò.

Dopo alcuni minuti un Dylan versione fantasma dell’opera mi si presentò davanti. La maschera gli copriva la parte destra del viso e dopo avermi guardata dalla testa ai piedi più volte mi sorrise.

«Sei bellissima.» rise.
«Anche tu.» ricambiai il complimento.
«Tu un po’ meno.» disse lui riferendosi a Zoe che stava guardando la scena.
«Non ho chiesto un tuo parere.– Gli rispose. Prese per mano una sua amica e trascinò tutto il gruppo verso l’entrata. – Buona fortuna, Kay!»
«Perché ‘buona fortuna’?» chiese Dylan offrendomi il suo braccio.
«Mi servirà per non essere riconosciuta e il fatto che tu mi abbia trovata subito non è un buon inizio.»
«Ti ricordo che ieri mi hai accennato una certa Penelope, ed io ho cercato su internet.»
«Hai fatto i compiti a casa, ottimo. Sì, l’abito somiglia a quello di Penelope, la tizia del film. Ho cercato anche io su internet.»
«Mi sa che abbiamo trovato la stessa cosa, ecco perché ti ho riconosciuta.»
«Lo spero.»

Feci un lungo respiro e con Dylan entrai nella palestra che era stata addobbata come un vero e proprio cimitero con tanto di lapidi e scheletri appesi al soffitto. Per fortuna le luci erano soffuse e questo avrebbe giocato a mio vantaggio. In pista c’erano già alcuni ragazzi che alternavano strusciatine a sorsi si punch. Mi accorsi di avere sete e chiesi a Dylan di andare a prendere qualcosa. Lui subito si affrettò verso il bancone delle bibite. Feci alcuni passi per avere un’ulteriore visione della sala. Mi accorsi di un gruppo di ragazzi ad alcuni metri da me. Tra loro riconobbi Louis. La cosa mi fece rimanere di sasso, lui non frequentava la nostra scuola… Nello stesso gruppo c’era Harry. Erano tutti vestiti da zombie. Harry aveva un pantalone scuro, una camicia bianca e una giacca grigia entrambe stracciate, e una cravatta rossa malandata con un nodo largo che penzolava al suo collo. Continuavano a ridere guardando Louis che, con le braccia stese davanti a se, fingeva di andare a sbattere casualmente addosso alle ragazze. Scusa per attaccare bottone. Mi ritrovai a fissare il riccio, era bellissimo quando rideva. Lo faceva con gusto e sulle sue guance comparivano quelle fossette che non facevano altro che renderlo ancora più adorabile. Quando posò lo sguardo su di me smise di ridere. Mi guardò per così tanto tempo che per un momento sembrava mi stesse facendo una radiografia. Disse qualcosa al ragazzo che sedeva di fianco a lui e si alzò. Iniziai ad allarmarmi quando capii che veniva nella mia direzione. Cercai Dylan e lo vidi parlare con alcuni ragazzi al bancone.

«Ciao.» riconobbi la sua voce roca che per poco non mi fece accapponare la pelle.
«Ciao.» lo salutai con un filo di voce.
«Non ti ho mai vista, sei della scuola?» iniziò a scrutare il mio viso.
«N-no. Sono un’infiltrata.»
«Sei da sola?»
«S-sì…»
«Ti va di ballare?» mi allungò una mano.
«Certo.» esitai prima di poggiare la mia mano sulla sua.

Arrivammo al centro della pista e, invece di seguire il ritmo veloce della musica, lui prese le mie mani e le portò dietro al suo collo. Poggiò le sue sui miei fianchi e avvicinò i nostri corpi.

«Il tuo vestito mi fa sfigurare.» scherzò lui.
«Non è vero. Sei uno zombie, vero?» chiesi nonostante sapessi già la risposta.
«Uno zombie di nome Harry, tu cosa sei?»
«Penelope.»
«E come ti chiami?»
«Penelope…» non potevo dirgli il mio vero nome e onestamente non me ne veniva nessuno in quel momento.
«Non me lo dirai?– scossi la testa – Va bene.»

Si avvicinò ancora di più a me, tanto che ormai il mio mento poggiava sulla sua spalla. Lo sentii irrigidirsi e, mantenendomi per la vita, mi spinse via per potermi guardare di nuovo negli occhi. Mi guardò per alcuni secondi senza dire nulla. Iniziai a tremare, avevo paura mi avesse riconosciuta.

«Tu…»
«I-io c-cosa?» non riuscivo nemmeno più a parlare.
«Hai un profumo bellissimo.»

