Fanfic su attori > Cast Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: 2calzona3    04/07/2013    14 recensioni
non ci furono poi così tante parole, ammiravamo l'una il lavoro dell'altra e lo sapevamo. Sapevamo molte cose, sempre. Non so come, sapevamo che emozioni provava l'altra. Non so perché, sapevamo come non parlarne. Un lavoro fantastico, una donna fantastica, non c''era bisogno di dirglielo, lo sapeva meglio di me.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Dove c'è una carezza

 

 

 

 

 

Quando qualcosa nasce, dall'altra parte del mondo qualcosa muore. Magari non dall'altra parte del mondo, non lontano. Magari qualcosa di così vicino che morendo aiuta a vivere ciò che è appena nato. Quando il frutto appassisce le radici si nutrono di questo. Quando la musica finisce il silenzio è più forte. Quando un amore nasce, si sovrappone, schiaccia inesorabilmente e in fine prevarica ciò che esisteva prima. Ma non è una legge, provate a inquadrare l'amore con una regola e lui si vendicherà, facendovi rimanere sconfitti.

 

 

 

 

Non mi ero mai vergognata tanto in vita mia. Entrai barcollando in casa di Sara, trovavo l'equilibrio nella sua persona, sempre, che questo fosse equilibrio fisico o spirituale non aveva importanza. Lei era lì, sempre pronta per me. Non che fossi così brilla, semplicemente mi piaceva potermici appoggiare. Mi fece sedere sul divano con la prospettiva di una tisana rilassante e una chiacchierata. Quella chiacchierata. Quel discorso impronunciabile, forse l'avremmo fatto proprio quella sera, approfittando del mio stato quasi alterato.

“finocchio?”

“non voglio bere una verdura”

“vaniglia”

“un po' come il tuo profumo, hai un buon profumo” seguì un sorrisino ebete, alla frase più sdolcinata del mondo riferita al gusto più dolce del mondo.

“liquirizia”

“mi devo offendere?” le dicevo e ridevo anche.

“giglio, come diavolo si fa a tagliuzzare un fiore per berlo?!”

“in verità Sara, c'è un'infinita poesia nel bere un fiore, ma non il giglio. I gigli dovrebbero essere solo regalati, hanno un significato troppo bello per sprecarlo, non si sparpaglia un significato così nell'acqua bollente”

“e giglio sia, attenta, è caldissima” dal profumo che percepì aveva scelto anche lei il giglio. Speravo intensamente malgrado ciò che avevo detto pochi secondi prima, che bere quella tisana le avrebbe fatto interiorizzare il significato del fiore. Magari inconsciamente, magari come un filtro d'amore. Magari ero ubriaca. No, non mi sarebbe servito a niente il potere di quel fiore, perché sentivo ciò che lei sentiva, potevo farlo sempre.

Mi passò la tazza profumata, se solo avesse saputo il significato di quel gesto, non mi avrebbe preparato una tisana al giglio. O me ne avrebbe preparate dieci tazze. Dieci tazze sature.

Sorseggiammo in silenzio, le parole mi cominciarono a mancare. Perché la stanchezza mi appesantiva la voce e gli occhi, perché quel momento di quotidianità non potevamo viverlo quotidianamente. I miei pensieri non troppo lucidi vagavano ovunque, ma giungevano sempre lì, a Sara.

“perchè sorridi in quel modo Jessica? Mi stai facendo sciogliere” pensai di immergere Sara e farla sciogliere in una tazza gigante di acqua bollente, essenza di Sara, tutta mia. La tisana più buona del mondo, ma non sarebbe stato giusto tagliuzzare un fiore così bello.

 

 

 

 

 

In verità avevo un solo tipo di tisana, la stupida tisana al giglio. Ma dovevo sembrare un minimo preparata per quelle evenienze.

Sorrideva, beveva un sorso e continuava a sorridermi. Chissà perché lo faceva, so che era a conoscenza dell'effetto che mi faceva il suo viso durante un sorriso. Il taglio dei suoi occhi mi sorprendeva ogni volta, sembra che sorrida sempre, finché non la vedi ridere davvero e vedi quel sentimento uscirle dagli occhi. Quel sentimento che non posso nominare.

“sorrido perchè sono felice, sto bene, qua con te. E poi sono brilla”

si spostò una ciocca di capelli biondi dal viso, capelli più testardi di lei che tornarono a pizzicarle la guancia, le spostai la ciocca con un movimento lento, portandola dietro l'orecchio. Il gesto si trasformò in una carezza, perché era naturale, era quello che sapevo fare. Tenni la mano ferma lì, sulla sua pelle che si arrossava ogni secondo di più.

