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Autore: Istant    03/07/2013    5 recensioni
«Ti piacciono i Doors? »
«Amo i Doors. »
“Non ne ho mai ascoltato una canzone.”
Sakura sorride estasiata. Toglie un auricolare dall’orecchio e glielo porge. Ino lo infila in quello sinistro. Sbaglia, è per quello destro ma non lo cambia.
"They got some bungalows and that's for the people who like to go down slow"
[...]
Sakura alza le spalle con un sorriso. Ino annuisce. Guarda fuori dal finestrino dell’autobus. Non presta attenzione al panorama che scorre. Sente una pressione sulla mano.
« Però possiamo fare domani.»
Quella che sente è la mano di Sakura sulla sua. La guarda.
« Che ne dici?»
Bianca, le pare più piccola di quanto ricordasse. È fresca.
« Ino?»
Si accorge solo adesso che Sakura sta aspettando la sua risposta.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno | Coppie: Sakura/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Let's open the Doors


A jane, 
per avermi mostrato un cuore così grande




Una musica commerciale, di quelle che la radio trasmette in questi giorni, si sente debolmente in sottofondo.
Ino corre sulla pedana da quindici minuti buoni. Smette.
Si asciuga il sudore con l’asciugamano che tiene sul collo.
“I wanna be your girl, nanana… Basta, che canzone orrenda.”
«Ehi Ino, come te la passi? » « Alla grande e tu?»
«Ciao Ino che ne dici di uscire qualche volta?» « Ti piacerebbe, sono troppo bella per te.»
«Allora Ino hai deciso che farai la prossima settimana? Ci vai alla serata?» «Si, non mi dispiace l’idea.»
Sono voci che la incontrano nella palestra. Dopo pochi minuti dimentica i loro volti.
Prende i pesi e inizia a fare gli esercizi per i bicipiti. Sguardo fisso avanti.
Uno, due. Uno, due,
 Like ships in the night, You keep passing me by… Ecco questa è decisamente meglio.”
Qualcuno gli passa davanti al campo visivo. Non si ferma.
Una ragazza sta aspettando per le flessioni sulla palla. Ha le cuffiette per la musica.
“Che fronte enorme.”
La ragazza sorride e saluta un istruttore. Beve un sorso d’acqua dalla bottiglietta.
Uno, due. Uno, due.
Si distende sulla palla. Fa venti flessioni. Pausa di un minuto.
Uno, due. Uno, due.
Altre venti e poi ancora pausa.
Uno, due. Uno, due.
Si alza, sbuffa. L’istruttore le dice qualcosa ma lei ride e gli fa segno di aspettare.
Si volta, verso quella parte. Per qualche secondo è immobile, poi sorride.
Ino non si era accorta che la stava fissando.
“Mi fanno male le braccia.”
 
 
 
Ino continua a sfregarsi i capelli con l’asciugamano. Le chiacchiere delle ragazze sono molto forti nello spogliatoio.
« Ciao.»
La ragazza si volta.
« Mi presteresti un po’ di shampoo? L’ho dimenticato. Scusa se te lo chiedo.»
“L’ho già vista, è la ragazza della settimana scorsa.”
« Certo, tieni.»
« Ah grazie!»
La ragazza, con la bottiglietta di sapone in mano, la guarda da cima a fondo.
Ino alza un sopraciglio come a chiedere “Che c’è?”
« Hai mai pensato di fare aerobica? Hai proprio il fisico giusto per farla.»
“Aerobica? È roba da vecchi. Preferisco ballare l’hip hop.”
« Sinceramente no.»
« Dovresti provare. In questa palestra la fanno. Dai ci sono anche io, sono sicura ti divertiresti.»
« Non mi ci vedo.»
« Pensaci!»
Si dirige verso le docce canticchiando un motivo che Ino non riconosce.
 
