#24
To lose, to find
“Verrai con me, giovane sposa,
e poserai gli occhi su una folla più felice.
[…]Dove la bellezza non ha difetto, il decadimento alcun
flusso,
ma gioia è la saggezza, il tempo una canzone senza
fine.”
W.B. Yeats
I. I’m the lost Virgin
Il Re millenario sedeva dagli albori del
tempo su un trono nascosto e dimenticato, la corona arrugginita per il
sangue
degli innocenti e gli occhi colmi del dolore dei suoi peccati.
Ai suoi piedi la Vergine, amata e protetta
nell’inconsapevolezza, e l’Arma, cresciuta tra
l’odio e la perdita.
Il suo reame un gioco di specchi e
illusioni; dolce, bramata, letale
gabbia della propria ragione.
La sua anima un vorticoso, torbido
mescolarsi di desideri contradditori.
Tuttavia, in principio furono la serenità e
la tiepida gioia di giornate infantili; il legame voluto – ma
l’affetto
imprevisto – tra la Vergine che cresceva e l’Arma
che diventava uomo.
Poi, nel rumore della neve che cadeva, la
giovane donna fu trafitta da denti fraterni: il Re aveva fatto la sua
mossa.
E furono affanni e bramosie e prigioni e
verità celate e promesse mai mantenute.
E l’amore incondizionato di una donna fedele,
ignara.
E l’amore difficile di un Re che ha
qualcosa di più giusto da
compiere.
Ah, il labile confine tra passione e follia
è una vertigine invitante: come resistervi? La ragione
infondo è solo un misero
abbozzo davanti alle forze che muovono gli uomini.
Forze che strinsero la mente del monarca,
forze che strapparono il suo cuore dall’abbraccio della sposa.
Forze che non erano nient’altro che una
mera giustificazione.
Così, fu abbandonata, la donna, per alti
valori e deboli utopie. Sola, tradita, debole, inerme.
No.
Crebbe nel dolore, si alzò dalla perdita,
abbandonò l’inconsapevolezza, lottò per
nuove giustizie.
E infine tornò dall’Arma gettata per
guarire le ferite di entrambi.
Perché, al di là delle reticenze, delle
paure e delle ostilità nate da quei sentimenti sepolti nel
tempo, per Yuuki casa era ancora
tra le braccia di Zero.
Finalmente.
Word: 289
II. To find (happiness)
Gli
sarebbe piaciuto dire che sua figlia fosse un buon
risultato tanto delle
proprie qualità quanto di quelle di sua moglie, tuttavia (purtroppo, diceva Yuuki in un sospiro,
quando era in vena di
scherzi) la bambina era tale e quale a lui.
E non solo nelle tonalità chiare degli
occhi e dei capelli, ma anche negli atteggiamenti seri, a volte
scostanti, poco
adatti alla sua età e nell’intuito veloce; nei
lunghi silenzi e nei rari
sorrisi.
Nelle espressioni sarcastiche, buffe
parodia di quelle del padre, e nel modo in cui sospirava per poi alzare
gli
occhi al cielo davanti all’allegria un po’ ingenua,
un po’ sfrontata della
madre.
In come prima aggrottasse le sopracciglia
quando non capiva qualcosa e poi allontanasse l’aiuto di
Yuuki –sempre attenta, sempre
premurosa – con
quell’orgoglio così simile al suo.
A dire la verità, quando erano iniziate ad
emergere le inclinazioni della
bambina, nell’uomo era nata una sorta di leggera
inquietudine, una
preoccupazione che la sera, a letto, lo faceva rimuginare e agitare
nervosamente sotto le lenzuola.
Il problema era che Zero sapeva anche
troppo bene quale genere di carattere si trascinasse dietro, e, allo
stesso
modo, era consapevole di
come questo
avesse influito sulla sua vita.
Per questo, non gli sembrava giusto essere così
tanto felice nel riconoscersi ogni
giorno nelle espressioni, nei gesti o anche solo negli sguardi della
figlia:
come poteva rallegrasi di difetti che in quanto padre
avrebbe dovuto correggere?
Poi, però, un giorno era tornato prima dal
lavoro (dalla caccia, a essere
precisi, ma questo alla bambina non lo avevano ancora spiegato), si era
fermato
sullo stipite della porta, il cappotto aperto solo per metà,
e si era attardato
nell’osservare madre e
figlia sedute al tavolo della cucina tra sfrigolii di pentole e odorini
invitanti.
Con la complicità della quiete serale e
della penombra della stanza, aveva atteso, invisibile, qualcosa a cui
nemmeno
lui avrebbe saputo dare un nome.
Così, osservatore solitario e incantato, si
era goduto ancora per qualche attimo quella piccola porzione di
felicità.
Come in un film – di quelli muti, le cui
parole sarebbero state solo vuote e superflue – aveva visto
la figlia alzare lo
sguardo sulla madre, mostrando il disegno appena fatto nella timida
attesa di
una valutazione. Aveva visto Yuuki, dolce ed entusiasta come solo lei
sapeva
essere, accarezzarle la testa. Gli occhi socchiusi e le labbra dipinte
di un amore
infinito.