“Sara no, io...”

“lo so”

“arriveranno a momenti”

“questo non mi impedisce di poterti vedere tutta” lo sapevo bene. Sapevo che i nostri mariti sarebbero tornati a minuti, ma che preoccupazione poteva dare una carezza? Un gesto così semplice, in cui non hai bisogno di essere nuda, in cui non ti puoi far cogliere in flagrante, perché non c'è nulla da scoprire. È una carezza. Chiuse gli occhi prima di parlare di nuovo, passarono secondi, guardò in alto e prese una rincorsa con lo sguardo, per fissare poi i suoi occhi nei miei.

“sto tradendo mio marito”

“cosa?” le chiesi allibita.

“nella mia mente Sara, sto tradendo mio marito. E tu sei qui, nella mia mente. Sto rompendo la promessa che gli ho fatto, ora più che mai. E sto capendo al contempo come ci si sente traditi, quando una persona tocca qualcuno che non sei te”

le portai anche l'altra mano al viso. Stava sussurrando le parole, stava cercando di strapparsele dalla coscienza, dalla gola, dalla voce. Abbassò lo sguardo, scivolando dalla mia presa e si coprì il viso con una mano.

Mi si spezzò il cuore a sapermi l'artefice del suo dolore e della sua vita a metà. Perché ormai aveva una vita spezzata, e quando qualcosa si spacca in questo modo, il pensiero più positivo che puoi fare è: ora ne ho due. Ora ho due vite. Ora sono una moglie, dopo sarò un'amante intoccabile. Ora sono una madre, dopo sarò un' amata che non può toccare.

Mi spostai, mi misi dietro di lei, lasciando che appoggiasse la schiena sul mio petto. Le spostai tutti i capelli dal viso, portandoli verso di me. Le presi le mani tra le mie, le nostre braccia seguivano lo stesso percorso, avevano la stessa traiettoria e la stessa angolazione, le sue dentro le mie a chiudersi in un cerchio con le nostra dita incrociate.

Appoggiai la fronte alla sua spalla e chiusi gli occhi. Ci fu un altro lungo momento di silenzio, entrambe ad occhi chiusi ci stavamo cercando con i pensieri, con le idee. Riuscire a vedere una persona ad occhi chiusi, quello è sintomo di amore.

“sono di fronte a te Jessica, con entrambe le mani nei tuoi capelli. Li tengo a bada, lontani dal tuo viso, in modo che non mi disturbino” quante silenziose regole stavamo creando.

“e mi baci, perché non ce la fai più ad aspettare”

“ti sto baciando, perché non riesci più ad aspettare”

Non potevo vederla in viso, non ce ne era bisogno, ma si stava sicuramente mordendo le labbra. Io lo stavo facendo, come per tenerle a freno. Ma lo facevo forte, fino a farmi male.

“Sara...è così, è un bacio lento”

“è lento, perché non abbiamo fretta”

“qui non esiste il tempo”

“siamo solo io e te”

Sussurrò con estrema debolezza l'ultima parola, che non riuscii a percepire chiaramente. Sentii le sue spalle abbassarsi e rilassarsi, lasciai che la sua testa si appoggiasse tra il mio collo e la mia spalla. E lì lo vidi, alzai lo sguardo per cercarlo. Quel sentimento impronunciabile, quei segni di morsi sulle labbra gonfie.

Mi lasciai andare come lei, perché più mi avvicinavo al mondo dei sogni, più le sue labbra mi sembravano vere. Sembravano realmente sulle mie, sembravano calde e morbide, a tal punto che poteva non essere un sogno. Poteva essere la realtà.

 

 

 

“Noi” fu l'ultima parola che dissi, che credo di aver detto. E fu anche la parola che mi tranquillizzò di più, perchè era bello sapere che potevamo esistere. Bastava nominarci, era una prova della nostra esistenza. Che vivessimo in un mondo immaginario creato da pensieri immaginari non aveva importanza.

Sembrava vero. Sembrava che le sue mani fossero nei miei capelli, sembrava che mi sfiorasse le palpebre con le sue ciglia o che mi scaldasse la pelle con il suo respiro. Lento, calmo, fuori dal tempo, il respiro di una persona dormiente, che non ha fretta e che non ha ansie.

Fu il bacio più intenso della mia vita, fino a quel momento.

 

 

N.d.A.

 

È un parto che mi sta facendo innamorare.

 

Grazie a chi mi lascerà un parere, sinceramente, ne ho bisogno.

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: 2calzona3