 
 
« Allora Ino che te ne pare? Sei contenta che ti abbia consigliato di venire qui?»
Salire sullo step, alzare la gamba, farlo un’altra volta e giù.
« Non sono certo venuta per quello. Solo che nell’offerta che avevo preso con la palestra dovevo scegliere un’altra attività, le rimanenti erano peggiori di questa.»
“Balle.”
Salire sullo step, alzare la gamba, farlo un’altra volta e giù.
« Va bene, va bene. L’importante è che sei qui.» dice ridendo.
Nel mentre che parla si distrae e rischia di cadere a terra.
« Che maldestra che sei.»
« Non è vero! È che queste scarpe non sono adatte.»
“Certo come no.”
Salire sullo step, alzare la gamba, farlo un’altra volta e giù.
«…Lazy diamond studded flunkies. She has wisdom and knows what to do…» 
Ino la guarda stranita.
 « Sakura che fai? Canti la tua musica senza ascoltare quella dell’esercizio? Ci credo che sbagli.»
Sakura sorride.
« Se non seguo la mia musica come faccio a divertirmi?»
 
 
 
Entrambe sono alla fermata, aspettano l’autobus. Sakura ascolta la musica in silenzio. Ino la guarda per un attimo, lei lo vede.
«Ti piacciono i Doors? »
«Amo i Doors. »
“Non ne ho mai ascoltato una canzone.”
Sakura sorride estasiata. Toglie un auricolare dall’orecchio e glielo porge. Ino lo infila in quello sinistro. Sbaglia, è per quello destro ma non lo cambia.
“They got some bungalows and that's for the people who like to go down slow” 
Sakura la doppia anche con la voce.
 «Sakura non si può dire che tu sia una persona propriamente intonata.»
«Come ti permetti? Fammi sentire un po’ tu come sei brava, forza.»
Ino ripete le parole, quelle poche che riesce a percepire.
Sakura scoppia a ridere.
« Non ci siamo, veramente pessima.»
«Senti chi parla.»
Ridono fino all’arrivo dell’autobus.
 
 
 
« A me piacciono i ragazzi mori, quelli con un po’ di mistero. Non pensi sia interessante? Provare a scoprirli ogni giorno.»
« Lo immaginavo Ino. Piacciono anche a me! Si vede che ci capiamo.»
Ino si alza e cede il suo posto a Sakura, la quale inizia a sollevare i pesi e poi si ferma.
« Tipo quello, guarda quanto è bello.»
Indica qualcuno poco distante.
« Si. L’ho notato da un po’. Piace tanto anche a me.»
« Eh, anche a te? Non vale sono gelosa.»
Ino la fissa, istintivamente si chiede“ Di chi?” ma dice tutt’altro:
« Non puoi competere.»
« Lo vedremo.»
Scoppiano a ridere.
 
 
 
« Vieni a prendere un caffè con me?»
« Non posso, devo già uscire.»
Sakura alza le spalle con un sorriso. Ino annuisce. Guarda fuori dal finestrino dell’autobus. Non presta attenzione al panorama che scorre. Sente una pressione sulla mano.
« Però possiamo fare domani.»                    
Quella che sente è la mano di Sakura sulla sua. La guarda.
« Che ne dici?»
Bianca, le pare più piccola di quanto ricordasse. È fresca.
« Ino?»
Si accorge solo adesso che Sakura sta aspettando la sua risposta.
“Cosa mi aveva chiesto?”
« Ah si certo, domani.»
« Ti eri incantata.» dice ridendo « Stavi ascoltando la musica?»
Sono vicine per via degli auricolari in comune.
« Si… la musica.»
 
 
 
Sakura si guarda davanti allo specchio e canta:
« …We now must to say goodbye, we lost our good old mama…»
Sorride, si aggiusta le sopraciglia con le dita. Mette il mascara.
Sbatte le ciglia. Ride. Si mette il fard.
« Da quand’è che ti fai bella per uscire dalla palestra?»
Ino le è accanto, poggiata alla parete.
Sakura sobbalza nel sentire la sua voce, non si era accorta della sua presenza.
« Devo uscire, è per questo. Ho un appuntamento.»
Ride ancora. Ino alza le sopraciglia.
« Ah si? E con chi?»
« Un tipo molto, molto carino… Allora come sto?»
Lei fa una giravolta su se stessa e sventola i capelli.
Per l’occasione si è messa una maglietta colorata a fiori e dei pantaloni attillati neri.
« Lo stenderai.»
Sakura arriccia le labbra e il naso, scuote la testa. Sembra arrossire.
« Va bene, allora vado.»
La saluta. Ino segue la sua figura fino a che non scompare sulla porta dello spogliatoio. Quel giorno il posto accanto al suo, in autobus, sarà vuoto.
   
