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Autore: Mon    04/07/2013    2 recensioni
La canzone che stava ascoltando iniziava con un assolo di chitarra acustica che a Billie piacque subito molto; niente errori, scorreva via liscio, cattivo, ma senza troppi fronzoli. Il ragazzo poteva addirittura immaginare le dita correre sulle corde della chitarra; c’era tutto quello che serviva per catturare l’attenzione di chi ascoltava. L’introduzione gli piaceva, ma non poteva basarsi solo su quella, doveva prima ascoltare tutta la canzone e, solo alla fine, avrebbe preso una decisione definitiva.
Di colpo si drizzò sulla sedia; guardò con gli occhi e la bocca spalancata lo schermo del computer. Quella che aveva appena sentito uscire dalle casse del suo pc era la voce di una ragazza, una bellissima voce: dolce, delicata, ma allo stesso tempo rabbiosa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Billie chiuse la chiamata e rimase a fissare lo schermo del cellulare che piano piano andava spegnendosi. Alzò lo sguardo solo quando l’immagine del suo sfondo scomparve definitivamente e posò gli occhi sulla tavola della cucina; c’erano i piatti della cena da mettere in lavastoviglie, c’era da pulire la tavola dalle briciole, c’era da controllare che in salotto fosse tutto perfetto. Non voleva fare una brutta impressione su Willow. 
Cominciò a sistemare la casa, poi, quando finì, si mise dietro la tenda del salotto, con le luci spente, per sbirciare il suo cortile di casa e attendere l’arrivo della ragazza. Quando la vide arrivare, velocemente si scostò dal vetro e si diresse alla porta, aspettò che lei suonasse, attese qualche secondo e poi aprì. La ragazza sorrideva, tesa.
«Ciao Willow!» disse Billie, spostandosi da davanti alla porta.
«Ciao. Scusa l’ora e scusa anche per la richiesta, ma l’ispirazione per scrivere canzoni in questi giorni l’ho lasciata scappare...» disse, rimanendo sulla soglia della porta.
«Ti ho già detto di non scusarti, entra e andiamo in giardino. Vediamo cosa riusciamo a fare...» rispose, sorridendo.
Willow entrò e Billie richiuse la porta. La ragazza aspettò che fosse lui a guidarla verso il giardino; appena entrati dalla porta d’ingresso, sulla sinistra si trovava un arco che immetteva in un grande salotto. Al centro c’era posto un divano in pelle, al suo fianco, a fare angolo, c’era una poltrona dello stesso materiale. Davanti al divano c’era un grande mobile, dove sopra c’era appoggiato un televisore al plasma, e numerosi scaffali dove si trovavano libri, vecchi dischi e alcune foto. All’interno della sala c’era anche un tavolo in legno, posto vicino alla finestra che dava sul giardino. La ragazza seguì Billie Joe verso la porta che conduceva verso la cucina; lì c’era una tavola con sei sedie, e il piano cottura faceva angolo, prolungandosi in un bancone, vicino ad esso c’erano due sedie più alte, quelle che solitamente si trovano nei bar.
Willow seguì Billie Joe attraverso una porta finestra che immetteva sul giardino; era molto grande, c’era un enorme tavolo di legno, un gazebo con sotto un tavolo e due panchine e la piscina. Sul bordo si trovavano tre sdrai aperti. Billie si passò una mano tra i capelli e disse: «Non ho fatto in tempo a mettere via gli sdrai, due giorni fa sono passati i miei figli e non ho ancora avuto il tempo di sistemarli...»
La ragazza alzò le spalle. «Ti preoccupi per tre sdrai? Smettila dai. Sono io quella che disturba al momento, tu stavi sicuramente facendo altro e io ti sono venuta a rompere le scatole!»
«A dire la verità non stavo facendo niente quando mi hai telefonato. Mangiavo una triste cena a base di bistecca di tacchino e insalata tutto da solo. Anzi, ti devo ringraziare così non passo la serata a guardare la televisione...»
Willow sorrise; dentro di sé si insinuò, però, una domanda. Era quasi sicura che Billie Joe fosse sposato e non riusciva a spiegarsi perché fosse solo e le avesse detto che i suoi figli erano andati a trovarlo. Si rispose da sola nel giro di pochissimi istanti: probabilmente il suo matrimonio era finito. Si sedettero sotto il gazebo, uno di fronte all’altro e Billie guardò dritto negli occhi Willow; lei sostenne lo sguardo, sorridendo leggermente. «Da dove cominciamo?» chiese il ragazzo dai capelli corvini.
La risposta della ragazza non fu un’affermazione, bensì una domanda. «Da questa?» disse, allungando il foglio tutto pieno di cancellature che poco prima, a casa sua, aveva tentato di riempire con parole che avessero senso all’interno di una canzone.
«Sai già più o meno quali sono gli accordi?»
Willow imbracciò la sua chitarra e accennò qualche nota a Billie Joe, lui rimase in ascolto attentamente. «Si, non è niente male. Passami la chitarra che provo una cosa...» disse il ragazzo.
Lei ubbidì, allungò la sua chitarra a Billie e, mentre il ragazzo la afferrava, notò che al dito anulare della sua mano sinistra non c’era nessun anello. Aveva avuto l’intuizione giusta.
La serata passò via liscia; Willow e Billie Joe riuscirono a concludere la canzone in meno di due ore. La ragazza si lasciò poi scivolare leggermente sullo schienale della panchina e fissò il suo produttore negli occhi. «Grazie...»
Billie Joe sorrise. «Non mi devi ringraziare. Quando ti guardo impegnarti in quello che fai e farlo con tanta passione mi si gonfia il cuore di gioia. Mi fa piacere aiutarti, si vede che ci tieni molto a quello che stai facendo.»
Willow annuì. «La musica è la mia vita, come potrei non metterci impegno ora che ho questa stupenda possibilità?»
Billie Joe sorrise. «Guarda come ti brillano gli occhi quando dici queste cose...»
La ragazza si sentì arrossire, si sedette meglio sulla panchina e guardò l’orologio che portava al polso. «Forse è il caso che io vada verso casa...»
«Vuoi che ti accompagno?»
«Grazie, ma ho la macchina parcheggiata poco lontano...»
Billie Joe annuì e accompagnò Willow alla porta; i due si salutarono, dandosi appuntamento allo studio di registrazione il giorno seguente. Proprio mentre la ragazza stava per uscire, il cantante disse: «Hai ancora bisogno per le canzoni?»
«Penso di si, perdonami...»
«Ho detto di smetterla Willow! Facciamo così, domani dopo il lavoro andiamo a mangiare qualcosa insieme e poi ci rimettiamo a scrivere. Cosa ne dici?»
La ragazza annuì. «Va bene. Grazie ancora...»
Billie sbuffò e roteò gli occhi. «Se me lo ripeti ancora smetto di darti una mano...»
Willow si portò una mano vicino alla bocca, fece segno di chiudersela con la zip e di buttare via la chiave. Billie rise. 





Ariecchime!
Pensavate succedesse di più tra di due, vero? Dite la verità? :D E invece no. :) 
Come sempre ringrazio tutte quelle che seguono la storia, siete in tante, io non me lo aspettavo davvero. Grazie, grazie, grazie infinite! 
Torno nel mio silenzio, sommersa da fazzoletti (solo io posso avere il raffreddore in luglio!!), ad ascoltare musica. Oggi sono in modalità Green Day/All Time Low. 
Al prossimo capitolo.
Mon. 

  
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