Aveva visto la bambina abbassare lo
sguardo, timida, e arrossire leggermente.
E infine l’aveva vista sorridere, senza
riuscire a trattenere l’espressione d’infantile
orgoglio e di gioia innocente che
le stava nascendo sul viso.
Fu in quel momento che Zero capì che tutte
le sue ansie, i suoi dubbi, le sue incertezze, non erano
nient’altro che deboli
e infondate trame della sua mente.
Perché ormai lo sapeva con certezza: sua
figlia era amata e, anche nelle future difficoltà della
vita, avrebbe trovato la
felicità.
Esattamente come lui.
Word: 481
Note
dell’inutile e imperdonabile ritardataria autrice:
Sì, lo so, nessuno si
ricorderà più di me o
di questa raccolta: sono assolutamente e obbligatoriamente imputabile
per
questo ritardo. Quanto sarà? Cinque mesi? Sei? Non lo so,
sinceramente, e credo
che non lo sappiate nemmeno voi, è davvero troppo che non mi
faccio sentire. In
realtà avrei anche un sacco di scuse scusanti
(computer rotto, viaggi in
Sicilia e a Siena, settimane e settimane di studio spartano per finire
in
bellezza l’anno, preparazione di una raccolta che spero di
pubblicare a breve, una
vita) vere, ma la verità è che oltre a tutto
questo, ho avuto un enorme,
orribile, terrificante blocco dello scrittore, e sapete
perché? Perché VK è
finito! Sì, avete capito bene, perché
è finito. Che dire? Finale troppo veloce,
per i miei gusti, avrei voluto vedere più spezzoni della
vita di Zero e Yuuki
da sposati, qualche flash sui figli... ma niente! Diciamocelo, era
ovvio da
qualche capitolo che Yuuki si sarebbe messa con Zero, e secondo me la
Matsuri
si sarebbe dovuta soffermare un po’ di più sulla
vita futura dei personaggi
invece di liquidarla in un paio di pagine. Insomma, felice per i
(pochi,
pochissimi) momento Zeki, ma sono rimasta proprio con l’amaro
in bocca! E cosa
a comportato questo? Che quello che sono riuscita a scrivere,
l’ho buttato giù
nell’arco di almeno tre mesi, perché scrivevo due
righe e non riuscivo più ad
andare avanti! E purtroppo si vede, la prima parte sarebbe una specie
di
riassunto del manga, ma è un casino e credo una delle shot
peggio riuscite;
mentre l’ultima parte la trovo carina, volevo scrivere
qualcosa di dolce e la
scena che mi è venuta in mente era di uno Zero alle prese
con il formarsi del
carattere della figlia, preoccupato che possa fare i suoi stessi
errori. Ma poi
capisce che lei è amata, e che sicuramente
troverà qualcuno che la possa
rendere felice, proprio come lui ha trovato Yuuki. O qualcosa del
genere...
insomma non riesco a spiegarmi tanto bene perché al momento
sono un po’
devastata mentalmente e fisicamente... scusate, sono le vacanze su e
giù tra
casa mia e il Lido, il viaggio giornaliero mi devasta sempre -__-
Comunque, appena finita la seconda shot,
cioè due minuti fa, l’ho pubblicata, anche se non
pienamente soddisfatta: anche
questa è troppo, troppo disordinata. Amen, al massimo la
rivedrò con il vostro
aiuto.
Quanto all’incipit, sono quasi sicura di
aver rubato la citazione da una delle fic di questa sezione, infatti
non ho mai
letto nessuna opera di W.B. Yeats, ignoranza mia. Il punto è
che parecchio
tempo fa me l’ero segnata, per poterla utilizzare in un
contesto appropriato (e
questo mi sembrava ideale: dopo tanta sofferenza un po’ di
gioia), così adesso
non ho la più pallida idea da quale delle numerose storie
del fandom io l’abbia
presa. Mi dispiace non aver chiesto il permesso, considerando che
è un po’ come
se avessi rubato una citazione, quindi se qualcuno sa a quale capitolo
di quale
storia appartenga, lo pregherei gentilmente di contattarmi ^__^
Ok, ora passiamo ai futuri capitoli: ho in serbo una
Flash ZeKi AU che ho già scritto per metà e che
finirà in questa raccolta,
quindi dovrei aggiornare a breve, spero. Poi, ho avuto modo di pensare
a molte
idee, che però, a causa di quel famoso blocco, non sono
riuscita a sviluppare.
Spero tanto di riuscire a farlo nelle prossime settimane ^^ comunque mi
farebbe
piacere ascoltare le vostre richieste, per scrivere su qualcosa che
vorreste
leggere!
Infine, prometto che risponderò alle recensioni in, al
massimo, un paio di giorni. Forse alcune anche oggi (al momento sono le
22.57).
Bene, concludo con il solito super mega grazie ai
lettori e con un bacio enorme e un ringraziamento a recensori, mi
auguro di non
avervi deluso troppo con questo ritardo... -__-
Spero che almeno la lunghezza, più che la
qualità,
delle shot vi abbia ripagato almeno un pochino.
Un inchino
-Nomy (nick cambiato in onore di una meravigliosa canzone
dei Metallica)