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Autore: Loony Moony    04/07/2013    9 recensioni
Sto scrivendo una serie di flash sulle possibili prime manifestazioni di magia dei vari personaggi, questa è quella di Remus :)
"Remus si avvicina, storcendo il naso, e la guarda imbarazzato.
«Mi…mi dispiace» mormora piano, chinandosi per raccogliere le due parti della bambola di porcellana. «Non volevo. Si può aggiustare?»
«No» dice secca l’altra, strofinandosi le mani sugli occhi e girandosi per nascondere le lacrime."
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Prime Manifestazioni di Magia'
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Note (stavolta iniziali): l'ho riletta più volte, e non mi piace. Mi fa schifo, in realtà. Ma boh, avevo quest'immagine in mente e poi l'ispirazione - anche se orrida - non se ne va, non c'è niente da fare. E poi quella di Remus non me la potevo immaginare diversamente. Bando alle ciance, eccola, in tutto il suo orrido orridume orrificante (?). Sarà che gli altri personaggi non mi convincono, bah, vi chiedo solo la vostra :) Ah e poi, Remus all'inizio ha un carattere un po' così semplicemente perché, non essendo ancora un Lupo Mannaro, non ha ancora quella malinconia che lo contraddistingue.

Vattene, mostro

 

Due bambini si rincorrono ridendo nel piccolo cortile di un paesino. Basse casupole grigie lo circondano, incombendo con i balconi scrostati sul piccolo spazio.

Una ragazzina lentigginosa, appoggiata con le spalle al muro, guarda i due che corrono con disapprovazione altezzosa, mentre passa le mani sul vestito della sua bambola, lisciandone le pieghe; è una bella bambola, piccola, di porcellana, gli occhi incastonati come gemme sul viso pallido.

«Tanto non mi prendi, Rem!» grida uno dei bambini, i capelli rossicci spettinati e un sorriso strafottente sulle labbra. L’altro fa un ghigno e continua a correre, forzando le gambe lunghe e magre.

All’improvviso, il bambino dai capelli rossi calcola male le distanze, e in un attimo la piccola bambola è a terra, spezzata grottescamente in due. Spalanca gli occhi, inorridito, e corre via, mentre la ragazzina stringe i pugni e scaccia le lacrime.

Remus si avvicina, storcendo il naso, e la guarda imbarazzato.

«Mi…mi dispiace» mormora piano, chinandosi per raccogliere le due parti della bambola di porcellana. «Non volevo. Si può aggiustare?»

«No» dice secca l’altra, strofinandosi le mani sugli occhi e girandosi per nascondere le lacrime. Il bambino la osserva accigliato, poi rivolge la sua attenzione alla bambola e ne unisce le due parti piano; quando però cerca di separarle nuovamente, quelle rimangono ben saldate l’una all’altra.

«Che hai fatto?» chiede la ragazza, strappandogli la bambola dalle mani. La guarda, spalanca gli occhi umidi e alza lo sguardo su Remus, sorpreso quanto lei.

«Come…Chi sei tu?» fa ancora l’altra, la voce acuta, mentre si allontana. «Vattene, mostro!»

Remus resta immobile, ancora con un mezzo sorriso confuso stampato in viso. E per la prima volta, lontano ancora dalla sua maledizione, si sente un mostro. 


  
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