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Autore: BloodTurnsIntoAlcohol    04/07/2013    1 recensioni
Quando Harry aveva visto per la prima volta Cruz, le prime tre parole che aveva pensato erano state: bellissima, ballerina, sesso. [...] Harry aveva impiegato poco a scoprire che i cubani erano liberi dai pregiudizi degli Inglesi. [...]. Credevano che fare l'amore fosse un'attività sacra e che il sesso non dovesse essere rifiutato a nessuno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Harry era arrivato a Cuba , le prime tre parole che gli erano venute in mente erano state: umidità, cibo, sesso. 
 

L'umidità perché Cuba era un'isola torrida e , durante quell'estate particolarmente calda, non ti permetteva di respirare neanche la sera, quando il sole finalmente calava. 
 

Il cibo perché ovunque si girava veniva assalito da odori e profumi diversi, mai sentiti a Londra, dove ogni pasto si riduceva a una porzione di patatine grondanti d'olio e a un hamburger poco invitante.
 

Il sesso perché non aveva mai visto donne così attraenti. Vestiti corti, seni praticamente scoperti, occhi scuri e corpi sudati per il gran caldo. Sembrava di essere in paradiso.

Quando Harry aveva visto per la prima volta Cruz, le prime tre parole che aveva pensato erano state: bellissima, ballerina, sesso.

L'aveva incontrato ad una festa in spiaggia ed era subito rimasto incantato dai movimenti ipnotici del suo corpo, dalla sua pelle scura e dai suoi capelli neri, sorprendentemente in contrasto con gli occhi azzurri.

Harry aveva impiegato poco a scoprire che i cubani erano liberi dai pregiudizi degli Inglesi. Erano un popolo felice, libero e festante. Credevano che fare l'amore fosse un'attività sacra e che il sesso non dovesse essere rifiutato a nessuno. Neanche ad uno sconosciuto incontrato ad un festa. 

Per questo Cruz lo accolse subito tra le sue braccia, dopo il tempo necessario per le presentazioni e per togliersi i vestiti. Lì, in riva al mare, con la musica della festa ancora nelle orecchie ma abbastanza isolati da poter sentire i propri sospiri, Harry scoprì che il corpo della ragazza era proprio come se lo era immaginato. Snello e forte, temprato dalla danza e dall'amore, caldo al tatto e disposto ad assecondare ogni sua voglia e fantasia.

Harry posò ciascuna mano su seni della ragazza per sentire al di sotto i capezzoli duri e la carne soda. Lei lo accarezzò, dolce e famelica allo stesso tempo, guidando i suoi movimenti in modo da raggiungere il massimo piacere.

E Harry finalmente si sentì un pò meno vuoto.
 

La prima volta che Harry si addormentò nel suo letto, tre mesi dopo il loro primo incontro, le prime parole che Cruz pensò furono: perché?, angelo, ancora.
 

Perché quello straniero era venuto fino a quel paesino sperduto nel bel mezzo dell'isola ? La stessa isola che lei alcune volte odiava con tutto il cuore, ma altre volte, quando era da sola nella foresta o dopo aver fatto l'amore, sentiva che non avrebbe mai potuto abbandonare?
 

Harry sembrava un angelo caduto dal cielo. La definizione era retorica, lo sapeva, ma non c'era altro modo per dirlo. E di angeli, a Cuba, lei ne aveva visti ben pochi. La maggiorparte degli uomini erano possessivi e gelosi, capaci di farti arrivare all'apice del piacere per poi lasciarti sull'orlo per baratro.
 

Harry invece, non era stato altro che piacere. Niente baratro. Ed era per questo che Cruz ne voleva ancora e ancora e ancora di lui. Ma per il momento era meglio lasciarlo dormire.
La prima volta che Harry le aveva raccontato un pò di lui, di Londra, dei suoi quattro migliori amici, della musica, le prime tre parole che Cruz aveva pensato erano state: problemi, problemi, problemi.
 

Dovevano per forza esserci dei problemi nella vita di Harry, altrimenti non avrebbe lasciato tutto per venire in capo al mondo. 