 
 
« Ino, mamma, guarda che carino quel vestito.»
Sakura indica una vetrina dall’altra parte della strada. C’è un vestito rosso ed elegante esposto.
« Ah, stupida, che combini?!»
Grida Ino. Sakura si è precipitata ad attraversare la strada senza nemmeno guardare se arrivassero delle macchine.
Ino la segue, facendo cenno agli automobilisti di fermarsi.
« Ehi vuoi fare un po’ di attenzione?»
Ma lei non la sente nemmeno, continua a fissare quell’abito estasiata.
« Sai Ino, penso che quest’abito non mi starebbe bene.»
« Perché?»
« Per via del colore dei miei capelli, sai non mi sembrano molto abbinabili. A te invece starebbe benissimo.»
Lo dice con una vocina.
« Smettila, che cosa centra? I vestiti mica vanno abbinati ai capelli. I vestiti bisogna saperli portare.»
Sakura si volta. Ha un’espressione curiosa.
« Cioè?»
« Beh devi avere un certo portamento, una cerca classe ecco! Tutti possono riuscirci.»
« Ah Ino, lo so che tu te ne intendi di queste cose.» era tornata allegra « Allora facciamo così, domani vieni a casa a pranzo così mi insegni.» La afferra per le spalle.
« Eh, domani?» “Dovrei andare dal dentista.”
« Si, si domani. Cucino io, tu dovrai solo assaggiare le mie prelibatezze.»
« Va bene, domani a casa tua. Anche se non mi fido per niente della tua cucina.»
« Malfidata!»
Sakura mette il broncio.
 
 
 
Sakura posiziona il CD dentro il lettore. Porta degli shorts bianchi e una canottiera gialla.
Ino è seduta sul suo letto. La musica sembra non partire.
« Ammettilo Ino, sto diventando proprio brava a cucinare.» disse mentre trafficava sulla radio.
« Non ti allargare troppo fronte spaziosa. Sei riuscita a fare una pasta con le melanzane mica una lasagna.»
Sakura si volta e le fa la linguaccia: « Prima o poi ti stupirò Ino-pig.»
« Uhm si certo, hai ragione, ormai sono due mesi che mangio a casa tua e sei riuscita a salare la pasta al punto giusto, è un grande passo avanti.»
La musica parte.
« Si ce l’ho fatta! Sono un genio.»
“Don't ya love her madly, don't ya need her badly, don't ya love her ways”
Sakura si volta ed inizia a muoversi. Muove le gambe una in una direzione diversa dall’altra. Si abbassa e si rialza. Fa dei piccoli saltelli. Le braccia in alto mentre muove la testa da una parte e dall’altra. Fa una giravolta.
Sta ballando.
“Non sei per niente aggraziata.”
Ino la guarda mentre cerca di seguire la musica, mentre fa dei movimenti un po’ goffi senza accorgersene, mentre si perde. Mentre inclina il collo da una parte, può vederle un tendine, poi la clavicola e poi più in basso…
“…Don't ya love her as she's walkin' out the door, all your love, all your love, all your love…”
Incontra il suo sguardo, Sakura le sorride. Si avvicina e la prende per il braccio. La fa alzare. La afferra per i fianchi.
La muove. La costringe a ballare con lei.
È molto vicina, può vederle gli occhi, il mento. Si muove a ritmo di musica:
« Ino non fare il pezzo di legno.» Ride.
Ballano vicine, i loro corpi si sfiorano molte volte, come i loro seni. Sakura fa una giravolta e si poggia sulla sua schiena mentre continua a ballare. Può sentire i suoi capelli che le accarezzano il collo.
“Perché lo fai? Perché proprio adesso?”
Sakura le tocca i capelli con le dita per poi passare all’orecchio, si mette al suo fianco e accarezza il suo bacino con il fianco dell’amica. Mentre continua a ballare si avvicina al suo orecchio e le sussurra:
 «Yeah, all your love is gone, so sing a lonely song, of a deep blue dream, seven horses seem to be on the mark…  »
 