Le mie gambe per poco non cedettero. Avevo temuto il peggio in quei pochi secondi.

«Grazie.»
«No, tu hai sul serio un profumo stupendo.»
«Ho capito.» risi.
«Sicura di non avermi mai visto?» chiese lui.
«Mai.»
«Devo fare una cosa.» si passò la lingua sul labbro inferiore.
«Cosa?»

Mi tirò a se avvolgendomi le braccia attorno alla vita e posò le sue labbra sulle mie. In un certo senso mi erano mancate. Era strano da dire visto che le avevo toccate solo due volte, o quasi. Fece scivolare la lingua tra le mie labbra che si schiusero a quel contatto. Iniziò ad accarezzare la mia lingua con la sua, più volte, sempre più dolcemente. Era un bacio quasi disperato perché allo stesso tempo le sue labbra sembravano volere sempre di più. Si allontanò dalle mie labbra e posò la fronte contro la mia, continuando a tenere gli occhi chiusi. Fece un piccolo passo indietro e rimase a guardarmi. Portò le mani sui bordi della mia maschera. Non sapevo che fare, se lo avessi fermato mi avrebbe chiesto spiegazioni… Se lo avessi lasciato continuare beh, me le avrebbe chieste lo stesso.

Qualcuno mi tirò via, afferrando saldamente il mio polso. Mi ritrovai ad attraversare tutta la sala correndo tra i ragazzi lì presenti. Quando mi fermai mi accorsi che era stato Dylan a salvarmi.

«Mio Dio, grazie.» dissi cercando di recuperare fiato.
«Non so nemmeno perché l’ho fatto.» mi guardò severo.
«Che vuol dire?» lo guardai preoccupata.
«Lo hai baciato, Kayla.» sputò.
«E’ stato lui a baciarmi!» spiegai.
«Potevi respingerlo, ma non l’hai fatto.»
«Non mi ha dato il tempo di farlo.» mi ritrovai ad urlare.
«Ma ti prego, solo scuse. Solo fottutissime scuse. Ci stai prendendo gusto a baciarlo, vero? Lo stai solo prendendo per il culo.»
«Che cazzo stai dicendo?» ero quasi… spaventata?
«Pensi che non sappia che cosa è successo tra di voi?»
«Era ubriaco, non sapeva cosa stava facendo! E ripeto, è stato lui.»
«Momento, di cosa stai parlando?»
«Del bacio con Harry, a casa sua. Non è questo quello di cui stiamo parlando?»
«Oh, bene. – Si passò le mani tra i capelli – Quindi c’è stato un altro bacio. – Rise – Harry mi aveva raccontato solo di quello nello spogliatoio, al locale. Ma a quanto pare dopo era così ubriaco che ha rimosso il resto. Cosa aspettavi a dirmelo?»
«Perché avrei dovuto? Ti conosco da poco, non mi fido di te a tal punto di raccontarti quello che sto passando.»
«Solo ieri mi hai detto che ti fidavi di me! – Mi guardò e io non riuscii a trovare il coraggio di continuare – Mi fai pena, Kayla.»

Si levò la maschera e la lasciò cadere per terra. Slacciò il primo bottone della camicia e fece per andarsene quando tornò a guardarmi. Io ero quasi in lacrime, sarei scoppiata da un momento all’altro.

«Forse era meglio che ti levava quella fottuta maschera così avresti messo fine a questa puttanata.»




 

 

Trailer della FF:




Spazio autrici:
Eccoil capitolo 13.
Ci scusiamo per il ritardo e per gli eventuali errori.
In più Lorenza è partita, quindi io, Roberta, ho dovuto scriverlo quasi tutto da sola e solo Dio sa quanto sia stato un parto gemellare ahah
Allora, partiamo dicendo che Il fatto di Penelope è vero, cioè ho trovato la foto dell'abito e nella descrizione c'era quel nome.
Ora però non so che dire, ho dato spazio alla fantasia ahahha
Comunque per darvi un'idea, l'abito è questo (x).
Ah, volevo anche farvi vedere Zoe (x), personaggio fondamentale. Avete visto?
C'è anche un suo punto di vista nel capitolo:)
Che ve ne pare del suo personaggio?

-L&R-


I nostri twitter: (L) & (R)


Aggiorniamo.. Beh non sappiamo quando aggiorniamo.
In settimana non penso, quindi ci scusiamo già da ora. çç
Ah, grazie per le 200 recensioni.
xx

 

  
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