Erano sdraiati sul letto nella cameretta della ragazza, le persiane abbassate per tenere fuori il sole e il caldo, i corpi sudati dopo aver fatto l'amore, di nuovo, come se non ci fosse un domani. Rimanevano sempre a casa di Cruz,perché ad Harry piaceva così. Amava il fatto che la casa fosse talmente piccola da non poter mai sentirsi soli, come spesso gli accadeva nelle sue enormi ville. Amava il fatto che dopo pranzo nella casa di Cruz, e in tutto il quartiere, calava un silenzio irreale e lui si sentiva quasi in colpa a sospirare di piacere insieme a quella ragazza fantastica, reprimendo a stento i gemiti che cercavano di uscire dalla sua gola.
 
La prima volta che Cruz si era finalmente aperta con lui, raccontandogli fin nei minimi particolari la sua vita, le prime tre parole che Harry aveva pensato erano state: credo di amarla.

Credeva di amarla perché in quei 7 mesi che avevano passato insieme, Harry aveva provato con lei un piacere inaspettato, e non solo fisico. Cruz era stata per lui una madre, una sorella, un'amica e un'amante. Mente lei parlava e parlava della sua infanzia e della sua adolescenza, Harry non riusciva a pensare ad altro che ad un modo per procurarle il massimo piacere, fino all'estasi. Voleva che capisse quanto teneva a lei, e che non lo dimenticasse mai. Quando Cruz si accorse che gli occhi del suo amante si erano fatti più languidi, non più concentrati sulla conversazione, lo attirò a sè, pronta come sempre a giocare sotto le coperte. Il sole filtrava pigro dalle persiane e i due giovani muovevano i loro corpi in sincronia, ognuno perso nel sapore dell'altro. Harry impazziva al solo sentire il corpo di Cruz inarcarsi sotto di lui quando entrava dentro di lei, spingendo il bacino il più possibile vicino al corpo teso della ragazza. E Cruz perdeva la ragione se pensava ad Harry chiudere gli occhi e rovesciare la testa quando lei stringeva la sua erezione con una mano, mentre con l'altra evitava che i suoi ricci sudati gli coprissero gli occhi.
 
La prima, e Harry sperava non ultima, volta che Cruz gli annunciò di essere incinta, le uniche tre parole che Harry riuscì a pensare furono: O mio Dio.
 
 
Non se lo aspettava, ma venne pervaso da un sentimento più grande e potente di lui. 

-Un figlio? Tutto nostro?- riuscì a dire finalmente.
 
 Cruz annuì, divertita dalla reazione di Harry, che, dopo un anno sull'isola, veniva ancora chiamato "lo straniero" dagli anziani del quartiere. Era diventato più robusto, più forte, più abbronzato. Anche la sua mente sembrava più libera e gran parte delle convinzioni con cui era arrivato era ormai scomparsa.

Quella sera, dopo che Cruz, per l'ennesima volta quell'anno, aveva toccato il cielo con un dito grazie ad Harry, entrambi si resero conto di quanto fossero fortunati. Erano giovani, appagati, felici e in attesa di un figlio. Ma si rendevano anche conto che, durante quell'anno passato insieme, aveva vissuto come sotto una campana di vetro, completamente concentrati sul loro amore e ignari di quello che succedeva intorno.

Per questo motivo, quando Harry sussurrò contro il suo orecchio, quasi a malincuore, - È arrivato il momento di tornare a Londra.Insieme - , Cruz stava già annuendo da qualche secondo, pronta ad accettare quel cambiamento per Harry, che aveva ancora bisogno di affrontare i fantasmi da cui era scappato un anno prima.

 
 
Non so veramente da dove mi sia uscite questa One- Shot!! Penso solo che l’ambiente di Cuba mi si venuto in mente a forza di leggere Isabel Allende. Per chi non l’avesse mai letta, è una scrittrice veramente fantastica che ambiente quasi tutte le sue storie in America Latina.
Per quanto riguarda i personaggi, Cruz la immagino come una semplice ragazza del posto, quest’isola a metà tra la modernità e il passato. E Harry, bhe, è lo straniero che arriva dall’Europa pieno di problemi irrisolti.
Spero che quello che ho scritto vi sia piaciuto .

Byeee xx
  
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