 
 
« Ah due anni! Mi sembra un sogno che sto insieme a lui da due anni… ma ho paura che tra poco mi mollerà.»
Quelle parole provocano un moto di gioia interno in Ino. Se ne vergogna.
« Come mai?»
« Boh è sempre distante, non so mai cosa vuole, ho come l’impressione che si sia stufato di me.»
Sakura sporge il labbro in avanti per la tristezza guardando in alto, poi si distende con la faccia sul tavolino sconsolata.
« Macchè, vedrai che tra poco risolverete.»
La sua faccia di bronzo la mette a disagio.
Sakura alza di scatto la testa. Si allaccia al suo braccio.
« Ah tu non ti stancherai mai di me, non è vero Ino?» Lo dice allegra e raggiante.
Ino arrossisce improvvisamente e risponde quasi urlando:
« No certo che no visto che mi sono già stancata da tanto tempo!»
Sakura ride. Poi poggia la testa sua spalla, restando così per un po’.
Adesso quella che ha il muso è Ino, per l’imbarazzo.
 
 
 
Tutto quel bianco sembra ancora più splendente quando viene toccato dai raggi del sole attraverso la finestra.
Una figura esile si guarda allo specchio e sorride beatamente.
« Ino , l’avresti mai detto? Proprio io, mi sto per sposare. Non ci avrei scommesso un centesimo.»
Si guarda ancora.
Ino la fissa un po’ da lontano. Sakura è immersa nella luce:
« Chissà come farà a sopportati ventiquattro ore su ventiquattro.»
Sakura corruga la fronte « Che simpatica! Potresti farmi i complimenti almeno oggi, è il giorno del mio matrimonio!»
Ino si avvicina e la osserva. Sakura ha un velo che le scende sulla schiena, le guance sono rosse e i capelli sono raccolti elegantemente.
« Ho paura di sfigurare, tu sei sempre la più bella.»
« Smettila di dire scemenze.»
Sakura si specchia ancora, non può fare a meno di mostrare i denti per il sorriso.
« Allora come ti sembro?»
« Lo stenderai.»
Sakura ride ricordandosi l’aneddoto di anni prima. Le aveva portato fortuna.
Poi sente un stretta attorno alle spalle. Ino poggia il mento sulla sua spalla, può sentire distintamente il profumo delicato che ha scelto per quel giorno.
« Sei bellissima… Quello che vorrei per te, quello che vorrei…»
Chiude gli occhi. Vede chiaramente Sakura che attraversava la navata, lentamente, con un sorriso emozionato. Tutti la fissano ma lei non se ne accorge minimamente, ha occhi solo per la persona che sta per raggiungere. Incespica nel vestito dal lungo strascico facendo una delle sue solite risate.
Può vedere i suoi occhi lucidi, e quegli attimi, nonostante siano pochi sembrano eterni, come se quella navata fosse lunga chilometri. Ma lei non rallenta il passo, continua fino ad arrivare al traguardo.
Porge la mano al suo grande amore e la mano che l’afferra è la sua.
Ino spalanca gli occhi:
« Vorrei che tu avessi una vita tranquilla e piena di piccole gioie. »
Sakura ha un singhiozzo. Ino vede i suoi occhi lucidi. Almeno quello l’ha indovinato.
« Allora cosa hai scelto per marcia nuziale?»
« Love street.»
« Stai scherzando?»
 
 
 
Sakura guarda fuori dalla finestra, attraverso la tenda, con un’espressione assente. La giornata sembra buona.
Ino sta guardando la tv accesa, sono sole in casa.
« Ino perché non usciamo? È una bella giornata.»
L’amica distoglie lo sguardo dalla televisione e annuisce.
Camminano tra i negozi quando Ino si sente prendere la mano. Sakura sorride:
« Perché non ci prendiamo per mano? Camminiamo per la strada come se fossimo due innamorati.»
“Come se fossimo due innamorati.”
Quelle parole le rimbombano in testa. Non dice nulla ma si limita ad annuire debolmente.
La mano di Sakura non è cambiata, è fresca come se la ricordava, anzi è ancora meglio di quanto se la ricordava. Si scopre a sorridere senza accorgersene e sente le guance calde.
Forse questo è un nuovo inizio, forse finalmente Sakura sta iniziando a lasciarsi andare, non solo come amica ma verso il mondo in cui lei tanto l’ha aspettata.
Non si mollano neanche per un secondo, neanche quando attirano gli sguardi della gente, anzi ne ridono e Sakura si mostra ancora più vicina. Cantano insieme My Wild Love. Prendono un gelato e lo mangiano, quel gusto al caramello le sembra il più buono del mondo.
Ino non sa per quanto tempo stanno fuori, ma non le sembra mai abbastanza.
Tornano a casa, lei ha le farfalle sullo stomaco, vorrebbe riprendere quel contatto, vorrebbe toccarle non solo la mano ma tutto il corpo. Ma non fa nulla.
Dopo che trascorre un’oretta si fa coraggio e la sfiora la spalla:
« Sakura… perché prima…»
Le mancarono le parole.
« Ah si grazie Ino per avermi accontentata. Tu capisci sempre quello di cui ho bisogno. La verità è che per una volta volevo provare quella sensazione… Sai lui con me non è mai espansivo, non capisco bene cosa pensa e in pubblico non dimostra mai niente per me. Per una volta ho voluto immaginare che fosse lui a tenermi per mano con spavalderia davanti a tutti. »
Adesso Ino, quel gelato al caramello, sente che le sta risalendo su per lo stomaco.
 
 
 
« Non fare quella faccia Ino, tornerò molto spesso e allora verrò sempre a trovarti.»
« Non ho nessuna faccia.»
« E dai, ammetti che un po’ ti dispiace!»
Sakura la stuzzica con il dito, Ino alza semplicemente le spalle:
« Gli hanno fatto un’offerta importante di lavoro, e poi abiteremo vicino al mare, chissà che meraviglia! Svegliarsi tutti i giorni e poterlo vedere.»
Sakura già si vede con il costume a prendere il sole.
Ino la guarda entusiasta ma nello stomaco sente una mano dagli artigli affilata che gli lacerava le budella.
Non può far a meno di piegare le spalle in avanti.
« Guarda appuntamento tra tre settimane. Che ne dici, proprio qui.»
« Ah e va bene, ci sarò.»
« Ah, ne sono felice. Vedrai non cambierà nulla continueremo sempre a vederci spessissimo.»
“Non è la stessa cosa”
« Senti, prima che te ne vada, la ascoltiamo una canzone?»
Ino le porge l’mp3. Sakura prende una cuffietta, contenta.
Non dicono altro mentre nelle loro orecchie si diffondo le parole:
“…Away, away, away, away in India…”
 
 
 
« Ah Ino mi dispiace tanto! È passato un anno dall’ultima volta in cui ci siamo viste. Ma lui è così pieno di impegni, lavoro, cene, mamma che ansia! Sai che ho una vicina di casa proprio strana? Non fa altro che guardare fuori dalla finestra, soprattutto dalla mia parte, mi pare proprio che mi…»
Ino per la prima volta non la ascolta. Non le interessa, la sua presenza in quel momento la indispone.
Si era fatta sentire così raramente, per messaggi, per mail e la sua promessa non l’aveva per niente mantenuta.
Non gliene importa niente della sua bella vita su un bel vedere, e non gli importa nulla nemmeno della sua vicina. L’unica cosa che vuole fare in quel momento è urlarle contro.
« Ino mi ascolti?»
« Si ti ascolto.»
La guarda, è ancora più curata di quando l’aveva lasciata, abbronzata e i capelli le sono cresciuti.
Non è quella che si ricorda.
Poi incontra i suoi occhi.
Quelli sono così maledettamente uguali.
Le fanno troppo male.
 
 
 
« Ah eccolo, eccolo! L’ho visto!»
Sakura prende tra le mani un capello di Ino, è candido:
« Un capello bianco! Stai invecchiando cara Ino!»
« Neanche per sogno. È normale avere dei capelli bianchi, è l’effetto del phon e della piastra.»
Ino, nonostante i propositi, non è riuscita ad avercela con lei neanche per un minuto. Se lo aspettava.
« Eh no, no, una volta passati i trenta bisogna iniziare a contare i capelli bianchi!»
« Chi ha passato i trenta? Tu forse, io ho vent’anni.»
« Si certo.»
Sakura ride, con lei lo fa sempre.
« Ah Ino, quanto mi sono mancati questi momenti conte.»
Sono distese sul letto, una di fronte all’altra, con il viso vicino. Se lo reggono entrambe con le mani e i gomiti nel materasso. Ino può vederle il viso, lo zigomo, la piega della guancia sulle labbra, il mento, le sopraciglia fini, l’attaccatura dei capelli.
« Ah ecco! Ho visto una ruga proprio qui, vicino all’occhio.»
Sakura strabuzza gli occhi incredula:
« Non è vero stai mentendo! Mi sono controllata da poco e non ho alcuna ruga.»
« Tesoro quello è l’occhio della vanità che non ti fa vedere. C’è eccome.»
« Allora ce la devi avere anche tu! Fammi dare un’occhiata!»
Continuano a giocare e a toccarsi il viso a vicenda mentre nella stanza si diffondono dalla radio le note di Moonlight Driver.
 
 
 
Sakura ha preso a tornare più spesso giù, adesso sta un mese, senza suo marito.
« Sai, penso che siamo un po’ in crisi.»
« Lo dici sempre.»
« No, ma questa volta penso sia vero. Lui è stressato per il lavoro… E poi, vorrebbe dei figli. Anche io vorrei ma non ci riusciamo.»
Ino questa volta non sente nessuna gioia dentro di se, forse perché vede Sakura sciupata, o forse perché sa che la famiglia che vorrebbe avere con lei non la potrà mai avere.
« Avete provato a consultare un medico?»
« Già, abbiamo fatto i primi controlli, dobbiamo aspettare i risultati.»
« Tu che cresci dei bambini, se devo ancora badare a te.»
Sakura sogghigna, le si avvicina.
« Ma tu sei tu Ino.» si siede accanto a lei « Prima e poi tutti si stufano di me, anche mio marito sembra farlo. Ma tu in tutti questi anni non l’hai mai fatto. Io ti cerco e tu ci sei sempre. Non lo sei vero? Intendo stufa di me.»
« No.»
Ino non ci ha pensato neanche a quella risposta, le è uscita così di getto. Sakura poggia la testa sulle sue gambe. Sussurra:
« Con te è come essere a casa.»
 
 
 
Sakura e Ino sono insieme, sedute su un prato di un parco.
Non parlano, guardano gli alberi davanti a loro che oscillano a ritmo del vento.
Sakura le ha preso la mano, ancora una volta, Ino l’ha stretta. Si è detta che se può avere questo di questo gioirà, se lei ha deciso di offrirle quel piccolo regalo, lei non se lo può far sfuggire ma lo assaporerà a pieno. Si godrà quello che ha, perché adesso Sakura è con lei e ha come l’impressione che non se ne andrà mai più. Le va bene così, non chiede altro.
Stare per sempre, così con lei, ancora per tanti anni, fino alla vecchiaia sa che può essere la felicità.
« Hai mai pensato a come siamo fugaci Ino? Le nostre esistenze sono così veloci.»
« Ehi, siamo in vena di discorsi filosofici?»
Sakura sorride e così facendo le sue occhiaie le si accentuano ancora di più.
« Ci rifletto spesso ultimamente… non è poi così strano.»
« Ah stiamo proprio invecchiando se facciamo discorsi di questo genere.»
« No, con te il tempo non passa mai… quando ti vedo c’è ancora il viso di quella ragazza che ho incontrato per la prima volta in palestra. Io mi sento sempre più leggera con te, mi sento sempre una ragazzina.»
« Lo sei Sakura, non penso che questo potrà mai cambiare.»
Sakura continua guardare avanti: « Mi piacerebbe fosse così per sempre.»
Ino aumenta la presa sulla sua mano: « Lo sarà.»
Sakura chiude gli occhi ed annuisce.
« Ino?»
« Uhm.»
« Soffro di insufficienza renale cronica.»
 
 
 
Ino spinge la porta bianca.
« Ehi, allora come andiamo oggi? L’infermiera mi ha detto che hai mangiato tutto, sei stata brava.»
Sakura che fino a quel momento guardava alla finestra, si volta e la vede entrare.
Ino porta con se un mazzo di fiori che posiziona dentro il vaso sopra il comodino.
« Già, tutto, e poi non era male, era un pranzo a base di patate… anche se la carne me la sogno. Non è che me ne porteresti un po’ di nascosto?»
Ino incurva le sopraciglia con le mani sui fianchi:
« Non se ne parla proprio. Rispetta quello che dice il dottore così vedrai che riuscirai a sconfiggere la malattia al più presto.»
Sakura sorride. Quel sorriso è fatto con fatica, circondato da delle labbra secche ed una pelle magra, ma è sempre lo stesso.
Ino prende una sedia, la posiziona vino al suo letto. Vede dei tubicini che entrano nel suo corpo.
Si chiede se quegli occhi hanno perso un po’ della loro luce o se è solo tutto il bianco di quella stanza ad appannarli.
« Allora cosa hai fatto oggi?»
Chiede Sakura, la guarda con occhi dolci.
« Nulla di che, lavorato e basta, faticaccia come al solito.»
“No, meglio che non sai che mi sono licenziata.”
« La solita instancabile.»
Stanno così, in silenzio, senza dire niente. Ino pensa che quel silenzio sia imbarazzante e dovrebbe cercare qualche argomento di conversazione per farla sentire a proprio agio, ma non le viene in mente niente.
« Ino, stavo pensando che non è poi così tanto male questo posto, ti trattano bene e qualunque cosa tu chieda loro ti ascoltano, solo tu mi ascolti così tanto!»
Ino non riesce a rispondere, riesce solo a vedere il suo viso sciupato e gracile, ha come l’impressione che si possa sgretolare.
« Ino, ti ricordi quello che mi hai detto? Che non ti saresti stufata di me? Che saremo rimaste sempre così? Giurami che è così, che non mi lascerai da sola, anche se non lo pensi davvero… Perché io ho paura.»
Per la prima volta Ino vede un’espressione di dolore nel suo volto. Le afferra la mano:
« Sakura… sono qui e ci sarò domani e dopodomani, tra un mese, tra cinquant’anni. E lo penso davvero.»
Sakura sorride tristemente:
« A te lui piaceva davvero Ino? Me lo sono sempre chiesta ma non avevo il coraggio di domandartelo perché avevo paura della risposta.»
« No, era uno come tanti… Chi mi piaceva davvero…»
Ma le parole le muoiono in gola. Sakura si scosta appena.
« Resta qui con me ancora un po’.»
Ino si alza e si distende nel letto con lei, la stringe delicatamente. Il suo respiro le sembra intermittente.
“Sakura, io…” quello che sente nelle stomaco è come un cancro che la sgretola pezzo per pezzo, ma vuole solo sentire la sua presenza, aggrapparsi a lei.
« Resterò sempre con te… Perché tu sei la mia casa.»
« Avrei voluto conoscerti dal mio primo attimo di vita.»
Ino sente il proprio viso bagnarsi di lacrime senza che se ne accorga.
La stringe a se e per la prima volta nella sua vita canta una canzone del loro gruppo:
“This is the end, beautifull friend, this is the end, my only friend…”
Mentre Sakura si addormenta tra le sue braccia.




Note autrice, quellachenonsamaichescrivere:
Un ringraziamento a nana per aver sopperito ai miei buchi creativi innondandomi di video.
Un ringraziamento a tutte quelle amiche di chat, loro sanno chi, per gli esuberanti e comici sostegni morali.
Un grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno.
Devo ammettere di preferire molto di più la InoSaku in versione friendship, ho un vero debole per loro, ma questa idea è nata così nella mia mente quindi ho voluto trasporla. Grazie dell'attenzione, ora dirigersi all'uscita tre, prego!
  
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